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Thursday, December 28, 2023

L'anno che verrà

 Mancano tre giorni alla fine del 2023 e si fanno esami di coscienza, per chi la coscienza ancora ce l'ha e buoni propositi per chi ancora ha speranze e sogni.

Quando si avvicina la fine dell'anno, mi rattristo.

Le luci del Natale si affievoliscono e le ombre del cuore si fanno più presenti e pressanti. 

Sin da bambina ho odiato il Capodanno, non ho mai gioito nell'ultima notte dell'anno; mi fa paura l'anno nuovo, mi ha sempre fatto paura, con il mistero di ciò che potrà accadere.

Temo non tanto per me, ma per i giovani, i bambini, per i nostri figli, i nostri nipoti, grandi e piccoli.

Il mondo è cambiato negli ultimi tre anni, la pandemia doveva renderci migliori ed invece ci ha resi più cattivi, più egoisti, più crudeli.

Senza parlare dei governanti che in questo momento sono a capo di stati più o meno grandi.

La crudeltà è verso gli esseri viventi più deboli, contro gli esseri umani, una etnia contro un'altra. Si fanno avanti spinte terroristiche e spinte dittatoriali.

A nessuno importa il benessere altrui, il benessere del pianeta; si spianano città intere con i carri armati e con le bombe, si riducono in polvere le abitazioni di milioni di persone.

Dopo cento anni ci ritroviamo a rivivere guerre e dittature.

La nostra generazione di boomers  mai più avrebbe pensato di vivere ciò che hanno vissuto i nostri  genitori. 

Non so se riusciremo ad avere la loro stessa forza di ricostruire. 

Dovremo prenderci sottobraccio alle nuove generazioni per aiutarle a riparare ciò che la nostra generazione ha distrutto in 60 anni. 

Ne avremo la forza? 

Il segreto, forse, è prendersi le proprie responsabilità ed avere il coraggio di riconoscere i propri errori per poter ricominciare.

Ed allora ... Buon 2024 e che sia buono davvero per tutti.

Saturday, November 18, 2023

Notte insonne

 "Era una notte buia e tempestosa ..." scriverebbe Snoopy.

Ma non è tempestosa, questa notte, se non nella mia testa.

Periodo brutto e difficile in cui se mi fermo un attimo a pensare mi sale dalla gola e dal cuore un singhiozzo che non finirebbe mai.

Da troppo tempo non canto; ogni giorno mi propongo di prendere la chitarra per cantare un po' ma anche le mie corde vocali si rifiutano di vibrare.

Mia figlia è cresciuta con il pensiero che in ogni famiglia fosse normale cantare; sentiva cantare me per ore in casa; ci vedeva e sentiva cantare quando ci trovavamo riuniti alla tavola, con mia madre.

Il momento dello sciopero delle mie corde vocali è iniziato quando mia madre è morta. E pensare che quasi mi dava fastidio quando, in compagnia, ci chiedeva di cantare. Mi pareva di essere un gira dischi obbligato a girare sempre; non riuscivo mai a parlare con uno o con l'altro, sempre intenta a "intrattenere", per la gioia di mia madre.

Eppure, oggi, a distanza di 11 anni dalla sua morte, quelle cantate mi mancano. Mi manca quella voglia di stare in compagnia; mi manca la confusione delle tante voci accavallate, le risate dei più giovani, le confidenze dei più "grandi".

Dentro ho solo voglia di piangere,

Gli ultimi tre anni sono stati difficili, un po' per tutti: gli anni venti venti, come li chiamavano quando sono scoccati, ci hanno presentato un brusco risveglio.

Appena schioccata la prima ora del venti venti hanno iniziato a circolare i venti pericolosi della pandemia; tutto l'anno lo abbiamo trascorso con mascherine e distanziamenti. E la cagnolina più grande, Apple, se n'è andata. Abbiamo ricominciato a respirare un po' nel 2021 ma anche il cagnolino, Briciola, se n'è andato. Poi è stato un susseguirsi di avvenimenti, di traslochi, di visite, di interventi, mentre nel mondo iniziava una nuova guerra, in Europa. Ora un altro conflitto è in atto, mentre ancora noi siamo in un vortice di altre visite e difficoltà.

La vita sembra si sia arenata. 

Ma, come si diceva nel venti venti, come si leggeva in ogni balcone, con arcobaleni disegnati, andrà tutto bene. 

Continuo a sperarlo.

Thursday, November 09, 2023

KALI YUGA

 Il Kali Yuga  è un'epoca oscura, caratterizzata da numerosi conflitti e da una diffusa ignoranza spirituale, che induce gli uomini a credere solo negli aspetti più superficiali e materiali della realtà (definizione da wikipedia)

Ci sono episodi che ci fanno pensare a questa terribile era; madri che uccidono i figli, figli che uccidono i genitori, uomini che uccidono le donne, donne che uccidono gli uomini; guerre fratricide, con atti di una crudeltà mai vista; bambini che vengono trucidati, rapiti, decapitati.

E' una brutta era, quella che stiamo vivendo, la spiritualità sembra assolutamente scomparsa insieme all'empatia, alla compassione, all'etica.

Quello che conta non è essere ma avere: quando ci si incontra, non ci si chiede: come stai? ma: cosa fai? Per vivere, per guadagnare.

Quello che si vede in televisione, ogni giorno, è sempre più degradante: solo cattiveria, sia che si tratti di film, che trattano sempre e comunque di ammazzamenti, di mafia, di delinquenza, sia che si tratti di intrattenimento, dove chi urla di più, chi offende di più e il più ascoltato.

La lettura, la cultura, l'arte, la musica vengono sempre  messe in secondo piano.

Basta nominare il nostro attuale ministro della cultura che, presidente (credo) della giuria di un premio letterario ha confessato bellamente di non aver letto nessuno dei libri che doveva votare.

O politici che confessano di non leggere un libro da almeno tre anni.

Io credo ancora, nonostante tutto, in una utopia: quella di un mondo altamente spirituale, dove le persone agiscano solo per il benessere altrui e della comunità.

Nei miei racconti, nel mio romanzo, scrivo di questo: spiritualità, azioni concrete di solidarietà, ricerca del proprio io, ricerca del senso della vita, ricerca su comunità e fratellanze votate solo al benessere comune.

I miei racconti non sono famosi ma d'altra parte non è il successo quello che rincorro; la cosa importante, per me, è scrivere di ciò in cui credo, di ciò che sono.

La settima figlia di una settima figlia.


Sunday, November 05, 2023

Madri e figli

 Ci sono cronache che nessuno vorrebbe sentire né immaginare.

Casi di madri che abbandonano i figli, qualcuna coscienziosa che l'abbandona in luogo sicuro, qualcun' altra che lo mette, nudo, sotto un'auto.

In tutti i casi si tratta certamente di mamme inconsapevoli, attorniate da altri adulti altrettanto incoscienti di quello che stava per accadere; qualcuna addirittura che riesce a nascondere la propria gravidanza a tutti quelli che la vedevano passeggiare, camminare o stare in casa.

In ogni modo mamme lasciate sole.

Poi ci sono quelle che hanno proprio il coraggio di ammazzare il proprio figlio.

Fece scalpore qualche anno fa il caso Franzoni che chissà come, però, ora è fuori, con un terzo figlio.

Ed oggi si scopre un'altra Medea che due anni fa l'aveva fatta franca, ma ripetendo il gesto a così poca distanza di tempo ha suscitato qualche dubbio. Riesumando il corpicino del bimbo morto l'anno prima, hanno scoperto che l'aveva soffocato in culla, come pure il secondo.

Sono madre e ricordo perfettamente la fatica dei primi mesi: allattare, non avere il tempo nemmeno per una doccia, avere anche da fare in casa, senza aiuto per tutta la giornata; con taglio cesareo, senza poter fare troppi sforzi, senza potersi piegare, portando la carrozzina in passeggiata ed al ritorno usarla come deambulatore perché non ce la facevo più a reggermi. Mangiare con la bimba in grembo in allattamento, ogni tre ore pulirla, allattarla e ricambiarla ancora. I panni che si accumulano da lavare, un aspetto terribile ed il seno che perde il latte e fa male quando arriva la montata. 

Poi le coliche, quelle maledette coliche, un pianto ininterrotto che qualunque cosa tu faccia non smette e tu pensi che avresti voglia di sbattere la testa, forse la sua forse la tua, contro il muro.

Per fortuna io quella bimba l'avevo desiderata; l'avevamo desiderata; per fortuna mio marito ha sempre avuto, con il lavoro che faceva, l'opportunità di effettuare un orario flessibile che è andato a modificare man mano che la bimba cresceva e cambiavano le esigenze. Specialmente quando ricominciai a lavorare.

Ma ricordo il primo anno come un anno splendido, che vorrei rivivere, ma tanto, tanto faticoso.

E ricordo che allora, nel 1981, non so se il comune o la provincia avevano organizzato un corso per donne che avrebbero dovuto aiutare le nuove puerpere. Io ebbi per un anno una di queste ragazze che frequentavano il corso, tutti i pomeriggi. Non poteva interagire, era semplicemente una osservatrice.

Arrivava che la bimba era già stata allattata e pulita, osservava le interazioni tra madre e figlia e non poteva intervenire o aiutare in alcun modo.

Ma forse quella presenza mi aiutò ad uscire un po' dal loop del primo periodo.

Certamente mi trovò assolutamente favorevole a questo corso poiché compresi fin da subito che poteva dare il via ad una nuova professionalità molto utile alle nuove mamme.

Non erano ostetriche; non erano infermiere; ma avrebbero dovuto essere persone che, una volta arrivate alla fine del loro percorso di studio, andavano in aiuto forse psicologico, forse anche solo empatico, alle nuove mamme.

Oggi non so che fine abbia fatto quel corso, che esiti diede.

Ma oggi sarebbe molto importante una figura professionale di questo tipo.

Le donne si trovano a diventare mamme o troppo presto, con ancora i propri genitori lavoratori, o troppo tardi, con i propri genitori anziani o troppo anziani per poter avere dei validi aiuti.

Fare figli oltre i quarant'anni, infatti, significa avere dei genitori, se ancora ci sono, come minimo settantenni che se stanno in salute possono essere d'aiuto ma se hanno qualche malanno devono pensare anche a curarsi loro.

Ecco, avere una cerchia di persone che possano aiutare, avere una rete d'aiuto per una neo mamma, ritengo che sia molto importante; se poi le persone che aiutano sono anche valide professionalmente, ancora meglio.

Si eviterebbero abbandoni di bambini e, peggio, gli infanticidi.

Friday, September 01, 2023

L'estate sta finendo

 Già, l'estate sta finendo e non ce ne siamo nemmeno accorti che era arrivata.

Una primavera piovosa, l'operazione di mia figlia, la Pasqua passata separati, io da sola.

Poi la sua convalescenza, tre volte in piscina, qualche giorno per lei di vacanza, doveva essere ... invece un altro intervento, altra convalescenza. Finalmente l'avevamo riportata a casa, due giorni di pace e poi ancora dolori, pronto soccorso e ritorno là, dove è stata operata il 4 aprile.

Ed ancora ci ritroviamo separati: lei in ospedale, mio marito solo in appartamento, io a casa con gli animali. Mia figlia ancora con dolori, flebo e si vedrà, forse due giorni di osservazione.

E mi viene da piangere. Ho voglia di piangere. Un pianto dirotto. Che quando siamo insieme trattengo. Ma da sola tutto lo sconforto mi assale.

La sua solitudine, il suo dolore; la solitudine e la depressione di mio marito; la mia solitudine.

Tre anime in pena.

Sempre solidali. 

Ma questi momenti le nostre tre solitudini non si possono abbracciare. E piango. Per mia figlia. Per mio marito. 

Ho voglia di piangere e lascio che gli occhi si riempiano di lacrime. Ora che nessuno vede.


Thursday, July 20, 2023

Paturnie notturne

 Sarà il caldo, sarà la mia insonnia, ma per l'ennesima volta mi ritrovo a sedermi al pc per scrivere nel bel mezzo della notte. Avere il pc davanti alla finestra mi permette di vedere che altre finestre sono accese, a quest'ora, forse per altri motivi che non sia l'insonnia.

Svegliarmi di notte è un dramma, perché dopo non riesco più a riprendere sonno.

E la mente inizia a sondare la giornata passata, le parole dette ed ascoltate, le cose fatte, quelle da fare. 

Ci voleva  questo caldo infernale per farci prendere la decisione che in tanti anni non abbiamo voluto prendere: installare un condizionatore.

Sono sempre stata contraria, consapevole del fatto che il cambiamento climatico è senz'altro causato anche dal forte utilizzo di queste macchine che sputano a manetta il caldo fuori dagli ambienti causando un effetto serra tutto attorno. Me ne sono accorta quando la mia dirimpettaia lo ha installato: i primi tempi le mie piante del balcone si sono letteralmente bruciate, i vetri della porta finestra si scaldavano in modo anomalo e le avevo dovuto dire che doveva tirare su il tendone quando lo utilizzava.

Ma ormai la temperatura insostenibile non riusciamo più a combatterla con i soli ventilatori e così abbiamo dovuto decidere di fare questo passo assolutamente non ecologico e molto dispendioso.

Nell'insonnia mi viene da pensare alla nostra vita passata, che ormai ne conta tanti di anni vissuti; mi scorrono in mente tanti pensieri, la nostra gioventù, le serate passate con gli amici sempre con la chitarra in mano, le feste in famiglia, cantando più per far piacere alla mamma che per nostra vera esigenza. A volte mi stancava dover sempre cantare per far felice la mamma, o per stare in compagnia con gli amici, a volte mi sentivo un gira dischi che ininterrottamente girava e cambiava disco. Cantare non mi permetteva di chiacchierare, di raccontare o di ascoltare; cantare mi isolava.

Ma ora che da anni, da quando la mamma non c'è, non canto più con i miei fratelli ne sento la mancanza. Faccio fatica anche a cantare da sola, con la mia chitarra perché a volte le dita delle mani si rifiutano di fare quegli accordi, tenere quei ritmi; eppure, quando cantavamo dimenticavamo tutto, ci sentivamo uniti e ci divertivamo. E quelle canzoni mancavano alla mamma, durante i giorni dell'ospedale, i suoi ultimi giorni, mentre diceva: voglio solo i miei bambini, voglio solo la musica.

La musica ha fatto da sfondo a tante serate, a tante feste, tutte le feste di famiglia e le voci si univano in un unico abbraccio.

E penso con tristezza che i due bambini nati in famiglia non ci hanno mai sentito cantare insieme.

E pensare che mia figlia è cresciuta pensando che in tutte le famiglie si cantasse come si cantava nella nostra.

La notte si sposa con la malinconia. E non c'è nessuna musica nella notte o nella malinconia.

Ma chissà, forse domani mattina, anzi fra qualche ora, prenderò una delle mie chitarre e canterò qualche canzone, visto che ho finito di preparare la riedizione de L'Archiatra per stamparlo in un unico volume. 

Ho voglia di cantare a squarciagola.

Canterò per la mamma che senz'altro da lassù ascolterà sorridendo.

 

Saturday, May 13, 2023

Festa della mamma

 Domani, 14 maggio, sarà la festa della mamma.

Io ho ricevuto una bella sorpresa da mia figlia, sono molto fiera di lei e lei mi dimostra ogni giorno il suo affetto.

E a me viene da pensare che, purtroppo, lei non potrà mai essere mamma; sin da piccola ha sempre manifestato un forte senso materno, per le sue bambole, i suoi pupazzi, i suoi compagni d'asilo e di classe, maschi e femmine. Ha sempre avuto un forte senso di protezione verso chi le sembrava ne avesse bisogno.

Ha anche sempre avuto un forte senso di protezione nei miei riguardi tanto che, sin da quando era piccola, le ho sempre detto che in un'altra vita deve essere stata mia madre. 

L'amo tantissimo e vederla stare male, con forti dolori, mi angoscia ed oggi, improvvisamente, io che non piango mai, ho dato sfogo ai miei sentimenti tristi che in questo periodo mi assalgono.

Penso a mia madre, a mia suocera, madri forse incomprese, nel loro vissuto femminile.

E mi stringo a mia figlia, donna forte, sensibile e adorabile.

E auguro a mia madre e a mia suocera, là, dove si trovano ora, una buona festa della mamma.

Con tanto affetto.

Tuesday, May 09, 2023

AIUTO!

 Svegliarsi nel bel mezzo della notte e non riuscire più a dormire significa anche risvegliare tanti pensieri.

Improvvisamente, mi rendo conto di essere sul punto di implodere e, guarda te il caso, il computer o google o chissà che, mi propone un argomento, fra le icone, che dice: giornata mondiale della salute, prendersi cura di sé. E un video di una esperienza borderline.

Da due giorni ho la parte destra del corpo che si sta ribellando: mal di schiena, il piede dolorante, il nervo sciatico che prende tutta la gamba. E, improvvisa, mentre cerco di riaddormentarmi, la voglia irrefrenabile di piangere e singhiozzare. Non lo faccio semplicemente perché non voglio svegliare del tutto mio marito e la cagnetta, nonostante li abbia svegliati per sedermi al pc a scrivere.

E mi rendo conto di essere diventata completamente asociale. 

Non ho voglia di vedere gente, di fermarmi a parlare con questo o con quello, non ho voglia di uscire nemmeno con la mia cagnolina.

Sono, in effetti, alcuni giorni che, presa da lavori di casa, sono abbastanza distrutta e mi limito a scendere in cortile solo per dare da mangiare, due volte al giorno, ad alcuni gatti randagini.

L'allergia non mi aiuta perché con tutti i piumini dei pioppi in circolazione che arrivano fino in casa, uscire vuol dire starnutire e non respirare; prendere gli antistaminici di frequente non aiuta i miei reni, per cui o sto in casa o mi devo arrendere a prenderli.

L'operazione di mia figlia credo che mi abbia steso; ho passato dieci giorni a casa da sola perché mio marito è rimasto a Negrar per poterla almeno vedere mezz'ora al giorno ma io non potevo abbandonare casa, con gli animali, in gestione a lui: troppo impegnativa la gestione della casa e dei gatti.

Fatto sta che ho passato dieci giorni, fra cui la Pasqua, da sola con la preoccupazione per questa operazione per nulla facile di mia figlia; quando la sentivo piangere per i forti dolori post operatori avrei preferito esserci io al suo posto.

Averla a casa mi ha un po' rimessa in sesto, nonostante ancora lei soffra tremendamente; la sua forza diventa la mia e spero di riuscire a darle forza. 

Ma piano piano, ho sentito le energie spegnersi.

Fino a questa notte, in cui mi sono sentita soffocare, come se fossi in un tunnel, anzi, in un pozzo senza via d'uscita. 

Mi propongo di uscire, domani, anzi, questa mattina, con la mia cagnolina almeno per prendere una boccata d'aria e fare due passi, ma so già che se piove la cagnolina si rifiuterà di uscire e so già che ancora una volta mi butterò nei lavori di casa come sempre fino ad arrivare, nel primo pomeriggio, stremata sul divano.

Certo, anche questa primavera non aiuta. Come, del resto, la primavera non aiuta mai, con i suoi sbalzi di temperatura ed il clima variabile. Poi c'è la guerra, poi ci sono le pessime notizie, poi, poi ... 

E non riesco nemmeno a riprendere il libro che sto scrivendo da ormai 11 anni. Io che in dieci anni ne ho scritti e pubblicati 10.

Va bene, passerà.

9 maggio 2023

 439° giorno di guerra in Ucraina.

Putin fa una grande parata, in ricordo della fine del nazismo, ricordando di avere contribuito alla caduta di quella dittatura che aveva distrutto l'Europa.

Ma si  giustifica per l'occupazione dell'Ucraina (non chiamata così. ovviamente, da lui che chiama ancora i suoi massacri come "operazione speciale"). 

In Italia, invece, non vanno dimenticati due uomini che caddero per mani diverse, ma forse non tanto diverse fra loro: Aldo Moro, rapito e ucciso dalla Brigate Rosse il 9 maggio 1978; Impastato, ucciso dalla mafia.


Saturday, April 29, 2023

Sensi di colpa

 Sensi di colpa per non aver potuto aiutare mia madre quando subì la tremenda operazione di isterectomia (avevo solo 9 anni); sensi di colpa per non aver capito mia suocera quando subì la stessa operazione nel 1976 (avevo 21 anni). Nel vedere mia figlia che a 41 anni ha subito la stessa operazione, mi fa guardare nel profondo del suoi occhi e mi fa vedere le altre due donne della mia famiglia. Un dolore immenso, un dolore persistente che non passa nemmeno con gli antidolorifici. 

Di fronte ho una giovane donna con una forza mentale e psicologica non confrontabile con quella di mia madre che, improvvisamente, vide interrompersi la sua vita femminile a causa di una incuria probabile del primario di allora. Tutte le donne che partorirono nel 1963 insieme a mia madre, subirono, puerpere, il raschiamento dell'utero e nell'arco di un anno si ritrovarono con fibromi e tessuti indeboliti tanto da provocare emorragie e la conseguente operazione di isterectomia con asportazione anche delle ovaie.

Mia madre aveva partorito l'ottavo figlio a 39 anni, ma c'erano con lei donne che avevano partorito per la prima volta e nonostante questo, nell'arco di un anno, si ritrovarono in menopausa forzata.

Ricordo mia madre che sveniva, si perdeva nel quartiere e tante volte i negozianti che la conoscevano telefonavano perché qualcuno la andasse a prendere. Aveva anche pensieri suicidi ed il suo carattere da gioioso e canterino si trasformò, sempre depressa.

Mia suocera prima di riuscire a portare avanti l'ultima gravidanza, ne perse tre di figli. Nel 1976 subì l'asportazione dell'utero con un fibroma che era già tumore maligno ed invasivo. Mia suocera aveva 52 anni, un figlio di 22. Nell'arco di un anno e mezzo ci lasciò.

Eppure, nemmeno i ginecologi sapevano a cosa andavano incontro le donne che subivano questo intervento mutilante. 

Sessant'anni fa non si conosceva nemmeno la menopausa.

Per le donne di una generazione precedente la mia, l'utero era parte integrante del loro essere donne e subentrava anche, dopo l'operazione, un processo psicologico di non accettazione considerandosi mutilate nel loro essere donne. Questo fu quello che colpì maggiormente mia madre e nessuno fu in grado di comprenderla. Non i ginecologi, non i medici, non i famigliari. I figli maggiori avevano 23 e 21 anni, come potevano aiutarla? I più piccoli richiedevano le sue attenzioni, la casa da mandare avanti.

Oggi, guardando mia figlia, una giovane donna con la soglia del dolore molto alta, mi sento in colpa per non aver capito né mia madre né mia suocera. 

E' difficile superare il dolore fisico, costante. Per fortuna, almeno per quanto riguarda lei, non c'è segno di sofferenza psicologica. Lei è forte, consapevole di aver dovuto prendere una decisione che per alcuni anni nessun ginecologo aveva voluto seguire.

L'endometriosi dovrebbe essere considerata una malattia come il cancro: invalidante, mutilante, doloroso, causa di enormi problemi intestinali, agli organi interni; si tratta di cellule che come colla, colano negli organi e possono arrivare ad attaccare la spina dorsale fino ad arrivare al cervello.

Non si deve prendere alla leggera, si deve poter agire velocemente per "pulire" e "raschiare" quello che avvolge tube, ovaie, intestini. 

Non prendete alla leggera le vostre bimbe, le vostre ragazze quando si lamentano per i dolori mestruali. Non è scritto da nessuna parte che si debba soffrire per essere donne. E agite immediatamente se avete dei sospetti. Oggi ci sono specialisti che sanno come devono agire. 

Monday, April 10, 2023

Primavera 2023 - terza parte

 La settimana d'attesa di Pasqua è stata davvero una settimana di passione.

Avere la figlia ricoverata e operata è stato davvero difficile, non potendole stare vicino; le disposizioni anti covid ancora persistono. Nessuno ne parla più, ma chi ha un famigliare in ospedale sa perfettamente che non è possibile stargli vicino.

L'importante, comunque, è che sia andato tutto bene: mia figlia mi diceva di non sentire la solitudine grazie ad un personale giovane e presente, sempre attento alle esigenze delle persone in reparto; per fortuna poco distante, in un b&b c'era mio marito ma poteva vederla solo per una mezz'ora al giorno.

La clinica, specializzata in endometriosi, è pulita; le equipe sono giovani e preparate.

Per chiunque abbia la stessa patologia l'ospedale di Negrar è da consigliare.

E' assolutamente inutile e controproducente andare da altri. 

Già è difficile diagnosticare questa malattia, ancora troppo poco conosciuta: per riconoscere l'endometriosi bisogna prima conoscerla, è una ragnatela che agisce non troppo in silenzio provocando dolori profondi ed insostenibili.

Curare questa patologia solo con ormoni non basta, bisogna operare ma anche chi opera "pulendo" la ragnatela non sempre opera bene e soprattutto è una malattia che ha delle recidive.

L'endometriosi è formata da queste cellule appiccicose che attaccano gli organi vitali: intestino, uretere, ovaie, retto e si può propagare nella colonna vertebrale fino ad arrivare al cervello.

Sono come le cellule tumorali e bisogna essere sicuri di estirparle tutte perché possono riprodursi e provocare delle recidive.

Un'associazione si occupa di questa malattia e si chiama APE - Associazione Progetto Endometriosi.

Se avete una figlia che vi dice di soffrire tremendamente durante l'ovulazione, durante le mestruazioni, di avere un dolore intenso, continuo, non sottovalutate il campanello d'allarme.

Non tutti i ginecologi conoscono questa malattia, le ecografie vaginali bisogna saperle leggere, bisogna sapere cosa cercare e dove. 

L'endometriosi è un filamento, così appare dalle ecografie, un filamento sottile, trasparente.

Date ascolto alle vostre figlie e, nel dubbio, prenotate una visita a Negrar, Ospedale Sacro Cuore.

Nel dubbio, lì vi daranno le giuste risposte.

Intanto, personalmente mi sento di ringraziare tutto il personale per l'attenzione che ha avuto per mia figlia. 

Sunday, April 02, 2023

Primavera 2023 - Seconda parte

 Oggi è la Domenica delle Palme; per chi frequenta la Chiesa Romana inizia la settimana santa e i cristiani vanno a ritirare un rametto d'ulivo benedetto. 

Delle mie già tante primavere, ricordo  la domenica delle Palme  soleggiata per fare posto a piogge nelle giornate da giovedì santo a Pasqua. E non sempre il Lunedì dell'Angelo si presentava soleggiato per fare la scampagnata, noi non la facevamo, "fuori porta".

Oggi, invece, domenica delle Palme 2023, piove. 

Sta piovendo abbastanza forte, da noi, senza temporale, ma non basterà per fronteggiare la forte siccità che colpisce la Pianura Padana già dall'anno scorso.

Ricordo un altro periodo di siccità ma in tutta Italia: quella dell'estate 1976.

Dopo due o tre mesi (non ricordo bene) di siccità, Papa Paolo VI si decise a fare una preghiera per la pioggia in agosto.

Lo ricordo molto bene, questo, perché con quello che era allora il mio ragazzo, prese le ferie, uniche ferie che avevo durante l'anno dal negozio dove lavoravo da commessa, partimmo in moto, con la MV Agusta, 125, con un sellino scomodissimo e non adatto a due passeggeri, per andare in campeggio a Porto Recanati.

Affrontai discussioni con mia madre che, ovviamente si opponeva a quelle ferie perché eravamo solo "morosi", non sposati e l'idea che potessi trascorrere quindici giorni in tenda sola con lui non le garbava per niente.

Riuscimmo forse a passare un giorno o due con il sole, il tempo di montare la canadesina, andare a fare il ferragosto nel campeggio dove si trovavano i miei genitori con il mio fratellino, il tempo necessario per fare amicizia con i campeggiatori che si trovavano nello stesso terrazzamento del campeggio che si svolgeva tutto in collina.

Il ferragosto fu soleggiato, riuscimmo ad andare e tornare dall'altro campeggio, a pochi chilometri di distanza.

Al ritorno trovammo due tende incendiate per un incidente con il barbecue (per fortuna la nostra si era salvata).

Il giorno dopo,  durante la messa o l'Angelus, forse, del ferragosto, il papa pregò per la pioggia.

E, che ci crediate o no, andate a vedere le cronache di quei giorni, pioggia fu.

Il primo giorno di pioggia ci svegliammo con la tenda che scivolava lentamente dal terrazzamento.

Per i restanti tredici giorni di ferie piovve ... da diluvio universale.

Il terreno del campeggio, argilloso, non assorbiva l'acqua e le tende e le roulotte scivolavano giù dalla collina, in un quadro disastroso di situazioni quasi dantesche. 

I picchetti non reggevano e la nostra moto, parcheggiata a fianco della nostra tendina, sprofondava nell'argilla.

I nostri vicini di tenda, a causa dell'incendio, erano già tornati a casa abbreviando la loro vacanza.

Per nostra fortuna, avevamo di fronte a noi una compagnia di ragazzi e ragazze, con le loro canadesi ma coperte dal telo del camion che il genitore di uno di loro aveva lasciato lì parcheggiato perché facesse loro da base. Avendo fatto amicizia con loro, ci permisero di mangiare al riparo e di dormire con loro nel cassone del camion adibito a dormitorio.

Passammo così le nostre ferie.

Il primo giorno di sole, cercammo di asciugare la tenda, la smontammo, asciugammo la moto e tornammo a casa, fradici come pulcini, con gli abiti e le scarpe sporchi di argilla, la moto disastrosa. E continuammo a prendere pioggia fino al nostro ritorno.

Quindi pazienza se oggi piove.

Sappiamo di avere una carenza idrica causata da 50 giorni senza piogge nell'arco di quest'anno; di più del diluvio universale che durò 40 giorni.

Quindi, ripeto, pazienza se oggi piove, ben venga un po' di acqua.

E buona domenica delle Palme a tutti.


Sunday, March 26, 2023

Primavera 2023

 Da sei giorni è iniziata la primavera, che quest'anno è caduta il 20. 

Nel cielo stellato ci sono stati allineamenti tra Giove, Venere e la Luna; che bello il cielo stellato.

Il mondo terrestre non è altrettanto bello.

La situazione, nel mondo, non è certo migliorata, solo per il fatto che sia iniziata la primavera nel nostro emisfero: la guerra in Ucraina continua, si sono aggiunte manifestazioni in Francia contro la riforma delle pensioni, si sono aggiunte manifestazioni in Israele per le scelte del governo non condivise dalla popolazione; la siccità nel nostro nord e nella pianura sta peggiorando, poca neve, poco o nulla le piogge (anche se oggi, per esempio, sembra tornato novembre e ci sia qualche goccia di pioggia). Siamo carenti di 50 giorni di pioggia il che non è poco considerando che il diluvio universale durò 40 giorni.

Putin è stato dichiarato ricercato come criminale di guerra per i bombardamenti su strutture civili in Ucraina e per il rapimento di tantissimi bambini deportati in Russia. Putin non può espatriare e viaggiare in 120 paesi che hanno ratificato le leggi del tribunale dell'Aia, non ratificate, però dagli USA e dalla stessa Ucraina oltre che dalla Russia. Questo, però, lo ha incattivito e continua a minacciare l'utilizzo di armi nucleari. 

Gli sbarchi in Italia non si interrompono; c'è stato un naufragio che ha provocato, fino ad oggi, 90 vittime; ancora ne mancano all'appello ed intanto ce ne sono stati altri.

E la nostra vita pare quasi che scorra in una bolla di sapone: il covid non è passato del tutto anche se viene considerato, ormai, alla stregua di una influenza con cui dovremo convivere per sempre. Intanto ci sono aviaria e peste suina che in Cina mietono vittime negli innocenti animali. Ma non abbiamo notizie certe.

Anche noi, sui nostri davanzali, abbiamo dovuto buttare cinque piccioni morti e non è bello.

Inoltre ho altri motivi per essere inquieta: Sarah dovrà essere operata, non nella nostra regione ma in un centro specializzato, per un disturbo cronico.

Passerà in ospedale la settimana di Pasqua.

Insomma, una primavera non bella.

Non ci resta che attendere gli eventi.

Thursday, January 26, 2023

Guerra in Ucraina

 Sono 11 mesi che c'è una guerra in mezzo all'Europa, una guerra non dichiarata ma fatta contro l'Ucraina dalla Russia di Putin che ha insegnato ai suoi di chiamarla "operazione speciale"

L'Europa unita sin dal primo giorno non ha dubitato da che parte stare: aiutare chi si difendeva da una occupazione improvvisa, perché di fatto questa è stata sin dal primo momento.

I giovani russi, arruolati inizialmente dalle terre più povere dell'Eurasia, sono stati sbattuti in terra straniera senza nemmeno il supporto di viveri e comunicazioni; nei primi giorni gli ucraini hanno aiutato questi giovani, hanno dato loro da mangiare, gli hanno permesso di comunicare con i propri telefoni con i genitori. I primi giovani dicevano la verità e dicevano di non avere viveri e che i loro cellulari gli erano stati ritirati.

I primi giorni gli ucraini si sono difesi con poche armi: una anziana donna ha fatto la torta alla stricnina; una coppia di anziani ha cacciato dal proprio giardino i soldati russi armata solamente di rastrello.

Erano i primi giorni. Putin aveva raccontato ai giovani che sarebbero stati accolti festosamente, come liberatori (da che?).

Poi la svolta: una truppa cecena, che già aveva fatto stragi in Siria; missili a colpire ospedali, scuole, condomini. Soldati che si filmavano mentre depredavano le case, chiedendo alle mogli cosa gli occorreva, se il telefono o il cellulare, dicendo: questi sono ricchi. Dicendo: mi chiedono di violentare le donne: e la moglie rispondeva: usa il preservativo e poi non me lo raccontare.

L'Europa, dapprima ha portato viveri e aiuti umanitari; poi qualche arma in più; poi missili. 

Ora arriveranno carri armati. Pochi, dice Zelenski. E nessun aereo per bombardare.

Soldi tanti; ma i russi non demordono.

Il governo russo, non la popolazione che, almeno i primi giorni, protestava contro questa "operazione speciale".

E da alcuni giorni non parla Putin ma il suo portavoce. Che sia morto, Putin? Si diceva fosse malato di cancro. 

Mah!

Quel che è certo è che Putin, come d'altra parte il suo amico cinese, non è certo fonte di verità.

Continua, nelle parole del portavoce, a raccontare un'altra storia: che l'occidente vuole invadere la Russia, che l'occidente è colpevole di questa escalation delle ostilità.

In mezzo ci sarà la storia, che racconterà ai posteri (forse mai ai russi) la verità.

Ma intanto un popolo soffre.

Molti, sin dai primi giorni, hanno abbandonato casa; le donne ed i bambini perché gli uomini sono rimasti, da subito, a difendere la propria terra.

E quelli rimasti, i più poveri, i più anziani, sono rimasti sotto i missili, fra le rovine (perché ormai questo sono le città ucraine), senza viveri, senza luce, senza acqua, al freddo, nelle cantine, nei rifugi. 

Gino Strada diceva: non sono pacifista; sono contro tutte le guerre.

Noi siamo sempre stati pacifisti, ma non si può certo rimanere indifferenti ad una occupazione violenta come quella russa.

Conclusione? 

No, non ci può essere una conclusione.

Non fino a quando un occupante occuperà una terra libera.


Wednesday, January 18, 2023

La mafia a Palermo nel 2022

 Ieri, dopo trent'anni di latitanza hanno catturato l'ultimo grande boss mafioso: Matteo Messina Denaro.

Ora stanno cercando nei suoi covi i documenti che furono rubati a Falcone e Borsellino dopo le stragi e che Riina aveva lasciato a lui, in custodia o forse eredità.

Il mafioso è malato di cancro; catturato mentre era in una clinica privata. Ora sarà curato dallo stato; non so se è una vera vittoria, questa cattura. Senz'altro, come dicono tutti, non parlerà dei segreti, delle stragi fatte e dei segreti dei segreti: le coperture, non solo dei mafiosi ma soprattutto delle alte cariche dello stato, coperture che gli hanno permesso una vita agiata, con orologi, vestiario e donne costosi.

Mi dispiace per la Sicilia; mi dispiace che tutti parlino della Sicilia come una terra mafiosa, abitata da mafiosi. Ma certamente non è una regione che pensa ai propri figli più bisognosi. 

E mi torna in mente quando fui a Palermo per lavoro per una intera settimana, una settimana in cui non potei nemmeno fare una passeggiata perché la città era militarizzata e, probabilmente, l'esercito non bastava per difendere chi quella città abitava o frequentava per lavoro.

Eppure noi andavamo in Sicilia in vacanza, ospiti di amici.

I nostri ricordi, in vacanza, sono molto belli e non abbiamo mai avuto occasione di paura o di apprensione.

Mi auguro che gli anni venti del duemila possano essere gli anni per spezzare le catene mafiose per la popolazione tutta, non solo della Sicilia, ma dell'Italia.