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Sunday, November 04, 2012

Le foto del Bibliodays 2012 a Gattatico (RE)

Ecco qui le foto dell'evento Bibliodays di quest'anno a Gattatico del giorno 4 Ottobre 2012 che si è svolto presso la Sala Polivalente del Comune.
Durante l'evento sono stati presentati due libri pubblicati grazie ad Artès, ovvero il quarto volume della tetralogia de"L'Archiatra" e "La Legge di Maat" di Liliana Zampella. 
Le immagini sono state scattate da Gianluca Bernini. 



In piedi, a sinistra, Liliana Zampella presenta i due libri. 
Qui sotto si possono vedere gli ingrandimenti delle due copertine.










Qui sopra: Mara Aguzzoli, responsabile della Biblioteca del Comune di Gattatico (RE).



Il Sindaco del Comune di Gattatico, Gianni Maiola.



Qui sopra: lo scrittore Leo Cugini. 






Primi piani di Liliana Zampella.



Monday, October 22, 2012

La Ruota della Vita

Fra una settimana saranno trentacinque anni che festeggiavamo il nostro matrimonio attorniati dagli amici con cui facevamo attività sociale; era un momento misto tra il gioioso ed il triste poiché ci sposavamo mentre mia suocera era già allettata e sotto chemio.
Ma gli amici non ci fecero mancare il loro sostegno.
Federico è stato uno dei nostri amici assieme alle sue sorelle, Enrica, che ci fu anche testimone di nozze, Caterina e Lele.
Trentacinque anni fa eravamo pieni di voglia di cambiare il mondo ed alcuni di noi, tra cui Federico, hanno proseguito, seppur in modi e su strade diverse, il cammino, facendo crescere i figli sullo stesso sentiero, più o meno.
Qualche giorno fa siamo venuti a sapere che uno dei figli di Federico, Daniele, era venuto a mancare in Brasile, mentre svolgeva servizio civile internazionale; oggi si è svolto l'ultimo saluto a quel ragazzo e noi non potevamo non partecipare a questo momento doloroso del nostro amico.
Molto è stato scritto sulla Gazzetta di Daniele e noi lo abbiamo conosciuto, purtroppo, solo tramite gli articoli ma soprattutto attraverso le parole udite questa mattina.
Non ci sono parole, credo, che possano spiegare lo sconforto quando a mancare è un ragazzo all'inizio della vita che, nonostante la giovane età, ha fatto già della propria vita un segno tangibile del proprio viaggio terreno.
La Ruota della Vita, a volte, come in questo caso, gira al contrario e cioè un figlio abbandona la vita fisica prima dei genitori.
Ma, ovviamente, tutto ha un senso.
Credo che ci siano delle anime antiche che scegliendo di tornare alla vita terrena abbiano lo scopo di aprire delle strade, delle comunicazioni; hanno come scopo il risveglio di altre anime che altrimenti non troverebbero  il loro senso dell'orientamento.
Ecco perché se ne vanno prima del tempo, avendo probabilmente raggiunto il  loro scopo.
Daniele aveva raggiunto lo scopo, ce lo ha raccontato chi ha avuto modo di conoscerlo e di lavorare con lui in Brasile; i bambini ed i ragazzi lo seguivano come guida, come molti suoi coetanei della sua parrocchia che erano presenti questa mattina a testimoniare la loro frequentazione con lui.
Certamente, essendo anche io genitore, comprendo il duro colpo subito da Federico per questa perdita ma in questi giorni ha già dimostrato di riuscire a darle un senso.
Inoltre credo, come cita il Vangelo di Tommaso che "Se la morte vi trova vivi, non vi toccherà".
La morte ha trovato vivo Daniele e, quindi, non lo toccherà.



Friday, September 07, 2012

COSA STA ACCADENDO AL NOSTRO PAESE?

Desidero fare con voi alcune considerazioni su come e cosa stiamo vivendo in questo periodo nel nostro paese.
Ultimamente ho letto alcune notizie su "tolleranza zero" verso i più deboli che sono sconfortanti: multe salatissime ad una signora di Milano che aveva affisso alcuni manifestini per cercare il suo cane smarrito, rischio di prigione per chi ha salvato i beagle a Green Hill, prigione per chi ruba al supermercato da mangiare o i pannolini per i bimbi; tutto ciò mentre gli evasori fiscali possono indisturbati continuare a rubare i soldi allo Stato, mentre il governo non fa assolutamente nulla per salvare le industrie italiane. La frase: "stato forte contro i più deboli, stato debole verso i più forti" è sempre di più una realtà sconcertante.
Il ministro del lavoro Fornero nella sua lucidità stupida ed ignorante continua a parlare esplicitamente di come distruggere il nostro Paese e nessuno la sfiducia: ha iniziato il suo mandato parlando di "esuberi" ed "esodati" senza nemmeno conoscere i numeri effettivi delle persone che avrebbero perso il diritto alla pensione; prosegue il suo mandato dicendo che occorre dimezzare il salario ai cinquantenni perché la loro produttività è minore.
Non conosce la realtà di questo paese dove i cinquantenni, con il loro stipendio, in epoche come questa di crisi, devono lavorare per assicurare la pensione ai più anziani ed il mangiare ai figli; non considerando la professionalità dei cinquantenni e la loro esperienza acquisita, sfiducia una generazione provocando crisi nelle famiglie. La mancanza di fiducia verso il proprio posto di lavoro, non più assicurato, la mancanza di futuro per i figli, obbligati a stanziare in famiglia per la mancanza di un posto di lavoro assicurato, rendono meno produttivi, certamente e prede facili per la disperazione e la depressione che, certamente, tolgono la voglia di lavorare e rendono minore la produttività. Il modello che la Fornero dice di voler seguire non tiene conto che i lavoratori tedeschi percepiscono salari che sono il doppio di quelli italiani, non tiene conto del fatto che alcune delle aziende più forti tedesche hanno, invece, organizzato il lavoro meglio per avere un miglior rendimento proprio di quei cinquantenni prevedendo persino spazi di riposo. La premier tedesca ha fatto azioni di contrasto alla tendenza delle industrie di delocalizzare gli impianti, mentre in Italia il governo permette alla FIAT di andare in giro per il mondo togliendo il lavoro agli italiani; in Italia il governo non sta facendo nulla per mantenere gli impianti delle industrie siderurgiche aperti e lascia che le imprese più grandi vengano distrutte in quella logica di Passera che ha sempre cannibalizzato le imprese, le banche e quant'altro facendone tante piccole aziende da lasciar fallire piano piano.
Il modello italiano era eccellente, con aziende eccellenti e professionalità eccellenti, istruzione d'altissimo livello, cervelli eccellenti, sanità ed assistenza ottime; ci stiamo ritrovando con la sanità dimezzata con accorpamenti di ospedali, scuole accorpate che non hanno nemmeno il direttore od il preside in istituto perché si deve muovere da un istituto all'altro, professori e maestri depressi dopo anni di precariato, edifici fatiscenti, materiali carenti, servizi igienici mancanti persino della carta igienica.
In tutto questo quadro, la Fornero cos'altro dice? Che "non possiamo assicurare il lavoro a tutti"; all'inizio del mandato di questo governo, Monti aveva detto che "Il posto fisso, che noia!"
Ma questi "tecnici" sono al governo dopo aver fatto la loro esperienza lavorativa in un posto fisso assicurato, con stipendio assicurato, dopo aver assicurato il posto di lavoro ai loro figli. Sono tutti ultra cinquantenni (E PER QUESTO NON DOVREBBERO ESSERE ESODATI?) e solo per aver governato per alcuni mesi (faranno di tutto per arrivare al 2013 assicurandosi il vitalizio) avranno pure la pensione d'oro assicurata.
Vorrei ricordare a Monti, Fornero, Passera ed ai loro amici che la nostra bella COSTITUZIONE, su cui hanno GIURATO FEDELTA', cita espressamente così:

ART. 1: L'ITALIA E' UNA REPUBBLICA DEMOCRATICA FONDATA SUL LAVORO ...
ART. 2: LA REPUBBLICA RICONOSCE E GARANTISCE I DIRITTI INVIOLABILI DELL'UOMO ...
ART. 4: .... LA REPUBBLICA RICONOSCE A TUTTI I CITTADINI IL DIRITTO AL LAVORO E PROMUOVE LE CONDIZIONI CHE RENDANO EFFETTIVO QUESTO DIRITTO ...

Se i ministri del governo TRADISCONO la COSTITUZIONE, non TRADISCONO il PAESE?

Non esiste più il reato di alto tradimento verso lo Stato?
Il diritto allo sciopero, tolto in Italia già da parecchi anni in quanto c'è l'obbligo di fissarlo un mese prima, è ancora un diritto assicurato in Germania, che la Fornero vorrebbe imitare: lo sciopero, i tedeschi, lo proclamano solo 24 ore prima!
Sarebbe ora che anche in Italia si ricominciasse a far sentire la voce dei cittadini, sarebbe ora che gli italiani si svegliassero dopo l'anestesia durata quasi vent'anni, sarebbe ora che i cittadini si riprendessero la SOVRANITA' DEL POPOLO che la nostra COSTITUZIONE prevede e difende.



Monday, August 06, 2012

PUBBLICITA'

Sto scrivendo piano piano "La settima figlia", autobiografico.
La morte di mia madre mi ha sconvolta, mi ha sconvolto il fatto di non averle potuto tenere la mano nel momento estremo e quindi ho iniziato a riscrivere la nostra storia.
E' una riscrittura di ciò che avevo raccontato ne "Il cerchio", senza togliere gli aspetti tristi della storia dei miei genitori e nostra; in fin dei conti, credo che la vita degli individui abbia varie morti e rinascite ed io, scrivendo di mia madre, della sua vita e della sua morte, sto cercando di trovare una rinascita nella morte parziale del mio cuore.
Pronto su Photocity.it è invece "La Legge di Maat" per chi fosse interessato. Il percorso di Costanza prosegue e, probabilmente, prossimamente avrà un risvolto molto curioso ed interessante.
Leggete, amici; non voglio dire che dobbiate leggere per forza i racconti che scrivo io, ma dovete assolutamente allenare la vostra mente ad ogni possibile apertura.
Solo così il nostro spirito rimarrà sempre vivo e le morti non ci coglieranno.

Wednesday, August 01, 2012

CI DOBBIAMO ASPETTARE NUOVI TERREMOTI??

Dal sito del Comune di Quattro Castella:
"Si rende noto alla cittadinanza che nei prossimi giorni la Società EDISON S.P.A. - titolare unica del permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi denominato "Torrente Parma" - effettuerà lavori di prospezione geofisica non invasiva che interesserà il Comune di Quattro Castella, oltre che i comuni Canossa e San Polo d'Enza nella provincia di Reggio Emilia e Traversetolo nella provincia di Parma.
I lavori, autorizzati dal Ministero dello Sviluppo Economico a mezzo del competente ufficio minerario (UNMIG) di Bologna, saranno eseguiti dalla società GEOTEC SPA con sede a Campobasso e con il proprio ufficio di cantiere stabilito nel Comune di San Polo d'Enza in Piazza Matteotti n. 6.
I lavori consistono nell'effettuare, lungo allineamenti prestabiliti, per mezzo di perforatrici a ridotto impatto montate su trattori di tipo agricolo, delle perforazioni della profondità massima di metri 30 e nel registrare il campo d'onda derivato dal brillamento di piccole cariche poste al fondo dei suddetti pozzetti.
A rilevazione ultimata, i terreni saranno ripristinati nel loro stato originale dalla società esecutrice, con eventuale liquidazione dei risarcimenti attinenti a danni incidentalmente arrecati ai terreni o alle colture a cura di EDISON SPA."
Segue il calendario di queste attività che vanno dal 27 luglio al 10 agosto.
Che non ci vengano a dire che queste perforazioni con "brillamento di cariche esplosive" non provocano terremoti.
Le Terre di Canossa hanno patrimoni artistici e culturali di alto livello, ci sono castelli medievali, borghi antichi ed il Ministro dei Beni Culturali nonché quello dell'Ambiente rilasciano, anzi, sottoscrivono, l'autorizzazione per queste attività!!!
Siamo in mano ad un governo di tecnici che di tecnica non sanno nulla, non hanno le competenze necessarie per tutelare il patrimonio ambientale e culturale così come non hanno tutelato  i diritti della popolazione.
Quando sarà che ci sveglieremo e ci faremo sentire come si deve?
Occhi aperti e vigili, amici, occhi aperti e vigili ...

Friday, July 27, 2012

STAGNAZIONE DI UN PAESE PALUDOSO

Leggo articoli molto interessanti che mi mostrano come in altri paesi europei ci sia veramente la volontà di cambiare direzione proponendosi nuovi obbiettivi; ad esempio su "Io donna" di questa settimana si parla di un distretto di Stoccolma, Hammarbysjostad, che "ha un metabolismo circolare, come una foresta". Nelle abitazione c'è una sorta di posta pneumatica che fa arrivare là dove deve andare ogni tipo di rifiuto e tutto ciò che viene prodotto, persino il calore umano, viene utilizzato per creare energia. Leggete l'articolo, molto interessante.
Esempi di come le persone possano cambiare lo stile di vita del proprio paese ci sono anche qui in Italia, come leggo per esempio su "Sette" del Corriere della Sera del 22 giugno di quest'anno, dove leggo di un gruppo di mamme che hanno dato vita ad una associazione, "Eccemamma", che dialoga direttamente con l'amministrazione del comune di Cernusco sul Naviglio per quanto riguarda l'arredo dei parchi ed anche sulle varie situazioni che le famiglie incontrano, tanto da farne diventare quasi una lobby. L'esempio lo hanno preso da altri paesi come in America, dove il sito Momocrats dialoga direttamente con la first lady o il movimento Cofemom.com o delle Soccer moms.
Poi mi guardo attorno nel piccolo paese di Praticello di Gattatico e mi rendo conto di quanto sia paludoso.
L'associazione che cura i gatti delle colonie non riesce a farsi ascoltare nonostante ci siano leggi Italiane, Europee e Regionali che obbligherebbero il comune di farsi carico degli animali del territorio; era nato un piccolo gruppo di volontari che l'anno passato ha pulito i parchi del paese (che per essere piccolo ne ha tanti, ben 7) e che è finito nel nulla nonostante avessi sollecitato più volte un intervento dell'assessore all'ambiente per parlare della situazione del verde in una serata aperta alla cittadinanza; avevo proposto al Sindaco di indire una specie di gara fra gli abitanti circostanti i vari parchi per definire il parco meglio curato e a cui far dono di un arredo, di una panchina, di un albero in più. L'area per lo sgambamento dei cani è lasciata alla "cura" volontaria delle associazioni sportive che curano i campi da calcio e che si rimpallano le responsabilità e lasciano che l'erba cresca perché non vogliono rischiare di calpestare qualche cacca lasciata da qualche proprietario pure lui irresponsabile.
Le recinzioni di legno costosissime che circondano un parco attraversato da un canale vengono lasciate a loro stesse, senza alcun controllo così da permettere ai soliti vandali di farne scempio: pali pesantissimi vengono sradicati, spezzati, lasciati all'incuria più totale. Senza parlare delle panchine a cui vengono strappate, non si sa con quali mezzi viste le grosse viti con cui sono fissate, le assi di legno dello schienale e della seduta.
I cassonetti vengono scaravoltati dai soliti ignoti e spesso ai loro piedi ci sono rifiuti di ogni sorta, rifiuti che andrebbero nell'isola ecologia e che l'ENIA verrebbe a raccogliere se solo fosse richiesto per via telefonica.
La qualità della vita, pare che questa amministrazione se ne voglia dimenticare, è fatta di tante piccole e grandi cose: le grandi cose sarebbero di responsabilità del governo e cioè il benessere delle persone che dovrebbe passare da uno stipendio sicuro per tutti, la sanità per tutti, i trasporti per tutti, l'istruzione e la cultura per tutti, mentre assistiamo ogni giorno alla distruzione dei posti letto, dei mezzi di trasporto che uniscono paesi con le città, scuole e asili che vengono accorpati o concellati. Ma le piccole cose sono di responsabilità dei comuni: la pulizia delle strade e dei parchi, l'educazione civica che dovrebbe partire da chi ha posti di "potere" e che dovrebbe assicurarsi che il bene pubblico venga difeso e mantenuto salubre; l'educazione alla cultura facendo eventi culturali che non siano sempre e solo di gnocco fritto  e birra; apertura alle idee altrui sia che vengano da un concittadino che si conosce da una vita o da un "immigrato" che viene da fuori.
Le nuove idee dovrebbero portare aria nuova, aria pulita.
Se le situazioni non cambiano nei piccoli paesi, figuriamoci se riusciamo a farle cambiare in questo nostro stivale vecchio ed abbacchiato.
Non ci dobbiamo poi stupire se il "fracking" passa sotto silenzio.
Non sapete cos'è il "fracking"?  Cerco di spiegarlo in poche sintetiche parole.
E' ciò che è stato fatto in Emilia nei giorni precedenti i terremoti.
Il 17 febbraio 2012 i Ministri dell'Ambiente Corrado Clini e dei Beni Culturali  Lorenzo Ornaghi (proprio quelli che dovrebbero tutelare i nostri beni pubblici e l'ambiente!) hanno decretato la compatibilità ambientale e la conseguente autorizzazione di opere di indagine geologica (trivellazioni con uso di cariche esplosive e pompaggio di acqua ad alta pressione) per verificare la possibilità di realizzare un gigantesco deposito di gas metano nel sottosuolo dei comuni di San Felice sul Panaro, Finale Emilia, Camposanto, Medolla, Mirandola e Crevalcore, nonostante il parere contrario della Regione per ragioni di sicurezza da rischio sismico. Questa tecnica di indagine si chiama "fracking" e consiste appunto nell'iniettare acqua ad altissima pressione per frantumare la roccia, allargare la frattura e penetrare in profondità. Negli USA lo stato dell'Ohio ha regolamentato questa pratica che avrebbe causato in zona una dozzina di terremoti.
In televisione sono passati continuamente messaggi per dire che non è vero che ci sono state trivellazioni, ma ho conosciuto personalmente, mentre ero in ospedale, un vigile del fuoco che lavora tutt'ora nelle zone terremotate: la notte tra il 19 ed il 20 maggio si è udita un'esplosione, poi c'è stato un incendio e poi il terremoto. Nella zona (non ricordo se Finale Emilia o Crevalcore) fino alla notte c'erano uomini e mezzi per la trivellazione; dopo la scossa delle 4 sono spariti tutti, mezzi e uomini, lasciando un paese devastato.
Guarda caso, il 17 maggio Monti aveva fatto passare una legge che non prevede rimborsi per terremoti inferiori al 7° grado e quindi i terremoti sono stati definiti, nonostante i sismografi europei registrassero tale grado, di 5,9°.
Ecco, questa è la stagnazione di un paese paludoso: dalle  amministrazioni dei piccoli centri fino all'amministrazione statale abbiamo persone che non sono in grado di "vedere" le vere necessità, non sono in grado o non vogliono farlo di programmare a lunga scadenza una migliore gestione della vita degli individui. Ci sono giochi di potere, ci sono poteri, ci sono uomini che non guardano alla vera opportunità di poter migliorare la vita di tutti.
Uomini come Passera che prima hanno scorporato le Poste Italiane per farle diventare una spa che si occupa di tutto, assicurazioni, sportelli bancari senza curarsi delle grandi file per poter spedire una lettera; che hanno scorporato e distrutto una grande banca come la Banca Commerciale per farla diventare una sorta di cambio e scambio con piccole banche che sarebbero andate in fallimento e che ora si diverte a scorporare e distruggere ciò che in 150 anni si era costruito faticosamente; uomini come Monti che rischiamo di vedere (poiché è senatore) come candidato alla Presidenza della Repubblica che di tecnico non ha nulla ma è asservito alle grandi lobby; donne come Fornero che piangono lacrime di coccodrillo mentre sua figlia sta ben salda in un posto trovato da mammà mentre gli altri figli di altre mamme devono "accontentarsi" del lavoro, se lo trovano, qualunque lavoro sia; Fornero che fa finta di non conoscere i numeri degli esodati sebbene sia stata proprio lei a fare, per prima,  i contratti per gli esodati di Banca Intesa.
Ora nella revisione di spesa dello stato hanno pure aumentato le tasse per gli studenti fuori corso, quelli che evidentemente sono, molto spesso, studenti lavoratori, studenti che durante l'università si mantengono facendo lavoretti di qua e di là e non riuscendo, così, a laurearsi in tre anni. 
Ecco, questo è quello che chiamo stagnazione di un paese paludoso, un paese incapace di guardare negli occhi i propri cittadini e di leggerne le difficoltà. 
Saremo capaci di uscire dalla palude della tristezza della nostra "Storia Infinita"?
Siamo una Repubblica che solamente da 150 anni ha cercato di essere unita; altri paesi, come gli Stati Uniti, la Francia, l'Inghilterra, hanno avuto rivoluzioni in cui i popoli hanno partecipato attivamente al ripristino di una qualche misura di democrazia. La Germania, abbacchiata da due guerre da cui è uscita sempre perdente, uscita da una riunificazione difficile per cui ha avuto bisogno del sostegno dell'Europa, ora fa la voce pesante e dura dimenticando ciò che l'Europa ha fatto per lei e non cede di un passo in difesa dei propri cittadini.
L'Italia non ha mai avuto una rivoluzione popolare: quando Garibaldi, 150 anni fa, ha lottato per l'Italia unita, i siciliani hanno ammazzato i garibaldini che erano sbarcati, perché non era la loro rivoluzione; il 25 aprile 1945 tutti hanno festeggiato la ritrovata libertà ma la maggioranza degli italiani si è limitata a rivoltare la giacchetta.
I nostri politici non sono passati attraverso certe prove di fuoco, il Terrore francese, la rivoluzione inglese, la divisione e la distruzione tedesca, la rivoluzione russa; non sanno quanto il popolo potrebbe fare perché gli Italiani, in fondo, guardano solo il proprio orticello. Se quello è verde, poco importa se poco lontano ci sono gli scarti di amianto.

Tiriamo su la testa e cominciamo a denunciare i comportamenti paludosi: solo così possiamo sperare di cambiare e di bonificare una volta per tutte la palude.

Monday, July 09, 2012

DIRITTO ALLA SANITA' PUBBLICA

Il governo Monti vuole cancellare ciò che con fatica ed in tanti anni è stato costruito nelle nostre regioni per quanto riguarda la sanità. Non voler cogliere ciò che è differenza, ciò che è eccellenza rispetto a ciò che è costo ed eccesso, significa non voler fare le cose per bene ma solamente dare dei tagli ai diritti dei cittadini senza riparare ciò che deve essere riparato.
Voglio parlare di quella sanità che è fatta di eccellenza, di uomini e donne che lavorano con coscienza, senza dare l'impressione di fare grandi cose ma che fanno del loro lavoro una grande risorsa per chi deve sottoporsi al loro intervento.
Voglio parlare di un "piccolo" ospedale che si trova in Emilia Romagna, esattamente a Montecchio in provincia di Reggio Emilia che potrebbe correre il rischio di essere cancellato a causa di calcoli di un governo che, come purtroppo abbiamo avuto modo di constatare,  i calcoli non li sa fare molto bene.
E' un "piccolo" ospedale, se vogliamo catalogarlo così: non ha le dimensioni dell'Ospedale Maggiore di Parma (che ha chiuso già alcuni reparti, mi dicono), nè di quello di Reggio Emilia, ma serve tutto il comprensorio del territorio della Val d'Enza e molto di più, dal momento che vengono a farsi operare qui persone che arrivano dopo aver fatto 9.000 km. in cerca di una soluzione per la loro salute, persone che arrivano dal nostro Meridione e dalle altre province emiliane, come Modena, ad esempio. L'ospedale Franchini ha una lunga tradizione di accoglienza ed intervento, da qualche anno la sua parte vecchia è stata ristrutturata mentre la parte nuova accoglie anche le strutture del CUP e del SAUB. Tutto il pianterreno ha questi uffici aperti al pubblico e gli ambulatori per i prelievi.
Il personale degli uffici è gentile e ben disposto verso il pubblico.
Ma l'eccellenza è proprio nel comparto medico, in quegli infermieri ed in quei dottori che effettuano i prelievi, le cure, gli interventi.
Ho avuto modo di constatare le capacità di chirurgia già l'anno passato, quando mia madre ha avuto bisogno di un intervento delicato ed essendo sotto il mio medico curante ho scelto di farla operare a Montecchio.
Cinque, sei anni fa anche mia figlia ha avuto bisogno di un piccolo intervento in laparoscopia ed avevamo avuto modo di constatare la gentilezza del personale e dei medici.
La settimana scorsa, il 3, dopo un mese di attesa (essendo il mio un intervento programmato ma non urgente), in laparoscopia ho subito l'intervento per la colicistectomia, un intervento delicato che mi dava alcune preoccupazioni; il mio fisico ancora per fortuna non era in urgenza, ma l'intervento mi ricordava quello subito da uno dei miei cognati, 35 anni fa, a Parma ...
Dopo aver effettuato tutte le analisi e le visite dal chirurgo e dall'anestesista, sono entrata in ospedale il giorno stesso dell'intervento. Appena arrivata, quindi, sono stata messa in camera in attesa; camere luminose, belle, a tre letti al massimo, con annesso il bagno.
A piedi, a braccetto di un'infermiera, mi sono avviata nel comparto operatorio: il personale della sala operatoria è sereno, dà una tranquillità che permette di avvicendarsi nel disbrigo delle varie fasi con leggerezza. Appena ricevuta la pre-anestesia, sono stata portata in sala operatoria che non ricordo né fredda, né in confusione; ricordo che le due persone che mi erano accanto parlavano di alcune considerazioni scritte sulla mia cartella e ricordo solo di aver pensato che la bella lampada, con tante lampadine colorate che mi sovrastava l'avrei messa volentieri a casa ...
Mi hanno chiamato più volte per svegliarmi perché io, come nelle altre due operazioni della mia vita, ho sentito tantissimo l'anestesia. Non ricordo altro dolore, nonostante i quattro buchi nella pancia, se non quello del mal di schiena, tremendo.
Rientrata in camera, ho ricevuto tutte le cure, cambio di flebo, di antidolorifici, punture, da un personale gentile, veloce, sereno, sorridente e ... capace.
Quando non ritengono opportuno, non lasciano nessuno per la notte, che per me è sempre il momento peggiore perché sapevo che non avrei dormito. Così è stato, ma l'infermiera di notte è stata presente sin dalla prima mia chiamata alle 1 e 30: ogni ora l'ho chiamata fino alle cinque per bisogni effettivi poiché avevo un telecomando che, per cambiare posizione al letto, potevo comandare da sola.
Al mattino, come desideravo, sono stata aiutata ad alzarmi, mi sono potuta recare con i miei piedi  a lavarmi un po' in bagno; poi sono arrivati i dottori che con pazienza mi hanno spiegato l'intervento, dicendo che se le analisi fossero andate bene mi avrebbero tolto il drenaggio e dimesso.
Le analisi, dal prelievo fattomi, hanno dato esito positivo e quindi sono passati a togliermi il drenaggio ed è stato preparato il foglio per le dimissioni. Mi è stato consegnato un foglio con descritto l'intervento, un altro con il primo piano terapeutico ed un altro ancora con la dieta da seguire per una vita quasi normale anche senza la cistifellea. Mi sono stupita nel constatare  che avrei potuto mangiare cose che ormai da più di un anno non mangiavo più!!
Il 4, quindi, sono stata dimessa con già la prenotazione per il controllo che doveva aver luogo oggi.
Ho iniziato subito le terapie, dopo aver fatto vedere l'intervento al mio medico curante che ha potuto constatare che il drenaggio e le ferite andavano bene.
Alle 12 di oggi mi sono presentata al controllo: mi sono state cambiate le medicazioni, mi è stato dato un foglio con le terapie per togliere i disturbi che per due mesi ancora sentirò; il dottore, lo stesso che ha effettuato l'intervento, gentilmente ha controllato a computer la cartella per dare tutte le risposte alle domande che gli ho posto. Pacatamente, senza fretta nonostante la lunga fila di pazienti dopo di me in attesa,  ha spiegato il perché dei miei dolori e mi ha detto di prendere gli antidolorifici se necessari per poter dormire; con serenità, senza atteggiamenti da superman, trattando le persone da pari a pari, continuando a spiegare il motivo dei dolori e gli effetti delle cure che mi stava prescrivendo, ha digitato sul computer tutto il resoconto della visita, ha predisposto la prossima visita di controllo, ha compilato la richiesta per un medicinale mutuabile, ha scritto gli altri medicinali (non mutuabili) e con un bellissimo sorriso, dopo aver sentito tutte le mie paturnie con un altrettanto bel sorriso, ci siamo salutati e dati l'arrivederci alla prossima ...
Ecco, quando si conoscono persone così, che hanno la capacità operativa con la capacità di comprendere le paturnie e gli stress dei pazienti, la gentilezza della risposta, la serenità e la cordialità, è bello poter dire loro: grazie!
E così, alla fine di questa mia cronaca di un nuovo inizio di vita senza un pezzettino di me (la cistifellea), ringrazio il Dottor Orazio Delmonte, il chirurgo che mi ha fatto la visita pre-operatoria e, soprattutto,  il Dottor GIUSEPPE IMONDI che mi ha operata; ringrazio tutto il personale della Chirurgia dell'Ospedale Franchini di Montecchio ed auguro a loro un buon lavoro.
Cancellare queste eccellenze sarebbe un vero disastro per il nostro paese che di eccellenze ha troppo bisogno.

Saturday, April 21, 2012

Dell'arroganza e della maleducazione

Io non so se ho scritto in fronte: questa persona si può (o deve) maltrattare.
Episodio n. 1: ordino on-line prodotti per i miei pelosi, gatti e cani. Il prodotto che ordino maggiormente è una sabbia ecologica, in confezioni da 40 kg. Poiché la consiglio ad amiche che hanno più di un gatto, a volte, come l'altro giorno, mi capita di avere più di un collo da portare o in casa o in garage. L'autista del corriere Bartolini che era addetto alla mia spedizione, in mezzo alla strada ha iniziato a dire che avrei dovuto avere un aiuto da qualcun altro o di chiamare un vicino perché lui aveva disposizione di "consegnare in mano" e non al piano. Punto primo: se dovessi farmi portare al piano, pagando quasi 3 euro in più,  voglio vedere se me la porterebbero, dal momento che non ho ascensore. Per questo motivo, me la faccio consegnare solo, ovviamente, dentro al portone. Tra l'altro, l'altro giorno pioveva pure, non potevo tenere tre cartoni all'acqua. Questo ha continuato a brontolare, dicendo che non aveva disposizioni di portarlo al piano; ed io a ripetere che non era al piano, ma al piano terra, dentro al portone. Ho telefonato al corriere e devo riconoscere che hanno raccolto le mie lamentele con educazione dicendo che l'autista aveva torto ed avrebbero preso provvedimenti.
Episodio n. 2: oggi si presenta un incaricato di IREN per la lettura del gas. Ho i miei due cagnolini che abbaiano appena sentono suonare il campanello e quando si apre la porta, ma non fanno assolutamente nulla. Sappiamo che più sono piccoli, i cani, e più abbaiano. E, comunque, è il loro mestiere difendere la casa. Questo, con cipiglio arrogante mi fa: "Eh no, tienili lontani, mandali via!". Dunque, prima di tutto non sono tua sorella, non sono mai venuta a casa tua a mangiare quindi, perché mi dai del tu? Io sono sempre troppo educata ed ho risposto semplicemente: "Loro sono a casa loro, se LEI deve entrare, entri!". "A no, allora prendi tu i numeri!". Mi sono scocciata e quindi anche io con un tono meno gentile ho chiesto: "Quali numeri LE devo dare?". Così ho preso i numeri del contatore ed ho chiuso la porta. Ho telefonato al servizio clienti di IREN e la donna che mi ha risposto, alle mie lamentele ha risposto che "il nostro incaricato è venuto solo a prendere i numeri del contatore per il suo gestore". "Cosa c'entra il gestore se il personale è IREN?" E questa a insistere dicendo, praticamente, che fanno anche un favore a prendere i numeri del contatore. Ma, ho ripetuto, "il personale che mandate nelle case è il vostro, con cartellino IREN e questo era arrogante e maleducato. Se vi interessa saperlo, bene, altrimenti sono fatti vostri e non stupitevi se la gente cambia fornitore!" ed ho messo giù il telefono.
Sono veramente stanca dell'arroganza, della maleducazione che da venti anni a questa parte imperversa nel paese. Non desidero certo, in questi momenti di  crisi lavorativa, che persone vengano licenziate. Ma ho lavorato con il pubblico per anni, come commessa di un negozio, come impiegata di servizi, come agente di commercio per la mia agenzia di rappresentanza e per me il cliente è sempre stato oro, da trattare con educazione, se non con riverenza. La servitù e la schiavitù sono state cancellate da almeno cento cinquanta anni anche in Italia; ma da qui a trattare le persone con arroganza e maleducazione ce ne passa.
 

Saturday, April 14, 2012

SOLITUDINE

Una bellissima canzone di Battiato dice: "... non possono le nuvole annientare il sole ..."
Oggi mi sento non solo abbattuta. Sono tante le cose che vorrei dire, o scrivere; tante le cose che non vanno come dovrebbero; tante le persone assenti a cui, comunque, non chiederei nulla perché (questo è un mio limite) non ho mai chiesto nulla a nessuno.
Ho sempre cercato di dare, nel possibile: non dico solo materialmente, ma anche come vicinanza, come abbraccio, come empatia. Forse chi mi conosce ha sempre pensato che potessi fare a meno di ricevere altrettanto; forse chi mi conosce meno (come i miei fratelli) pensa che sia autosufficiente a me stessa. Fin da quando ero ragazzina, mi sono sempre posta di fare il possibile per tutti; in coppia, mio marito mi ha seguito in questo modo di vivere e, a costo di spolparci (economicamente ed emotivamente) siamo sempre stati disponibili. Con il risultato di ritrovarci soli, al bisogno.
Comportandosi con troppa generosità (ripeto, non solo materialmente) si subiscono due atteggiamenti: il primo è quello che gli altri pensino che tu non hai bisogno del loro sostegno; il secondo è quello della sindrome del beneficiato che si accanisce contro la mano di chi ha dato.
Non abbiamo mai ricevuto sostegno da parte di nessuno, nè moralmente nè economicamente; non abbiamo mai il piacere di sentirci chiedere: tu, come stai? Forse per paura di sentirsi rispondere: sto male. Le lacrime altrui non sono mai piacevoli, soprattutto per chi non sa come raccoglierle. Porgere la spalla e lasciare che l'altro, anche senza parlare, pianga, sarebbe già un passo gradito.
Mia figlia, probabilmente, sente il peso di tutto questo poiché ha sempre compreso (perché glie l'ho ripetuto spesso) di essere parte solo di un trio, non di una famiglia allargata, nonostante 12 zii e 10 cugini. Si è sempre sentita ripetere di essere la cocca dell'unica nonna che lei aveva, ma a riprova del fatto che non era così sono le ultime vicende famigliari.
Cose non dette per anni, mi stanno affaticando la vita; incomprensioni degli ultimi tempi mi hanno avvelenato abbastanza, tanto da risentirne nel fisico.
Se prima ci sentivamo estranei nei pranzi di famiglia, ora non so se ci sentiamo meno o di più.
E' vero che nessuno è profeta in patria, ma sapendo che scrivo nessuno mi ha chiesto, nell'ultima occasione vissuta insieme, se ho scritto altro, se sto scrivendo, se ho pubblicato. I primi libri li regalavo in famiglia, ora non più perché capisco che non vengono nemmeno sfogliati.
Anche di mia figlia hanno chiesto poco: alla mia risposta che era venuta ultimamente per presentare un suo libro, non mi hanno nemmeno chiesto di che genere è, cosa scrive, cosa fa.
Non credo che questo atteggiamento sia dovuto a come sono andate le cose per mia madre: certe domande non me le ponevano nemmeno prima.
Si ripete quello che ho vissuto per tutta la mia vita: io so, più o meno, tutto dei miei fratelli, delle mie sorelle, dei miei nipoti. La mia famiglia non sa nulla né di me né di noi.
Una lezione da imparare?
Forse.
Certamente non lasciarsi abbattere dalle nuvole, ma ancor di più essere muniti di un grande ombrello.


Saturday, March 10, 2012

11 MARZO 2011 / 11 MARZO 2012

Un anno fa accadeva il terribile terremoto in Giappone, con tsunami ed incidente nucleare.
Oggi, ad un anno di distanza, le immagini mostrano i danni fisici riparati, ma le radiazioni ammorbano l'aria ed il territorio. A sessanta chilometri di distanza dalla centrale nucleare, l'aria, le case, il territorio hanno livelli così alti di radiazioni da non poter portare i bambini a giocare all'aperto e porta l'esigenza di evacuazione della popolazione.
Ed ancora qualcuno osa parlare di energia nucleare come alternativa.
Abbiamo il Sole, abbiamo il vento, abbiamo l'acqua: le fonti rinnovabili (l'acqua è a rischio di estinzione come il Koala, ma comunque c'è) sono le vere "alternative".
Mulini a vento (pale eoliche), mulini ad acqua, pannelli solari: queste dovrebbero essere le nuove frontiere, le nuove ricerche  che darebbero lavoro, investimenti e sicurezza a questa nostra Terra che, tossendo, ci mostra la sua sofferenza.
Oggi sia una giornata di raccoglimento per le vittime Giapponesi e per nostra Madre Terra.

Thursday, February 23, 2012

PENSIERI - di Erminia Brianti

Il passato si può raccontare e rivivere, dell'avvenire
non puoi prevedere niente se non "sentire" in base
a come hai vissuto la tua fanciullezza.
Possono essere motivi di nostalgia, di rifiuto,
d'amore o rancore se il tuo cuore non è
riuscito a scordare i torti subiti o sentiti tali.
Così è la vita, tutta la vita e quando è trascorsa
ti viene da chiederti: E' questo vivere, è per questa
vita che ho lottato? ne valeva la pena?
Non sapevo anche prima che sarebbe finita così
e che poteva essere anche peggio?
Sì, sono stata molto fortunata, tutto sommato
il buon Dio mi ha voluto bene dandomi tutto quello
che mi ha dato.
Senza ottimismo non si vive a lungo così come
senza fede.
L'amore per i miei figli ha riempito la mia vita,
la fede mi renderà grata la morte.

VISIONE - di Erminia Brianti

Rimpiccioliti dagli anni, gli occhi miei, spaziano ancora,
al ricordo di vecchie visioni, su ampi prati verdi e larghe
distese di bionde spighe dove vermigli papaveri fanno
allegra cornice.
Il sole cocente di giugno, illumina tutto ed intorno è vita.
Sul buffo spaventapasseri si posano passeri e storni,
tortorelle e neri corvi che si contendono un posto
sullo stinto cappello dalle falde sdrucite e logore,
mentre tutto intorno le farfalle, come tanti fiori,
svolazzano or qua or là disegnando arabescati voli.
Due alti pioppi s'innalzano alti nel cielo per indicare
la meta ed invitano a godere la sana frescura dei loro
ombrosi rami.
Nei fossi, il gracidare delle rane e nei prati il cinguettio
degli uccelli e il sommesso canto dei grilli, fanno coro
alle sonore grida di bimbe felici e speranzose del loro
avvenire che non potrà essere che rosa come i loro
pensieri.
Questa è la costante visione che mi seguirà fino
alla fine della mia già lunga esistenza.

Saturday, February 18, 2012

Morte o nuova nascita?

E' da maggio che non riesco a scrivere racconti.
Dopo aver finito il quarto volume de "L'Archiatra", in poco tempo ho scritto "La Legge di Maat",  "La Porta del Sole", "Io sono la Tigre" ed ho iniziato "La Piramide d'Oro". Il quarto volume è stato stampato ed è in vendita on-line su Photocity.it, mentre due sono in attesa di stampa con lo stesso editore on-line. Devo avere la disponibilità di Sarah per dare alla stampa anche "Io sono la Tigre", di cui, per altro, Sarah ha già elaborato la copertina.
Ma non riesco a procedere con "La Piramide d'Oro". Tratterà di una ennesima vita di Costanza, questa volta nel mondo degli Aztechi; ma non ho la serenità per proseguire. Mi siedo davanti al mio pc, leggo le pagine scritte e non riesco a "vedere" altro. Ho sempre raccontato di come nascono i miei racconti e di come è nata la tetralogia de "L'Archiatra": vedo immagini, situazioni e personaggi e li descrivo. Non ho difficoltà a scrivere mentre penso poiché le mie dita allenate corrono veloci sulla tastiera (scrivo, ovviamente, con tutte e dieci le dita, da professionista della tastiera quale sono). Ebbene, per questo racconto non riesco a vedere le immagini. Mi era successo così prima di finire il terzo volume de "L'Archiatra"; ma allora, era perché erano subentrate le immagini de "Il Canto del Bisonte Bianco" che era stato interrotto quando ho scritto il primo volume.
Ho vissuto già, quindi, dei blocchi causati non alla mancanza di energia o di ispirazione; al contrario, perché l'ispirazione era su più fronti.
Ora, sono alcuni mesi che ho proprio una carenza di energia.
Non l'energia per quanto riguarda i lavori manuali o il lavoro da baby-sitter: al contrario, la mia attività da baby-sitter è quella che mi tiene in forza.
No, sto parlando proprio di una carenza di forza energetica, di "illuminazione", di "ispirazione".
Da quando è nato il "problema" di mia madre, da quando ho dovuto assisterla per un anno senza potermi dedicare ad altro, con conseguenza per la mia vita economica ma anche per la mia vita famigliare, causando discussioni con i miei fratelli a me sempre stati molto cari, ebbene, da quando è nata questa situazione è come se mi fossero stati messi dei veli spessi sopra alla testa, veli così pesanti da non lasciare libere le mie ali, i miei pensieri. Non riesco a meditare e questo crea altra incapacità di "vedere" oltre le difficoltà materiali; non riesco a mettere insieme due pagine di racconto; non riesco nemmeno più a sognare o, comunque, i sogni non li ricordo. Chiudo gli occhi ed appena lascio la mente libera le lacrime sgorgano dagli occhi senza che io pensi a qualcosa di specifico.
La sofferenza è tale, ormai, da nascondermi ogni riflesso di luce. Mi dico che devo rialzarmi, devo uscire dall'acquitrino della palude della sofferenza, ma qualcosa mi tira giù.
Ho cercato di meditare, ma non vedo nemmeno più gli occhi che fino a qualche tempo fa mi sorridevano e proteggevano. Ogni morte è sofferenza, ma non c'è morte peggiore di quella dell'anima.

Saturday, February 11, 2012

Il cerchio infinito.

Ho già raccontato come mi sia accaduto di avere un arresto cardiaco quando ho avuto mia figlia.
Dopo aver rivissuto la mia vita in un vortice sempre più veloce, dopo aver rivisto e rivissuto la stessa vita per almeno dieci volte, ogni volta in modo sempre più veloce e quindi breve, sono finalmente arrivata in un posto bellissimo. Non ho attraversato nessun tunnel, nessuna porta, sono semplicemente arrivata.
Vi era una luce intensissima, bianchissima ma calda; c'era una miriade di persone, che poiché avevano alle loro spalle la luce intensa non erano distinguibili. Ne vedevo solo le silhouette che si confondevano poiché vestivano di bianco. Erano disposti a corona ed erano veramente tanti.
Quando sono arrivata, il mio pensiero è stato: Finalmente! Ho respirato a fondo, un respiro che sentivo tutto attorno.
Davanti a me, in attesa del mio arrivo, c'era mia suocera che aveva a fianco sua madre ed il marito.
Mia suocera era morta tre anni prima, il 17 maggio 1978; il marito era morto il 3 gennaio 1979 e la madre a novembre del 1980, pochi giorni prima che io sapessi di essere incinta.
Sognavo mia suocera già da tre anni ed ora li ritrovavo tutti e tre.
Mia suocera mi sorrideva e mi disse: "Non avere paura, non devi avere paura, perché nulla finisce e tutto ricomincia."
Il mio desiderio era di rimanere lì, ma nel mio rivivere avevo visto di avere avuto una figlia. Dovevo vivere.
E mi sono risvegliata.
In tutti questi anni (ne sono passati ormai trenta da quel giorno) ho vissuto con quella frase come guida.
Non ho compreso tutto subito; quell'esperienza mi ha dato il "la" ed ho iniziato con piccoli passi, inizialmente.
Ho cercato di guardare ancora di più negli occhi delle persone; ho cercato di ascoltare non accontentandomi di sentire; successivamente ho cercato di "sentire" andando oltre l'ascolto; ho cercato di "vedere", oltre a guardare.
Ed è perciò che ripeto a voi ed a me stessa: non dobbiamo avere paura, nulla finisce, ma tutto ricomincia.
In un cerchio infinito ...

Saturday, February 04, 2012

MIA MADRE

Mia madre è nata il 16 dicembre 1923; cresciuta, quindi, sotto la dittatura fascista, ma figlia di un socialista. Mio nonno, Quinto Brianti, aveva una trattoria a Fontanellato e faceva anche l'oste; un paio di volte la trattoria gli è stata messa sottosopra dagli "amici" di quello che vestiva sempre di nero. Un aneddoto che mia madre raccontava spesso e volentieri era di quando i contadini portavano l'uva da pigiare. La prima cassa di uva che mio nonno pesava e pagava era tenuta lontana dalle altre casse, un po' nascosta, per permettere ai bambini del paese di rubare i grossi grappoli. C'era misera e fame e mio nonno ne era consapevole; mia madre, la più piccola della famiglia, forse non era altrettanto consapevole di essere fortunata ad avere cibo ed abiti. La sua vita è sempre stata dignitosa ed anche quando, giovanissima, si è sposata con  mio padre ed ha cambiato città per seguire il marito carabiniere, sapeva di poter tornare a casa dai genitori in caso di bisogno. E di bisogno ne ha avuto, durante la guerra.
Per tutti questi motivi, mia madre ha raccontato sempre di quel suo tragitto nella vita che la vedeva a Fontanellato, con i genitori, le sorelle ed i fratelli, le amiche; per questi motivi, i suoi racconti sono scritti come se fossero il diario di una bambina e di una adolescente. Racconti che, come vi ho già raccontato, sono archiviati nella Rocca di Fontanellato. Mi ha sempre raccontato la sua amicizia con Anna Maria Gandini, una delle figlie del signore ricco del paese; dama che ho avuto il piacere di conoscere poiché quando mi sono sposata ed ho avuto la prima macchina portavo spesso mia madre a Noceto, dove viveva una sorella con la madre di mia madre, o a Fontanellato, ad incontrare le vecchie amiche.
Per tutti i motivi su elencati, mia madre anche oggi, nei suoi momenti di veglia, parla della sua vita a Fontanellato o cita persone o fatti della sua infanzia. Tutti i suoi pensieri sono rivolti là; come forse alcuni di voi sanno, quando si è sulla soglia si rivede tutta la propria vita, poiché prima di staccarsi da questa dobbiamo comprendere se abbiamo imparato la lezione che dovevamo apprendere.
Ebbene, ho passato parecchie ore in ospedale, negli ultimi fine settimana, con mia madre ed ho preso nota delle cose che diceva, a me o a qualcuno che lei vedeva.
La prima frase che mi ha detto, per esempio, lo scorso sabato è stata la conferma di ciò che vi ho scritto: infatti ha detto: "Non voglio dormire per non sognare quello che ho passato. E' pesante ..."
Il suo animo infantile, amante dell'infanzia, l'ha spinta a dire: "Voglio solo i bambini".
La memoria legata alla sua infanzia, in cui le sorelle spesso le dicevano che speravano di sposarsi presto per avere una "casa privata", stanche di servire ai tavoli e di avere le stanze occupate da estranei, le ha fatto dire: "Voglio fare solo l'oste, non la trattoria".
In alcuni momenti nonostante non ci veda mi ha guardato. Non so se mi ha riconosciuto, già in casa di riposo non mi riconosceva. Ma mentre le massaggiavo la spalla dolorante, mi ha detto: "Grazie".
Per vedere se era lucida, le ho chiesto:"Di cosa, mamma?" e lei mi ha risposto: "Per il massaggio".
Poi ha ripreso a viaggiare nel suo tempo. Mia madre cantava, partecipava agli spettacoli che si svolgevano nel teatro di Fontanellato; noi tutti cantiamo, è il nostro modo di stare insieme. E quindi, mia madre ha detto: "'Sta sera voglio solo musica, musica e canzoni". Le ho chiesto se ricordava una canzone e mi ha intonato: "Mamma" ed io gliel'ho cantata tutta (Mamma, solo per te la mia canzone vola, mamma .... non sarai più sola ...) e lei si è assopita.
Poi ancora nel suo mondo ha chiesto: "Quando viene la mamma?"
Evidentemente, la mamma è arrivata perché quasi subito ha detto: "Sei bella, molto bella mamma!"
Domenica scorsa, chiedeva spesso l'acqua, ma "l'acqua di Fontanellato".
E poi ancora mi diceva: "Chiama il papà" ma non so se il suo od il mio che in questi ultimi 28 anni, da quando è morto per infarto, le ha tenuto la mano tutte le notti e le è apparso nei sogni dandole le notizie su noi figli. Quando ebbi un bruttissimo incidente, nell'84, fu lui, infatti, ad avvisarla.
Mi chiedeva: "Come siamo arrivati a questo punto? La colpa è di un fratello; la colpa è dello spagnolo che era invidioso". Dello spagnolo non so nulla, ma credo che per il resto si riferisse alla vendita dell'osteria, voluta dai suoi fratelli, che costrinse mia nonna ad andare a vivere con una figlia.
"Dì al papà di prendere l'acqua con la pompa" e poi guardandomi (ma vedeva me?) mi ha detto: "Ti voglio bene" e "Non stancarti, non voglio che ti stanchi".
Ieri pomeriggio mia madre è stata trasferita in un'altra casa di riposo, dopo la dimissione dall'ospedale. Mi chiedo come si faccia a far viaggiare una donna in certe condizioni, ma gli ospedali non tengono in carico per troppo tempo le persone, nemmeno quelle bisognose di cure. D'altra parte, in ospedale abbiamo fatto turni e questo è stancante: per noi che lavoriamo è difficoltoso organizzarsi (io se non lavoro non guadagno, non ho diritti a permessi come baby-sitter. Anzi, sono io che ho più lavoro in situazioni estreme come è successo per il terremoto ed ora per la neve.) e per i fratelli più vecchi è faticoso. In una struttura si suppone che mia madre abbia più cure. Speriamo.
Mamma, a te mando un pensiero dolce e che dolce ti sia il passaggio.

Friday, January 27, 2012

PER MIA MADRE

Mia madre è in ospedale da due settimane, trasportata d'urgenza dopo quasi tre mesi di permanenza in una "casa di riposo". Mi ritrovo ancora una volta a pensare che la nostra non è una società di sostegno all'infanzia e alla vecchiaia, non è di sostegno alle famiglie con i ritmi frenetici che la vita ci obbliga a sostenere e con le case non adatte. Ho sempre detto a mia madre che sarebbe venuta a casa mia nel momento in cui avesse pensato di averne bisogno    ma lei, specialmente questi ultimi due anni, si è intestardita che  la mia casa non era adatta a lei ed in tutti i modi preferiva andare da un maschio che non da me o un'altra delle femmine. Mia madre è fatta così: ha le sue preferenze anche quando la vita non le permetterebbe di scegliere. Ora, in ospedale, ha momenti di lucidità in cui chiede se ci sono i mandarini e le mele, dice che in forno c'è il pollo con le patate, chiede di essere portata a casa perché fra poco è Natale e deve preparare. E' legata, nella sua demenza senile che galoppa, alla stagione in corso. Continua i suoi discorsi di "case non adatte", "se spostate le poltrone, una di qua e una di là vedrete come sarete più comodi ..."; poi, mercoledì, spalancando gli occhi, fissando il soffitto e seguendo il percorso di qualcosa, o qualcuno, mi dice che c'è "acqua: è acqua benedetta .." e ".. sciogli il drago ...".
Mia madre è una settima figlia ed io sono la Sua settima figlia: chi sa, comprenderà.
Mia madre è anche  una persona miracolata dalla Madonna di Fontanellato, grazie all'intercessione di una delle sue sorelle, MARIA, morta all'età di ventitré anni.
Mia madre scriveva, per questo quando ha iniziato a diventare cieca non ha accettato questo suo stato. Comunque, la raccolta delle sue poesie si trova nell'archivio della Rocca di Fontanellato; ha scritto anche una raccolta di racconti sul suo paese natale. E' sempre stata una affabulatrice, le è sempre piaciuto raccontare aneddoti e storie della sua vita e negli anni si è sempre più avvicinata alla memoria della sua infanzia, come se non ci fossero stati gli anni successivi del matrimonio. Della vita dei figli, ha sempre solo raccontato episodi dei primi tre, compreso il bimbo che morì appena nato. La nascita, l'infanzia e l'adolescenza degli altri figli non erano sufficientemente importanti e non ricordava l'ora di nascita.
Per questo motivo, forse, mia madre ha presente, ancora oggi, solo momenti di accudimento, comunque importante, che passava attraverso il cucinare.
Ora, è diventata un passerotto, non mangia da almeno due mesi ed è diventata incombente  la decisione di provvedere al sostentamento. Le aspettative di vita sono, ovviamente, legate non tanto alla demenza ma al suo stato fisico devastato; avrei voluto che potesse tornare a casa, almeno a casa sua, per poter finire i suoi giorni avendo la mano tenuta da uno di noi. Avrei voluto una fine dignitosa, circondata dalle sue fotografie, dai suoi oggetti, dalla luce delle sue finestre, con voci amiche accanto.
Non sarà così e questo mi rattrista molto e mi fa pensare a come vorrei che avvenisse la mia fine e a come vorrei, quindi, la sua.
So che mia madre è già oltre; ha avuto sempre un contatto con le persone defunte della famiglia, ha sempre continuato a sognare mio padre, il passaggio per lei non sarà, psichicamente, doloroso. Ma avrei desiderato che fisicamente non provasse dolore.
La medicina moderna vanta conoscenze scientifiche poco consolatorie, a mio parere, ma dobbiamo inchinarci al volere delle strutture. Dobbiamo inchinarci all'etica professionale che, in questo caso, dovrebbe lasciare il posto al volere degli individui e dei loro parenti.
Mi auguro solo, Mamma, che tu non comprenda ciò che subisci. Continua a sognare di un mondo fantastico, dove le tartarughe fanno uova d'oro; continua a vedere il papà che ti stringe la mano e continua a dialogare con tua sorella. Sorridi, anche se ormai fai fatica a fare anche questo, sorridi e la nuova vita a cui stai andando incontro ti sorriderà.