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Sunday, October 04, 2015

IN RICORDO DI GIAN PIERO RUBICONI

Ho conosciuto Gian Piero 43 anni fa: io ero una studentessa del terzo anno, al Giordani e Gian Piero era professore di italiano e storia. Quando lo vidi entrare in classe per la prima volta, mi accorsi subito che gli alunni che lo conoscevano già provavano un forte affetto, affetto sincero e profondo, che condivisi per tre anni. Era un professore fuori dalla norma: per prima cosa non utilizzava i testi scolastici, bensì occorreva studiare su appunti, appunti presi durante le sue lezioni. Nonostante le grandi aule dell'istituto ( stiamo parlando del palazzo sullo stradone che ora ospita la sede di un ente), Gian Piero parlava con il suo tono di voce pacato e profondo, come se avesse noi alunni vicini a lui. Ah, per prendere appunti dovevi stare assolutamente in silenzio, in ascolto, altrimenti erano poi fatti tuoi ... Non si preoccupava di dirci di stare in silenzio, Gian Piero parlava e raccontava, chi ascoltava bene, gli altri .... Io ho ancora i quaderni con le sue lezioni di tre anni, scritti molto fitti. Ci parlava di Dante e della Commedia, come dei poeti spagnoli che lui amava e quelli russi ed attraverso la letteratura ci parlava di storia. Educava all'ascolto ed all'attenzione portando in classe il suo giradischi ed i suoi lp facendoci sentire Guccini e Lucio Battisti ... educandoci a sentire emozioni .... educandoci a non vergognarci di trasmetterle. Dialogava con i suoi alunni attraverso quelli che noi chiamavamo "temi": dava sempre tre o quattro a volte anche cinque titoli e c'era sempre un tema libero, in cui ci si poteva sbizzarrire a parlare di tutto. Così iniziarono i miei dialoghi con Gian Piero e lui, oltre al voto, scriveva sempre commenti, che io ancora conservo e che per me erano e sono molto preziosi. Con lui, io ho ritrovato la voglia di scrivere che altri insegnanti avevano, negli anni, fatto scemare; per Gian Piero nulla era inutile, nulla era definibile o etichettabile, tutto diventava prezioso, ogni piccola parola, ogni piccola emozione. Io facevo volontariato ed insegnavo chitarra ai bimbi e Gian Piero comprendeva la mia gioia per quelle esperienze e condivideva con me la sua gioia nell'insegnamento. Nelle giornate in cui si poteva fare un po' di festa, come per esempio a carnevale, mi faceva portare la chitarra ed io cantavo per la classe canzoni di protesta o del mio "repertorio" che cantavo in spettacoli da sola, o con mio fratello o con il gruppo di "Viva la Gente" ed in questo modo faceva aleggiare in aula i moti e gli ideali che arrivavano dal mondo studentesco.
Dopo il diploma, ogni tanto ci incontravamo per le vie del centro, scambiavamo qualche frase, sempre con la sensazione di esserci visti il giorno prima, io sua alunna e lui mio professore. In effetti, a differenza di altri alunni, io ho sempre continuato a dare del Lei a Gian Piero e a chiamarlo Prof.
Un giorno, l'ultima volta che lo vidi in centro, era a braccetto con Michela ed orgoglioso me la presentò. Poi io mi trasferii fuori città e non ebbi più l'occasione di incontrarlo ma seguivo le sue attività per il Teatro Regio attraverso le cronache dei giornali.
Qualche anno fa, ebbi la sorpresa di trovare nella mia posta elettronica un suo messaggio in cui mi diceva di aver trovato per puro caso il mio blog. Il nostro dialogo ricominciò, per via mail. Io gli spedii qualche mio libro pubblicato e parlammo dell'utilità o meno di pubblicare ciò che si scrive. Mi disse che parecchi anni prima, quando ancora insegnava ma già scriveva poesie, aveva avuto una proposta di pubblicazione ma di aver scelto di non intraprendere quella strada. Io gli dissi che poesie o racconti nascono comunque dal desiderio di esprimere esperienze e sentimenti e che, indipendentemente dalla storia che i libri vivono dopo la pubblicazione, indipendentemente dalla vendita o meno di tali libri, è generoso, a mio parere, pubblicare quello che si è scritto con il cuore.
Dopo poco mi scrisse di aver cercato, nei suoi archivi, i suoi "pensierini sparpagliati" e di averli pubblicati, solo però ad uso dei suoi amici e me ne mandò copia così come mi mandò anche il cd con le canzoni scritte da lui. Sapevo che suonava la chitarra e che aveva smesso e sapevo che pensava di non avere la voce per cantare ma io sapevo che ascoltarlo mi avrebbe scaldato il cuore.
In questi ultimi anni abbiamo continuato a scriverci via mail, aggiungendo anche posta e messaggi via facebook. Mi scrisse un accenno a problemi di salute quando mi disse di aver smesso di fumare e mi disse anche che non ne avrebbe mai più parlato. Così, non parlavamo mai di salute. Il mio "come va?" era l'approccio iniziale per scrivere, così, in leggerezza. Io scrivevo e scrivevo, parlavo di tutto e di più e Gian Piero con poche, misurate parole, commentava, mi rispondeva. Fra le righe venivo a sapere dell'evolversi della malattia; principalmente mi raccontava delle sue vacanze, dei suoi viaggi con Michela, spesso in Spagna che Gian Piero adorava. L'anno scorso, in una sua mail mi scrisse: "... e dammi del tu!" ... così, con sforzo perché per me il Lei non è un segno di distacco ma di profondo rispetto, iniziai a dargli del tu ed a chiamarlo per nome. Le mail si fecero più rade, negli ultimi mesi ed ogni tanto Gian Piero ne scriveva il motivo ma sempre, quando gli chiedevo di scrivermi qualcosa, scriveva, immagino con molto sforzo, un saluto. Io ancora continuo a dialogare con Gian Piero; scrivo ancora sulla sua pagina facebook e scriverò ancora. A volte con vignette, a volte condividendo pensieri con lui ed aspetto sempre che lui, con una parola, mi dia cenno di averle ricevute.
Mi era stato chiesto di dire qualcosa durante il suo ricordo avvenuto ieri sera al Teatro Regio ma ho pensato, sul momento, di avere ricordi insignificanti rispetto alla sua attività come direttore artistico del teatro. Oggi, ho voluto condividere in rete i miei ricordi perché Gian Piero è stato una persona molto importante nella mia vita; insegnante di alto livello, persona profonda e amorevole. Se ho pubblicato in dieci anni dieci libri è grazie a Gian Piero; se sono la persona che sono è grazie a Gian Piero, che negli anni dell'adolescenza mi ha fatto conoscere autori come Garcia Lorca, Gibran, Boris Pasternack.
Grazie Gian Piero, ovunque tu sia ....


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