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Monday, July 09, 2012

DIRITTO ALLA SANITA' PUBBLICA

Il governo Monti vuole cancellare ciò che con fatica ed in tanti anni è stato costruito nelle nostre regioni per quanto riguarda la sanità. Non voler cogliere ciò che è differenza, ciò che è eccellenza rispetto a ciò che è costo ed eccesso, significa non voler fare le cose per bene ma solamente dare dei tagli ai diritti dei cittadini senza riparare ciò che deve essere riparato.
Voglio parlare di quella sanità che è fatta di eccellenza, di uomini e donne che lavorano con coscienza, senza dare l'impressione di fare grandi cose ma che fanno del loro lavoro una grande risorsa per chi deve sottoporsi al loro intervento.
Voglio parlare di un "piccolo" ospedale che si trova in Emilia Romagna, esattamente a Montecchio in provincia di Reggio Emilia che potrebbe correre il rischio di essere cancellato a causa di calcoli di un governo che, come purtroppo abbiamo avuto modo di constatare,  i calcoli non li sa fare molto bene.
E' un "piccolo" ospedale, se vogliamo catalogarlo così: non ha le dimensioni dell'Ospedale Maggiore di Parma (che ha chiuso già alcuni reparti, mi dicono), nè di quello di Reggio Emilia, ma serve tutto il comprensorio del territorio della Val d'Enza e molto di più, dal momento che vengono a farsi operare qui persone che arrivano dopo aver fatto 9.000 km. in cerca di una soluzione per la loro salute, persone che arrivano dal nostro Meridione e dalle altre province emiliane, come Modena, ad esempio. L'ospedale Franchini ha una lunga tradizione di accoglienza ed intervento, da qualche anno la sua parte vecchia è stata ristrutturata mentre la parte nuova accoglie anche le strutture del CUP e del SAUB. Tutto il pianterreno ha questi uffici aperti al pubblico e gli ambulatori per i prelievi.
Il personale degli uffici è gentile e ben disposto verso il pubblico.
Ma l'eccellenza è proprio nel comparto medico, in quegli infermieri ed in quei dottori che effettuano i prelievi, le cure, gli interventi.
Ho avuto modo di constatare le capacità di chirurgia già l'anno passato, quando mia madre ha avuto bisogno di un intervento delicato ed essendo sotto il mio medico curante ho scelto di farla operare a Montecchio.
Cinque, sei anni fa anche mia figlia ha avuto bisogno di un piccolo intervento in laparoscopia ed avevamo avuto modo di constatare la gentilezza del personale e dei medici.
La settimana scorsa, il 3, dopo un mese di attesa (essendo il mio un intervento programmato ma non urgente), in laparoscopia ho subito l'intervento per la colicistectomia, un intervento delicato che mi dava alcune preoccupazioni; il mio fisico ancora per fortuna non era in urgenza, ma l'intervento mi ricordava quello subito da uno dei miei cognati, 35 anni fa, a Parma ...
Dopo aver effettuato tutte le analisi e le visite dal chirurgo e dall'anestesista, sono entrata in ospedale il giorno stesso dell'intervento. Appena arrivata, quindi, sono stata messa in camera in attesa; camere luminose, belle, a tre letti al massimo, con annesso il bagno.
A piedi, a braccetto di un'infermiera, mi sono avviata nel comparto operatorio: il personale della sala operatoria è sereno, dà una tranquillità che permette di avvicendarsi nel disbrigo delle varie fasi con leggerezza. Appena ricevuta la pre-anestesia, sono stata portata in sala operatoria che non ricordo né fredda, né in confusione; ricordo che le due persone che mi erano accanto parlavano di alcune considerazioni scritte sulla mia cartella e ricordo solo di aver pensato che la bella lampada, con tante lampadine colorate che mi sovrastava l'avrei messa volentieri a casa ...
Mi hanno chiamato più volte per svegliarmi perché io, come nelle altre due operazioni della mia vita, ho sentito tantissimo l'anestesia. Non ricordo altro dolore, nonostante i quattro buchi nella pancia, se non quello del mal di schiena, tremendo.
Rientrata in camera, ho ricevuto tutte le cure, cambio di flebo, di antidolorifici, punture, da un personale gentile, veloce, sereno, sorridente e ... capace.
Quando non ritengono opportuno, non lasciano nessuno per la notte, che per me è sempre il momento peggiore perché sapevo che non avrei dormito. Così è stato, ma l'infermiera di notte è stata presente sin dalla prima mia chiamata alle 1 e 30: ogni ora l'ho chiamata fino alle cinque per bisogni effettivi poiché avevo un telecomando che, per cambiare posizione al letto, potevo comandare da sola.
Al mattino, come desideravo, sono stata aiutata ad alzarmi, mi sono potuta recare con i miei piedi  a lavarmi un po' in bagno; poi sono arrivati i dottori che con pazienza mi hanno spiegato l'intervento, dicendo che se le analisi fossero andate bene mi avrebbero tolto il drenaggio e dimesso.
Le analisi, dal prelievo fattomi, hanno dato esito positivo e quindi sono passati a togliermi il drenaggio ed è stato preparato il foglio per le dimissioni. Mi è stato consegnato un foglio con descritto l'intervento, un altro con il primo piano terapeutico ed un altro ancora con la dieta da seguire per una vita quasi normale anche senza la cistifellea. Mi sono stupita nel constatare  che avrei potuto mangiare cose che ormai da più di un anno non mangiavo più!!
Il 4, quindi, sono stata dimessa con già la prenotazione per il controllo che doveva aver luogo oggi.
Ho iniziato subito le terapie, dopo aver fatto vedere l'intervento al mio medico curante che ha potuto constatare che il drenaggio e le ferite andavano bene.
Alle 12 di oggi mi sono presentata al controllo: mi sono state cambiate le medicazioni, mi è stato dato un foglio con le terapie per togliere i disturbi che per due mesi ancora sentirò; il dottore, lo stesso che ha effettuato l'intervento, gentilmente ha controllato a computer la cartella per dare tutte le risposte alle domande che gli ho posto. Pacatamente, senza fretta nonostante la lunga fila di pazienti dopo di me in attesa,  ha spiegato il perché dei miei dolori e mi ha detto di prendere gli antidolorifici se necessari per poter dormire; con serenità, senza atteggiamenti da superman, trattando le persone da pari a pari, continuando a spiegare il motivo dei dolori e gli effetti delle cure che mi stava prescrivendo, ha digitato sul computer tutto il resoconto della visita, ha predisposto la prossima visita di controllo, ha compilato la richiesta per un medicinale mutuabile, ha scritto gli altri medicinali (non mutuabili) e con un bellissimo sorriso, dopo aver sentito tutte le mie paturnie con un altrettanto bel sorriso, ci siamo salutati e dati l'arrivederci alla prossima ...
Ecco, quando si conoscono persone così, che hanno la capacità operativa con la capacità di comprendere le paturnie e gli stress dei pazienti, la gentilezza della risposta, la serenità e la cordialità, è bello poter dire loro: grazie!
E così, alla fine di questa mia cronaca di un nuovo inizio di vita senza un pezzettino di me (la cistifellea), ringrazio il Dottor Orazio Delmonte, il chirurgo che mi ha fatto la visita pre-operatoria e, soprattutto,  il Dottor GIUSEPPE IMONDI che mi ha operata; ringrazio tutto il personale della Chirurgia dell'Ospedale Franchini di Montecchio ed auguro a loro un buon lavoro.
Cancellare queste eccellenze sarebbe un vero disastro per il nostro paese che di eccellenze ha troppo bisogno.

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