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Saturday, February 18, 2012

Morte o nuova nascita?

E' da maggio che non riesco a scrivere racconti.
Dopo aver finito il quarto volume de "L'Archiatra", in poco tempo ho scritto "La Legge di Maat",  "La Porta del Sole", "Io sono la Tigre" ed ho iniziato "La Piramide d'Oro". Il quarto volume è stato stampato ed è in vendita on-line su Photocity.it, mentre due sono in attesa di stampa con lo stesso editore on-line. Devo avere la disponibilità di Sarah per dare alla stampa anche "Io sono la Tigre", di cui, per altro, Sarah ha già elaborato la copertina.
Ma non riesco a procedere con "La Piramide d'Oro". Tratterà di una ennesima vita di Costanza, questa volta nel mondo degli Aztechi; ma non ho la serenità per proseguire. Mi siedo davanti al mio pc, leggo le pagine scritte e non riesco a "vedere" altro. Ho sempre raccontato di come nascono i miei racconti e di come è nata la tetralogia de "L'Archiatra": vedo immagini, situazioni e personaggi e li descrivo. Non ho difficoltà a scrivere mentre penso poiché le mie dita allenate corrono veloci sulla tastiera (scrivo, ovviamente, con tutte e dieci le dita, da professionista della tastiera quale sono). Ebbene, per questo racconto non riesco a vedere le immagini. Mi era successo così prima di finire il terzo volume de "L'Archiatra"; ma allora, era perché erano subentrate le immagini de "Il Canto del Bisonte Bianco" che era stato interrotto quando ho scritto il primo volume.
Ho vissuto già, quindi, dei blocchi causati non alla mancanza di energia o di ispirazione; al contrario, perché l'ispirazione era su più fronti.
Ora, sono alcuni mesi che ho proprio una carenza di energia.
Non l'energia per quanto riguarda i lavori manuali o il lavoro da baby-sitter: al contrario, la mia attività da baby-sitter è quella che mi tiene in forza.
No, sto parlando proprio di una carenza di forza energetica, di "illuminazione", di "ispirazione".
Da quando è nato il "problema" di mia madre, da quando ho dovuto assisterla per un anno senza potermi dedicare ad altro, con conseguenza per la mia vita economica ma anche per la mia vita famigliare, causando discussioni con i miei fratelli a me sempre stati molto cari, ebbene, da quando è nata questa situazione è come se mi fossero stati messi dei veli spessi sopra alla testa, veli così pesanti da non lasciare libere le mie ali, i miei pensieri. Non riesco a meditare e questo crea altra incapacità di "vedere" oltre le difficoltà materiali; non riesco a mettere insieme due pagine di racconto; non riesco nemmeno più a sognare o, comunque, i sogni non li ricordo. Chiudo gli occhi ed appena lascio la mente libera le lacrime sgorgano dagli occhi senza che io pensi a qualcosa di specifico.
La sofferenza è tale, ormai, da nascondermi ogni riflesso di luce. Mi dico che devo rialzarmi, devo uscire dall'acquitrino della palude della sofferenza, ma qualcosa mi tira giù.
Ho cercato di meditare, ma non vedo nemmeno più gli occhi che fino a qualche tempo fa mi sorridevano e proteggevano. Ogni morte è sofferenza, ma non c'è morte peggiore di quella dell'anima.

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