Questo blog usa cookie tecnici e cookie di terze parti per rendere più rapido e migliore il suo utilizzo durante la navigazione. Se vuoi saperne di più o modificare le impostazioni del tuo browser relativamente ai cookie, fino ad eventualmente escluderne l’installazione, CLICCA QUI.

Thursday, November 27, 2014

COUNSELOR: CONSIGLIERI, FACILITATORI O ALTRO?

Da alcuni mesi sto collaborando come volontaria per far conoscere un nuovo centro che è nato a Sant'Ilario d' Enza: si tratta del Centro Koan. Nell'ambito del centro l'associazione che se ne occupa ha previsto aree di medicina tradizionale, con ostetriche, ginecologa, dermatologo, medico legale, diabetologo ed un'area olistica, con massaggi plantari e con campane sonore, naturopati e counselors.
Il counselor è una nuova figura per l'Italia, riconosciuta solo dal 2013 mentre negli USA i counselors sono conosciuti essendo professionisti che accompagnano mano nella mano nelle situazioni di stress, lavorative o famigliari, nella elaborazione del lutto e tutto quello che, non essendo una patologia medica o mentale, ostacola il benessere della persona.
Ho avuto modo di conoscere queste persone fantastiche e ho avuto modo di conoscerne la professionalità; ho avuto modo di conoscere il loro modo di procedere non solo in teoria ma anche in pratica.
Nei miei ultimi quarant'anni (aaahhhh) ho avuto troppi lutti. Pensavo di essere riuscita a gestirli, mentre non era così. Quello più recente di mia madre li ha fatti scoppiare tutti e non riuscivo ad uscire da un percorso tortuoso, fatto di rimpianto, di sensi di colpa, di tristezza, di desiderio di poter tornare indietro ed aggiustare, forse, qualcosa.
Con i parenti, a volte, colpiti anche loro dagli stessi ed altri lutti, si fa finta come se nulla fosse capitato. La vita va avanti, ci si dice e si va avanti, sì, ma con estrema difficoltà. Quella difficoltà che non ti permette di vivere la tua vita ora, qui, con chi ti sta accanto ed ancora ti dice: sono qui, guardami, parlami. A volte anche con l'amico più stretto, che magari a sua volta deve gestire un lutto o forse ancora per sua fortuna non ne ha vissuto alcuno, non si riesce a parlare di quello che alberga nel cuore. Le lacrime affiorano agli occhi, viene il groppo in gola, ma si ricacciano quelle e quello, perché, comunque, si sa che forse quella persona non riuscirebbe a sopportare la vista del dolore così faticosamente represso.
Ecco, con un counselor si può dare sfogo, invece, alle emozioni che ci strappano l'anima.
Sono professionisti che sanno gestire la propria empatia, perché di empatia si sta parlando, gestendo soprattutto il dolore che affiora durante l'incontro. Sanno come comportarsi nel modo giusto, sanno cosa dire, senza giudicare, senza stupirsi, senza imbarazzarsi e senza imbarazzare. Ed il loro aiuto, piano piano, seduta per seduta (al massimo dieci) accompagna la persona a ristabilire il proprio equilibrio.
Ecco, ora tutto questo l'ho trovato al Centro Koan. Mi ha fatto stare bene.
Ho ricominciato a cantare accompagnandomi con la chitarra (era da tanto che non riuscivo a provarne il piacere) e scrivere il mio racconto non mi è più così difficile.
Anzi, vi vorrei ricordare che l'8 dicembre, giorno festivo, alle ore 18 con la mostra di Artès ci sarà anche la presentazione dei miei libri. Vi aspetto, con nuovo spirito combattivo.