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Tuesday, November 01, 2011

IN RICORDO DI GIOVANNI

Il paese dove abito è caratterizzato da qualche elemento ormai storico: la chiesa, il tabaccaio, due supermercati, il comune, la sala polivalente. La gente di Praticello si conosce tutta da una vita; io, che risiedo qui da soli diciassette anni, non conosco tutti ma qualcuno ho iniziato a conoscerlo meglio grazie all'attività di volontariato, nata solo due anni fa, che si prefigge di seguire le colonie feline del comprensorio.
C'era una persona che da anni seguiva la colonia dietro a casa mia: Giovanni.
Era una persona conosciuta da tutti, titolare di uno dei supermercati.
Da anni, in solitaria, si occupava dei gatti che si rifugiavano da lui; dava loro da mangiare ed assicurava loro un riparo nel retro del suo magazzino. Da due anni, da quando l'associazione è nata, abbiamo iniziato ad occuparci in due di quei gatti, confrontandoci sul da farsi, collaborando per l'alimentazione e per la cattura delle femmine da far  sterilizzare. Si divertiva a sentirmi raccontare come stessero crescendo i tre fratellini da me tenuti della cucciolata dell'anno scorso e i racconti sugli ultimi due gattini raccolti in primavera e rimasti, pure loro, a far crescere la comunità di casa mia. Quando il gruppo dei suoi gatti è stato censito e battezzato "colonia n. 5"  gli ho portato il foglio stampato con l'elenco dei gatti censiti e Giovanni ha attaccato l'elenco all'interno del suo supermercato felice di veder riconosciuti i suoi sforzi e di trovarsi in sintonia con l'associazione.
Continuava a fare questo suo volontariato nonostante la salute lo stesse abbandonando.
Avevamo fatto ormai l'abitudine a vederlo girare sulla sua carrozzina motorizzata con al guinzaglio i suoi cani. Poi uno dei suoi levrieri afgani presi dal canile, il maschio cieco, è morto e Giovanni ha continuato a fare le sue passeggiate serali con solo la femmina. Poi anche attaccare il guinzaglio alla motoretta era diventato uno sforzo troppo grande. Continuava a lavorare, ma negli ultimi mesi avevamo iniziato a vederlo in orari più brevi e Giovanni iniziava a lamentare la carenza delle  potenzialità fisiche anche degli arti superiori ed anche dare da mangiare ai suoi gatti era diventato uno sforzo sovrumano; il suo spirito iniziava a spegnersi.
La settimana scorsa, lunedì pomeriggio, il suo morale lo ha abbandonato completamente poiché non poteva accettare di dipendere in tutto e per tutto dagli altri, nonostante fosse circondato da persone che lo amavano molto.
Tutte le sere, quando vado a fare la passeggiata con i miei cani, mi aspetto di vedere all'angolo della strada la sua motoretta e sento la sua voce, con quella cadenza caratteristica.
Il suo sorriso, i suoi modi cordiali, non saranno dimenticati.




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