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Saturday, February 13, 2016

Amicizia ed amore

Ho veramente pochi amici. Tanti, forse, virtuali; ma reali pochi. Un po' perché negli anni si lasciano pezzi di sé e non sempre i pezzi si ritrovano; un po' perché se non chiami tu pochi o nessuno ti chiama e quindi, con gli anni, si finisce che, si scelga oppure no,   qualcuno venga lasciato indietro. Quando non c'è condivisione, a mio parere, è inutile insistere.
E poi ci sono invece quelli che non hai mai perso e non ti hanno mai perso; a volte capita anche di essere ritrovati da chi si era perso.
A pochi, nella mia vita, ho concesso, a dir la verità, di potersi classificare miei amici.
Quando avevo quattordici anni ero amica di tutti pensando che tutti fossero miei amici.
A venti avevo già scelto chi dovesse continuare il cammino con me.
A trent'anni le amicizie erano cambiate ed erano conoscenze.
A quaranta le conoscenze sono cambiate.
A cinquanta qualcuno poteva annoverarmi come amica.
A sessanta nessuno può annoverarmi come amica ed io non ho amici, ho solo conoscenti.
O meglio: con una persona sono amica e so che lei è mia amica. Badate: sto parlando di persona. Non sto parlando del sesso di quella persona.
Ora quella persona, in quarant'anni, non mi ha mai lasciata ed io non ho mai lasciato lei.
Le nostre vite sono corse parallele, ogni tanto incrociandoci ma sempre come se ci fossimo visti il giorno prima. Ognuno libero di fare le proprie esperienze e la propria vita. Quando ci si incontrava, si parlava del più e del meno sapendo che le parole che contavano erano quelle fra le righe.
Sapendo che al momento ci fosse stato bisogno io sarei stata presente per lei e sapendo che lei sarebbe stata presente per me. Comunque andassero le cose. Ed ancora, non crediate che mi sia sbagliata, non ho detto il sesso della persona.
Spesso ho avuto vicino questa persona nei momenti bui, nei lutti, nei momenti difficili; ma lei non aveva bisogno di me o per lo meno pareva che non ne avesse.
Anche quando ha avuto un lutto, pareva non avesse bisogno di me.
 Le ho scritto un po' di tempo fa (ci scrivevamo quando eravamo giovani) ed io non ho avuto remore ad esprimere tutto il bene profondo che provo per questa persona perché a sessant'anni i sentimenti non fanno paura.
E adesso, che ha bisogno e me lo chiede, io ci sono.
Perché ricordatelo bene, a volte bisogna anche avere il coraggio di chiedere e di ammettere di avere bisogno, di un sorriso, di una risata, di un abbraccio, di una presenza.
Mi sono stupita nel constatare quanta confidenza, inaspettata, ci sia tra noi. E di quanto sia piacevole esserci al bisogno.
Mi stupisco di quanto io riesca ad essere fredda e decisa in certi momenti difficili. Credo che a vedermi dall'esterno uno potrebbe definirmi indifferente; invece sono assolutamente capace di trattenere la mia ansia, le mie paure, per risolvere i problemi. Nonostante, poi, mi ritrovi di notte a far fatica ad addormentarmi ripensando alla situazione.
Ma ho avuto a che fare con persone di famiglia e non, in ospedale, a casa, da accudire, da aiutare. Il risultato è che nulla mi spaventa se non a scoppio ritardato. Perché non si può certo essere di aiuto se la paura ci attanaglia e non ci fa reagire.
L'amicizia e l'amore mi fanno agire di conseguenza.
L'amicizia e l'amore sono le mie guide in ogni circostanza.
Soprattutto l'amore.

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