Carissimi, il rischio ormai che la libertà di espressione venga soppressa è alto.
E' certo che ci sono delle trasmissioni meno amate dal potere che altre, ma sempre vengono colpiti i programmi più interessanti.
Parlare della guerra che c'è in questi giorni a Gaza è pericoloso: continuare a dare alibi allo stato di Israele può significare incorrere nel rischio di venir tacciati antipalestinesi; dare alibi ad Hamas ci si ritrova antiisraeliani.
Per me, in queste situazioni non esiste ragione o torto: non sono daccordo con gli attentati e non sono daccordo con le guerre. Il terrorismo è guerra e la guerra non fa, forse, terrore?
Chi si trova in mezzo è, come sempre, il popolo che probabilmente sarebbe felice anche solo se avesse la pagnotta e l'acqua.
Se c'è giustizia, non c'è terreno per il terrorismo; con la libertà e la giustizia non esiste la guerra.
Perchè devono esserci ancora dei popoli, su questa Terra, che non possono vivere in pace?
Se anche gli storici si rimettono le vesti dei riservisti e vanno a sparare, siamo messi male.
E' vero che la storia può essere studiata solo dopo tanti anni, ma il pacifismo non ha questa difficoltà. O si è pacifisti o non lo si è. Nessuno ha un alibi, nè i terroristi nè i governi che bombardano. Ed i bambini, il futuro del mondo, stanno a guardare e piangono e soffrono e rimangono soli in mezzo alla pazzia dei governi.
Nessuno si nasconda dietro agli alibi, nessuno può attendersi il perdono.
E chi sta in silenzio a guardare non è meno colpevole.
Friday, January 16, 2009
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