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Wednesday, April 16, 2014

In ricordo di Pietro Bozzano

Nella mia vita ci sono stati incontri ed esperienze che mi hanno fatto crescere ed hanno permesso di diventare ciò che sono oggi.
Una delle esperienze che mi è servita di più è stata quella di aver fatto parte del cast di Parma di "Viva la gente"; era un gruppo, riconosciuto da "Up with people", che cantava canzoni che parlavano di pace, fratellanza, uguaglianza in un periodo in cui c'era la guerra del vietnam ed ancora esisteva la differenza tra bianchi e neri ed i neri non potevano ancora frequentare le università dei bianchi od occupare i posti dei bianchi sugli autobus. "Viva la gente" raggruppava dei giovani che avevano degli ideali e li cantavano; il gruppo di Parma aveva dei leaders, c'era chi si occupava della segreteria, chi si occupava degli abiti, con colori differenti ma di foggia uguale per le ragazze, chi si occupava di ottenere le autorizzazioni nei teatri, chi si occupava della pubblicità o delle locandine. Io ero la più piccola e non ero trattata con i guanti bianchi dalle ragazze che avrebbero desiderato avere la parte di solista nelle canzoni a me affidate. I ragazzi, invece, erano tutti gentili ma riservati, alcuni addirittura impenetrabili. Negli anni ho mantenuto rapporti di vera e profonda amicizia con uno di loro, ma il mio ricordo oggi lo dedico a due ragazzi in particolare. Uno si chiamava Massimo De Simoni: era un signore anche se aveva diciotto anni, gentile, premuroso. Era diventato medico e, negli anni, mi era capitato di essere assistita al pronto soccorso da lui. Ci riconoscevamo anche a distanza di tempo. E' venuto a mancare un anno fa. L'altro ragazzo che ricordo con piacere, gentile anche se un po' distante, si chiamava Pietro Bozzano. E' venuto a mancare ieri, nell'incendio della sua tabaccheria a Collecchio. Io li ricordo, entrambi, ragazzi nonostante gli anni siano passati. Ricordo dei giovani con tante aspirazioni, il futuro negli occhi, la gentilezza e la consapevolezza di poter spaccare il mondo.
La vita, cari Massimo e Pietro, ci riserva delle sorprese belle e brutte; spesso ci ritroviamo, nel corso del cammino che percorriamo, a guardarci indietro e a pensare cosa sarebbe stato se le cose fossero andate diversamente. A volte c'è il rimpianto di un incontro finito male, di un rapporto interrotto, ci poniamo la domanda: dove ho sbagliato? Ma, sapete, negli anni ho scoperto che non c'è mai nulla di sbagliato, molto è già scritto, a volte riusciamo a raddrizzare il tiro ma non sempre ci riusciamo. Gli amici di una volta si perdono di vista e ci chiediamo dove siano finiti, specialmente nei momenti in cui avremmo bisogno di averli vicini. Chi resta per proseguire il cammino si domanda se avesse potuto cambiare le cose se fosse venuto a trovarci, anche solo per un saluto. Ma la vita è così, a volte ci travolge, a volte è lieta, a volte è un macigno e spesso, troppo spesso, ci rifugiamo nella quotidianità e non ci guardiamo attorno e non ci accorgiamo di lasciare indietro pezzi di noi. Ecco, sento che senza di voi mi viene a mancare un pezzetto, quel pezzetto che ha fatto la differenza nella mia vita. Grazie per esserci stati. Scusate se io non ci sono stata nei momenti in cui avreste avuto bisogno. Fate buon viaggio e siate leggeri, come erano leggeri e gentili i vostri sorrisi.

1 comment:

Patrizia said...

Ciao Lilly, con Massimo ci vedevamo ogni tanto nei viali o in qualche corridoio dell'Ospedale, dove entrambi lavoravamo (io ancora). Era rimasto l'amico di allora, sensibile, attento, ironico e con in più la consapevolezza di saper aiutare che trasmetteva sicurezza. Pietro invece l'ho intravisto un paio di volte, sempre di sfuggita e da lontano, in tutti questi anni. Sono andata a salutarlo prima che intraprendesse il suo ultimo viaggio. Era rinchiuso in una bara chiara coperta di rose di giardino. Una bara da ragazzo, il ragazzo con i riccioli neri e gli occhi luminosi che ho tanto amato in quei brevi, giovanissimi giorni. Grazie per questo tuo bel ricordo. Un abbraccio. Patrizia Monteverdi