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Saturday, April 05, 2008

Da un po' di tempo non riesco ad avere la concentrazione necessaria per proseguire "Il canto del Bisonte Bianco"; l'unica cosa che mi resta da fare è leggere ciò che ho potuto reperire sulla storia degli indiani d'America. Sto leggendo la storia di Cavallo Pazzo ma devo approfondire quella di Toro Seduto, i due capi che per ultimi si arresero all'arroganza bianca ed anche i due capi non solo guerrieri ma anche spirituali dei Sioux.
Nel leggere, mi accorgo di avere intuito gesti, modi di vivere e di essere.
Mi capita come per "L'Archiatra" di scoprire riscontri reali su quanto già scritto e questo è veramente interessante quanto inconsueto.
Per esempio, c'è una scena - il capo Sioux in viaggio verso la deportazione parla e poi si copre con la coperta - che è molto particolare quanto importante nel racconto: ebbene, leggendo ho scoperto che il coprirsi con la coperta aveva vari significati: i capi si coprivano il capo per indicare che erano in collera ed offesi; i veggenti con la coperta in capo si lanciavano al galoppo per parlare con gli spiriti; i giovani, con la coperta si presentavano al tipi della giovane che volevano corteggiare e, sotto la coperta nel tipi dei genitori, facevano le loro avances ....
Anche la scena del viaggio verso la riserva o della fuga dopo un massacro (poichè la scena può essere intesa in tutti e due i modi) l'ho ritrovata nella storia di un capo dopo che io l'avevo scritta. Anche perchè è la scena iniziale del racconto, è la scena che mi è "apparsa" subito dopo quella dello sciamano antico; anche lo sciamano antico l'ho ritrovato dopo, nella storia del 1600.
E' stupefacente come le immagini che descrivo vengano ritrovate in quello che leggo.
Quando scrivo i racconti, mi è capitato in tutti i racconti che ho scritto fino ad oggi, parto sempre da un'immagine che mi arriva all'improvviso (chiamiamola ispirazione, se volete); ma se per i racconti che hanno fondo autobiografico - come nella raccolta "Prisma" o "Con i loro occhi" - è possibile che vengano proprio da ricordi, nei racconti romanzati hanno una spinta differente e quindi per descrivere le scene ho bisogno di riscontri storici per non sbagliare l'ambientazione o i modi di vita degli indiani d'America. Ebbene, è proprio nella ricerca di riscontri che trovo le similitudini; l'abitudine della coperta non la conoscevo prima di scrivere la scena del vecchio capo che si copre ed è stato bello scoprire che effettivamente la coperta rivestiva un ruolo importante e significativo.
"Il canto del Bisonte Bianco" non dovrà essere troppo lungo poichè porterà anche delle illustrazioni, ma non è così semplice approfondire la storia mantenendo la brevità. Le cose accadute sono troppe e tutte troppo importanti, l'arronganza dei bianchi è stata tale che descriverla in poche pagine è troppo poco e la tristezza degli indiani è troppo profonda e troppo dimenticata per poterla liquidare in un racconto breve.
Vedremo come si svilupperà.
Intanto rinnovo il mio saluto di sempre: leggete, amici, leggete.

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