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Saturday, March 06, 2010

Carissimi amici, innanzitutto vi informo che "Il Canto del Bisonte Bianco" è arrivato ed è disponibile. Chi fosse interessato ad averne una copia può riferirsi o a Boopen o ad Artès direttamente.
In questi giorni sto facendo fatica a riprendere il filo della "Legge di Maat", il nuovo racconto con protagonista Costanza, l'antropologa che conosciamo ne "Il Canto del Bisonte Bianco".
Sono, in realtà, un po' distratta dalle troppe cose che mi succedono attorno.
Ho fermato per il mese di marzo, o così credevo che fosse, il lavoro da baby-sitter per darmi un po' di tempo per seguire un po' mia madre, per rimettere in sesto un po' la casa, prendere qualche appuntamento per visite mie e per la comportamentista di Briciola. Non mi sono mai fermata per così tanto tempo, negli ultimi due anni e mezzo, prendendo sempre e solo le "ferie" (ovviamente non pagate) nei periodi in cui i genitori dei bambini avevano le loro. Capisco che un mese di fermo mio possa significare qualche intoppo per chi ha bisogno della baby-sitter; contavo anche di far rientrare in questo mese il tirocinio che devo fare di 60 ore per il corso per l'albo delle baby-sitter che ho seguito. Ma il tirocinio mi è stato affidato per tre settimane di aprile ed io, intanto, ho perso i tre bambini che seguivo. Questo mi dà una tristezza che non riesco a far sparire facendo le altre mie cose. Tra l'altro, pare quasi che tutti, in questo momento, abbiano deciso di fare le baby-sitter: mamme con bambini piccoli che non hanno mai fatto altri lavori, donne in mobilità, donne che vogliono "arrotondare" la pensione, giovani donne che non trovano lavoro. Così, subito il primo giorno in cui ero a casa, una ragazza è stata presa al posto mio, come se il lavoro svolto per due anni e mezzo non valesse nulla o come se una baby-sitter valesse un'altra. Purtroppo questo "lavoro" dà molte soddisfazioni ma anche delusioni cocenti, specialmente per chi, come me, non lo vive come un lavoro ma come qualcosa di più. E' da una settimana che non vedo i bambini e nemmeno la mamma dei bambini, nè l'ho sentita per telefono od altro e, sinceramente, questo mi rattrista.
In tutti i modi cercherò di rendere questo mese un mese proficuo.
Aver ripreso "La legge di Maat" è già qualcosa; domani avrò mia madre da me tutto il giorno e devo assolutamente riuscire ad averla qui anche durante la settimana per farla stare un po' in compagnia, anche se sarà dura per lei lasciare la pace del suo appartamento e dura per noi cercare di non arrabbiarci con lei. Infatti, nonostante abbia ottantasei anni, ha un caratterino che non si è smussato negli anni ed anzi si può dire sia peggiorato e questo non aiuta lei e non aiuta noi ad aiutarla. Comunque, prevedo che questo mese sarà una bella avventura!
Devo combattere anche con la tristezza che mi provoca la meschinità che continuo ad incontrare in questo paese; la meschinità di chi pretende di conoscere, di sapere, di chi pretende di fare da giudice e di chi pensa di poter fare da giudice.
Sono felice di abitare fuori dalle città, mi fa felice appena sveglia vedere dai campi se è primavera o inverno, vedere gli Appennini innevati, le corse delle lepri; ma contemporaneamente, per chi è sempre vissuto in città come noi, è difficile accettare, al giorno d'oggi, l'ottusità che impera nei piccoli agglomerati di provincia.
Pensavamo di essere riuscite a penetrare nei cuori e nelle menti ed invece continuiamo a combattere contro i mulini a vento.
Ma, come si dice, chi la dura la vince!
Intanto il nostro prossimo incontro è per il 28 marzo, presso Materia off per la presentazione dei miei libri.
Leggete, amici, leggete e chissà che durante i vostri viaggi non incontriate i miei libri liberati!
Se dovesse accadere, fatemelo sapere e potremo parlare di questa forma di incontro che non ho inventato certamente io ma che sto utilizzando per incontrare qualche mente nuova.
Quindi, a presto.

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