Non tanto tempo fa un'amica, guardandomi negli occhi, mi ha chiesto: E a te chi ci pensa?
Le ho risposto, quel giorno, che nonostante i miei problemi di tipo materiale io mi sento ricchissima dentro, di una ricchezza che altri probabilmente non hanno.
Non ho avuto fortuna nel lavoro, ho sempre lavorato in ambito privato e mi sono scontrata troppo spesso con persone che non capivano le mie possibilità ed altre che ne hanno approfittato; non mi sono arricchita ed il mio percorso lavorativo, nonostante sia lungo 41 anni, probabilmente con fatica mi farà avere una pensione, se l'avrò, minima perché mi è capitato di lavorare senza percepire stipendi né contributi.
Ma non per questo la mia scintilla brilla meno ...
Sono piena di piccoli e grandi impegni, sono sempre pronta a correre per aiutare chi è solo o chi si trova in un momento difficile; voglio molto bene alle persone, le amo ... forse troppo. Arrivo a coccolarle dimenticandomi, troppo spesso, di mettere dei paletti.
Ho bisogno di fermarmi per scrivere ma non posso: ho persone che mi stanno a cuore ed altre che semplicemente mi chiedono aiuto ... ho ripreso anche a fare, a singhiozzo, al bisogno, la baby-sitter ... ma ho bisogno di fermarmi ... oggi sentendo musica mi salgono le lacrime ... lo so, Sarah me lo ripete: Occhio, che poi non ne puoi più e scoppi .... è vero ... arrivo a spellarmi per gli altri e spesso non ricevo riscontro ... ma non è nemmeno questo, non faccio le cose per ricevere dei grazie, i grazie non mi interessano ... ho bisogno ogni tanto di avere una spalla su cui piangere, così, senza motivo, per poter riprendere il cammino, per riprendere fiato ....
Sarà forse che domani è l'anniversario della morte di un amico carissimo, che mi è stato a fianco per dodici anni ... sarà che oggi c'è il funerale di un'altra persona con cui abbiamo condiviso le idee ... sarà che oggi sono un po' stanca .. ma mi manca una spalla su cui piangere ....
Friday, October 21, 2016
Monday, September 05, 2016
Pensieri e parole
I miei pensieri corrono sulla tastiera come se la mente stessa fosse connessa con il pc ma oggi non trovano le parole per essere espressi.
Vorrei scrivere, poter continuare il mio ultimo racconto (chissà se avrò ancora voglia di scrivere) ma per poter scrivere, come per poter cantare, devo avere la mente allegra ed il cuore felice.
Purtroppo non ho, in questo momento, né l'una né l'altro.
Vivo la mia vita immersa nelle sensazioni, nelle emozioni, nei sentimenti senza esserne in balia ma lasciandomi cullare da loro; non ho paura di vivere, non ho paura di morire, non ho paura delle sfide, non ho paura della solitudine, non ho paura di rischiare. La vita va vissuta, sempre, in ogni momento perché nessuno sa quando finirà la nostra vita materiale ed allora fin tanto che ci siamo dobbiamo viverla, respirarla.
La mia vita è ricchissima di sensazioni, di sentimenti e vorrei che le persone che amo sentissero come sento io l'alito di vita che ci circonda; mi piace pensare che la mia vicinanza possa dare sollievo, respiro ed amore anche ad altri.
Ma per accogliere, occorre essere pronti per accogliere.Tenere le braccia aperte pronte a ricevere un abbraccio, preparare il viso al sorriso che si riceverà, gli occhi aperti pronti a stupirsi, tenere le orecchie pronte a percepire anche il più piccolo sospiro, le parole più sussurrate, le confidenze più intime.
La mia scintilla oggi è un po' come quella di Trilli che, chiusa in gabbia da Capitan Uncino, rischia di spegnersi; mi occorrerebbe che qualcuno gridasse: ci credo, ci credo ... ed allora ricomincerei a splendere.
Vorrei scrivere, poter continuare il mio ultimo racconto (chissà se avrò ancora voglia di scrivere) ma per poter scrivere, come per poter cantare, devo avere la mente allegra ed il cuore felice.
Purtroppo non ho, in questo momento, né l'una né l'altro.
Vivo la mia vita immersa nelle sensazioni, nelle emozioni, nei sentimenti senza esserne in balia ma lasciandomi cullare da loro; non ho paura di vivere, non ho paura di morire, non ho paura delle sfide, non ho paura della solitudine, non ho paura di rischiare. La vita va vissuta, sempre, in ogni momento perché nessuno sa quando finirà la nostra vita materiale ed allora fin tanto che ci siamo dobbiamo viverla, respirarla.
La mia vita è ricchissima di sensazioni, di sentimenti e vorrei che le persone che amo sentissero come sento io l'alito di vita che ci circonda; mi piace pensare che la mia vicinanza possa dare sollievo, respiro ed amore anche ad altri.
Ma per accogliere, occorre essere pronti per accogliere.Tenere le braccia aperte pronte a ricevere un abbraccio, preparare il viso al sorriso che si riceverà, gli occhi aperti pronti a stupirsi, tenere le orecchie pronte a percepire anche il più piccolo sospiro, le parole più sussurrate, le confidenze più intime.
La mia scintilla oggi è un po' come quella di Trilli che, chiusa in gabbia da Capitan Uncino, rischia di spegnersi; mi occorrerebbe che qualcuno gridasse: ci credo, ci credo ... ed allora ricomincerei a splendere.
Sunday, September 04, 2016
Delusioni ed illusioni
La tristezza che provocano le delusioni e le disillusioni è una tristezza profonda, indescrivibile, che lascia senza fiato, senza respiro, senza alito di vita.
Pensare di essere arrivata ad una chiusura del cerchio, ad una conclusione logica ed accettabile e rendermi conto che, evidentemente, ancora non è il tempo, mi lascia senza parole.
Ci sono esperienze nella vita che dovrebbero insegnare, raramente si ha l'opportunità di poter avere una seconda chance, una nuova opportunità per riparare ad un errore, per riparare ad un dolore indelebile.
Credevo di poter riparare una ferita mai rimarginata, ma non sempre le cose vanno come ci si aspetterebbe. La ferita, invece di rimarginarsi, si è riaperta lasciando maggior dolore, un dolore che questa volta non finirà mai.
Constatare quanto i nostri cuori siano fragili, quanto i nostri desideri siano impalpabili ed irraggiungibili, constatare quanto l'amore possa essere così difficile da catturare, diventa una sofferenza infinita che mai nessuno potrà più alleviare.
Pensare di essere arrivata ad una chiusura del cerchio, ad una conclusione logica ed accettabile e rendermi conto che, evidentemente, ancora non è il tempo, mi lascia senza parole.
Ci sono esperienze nella vita che dovrebbero insegnare, raramente si ha l'opportunità di poter avere una seconda chance, una nuova opportunità per riparare ad un errore, per riparare ad un dolore indelebile.
Credevo di poter riparare una ferita mai rimarginata, ma non sempre le cose vanno come ci si aspetterebbe. La ferita, invece di rimarginarsi, si è riaperta lasciando maggior dolore, un dolore che questa volta non finirà mai.
Constatare quanto i nostri cuori siano fragili, quanto i nostri desideri siano impalpabili ed irraggiungibili, constatare quanto l'amore possa essere così difficile da catturare, diventa una sofferenza infinita che mai nessuno potrà più alleviare.
Saturday, May 07, 2016
Vivere in campagna
Fare la passeggiata con i cani e trovare delle sorprese è sempre piacevole.
In realtà sono sorprese che si ripetono tutti gli anni, ma mi ritengo fortunata per aver potuto gustare di queste sorprese primaverili per così tanti anni.
Il ritorno delle piccole rondini, il loro volo che pare confuso ed invece è così regolare; i campi di grano ed orzo che quest'anno hanno preso il posto dei campi di foraggio; il canto del cuculo, così raro da sentire in campagna.
Ecco, queste belle sorprese, compreso un bel cielo limpido ed azzurro, mi fanno tornare in mente tante cose della mia infanzia.
Mi fanno tornare in mente le poesie di mia madre che ancora dopo 89 primavere era capace di trasmettere la sorpresa e la felicità nelle piccole cose.
Grazie mamma, che mi hai insegnato a gioire di poche cose, quelle vere.
In realtà sono sorprese che si ripetono tutti gli anni, ma mi ritengo fortunata per aver potuto gustare di queste sorprese primaverili per così tanti anni.
Il ritorno delle piccole rondini, il loro volo che pare confuso ed invece è così regolare; i campi di grano ed orzo che quest'anno hanno preso il posto dei campi di foraggio; il canto del cuculo, così raro da sentire in campagna.
Ecco, queste belle sorprese, compreso un bel cielo limpido ed azzurro, mi fanno tornare in mente tante cose della mia infanzia.
Mi fanno tornare in mente le poesie di mia madre che ancora dopo 89 primavere era capace di trasmettere la sorpresa e la felicità nelle piccole cose.
Grazie mamma, che mi hai insegnato a gioire di poche cose, quelle vere.
Monday, April 25, 2016
Chernobyl - 26 aprile 1986 - 26 aprile 2016 - Trent'anni dopo
Il 26 aprile 1986, all'incirca alla 1 di notte, a causa di alcuni esperimenti che il responsabile della centrale voleva fare, vennero chiuse tutte le procedure di sicurezza della centrale nucleare di Chernobyl provocando un effetto "pentola a pressione" che fece scoppiare letteralmente la centrale, facendola scoperchiare e lasciando uscire materiale radioattivo della potenza di 500 volte superiore alla bomba che fu gettata nel 1945 su Hiroshima e Nagasaki.
La notizia venne tenuta nascosta fino ai primi di maggio, poiché la Norvegia e la Svezia avevano già annunciato di avere avuto effetti della nube. Solo allora il governo russo (allora esisteva ancora l'URSS ed il presidente era Gorbachov) rese noto l'incidente.
Il primo maggio, noi eravamo all'aperto, in un maneggio, per passare la giornata in compagnia di mia sorella e suo marito; improvvisamente sentimmo una grande ondata di calore, la giornata era soleggiata e splendida. Mia figlia, che allora aveva 4 anni e mezzo, iniziò a perdere sangue dal naso: soffriva di epistassi frequenti da quando aveva seguito una cura a Monticelli, ma una perdita di sangue così copiosa non l'avevo mai vista. Aveva la vena principale che attraversa la fronte gonfia ed arrossata e nonostante la tenessi sotto l'acqua l'epistassi le proseguì per gran parte del pomeriggio.
Solo qualche giorno dopo, la scuola materna che frequentava organizzò un incontro con i genitori per rendere note le disposizioni ricevute per tenere i bambini al riparo, per quanto si potesse fare, dalle radiazioni provocate dalla centrale di Chernobyl:
- non mangiare frutta e verdura fresche;
- non bere latte con data posteriore al 26 aprile;
- non mangiare latticini con data posteriore al 26 aprile;
- non camminare nell'erba;
- evitare di stare all'aria aperta.
Era maggio; era una bellissima primavera; si avvicinava l'estate.
Per quanto tempo queste disposizioni avrebbero dovuto essere seguite? Una domanda da 10 milioni di dollari se non di più ...
Oggi, a trent'anni di distanza, ci sono anche nostri esperti a Chernobyl per la creazione di un nuovo sarcofago che dovrebbe coprire quello costruito in tre mesi, subito dopo l'esplosione, da volontari che tutti si ammalarono di leucemia e di cancro. Ci furono degli eroi, tutti russi, che volarono con gli elicotteri sopra all'incendio per spegnerlo; ci furono degli eroi, tutti russi, che a mani nude, senza protezioni, costruirono il sarcofago; ci furono eroi, tutti russi, che a mani nude, senza protezioni gettarono materiali "adatti" per coprire il fuoco nucleare. Ma quel sarcofago, che avrebbe potuto durare trent'anni, già l'anno successivo iniziò a crepare e quindi per trent'anni ha fatto fuoriuscire nell'aria nuvole radioattive che, per trent'anni, hanno sorvolato la Russia e tutta l'Europa impestandola.
Oggi stanno cercando di costruire un nuovo sarcofago, con nuovi materiali tecnologici, che i tecnici dicono dovrebbe bastare per cento anni, almeno 70 sperano ... ma intanto, la nuvola malefica e velenosa continua ad impestare il nostro cielo, la nostra terra, il nostro pianeta.
E poi? Fra settant'anni cosa accadrà?
La memoria umana è corta; gli esseri umani dimenticano e continuano a fare le guerre.
Cosa accadrà ai nostri pronipoti che dovranno affrontare, fra 70 anni, ancora perdite radioattive, ancora quel fuoco immortale?
Quante centrali nucleari ci sono sparse per il mondo e quanto pericolo corriamo noi, a convivere con questi mostri di cemento armato eppure così fragili nei confronti del fuoco nucleare?
Quella giapponese, dopo il terremoto ed il maremoto, continua anche lei a perdere acqua radioattiva che va direttamente in mare.
Purtroppo, la centrale di Caorso ce lo insegna, le centrali nucleari non possono mai essere spente definitivamente. Una volta accesa la fusione nucleare, non si può più spegnere. Ci sono tecnici che la tengono accesa al minimo, ci sono ogni giorno rifiuti nucleari da dover smaltire e ci sono sempre pericoli di esplosioni o, perché no?, di attentati.
Abbiamo innescato tante bombe ad orologeria.
Poveri noi. Povero il nostro bellissimo pianeta.
La notizia venne tenuta nascosta fino ai primi di maggio, poiché la Norvegia e la Svezia avevano già annunciato di avere avuto effetti della nube. Solo allora il governo russo (allora esisteva ancora l'URSS ed il presidente era Gorbachov) rese noto l'incidente.
Il primo maggio, noi eravamo all'aperto, in un maneggio, per passare la giornata in compagnia di mia sorella e suo marito; improvvisamente sentimmo una grande ondata di calore, la giornata era soleggiata e splendida. Mia figlia, che allora aveva 4 anni e mezzo, iniziò a perdere sangue dal naso: soffriva di epistassi frequenti da quando aveva seguito una cura a Monticelli, ma una perdita di sangue così copiosa non l'avevo mai vista. Aveva la vena principale che attraversa la fronte gonfia ed arrossata e nonostante la tenessi sotto l'acqua l'epistassi le proseguì per gran parte del pomeriggio.
Solo qualche giorno dopo, la scuola materna che frequentava organizzò un incontro con i genitori per rendere note le disposizioni ricevute per tenere i bambini al riparo, per quanto si potesse fare, dalle radiazioni provocate dalla centrale di Chernobyl:
- non mangiare frutta e verdura fresche;
- non bere latte con data posteriore al 26 aprile;
- non mangiare latticini con data posteriore al 26 aprile;
- non camminare nell'erba;
- evitare di stare all'aria aperta.
Era maggio; era una bellissima primavera; si avvicinava l'estate.
Per quanto tempo queste disposizioni avrebbero dovuto essere seguite? Una domanda da 10 milioni di dollari se non di più ...
Oggi, a trent'anni di distanza, ci sono anche nostri esperti a Chernobyl per la creazione di un nuovo sarcofago che dovrebbe coprire quello costruito in tre mesi, subito dopo l'esplosione, da volontari che tutti si ammalarono di leucemia e di cancro. Ci furono degli eroi, tutti russi, che volarono con gli elicotteri sopra all'incendio per spegnerlo; ci furono degli eroi, tutti russi, che a mani nude, senza protezioni, costruirono il sarcofago; ci furono eroi, tutti russi, che a mani nude, senza protezioni gettarono materiali "adatti" per coprire il fuoco nucleare. Ma quel sarcofago, che avrebbe potuto durare trent'anni, già l'anno successivo iniziò a crepare e quindi per trent'anni ha fatto fuoriuscire nell'aria nuvole radioattive che, per trent'anni, hanno sorvolato la Russia e tutta l'Europa impestandola.
Oggi stanno cercando di costruire un nuovo sarcofago, con nuovi materiali tecnologici, che i tecnici dicono dovrebbe bastare per cento anni, almeno 70 sperano ... ma intanto, la nuvola malefica e velenosa continua ad impestare il nostro cielo, la nostra terra, il nostro pianeta.
E poi? Fra settant'anni cosa accadrà?
La memoria umana è corta; gli esseri umani dimenticano e continuano a fare le guerre.
Cosa accadrà ai nostri pronipoti che dovranno affrontare, fra 70 anni, ancora perdite radioattive, ancora quel fuoco immortale?
Quante centrali nucleari ci sono sparse per il mondo e quanto pericolo corriamo noi, a convivere con questi mostri di cemento armato eppure così fragili nei confronti del fuoco nucleare?
Quella giapponese, dopo il terremoto ed il maremoto, continua anche lei a perdere acqua radioattiva che va direttamente in mare.
Purtroppo, la centrale di Caorso ce lo insegna, le centrali nucleari non possono mai essere spente definitivamente. Una volta accesa la fusione nucleare, non si può più spegnere. Ci sono tecnici che la tengono accesa al minimo, ci sono ogni giorno rifiuti nucleari da dover smaltire e ci sono sempre pericoli di esplosioni o, perché no?, di attentati.
Abbiamo innescato tante bombe ad orologeria.
Poveri noi. Povero il nostro bellissimo pianeta.
Friday, April 15, 2016
GURU
Ci sono persone che avendo una spiccata personalità attraggono a sé moltitudini.
Budda, Gesù, Maometto veri o falsi che fossero, sono stati profeti di una visione della vita che ha attratto popoli interi, nel bene e nel male.
I guru vengono capiti solo dopo la loro morte, come spesso è accaduto anche in antichità. Fu così per Gandhi, Martin Luther King, Malcom X, Gramsci, Togliatti.
La visione di una società giusta, in cui i diritti fossero per tutti, senza distinzione di età, sesso, religione, colore della pelle è un ideale che viene perseguito ormai da secoli, eppure ancora così lontana dalla realtà.
Accade così che chi ne viene folgorato, ancora una volta e ne parla viene inviso, deriso, come minimo non compreso, perché certe visioni non sono per tutti.
Utopia, questa Città di Gerusalemme di cui parlava Campanella e che per questo fu incarcerato, è una città in cui regna un ordine superiore, dettato dall'etica collettiva e personale, che non ha bisogno di leggi morali o religiose, ma nasce dall'interno dell'animo umano.
Oggi, gli ignoranti, e questo termine non vuole essere offensivo bensì vuole significare chi ignora, si riempiono la bocca di parole di cui non conoscono nemmeno il significato, bandendo e bollando colui che parla di Utopia come un visionario o, peggio, un massone. Dimenticando che gli ordini massonici non perseguono scopi finanziari bensì umanitari. Ma la massoneria, come viene vista dopo la scoperta di logge trasversali come la P2, è bollata e demonizzata come se fosse un covo di delinquenti.
La massoneria ha ben altra storia; gli ordini iniziatici hanno ben altra storia.
E Utopia è il loro obiettivo: una società giusta, guidata da saggi, le cui risorse vengono divise in modo uniforme poiché le risorse ci sarebbero per tutti se non ci fossero sempre stati, se non ci fossero ancora, quei pochi che vogliono stringere tutto, dimenticando che quando sarà la loro ora non potranno stringere nulla e si dovranno presentare alla Coscienza Universale nudi, come sono nati. Allora il loro cuore verrà misurato e pesato sulla base di ciò che avranno o non avranno fatto, ciò che avranno o non avranno detto.
C'è un orto, a Gerusalemme, l'Orto dei Giusti; è un luogo dove si ricordano le persone che hanno fatto ed hanno detto cose buone per l'Umanità. Non è un luogo per tutti, infatti. Ogni giusto ha un nome ed ha un albero con il proprio nome.
In questi giorni è venuto a mancare un personaggio che ha avuto il coraggio di parlare di Utopia in un programma di un movimento popolare; di lui si sono dette tante cose, che fosse un guru, che fosse un visionario. Anche io non avevo capito nulla e forse non ho ancora capito.
Io sono contraria ai guru, non seguo i guru per principio perché il mio maestro sono io, il nostro maestro siamo noi.
Ma comprendo che a volte occorre avere una persona con una voce più potente di tutte che si faccia sentire, per vedere, forse, una luce in fondo ad un tunnel.
Mi auguro che le persone che hanno potuto conoscere da vicino questo personaggio, possano trarre da lui un insegnamento profondo, senza deluderne le aspettative.
Lottare fino alla morte per la giustizia, la verità, l'uguaglianza, la libertà, senza mai aspettarsi nulla per sé, senza pretendere nulla per sé, per tornare a quando la politica era una missione e non un modo legalizzato per rubare.
Questo auguro al Movimento 5 stelle: che le stelle brillino davvero per indicare, finalmente, una strada limpida, forse tortuosa, ma che sia per tutti verso un futuro migliore.
Wednesday, March 23, 2016
ATTENTATI A BRUXELLES . 22/03/2016
Due bombe in metropolitana ed una in aeroporto hanno portato il terrorismo nella capitale dell'Unione Europea, dando un chiaro messaggio che la sicurezza è ben lontana dall'essere ... sicura.
Uno degli attentatori del 13 novembre 2015 a Parigi era rimasto nascosto nella sua abitazione proprio a Bruxelles senza che la polizia lo avesse scoperto, fino a due giorni fa. Probabilmente per vendetta per quell'arresto sono stati programmati gli attentati di ieri. La mancanza di sicurezza contro il terrorismo come la mancanza di sicurezza contro i furti e la delinquenza ha delle cause note: mancanza di mezzi, di personale, di intelligence, come la chiamano. Di intelligenza se ne vede ben poca in giro. Ma d'altra parte sono convinta che la paura, come il terrore, facciano molto comodo a chi governa: quando la gente ha paura, quando è il terrore che attanaglia, la gente non si ritrova, non esce, non è solidale, si chiude nel proprio orticello proprio come succede durante le dittature, in cui ognuno ha paura di proferire parola per non essere spiato. Le lezioni delle dittature vengono rispettate anche in clima di "democrazia": spaventare, terrorizzare, distruggere, dividere ... così il popolo si sottomette. La chiusura delle proprie case, così come la chiusura delle proprie frontiere, chiude il mondo fuori, lascia fuori chi è meno fortunato. Così le frontiere che alcuni paesi europei stanno chiudendo agli immigrati, adesso verranno chiuse con la scusa dei terroristi. Ma chi li arma questi terroristi? Chi ha armato, fino ad oggi, il terrorismo?
Il progetto di una polizia europea di cui si sentivano già notizie qua e là, si sta concretizzando: una polizia al di fuori di ogni regola, non sottoposta ad alcuna legge di nessuno stato, impunibile. Pericolosa, perché dando potere contro il terrorismo farà terrore, potrà arrestare al minimo sospetto e le libertà personali verranno a mancare. Ecco, questo sarà il risultato: una popolazione, quella europea, che per sentirsi protetta contro il terrorismo accetterà qualunque restrizione della propria libertà. Così iniziano le dittature.
Facciamo attenzione, non lasciamoci prendere dalla paura, dal terrore. Teniamo alta la testa e facciamo attenzione ad ogni segnale di diminuzione della libertà.
Dobbiamo pretendere che ci sia la sicurezza senza che vengano tolte le libertà di parola, pensiero, movimento.
Perché la sicurezza, come la libertà, è un diritto per tutti.
Uno degli attentatori del 13 novembre 2015 a Parigi era rimasto nascosto nella sua abitazione proprio a Bruxelles senza che la polizia lo avesse scoperto, fino a due giorni fa. Probabilmente per vendetta per quell'arresto sono stati programmati gli attentati di ieri. La mancanza di sicurezza contro il terrorismo come la mancanza di sicurezza contro i furti e la delinquenza ha delle cause note: mancanza di mezzi, di personale, di intelligence, come la chiamano. Di intelligenza se ne vede ben poca in giro. Ma d'altra parte sono convinta che la paura, come il terrore, facciano molto comodo a chi governa: quando la gente ha paura, quando è il terrore che attanaglia, la gente non si ritrova, non esce, non è solidale, si chiude nel proprio orticello proprio come succede durante le dittature, in cui ognuno ha paura di proferire parola per non essere spiato. Le lezioni delle dittature vengono rispettate anche in clima di "democrazia": spaventare, terrorizzare, distruggere, dividere ... così il popolo si sottomette. La chiusura delle proprie case, così come la chiusura delle proprie frontiere, chiude il mondo fuori, lascia fuori chi è meno fortunato. Così le frontiere che alcuni paesi europei stanno chiudendo agli immigrati, adesso verranno chiuse con la scusa dei terroristi. Ma chi li arma questi terroristi? Chi ha armato, fino ad oggi, il terrorismo?
Il progetto di una polizia europea di cui si sentivano già notizie qua e là, si sta concretizzando: una polizia al di fuori di ogni regola, non sottoposta ad alcuna legge di nessuno stato, impunibile. Pericolosa, perché dando potere contro il terrorismo farà terrore, potrà arrestare al minimo sospetto e le libertà personali verranno a mancare. Ecco, questo sarà il risultato: una popolazione, quella europea, che per sentirsi protetta contro il terrorismo accetterà qualunque restrizione della propria libertà. Così iniziano le dittature.
Facciamo attenzione, non lasciamoci prendere dalla paura, dal terrore. Teniamo alta la testa e facciamo attenzione ad ogni segnale di diminuzione della libertà.
Dobbiamo pretendere che ci sia la sicurezza senza che vengano tolte le libertà di parola, pensiero, movimento.
Perché la sicurezza, come la libertà, è un diritto per tutti.
Friday, March 11, 2016
COMPLEANNI
Mia suocera compiva gli anni oggi. Ricordo il suo ultimo compleanno, malata, a letto già da alcuni mesi (non aveva potuto partecipare al nostro matrimonio alla fine dell'ottobre precedente perché già allettata): compiva 53 anni. Aveva già perso tutti i capelli più volte, durante i vari cicli di chemioterapia e non aveva perso solo quello: lei, classico fisico delle donne italiane, molto seno, vita stretta, molto alta, ormai non aveva più un briciolo di muscolo, di carne. Sotto le lenzuola, non si vedeva nessun rialzo, se non quello dei piedi, molto lunghi ma ormai molto scarniti.
I suoi bei capelli tutti persi, il cranio nascosto da un foulard; le terapie anti dolore, ormai, non avevano alcun risultato e quando, al giovedì, passavo la mia giornata di riposo con lei mi rimproverava di non saper fare le iniezioni. Ed io a spiegarle che avendone subite tante, troppe io sin da bambina per il mio fisico gracile, non potevo far subire la medesima tortura ad altri .. e poi, lei, così magra, mi faceva temere persino di toccarla.
Eppure, i miei massaggi, fatti con tenerezza ed attenzione, le alleviavano un po' i dolori per il troppo tempo passato a letto, causati dalle infiltrazioni di flebo. Le sue mani, belle, affusolate e sempre curate, ormai erano un insieme di lividi; le sue gambe, lunghe, erano troppo magre; la sua schiena, nel massaggiarla, mi faceva sentire le ossa sotto le mie dita.
Eppure, i miei massaggi, le piacevano e mi diceva che quella avrebbe dovuto essere la mia strada, la fisioterapia; diceva che avevo le mani calde, morbide e che i movimenti, regolari e lenti, le davano una bella sensazione.
Due mesi dopo il suo ultimo compleanno, nel sonno, se ne andò.
Il medico, amico di famiglia, veniva ogni giorno per fare l'iniezione contro il dolore; ci aveva avvisati che ormai il cuore stava per cedere, ultimo a resistere a quel male che l'aveva mangiata completamente.
Inventammo, per rimanere a dormire nell'appartamento, di aver perso le chiave delle nostre due stanze. Anna si preoccupò tantissimo, forse facendo finta di credere a quella pietosa bugia.
Passammo con mio suocero e lei gli ultimi suoi due giorni; poi, alle sei del mattino, mio suocero venne a chiamare il figlio: Anna era ancora calda, ma non respirava più. Aveva passato la sua ultima notte senza svegliarsi, facendo un sonno ristoratore a differenza degli ultimi mesi, in cui, in mezzo alla nottata, si svegliava. Ha fatto il passaggio così, nel sonno. A 53 anni.
I suoi bei capelli tutti persi, il cranio nascosto da un foulard; le terapie anti dolore, ormai, non avevano alcun risultato e quando, al giovedì, passavo la mia giornata di riposo con lei mi rimproverava di non saper fare le iniezioni. Ed io a spiegarle che avendone subite tante, troppe io sin da bambina per il mio fisico gracile, non potevo far subire la medesima tortura ad altri .. e poi, lei, così magra, mi faceva temere persino di toccarla.
Eppure, i miei massaggi, fatti con tenerezza ed attenzione, le alleviavano un po' i dolori per il troppo tempo passato a letto, causati dalle infiltrazioni di flebo. Le sue mani, belle, affusolate e sempre curate, ormai erano un insieme di lividi; le sue gambe, lunghe, erano troppo magre; la sua schiena, nel massaggiarla, mi faceva sentire le ossa sotto le mie dita.
Eppure, i miei massaggi, le piacevano e mi diceva che quella avrebbe dovuto essere la mia strada, la fisioterapia; diceva che avevo le mani calde, morbide e che i movimenti, regolari e lenti, le davano una bella sensazione.
Due mesi dopo il suo ultimo compleanno, nel sonno, se ne andò.
Il medico, amico di famiglia, veniva ogni giorno per fare l'iniezione contro il dolore; ci aveva avvisati che ormai il cuore stava per cedere, ultimo a resistere a quel male che l'aveva mangiata completamente.
Inventammo, per rimanere a dormire nell'appartamento, di aver perso le chiave delle nostre due stanze. Anna si preoccupò tantissimo, forse facendo finta di credere a quella pietosa bugia.
Passammo con mio suocero e lei gli ultimi suoi due giorni; poi, alle sei del mattino, mio suocero venne a chiamare il figlio: Anna era ancora calda, ma non respirava più. Aveva passato la sua ultima notte senza svegliarsi, facendo un sonno ristoratore a differenza degli ultimi mesi, in cui, in mezzo alla nottata, si svegliava. Ha fatto il passaggio così, nel sonno. A 53 anni.
Monday, March 07, 2016
PICCOLI OMICIDI CRESCONO
Non amo Porta a porta di Bruno Vespa perché non amo i sensazionalismi, i plastici delle terre di guerra, le storie di calciatori e subrettine, ma ieri sera si parlava di questo omicidio straziante di un giovane seviziato, torturato ed ucciso da due giovani che pensava fossero amici.
Due giovani uomini di ventinove anni hanno pianificato, due giorni prima, di uccidere qualcuno a caso così, tanto per divertirsi; uno dei due ha chiamato la vittima, non si sa se per invitarlo ad una festa. La fidanzata della vittima dice che non era tipo da andare a "festini" equivoci.
Comunque, già due giorni prima i due assassini si sono procurati 1.500 euro di cocaina; non era certo la prima volta che usavano la cocaina perché uno dei due ha confessato di farne uso da 10 anni, da quando, cioè aveva diciannove anni.
Ma quella cifra di cocaina corrisponde a circa 30 grammi di cocaina, una dose altissima, dicono, anche per consumatori abituali.
Per due giorni gli assassini si sono fatti di coca e alcool.
Quando hanno incontrato la vittima, erano ormai assolutamente fuori controllo ma non dimentichiamo che due giorni prima avevano pensato di ammazzare qualcuno a caso.
Lo hanno chiamato nell'appartamento di uno dei due: gli hanno dato una medicina, la vittima si è sentita male e lì è iniziato il tormento: lo hanno assalito, immobilizzato, reso impossibile ogni difesa ed ogni grido e con due coltelli ed un martello lo hanno seviziato, torturato ed ucciso.
Grazie a Vespa per non aver dato altri dettagli, troppo crudi e cruenti anche per lui.
Presente era il padre dell'assassino nel cui appartamento è accaduto tutto; il figlio gli ha telefonato e quando si è trovato con il padre ha detto "Ho fatto un guaio". Quando il padre ha saputo tutto ha portato il figlio assassino alla polizia, dove è stata raccolta la confessione grazie alla quale hanno salvato in extremis l'altro assassino che aveva detto che si sarebbe ammazzato.
Ora, almeno l'altro evidentemente ha avuto un rigurgito di coscienza per essersi reso conto di ciò che aveva fatto ed infatti ha tentato il suicidio in un hotel.
Ma questo, il cui padre è proprietario di una catena di ristoranti, non ha dato segni di pentimento.
Ed il padre, presente a Porta a porta, raccontava l'omicidio con freddezza, come se si stesse raccontando un fatto qualunque; non sapeva che il figlio, "bravo ragazzo, fuori corso (questo è irrilevante) perché impegnato nelle aziende di famiglia", facesse uso di cocaina da dieci anni. Ma è "un bravo ragazzo, con quoziente d'intelligenza superiore alla media". Fossi stata io la madre di quell'assassino forse sarei stata presente alla trasmissione per metterci la faccia, ma certamente mi sarei vergognata tantissimo, mi sarei sentita male ad avere un figlio diventato torturatore ed assassino perché avrebbe significato che qualcosa, nell'educazione datagli, avevo sbagliato. Ma questo padre no, non ha avuto un attimo di commozione, un pensiero verso la vittima, uno sguardo colpevole, un pensiero ai genitori che hanno perso un figlio sapendo che aveva sofferto tantissimo; perché durante la confessione l'assassino ha detto che volevano farlo soffrire e la vittima è morta lentamente soffrendo tantissimo.
Ma questo padre non ha avuto un attimo di ripensamento alla educazione data al figlio, assolutamente no.
Accanto al padre dell'assassino c'era una psicologa che, gentilmente, ha fatto notare che la rappresentazione del giovane data dal padre non rispondeva alla realtà; un'escalation di violenza di questo tipo non nasce da un giorno all'altro, qualche segnale di squilibrio deve esserci pur stata prima.
Il padre ha detto che comunque da alcuni anni il giovane era fuori dal controllo famigliare perché abitava da solo ma insisteva sul fatto che suo figlio è un bravo ragazzo.
A parte andare ad assassinare un coetaneo dopo avergli fatto subire sevizie e torture per "vedere che effetto che fa".
La cosa che mi disturba alquanto è la consapevolezza che questo abbia alle spalle un padre che potrà spendere molti soldi per farlo difendere; la consapevolezza che avere dei giovani con disponibilità di denaro e senza controllo possono trasformarsi, per gioco, in mostri; la consapevolezza che fra pochi giorni nessuno parlerà della vittima ma continueremo a sentire considerazioni sul perché e per come qualcuno si trasforma in assassino e torturatore. E magari il padre o l'assassino stesso un giorno scriverà un libro ed andrà da Bruno Vespa a presentarlo e farà anche altri soldi ed avrà il suo quarto d'ora di celebrità o magari di più (se fossimo in America, come ha fatto l'assassina di Meredith). E magari questo "bravo ragazzo" durante il periodo di galera, che sarà breve tra permessi, premi, condoni, prescrizioni o quant'altro, si laureerà come ha fatto l'assassina di madre e fratello che grazie a Don Mazzi disputa anche partite non so se di basket o pallavolo.
Insomma, alla fine ci troviamo con giovani veramente bravi, educati, ingenui assassinati da "Piccoli omicidi che crescono" che rimarranno impuniti.
In giornate come queste, veramente mi chiedo in che mondo viviamo, mi chiedo se è questo il messaggio che vogliamo dare ai nostri giovani: che con i soldi, a quelli che hanno i soldi, si arriva ad avere il perdono sociale.
Ebbene, io, il mio perdono civile, da semplice cittadino, non lo concedo né a Erica, né a questi due assassini, né ad altri. Sono contraria alla pena di morte, ma sono assolutamente a favore della morte civile di chi si macchia della morte di un suo simile, morte civile possibile solo con l'ergastolo, carcere a vita che deve servire per fare un esame di coscienza e di consapevolezza di ciò che si è fatto prima di arrivare a fare i conti con la propria morte.
Due giovani uomini di ventinove anni hanno pianificato, due giorni prima, di uccidere qualcuno a caso così, tanto per divertirsi; uno dei due ha chiamato la vittima, non si sa se per invitarlo ad una festa. La fidanzata della vittima dice che non era tipo da andare a "festini" equivoci.
Comunque, già due giorni prima i due assassini si sono procurati 1.500 euro di cocaina; non era certo la prima volta che usavano la cocaina perché uno dei due ha confessato di farne uso da 10 anni, da quando, cioè aveva diciannove anni.
Ma quella cifra di cocaina corrisponde a circa 30 grammi di cocaina, una dose altissima, dicono, anche per consumatori abituali.
Per due giorni gli assassini si sono fatti di coca e alcool.
Quando hanno incontrato la vittima, erano ormai assolutamente fuori controllo ma non dimentichiamo che due giorni prima avevano pensato di ammazzare qualcuno a caso.
Lo hanno chiamato nell'appartamento di uno dei due: gli hanno dato una medicina, la vittima si è sentita male e lì è iniziato il tormento: lo hanno assalito, immobilizzato, reso impossibile ogni difesa ed ogni grido e con due coltelli ed un martello lo hanno seviziato, torturato ed ucciso.
Grazie a Vespa per non aver dato altri dettagli, troppo crudi e cruenti anche per lui.
Presente era il padre dell'assassino nel cui appartamento è accaduto tutto; il figlio gli ha telefonato e quando si è trovato con il padre ha detto "Ho fatto un guaio". Quando il padre ha saputo tutto ha portato il figlio assassino alla polizia, dove è stata raccolta la confessione grazie alla quale hanno salvato in extremis l'altro assassino che aveva detto che si sarebbe ammazzato.
Ora, almeno l'altro evidentemente ha avuto un rigurgito di coscienza per essersi reso conto di ciò che aveva fatto ed infatti ha tentato il suicidio in un hotel.
Ma questo, il cui padre è proprietario di una catena di ristoranti, non ha dato segni di pentimento.
Ed il padre, presente a Porta a porta, raccontava l'omicidio con freddezza, come se si stesse raccontando un fatto qualunque; non sapeva che il figlio, "bravo ragazzo, fuori corso (questo è irrilevante) perché impegnato nelle aziende di famiglia", facesse uso di cocaina da dieci anni. Ma è "un bravo ragazzo, con quoziente d'intelligenza superiore alla media". Fossi stata io la madre di quell'assassino forse sarei stata presente alla trasmissione per metterci la faccia, ma certamente mi sarei vergognata tantissimo, mi sarei sentita male ad avere un figlio diventato torturatore ed assassino perché avrebbe significato che qualcosa, nell'educazione datagli, avevo sbagliato. Ma questo padre no, non ha avuto un attimo di commozione, un pensiero verso la vittima, uno sguardo colpevole, un pensiero ai genitori che hanno perso un figlio sapendo che aveva sofferto tantissimo; perché durante la confessione l'assassino ha detto che volevano farlo soffrire e la vittima è morta lentamente soffrendo tantissimo.
Ma questo padre non ha avuto un attimo di ripensamento alla educazione data al figlio, assolutamente no.
Accanto al padre dell'assassino c'era una psicologa che, gentilmente, ha fatto notare che la rappresentazione del giovane data dal padre non rispondeva alla realtà; un'escalation di violenza di questo tipo non nasce da un giorno all'altro, qualche segnale di squilibrio deve esserci pur stata prima.
Il padre ha detto che comunque da alcuni anni il giovane era fuori dal controllo famigliare perché abitava da solo ma insisteva sul fatto che suo figlio è un bravo ragazzo.
A parte andare ad assassinare un coetaneo dopo avergli fatto subire sevizie e torture per "vedere che effetto che fa".
La cosa che mi disturba alquanto è la consapevolezza che questo abbia alle spalle un padre che potrà spendere molti soldi per farlo difendere; la consapevolezza che avere dei giovani con disponibilità di denaro e senza controllo possono trasformarsi, per gioco, in mostri; la consapevolezza che fra pochi giorni nessuno parlerà della vittima ma continueremo a sentire considerazioni sul perché e per come qualcuno si trasforma in assassino e torturatore. E magari il padre o l'assassino stesso un giorno scriverà un libro ed andrà da Bruno Vespa a presentarlo e farà anche altri soldi ed avrà il suo quarto d'ora di celebrità o magari di più (se fossimo in America, come ha fatto l'assassina di Meredith). E magari questo "bravo ragazzo" durante il periodo di galera, che sarà breve tra permessi, premi, condoni, prescrizioni o quant'altro, si laureerà come ha fatto l'assassina di madre e fratello che grazie a Don Mazzi disputa anche partite non so se di basket o pallavolo.
Insomma, alla fine ci troviamo con giovani veramente bravi, educati, ingenui assassinati da "Piccoli omicidi che crescono" che rimarranno impuniti.
In giornate come queste, veramente mi chiedo in che mondo viviamo, mi chiedo se è questo il messaggio che vogliamo dare ai nostri giovani: che con i soldi, a quelli che hanno i soldi, si arriva ad avere il perdono sociale.
Ebbene, io, il mio perdono civile, da semplice cittadino, non lo concedo né a Erica, né a questi due assassini, né ad altri. Sono contraria alla pena di morte, ma sono assolutamente a favore della morte civile di chi si macchia della morte di un suo simile, morte civile possibile solo con l'ergastolo, carcere a vita che deve servire per fare un esame di coscienza e di consapevolezza di ciò che si è fatto prima di arrivare a fare i conti con la propria morte.
Wednesday, February 24, 2016
EQUILIBRI SUL FILO DEL RASOIO
Siamo in equilibrio precario.
In tutto il mondo.
E dopo settanta cinque anni di pace (in Europa) ci sono venti di guerra: atomica, tra le due potenze maggiori; tra fazioni religiose; guerre di occupazione. poiché si stanno sta spartendo la Libia sulla carta e il nostro governo parla di mandare truppe di terra. Presumo stia pensando di rimettere la leva obbligatoria poiché i militari volontari sono già dislocati in varie aree.
Dopo l'olocausto degli ebrei, è stato creato, sulla carta, lo stato di Israele nel 1948, senza calcolare minimamente lo stato di Palestina, lì da millenni, abitato da una popolazione incapace, evidentemente, di creare e proliferare in modo "adeguato". Una popolazione nomade, si sa, è difficile da controllare e difficile da governare, ma facile preda delle popolazioni più stanziali.
I paesi arabi, confinanti, ricchi di petrolio avrebbero potuto aiutare lo stato di Palestina a farsi portavoce dei diritti dei propri cittadini. Ma evidentemente le scelte sono state differenti.
E così, dopo settanta cinque anni, ancora siamo qui a parlare della "questione Palestinese" come se questa questione non riguardasse anche e soprattutto Israele con cui lo stato di Palestina dovrebbe convivere.
Ed ecco che dobbiamo vedere bimbi utilizzati come kamikaze da chi si arroga il diritto di fare da portavoce dei diritti dei Palestinesi e bimbi innocenti ammazzati dalle forze militari Israeliane che, solo perché hanno il via libera per contrastare il terrorismo, terrorizzano ed ammazzano vite innocenti.
La cosa che alla fine non mi so spiegare è semplice: gli ebrei, popolo senza terra e senza nazione, in settanta cinque anni sono diventati potenti e tutti i paesi si spacciano per amici degli ebrei per paura di sembrare anti-semiti. Si sono arricchiti come e forse più di quanto non fossero ricchi sparpagliati per il mondo antico, come nel 1500 ed anche prima quando potevano persino permettersi di fare "prestiti" ai re. Ogni anno si celebra la giornata dell'Olocausto per ricordare le vittime uccise dal nazismo. Situazione in cui, un popolo vittima, è diventato dominatore e ago della bilancia in molte questioni politiche.
Ma è un caso strano poiché spesso i popoli vittime di ingiustizia e genocedio, vedi i pellerossa d'America, sono rimasti tali; o i curdi, vittime di altro genocidio perpetrato dalla Turchia che, per carità, non vuole sentirlo nemmeno nominare.
Poi abbiamo altri casi, come nella vecchia Europa, ancora più strani: abbiamo un popolo che ha messo in ginocchio l'Europa ed ha portato sul baratro il mondo intero in una guerra mondiale, perpetrando tali crimini verso l'umanità da essere processato e spaccato a metà. Gli era stato proibito di avere armi ed esercito, era stato sconfitto; doveva essere tenuto in ginocchio perché pericoloso a causa del fanatismo a cui va incontro troppo facilmente. Eppure, ai giorni nostri riesce a tenere in pugno l'intera Europa, permettendosi di dettare regole a suo piacimento e di usare i soldi dell'Unione Europea come se fossero i suoi; si permette di erigere barricate, muri o fili spinati, chiamateli come volete, pur di difendere i propri confini. Questo è la Germania, che gira per l'Europa ed il parlamento Europeo come se fosse la padrona dell'Europa e lo è diventata, non con le armi, ma con il denaro. E non dimentichiamo che il suo alleato più pericoloso di settanta cinque anni fa, il Giappone, in Oriente fa lo stesso. Dove è caduta la bomba atomica hanno costruite centrali atomiche che, dopo il terremoto, stanno impestando l'aria e gli oceani ma, per carità, non diciamolo troppo forte.
Senza parlare, poi, del nemico numero uno dell'Occidente fino a pochi anni fa che ora viene coccolato e chiamato per invadere, a colpi di denaro, il mondo: la Cina, che durante gli anni di Mao era così temuta ed ora, pur non essendo cresciuta eticamente, pur avendo leggi che vietano il secondo figlio, pur sapendo che mangiano ogni cosa che respira, persino i propri figli indesiderati, viene chiamata in causa per trasferire la sua potenza in Europa. Senza chiedersi mai come facciano ad aprire ristoranti e negozi da un giorno all'altro, senza controlli sanitari, senza mutui; senza chiedersi mai come mai di funerali cinesi non ce ne siano mai.
Ora, lo so, potrei essere tacciata di leghismo o di razzismo.
No, no, non pensate di sbrigarvela così facilmente.
Voglio delle risposte, altisonanti.
Voglio sapere perché non si trattano le questioni politiche con la stessa moneta e lo stesso peso.
Voglio sapere perché ci dobbiamo inchinare verso popoli che, personalmente, non stimo affatto a causa della loro storia.
E non parlo solo dei cinesi: parlo dei turchi, che non voglio in Europa (anche perché geograficamente è un 'assurdità); parlo degli americani, che usano le nostre basi per mandare i droni ad ammazzare senza nemmeno doversi andare a fare un esame di coscienza; parlo dei tedeschi, che da un giorno all'altro potrebbero prendere decisioni per l'Europa dando un calcio a Francia, Italia, Spagna, Grecia. L'Inghilterra è un'isola, fortunati loro ed ha il coraggio, come ha sempre avuto, di prendere posizioni differenti. Si salverà.
Ecco: voglio delle risposte anche a quest'altra domanda: quando celebreremo l'olocausto degli Indiani d'America, dei Curdi e dei Palestinesi?
In tutto il mondo.
E dopo settanta cinque anni di pace (in Europa) ci sono venti di guerra: atomica, tra le due potenze maggiori; tra fazioni religiose; guerre di occupazione. poiché si stanno sta spartendo la Libia sulla carta e il nostro governo parla di mandare truppe di terra. Presumo stia pensando di rimettere la leva obbligatoria poiché i militari volontari sono già dislocati in varie aree.
Dopo l'olocausto degli ebrei, è stato creato, sulla carta, lo stato di Israele nel 1948, senza calcolare minimamente lo stato di Palestina, lì da millenni, abitato da una popolazione incapace, evidentemente, di creare e proliferare in modo "adeguato". Una popolazione nomade, si sa, è difficile da controllare e difficile da governare, ma facile preda delle popolazioni più stanziali.
I paesi arabi, confinanti, ricchi di petrolio avrebbero potuto aiutare lo stato di Palestina a farsi portavoce dei diritti dei propri cittadini. Ma evidentemente le scelte sono state differenti.
E così, dopo settanta cinque anni, ancora siamo qui a parlare della "questione Palestinese" come se questa questione non riguardasse anche e soprattutto Israele con cui lo stato di Palestina dovrebbe convivere.
Ed ecco che dobbiamo vedere bimbi utilizzati come kamikaze da chi si arroga il diritto di fare da portavoce dei diritti dei Palestinesi e bimbi innocenti ammazzati dalle forze militari Israeliane che, solo perché hanno il via libera per contrastare il terrorismo, terrorizzano ed ammazzano vite innocenti.
La cosa che alla fine non mi so spiegare è semplice: gli ebrei, popolo senza terra e senza nazione, in settanta cinque anni sono diventati potenti e tutti i paesi si spacciano per amici degli ebrei per paura di sembrare anti-semiti. Si sono arricchiti come e forse più di quanto non fossero ricchi sparpagliati per il mondo antico, come nel 1500 ed anche prima quando potevano persino permettersi di fare "prestiti" ai re. Ogni anno si celebra la giornata dell'Olocausto per ricordare le vittime uccise dal nazismo. Situazione in cui, un popolo vittima, è diventato dominatore e ago della bilancia in molte questioni politiche.
Ma è un caso strano poiché spesso i popoli vittime di ingiustizia e genocedio, vedi i pellerossa d'America, sono rimasti tali; o i curdi, vittime di altro genocidio perpetrato dalla Turchia che, per carità, non vuole sentirlo nemmeno nominare.
Poi abbiamo altri casi, come nella vecchia Europa, ancora più strani: abbiamo un popolo che ha messo in ginocchio l'Europa ed ha portato sul baratro il mondo intero in una guerra mondiale, perpetrando tali crimini verso l'umanità da essere processato e spaccato a metà. Gli era stato proibito di avere armi ed esercito, era stato sconfitto; doveva essere tenuto in ginocchio perché pericoloso a causa del fanatismo a cui va incontro troppo facilmente. Eppure, ai giorni nostri riesce a tenere in pugno l'intera Europa, permettendosi di dettare regole a suo piacimento e di usare i soldi dell'Unione Europea come se fossero i suoi; si permette di erigere barricate, muri o fili spinati, chiamateli come volete, pur di difendere i propri confini. Questo è la Germania, che gira per l'Europa ed il parlamento Europeo come se fosse la padrona dell'Europa e lo è diventata, non con le armi, ma con il denaro. E non dimentichiamo che il suo alleato più pericoloso di settanta cinque anni fa, il Giappone, in Oriente fa lo stesso. Dove è caduta la bomba atomica hanno costruite centrali atomiche che, dopo il terremoto, stanno impestando l'aria e gli oceani ma, per carità, non diciamolo troppo forte.
Senza parlare, poi, del nemico numero uno dell'Occidente fino a pochi anni fa che ora viene coccolato e chiamato per invadere, a colpi di denaro, il mondo: la Cina, che durante gli anni di Mao era così temuta ed ora, pur non essendo cresciuta eticamente, pur avendo leggi che vietano il secondo figlio, pur sapendo che mangiano ogni cosa che respira, persino i propri figli indesiderati, viene chiamata in causa per trasferire la sua potenza in Europa. Senza chiedersi mai come facciano ad aprire ristoranti e negozi da un giorno all'altro, senza controlli sanitari, senza mutui; senza chiedersi mai come mai di funerali cinesi non ce ne siano mai.
Ora, lo so, potrei essere tacciata di leghismo o di razzismo.
No, no, non pensate di sbrigarvela così facilmente.
Voglio delle risposte, altisonanti.
Voglio sapere perché non si trattano le questioni politiche con la stessa moneta e lo stesso peso.
Voglio sapere perché ci dobbiamo inchinare verso popoli che, personalmente, non stimo affatto a causa della loro storia.
E non parlo solo dei cinesi: parlo dei turchi, che non voglio in Europa (anche perché geograficamente è un 'assurdità); parlo degli americani, che usano le nostre basi per mandare i droni ad ammazzare senza nemmeno doversi andare a fare un esame di coscienza; parlo dei tedeschi, che da un giorno all'altro potrebbero prendere decisioni per l'Europa dando un calcio a Francia, Italia, Spagna, Grecia. L'Inghilterra è un'isola, fortunati loro ed ha il coraggio, come ha sempre avuto, di prendere posizioni differenti. Si salverà.
Ecco: voglio delle risposte anche a quest'altra domanda: quando celebreremo l'olocausto degli Indiani d'America, dei Curdi e dei Palestinesi?
Friday, February 19, 2016
TEMPO
Il tempo .. Il tempo passa e a volte non ce ne accorgiamo. Il tempo a volte ci manca. Il tempo a volte ci tradisce.
Inesorabilmente, passa senza che ce ne accorgiamo e ci sono degli eventi, nella nostra vita, in cui il tempo si congela.
Gli eventi luttuosi, quelli, fanno congelare il tempo; ci guardiamo indietro e ci viene da dire: è già passato del tempo.
Quatto anni fa, esattamente il 19 febbraio 2012, è stata l'ultima volta che ho visto mia madre viva.
Ero andata a trovarla nella casa di riposo dove era stata portata dopo il ricovero in ospedale; nella casa di riposo precedente non l'avevano curata bene ed era stata ricoverata con troppi guai. In due mesi, non si era alimentata, aveva rifiutato il fatto di essere in casa di riposo e si era chiusa nel suo mondo; calcoli alla cistifellea, infezioni alle vie urinarie e genitali, dopo l'intervento mutilante che aveva subito a causa del cancro; insufficienza renale. Arrivata nella nuova casa di riposo, con il sondino, aveva trovato un po' di pace. Io ero andata a trovarla, domenica mattina. Aveva nevicato tanto, noi non abbiamo macchine con gomme da neve e non c'era parcheggio libero. Mia sorella era là tutti i pomeriggi, essendo vicino a casa sua. Non so se con lei parlava. Mia madre si era chiusa definitivamente in se stessa. Quando sono arrivata, era a letto, con il sondino per l'alimentazione forzata; occhi chiusi, non rispondeva alle mie domande dette sottovoce. Siamo rimasti mezz'ora così, senza avere nemmeno il piacere di vedere i suoi occhi chiari, celesti come il cielo primaverile. Non volevo disturbarla, pensando che fosse meglio che dormisse, durante l'alimentazione in attesa di essere alzata, forse, un po' durante la giornata.
Così l'ho salutata con un bacio lieve e me ne sono andata pensando di poter tornare in un momento migliore, per portarla a fare un giro sulla sedia a rotelle.
Ma due giorni dopo ha deciso di andarsene, senza un saluto, senza un sorriso, senza uno sguardo.
Mamma ti voglio bene. E sarà così per sempre.
Inesorabilmente, passa senza che ce ne accorgiamo e ci sono degli eventi, nella nostra vita, in cui il tempo si congela.
Gli eventi luttuosi, quelli, fanno congelare il tempo; ci guardiamo indietro e ci viene da dire: è già passato del tempo.
Quatto anni fa, esattamente il 19 febbraio 2012, è stata l'ultima volta che ho visto mia madre viva.
Ero andata a trovarla nella casa di riposo dove era stata portata dopo il ricovero in ospedale; nella casa di riposo precedente non l'avevano curata bene ed era stata ricoverata con troppi guai. In due mesi, non si era alimentata, aveva rifiutato il fatto di essere in casa di riposo e si era chiusa nel suo mondo; calcoli alla cistifellea, infezioni alle vie urinarie e genitali, dopo l'intervento mutilante che aveva subito a causa del cancro; insufficienza renale. Arrivata nella nuova casa di riposo, con il sondino, aveva trovato un po' di pace. Io ero andata a trovarla, domenica mattina. Aveva nevicato tanto, noi non abbiamo macchine con gomme da neve e non c'era parcheggio libero. Mia sorella era là tutti i pomeriggi, essendo vicino a casa sua. Non so se con lei parlava. Mia madre si era chiusa definitivamente in se stessa. Quando sono arrivata, era a letto, con il sondino per l'alimentazione forzata; occhi chiusi, non rispondeva alle mie domande dette sottovoce. Siamo rimasti mezz'ora così, senza avere nemmeno il piacere di vedere i suoi occhi chiari, celesti come il cielo primaverile. Non volevo disturbarla, pensando che fosse meglio che dormisse, durante l'alimentazione in attesa di essere alzata, forse, un po' durante la giornata.
Così l'ho salutata con un bacio lieve e me ne sono andata pensando di poter tornare in un momento migliore, per portarla a fare un giro sulla sedia a rotelle.
Ma due giorni dopo ha deciso di andarsene, senza un saluto, senza un sorriso, senza uno sguardo.
Mamma ti voglio bene. E sarà così per sempre.
Saturday, February 13, 2016
Amicizia ed amore
Ho veramente pochi amici. Tanti, forse, virtuali; ma reali pochi. Un po' perché negli anni si lasciano pezzi di sé e non sempre i pezzi si ritrovano; un po' perché se non chiami tu pochi o nessuno ti chiama e quindi, con gli anni, si finisce che, si scelga oppure no, qualcuno venga lasciato indietro. Quando non c'è condivisione, a mio parere, è inutile insistere.
E poi ci sono invece quelli che non hai mai perso e non ti hanno mai perso; a volte capita anche di essere ritrovati da chi si era perso.
A pochi, nella mia vita, ho concesso, a dir la verità, di potersi classificare miei amici.
Quando avevo quattordici anni ero amica di tutti pensando che tutti fossero miei amici.
A venti avevo già scelto chi dovesse continuare il cammino con me.
A trent'anni le amicizie erano cambiate ed erano conoscenze.
A quaranta le conoscenze sono cambiate.
A cinquanta qualcuno poteva annoverarmi come amica.
A sessanta nessuno può annoverarmi come amica ed io non ho amici, ho solo conoscenti.
O meglio: con una persona sono amica e so che lei è mia amica. Badate: sto parlando di persona. Non sto parlando del sesso di quella persona.
Ora quella persona, in quarant'anni, non mi ha mai lasciata ed io non ho mai lasciato lei.
Le nostre vite sono corse parallele, ogni tanto incrociandoci ma sempre come se ci fossimo visti il giorno prima. Ognuno libero di fare le proprie esperienze e la propria vita. Quando ci si incontrava, si parlava del più e del meno sapendo che le parole che contavano erano quelle fra le righe.
Sapendo che al momento ci fosse stato bisogno io sarei stata presente per lei e sapendo che lei sarebbe stata presente per me. Comunque andassero le cose. Ed ancora, non crediate che mi sia sbagliata, non ho detto il sesso della persona.
Spesso ho avuto vicino questa persona nei momenti bui, nei lutti, nei momenti difficili; ma lei non aveva bisogno di me o per lo meno pareva che non ne avesse.
Anche quando ha avuto un lutto, pareva non avesse bisogno di me.
Le ho scritto un po' di tempo fa (ci scrivevamo quando eravamo giovani) ed io non ho avuto remore ad esprimere tutto il bene profondo che provo per questa persona perché a sessant'anni i sentimenti non fanno paura.
E adesso, che ha bisogno e me lo chiede, io ci sono.
Perché ricordatelo bene, a volte bisogna anche avere il coraggio di chiedere e di ammettere di avere bisogno, di un sorriso, di una risata, di un abbraccio, di una presenza.
Mi sono stupita nel constatare quanta confidenza, inaspettata, ci sia tra noi. E di quanto sia piacevole esserci al bisogno.
Mi stupisco di quanto io riesca ad essere fredda e decisa in certi momenti difficili. Credo che a vedermi dall'esterno uno potrebbe definirmi indifferente; invece sono assolutamente capace di trattenere la mia ansia, le mie paure, per risolvere i problemi. Nonostante, poi, mi ritrovi di notte a far fatica ad addormentarmi ripensando alla situazione.
Ma ho avuto a che fare con persone di famiglia e non, in ospedale, a casa, da accudire, da aiutare. Il risultato è che nulla mi spaventa se non a scoppio ritardato. Perché non si può certo essere di aiuto se la paura ci attanaglia e non ci fa reagire.
L'amicizia e l'amore mi fanno agire di conseguenza.
L'amicizia e l'amore sono le mie guide in ogni circostanza.
Soprattutto l'amore.
E poi ci sono invece quelli che non hai mai perso e non ti hanno mai perso; a volte capita anche di essere ritrovati da chi si era perso.
A pochi, nella mia vita, ho concesso, a dir la verità, di potersi classificare miei amici.
Quando avevo quattordici anni ero amica di tutti pensando che tutti fossero miei amici.
A venti avevo già scelto chi dovesse continuare il cammino con me.
A trent'anni le amicizie erano cambiate ed erano conoscenze.
A quaranta le conoscenze sono cambiate.
A cinquanta qualcuno poteva annoverarmi come amica.
A sessanta nessuno può annoverarmi come amica ed io non ho amici, ho solo conoscenti.
O meglio: con una persona sono amica e so che lei è mia amica. Badate: sto parlando di persona. Non sto parlando del sesso di quella persona.
Ora quella persona, in quarant'anni, non mi ha mai lasciata ed io non ho mai lasciato lei.
Le nostre vite sono corse parallele, ogni tanto incrociandoci ma sempre come se ci fossimo visti il giorno prima. Ognuno libero di fare le proprie esperienze e la propria vita. Quando ci si incontrava, si parlava del più e del meno sapendo che le parole che contavano erano quelle fra le righe.
Sapendo che al momento ci fosse stato bisogno io sarei stata presente per lei e sapendo che lei sarebbe stata presente per me. Comunque andassero le cose. Ed ancora, non crediate che mi sia sbagliata, non ho detto il sesso della persona.
Spesso ho avuto vicino questa persona nei momenti bui, nei lutti, nei momenti difficili; ma lei non aveva bisogno di me o per lo meno pareva che non ne avesse.
Anche quando ha avuto un lutto, pareva non avesse bisogno di me.
Le ho scritto un po' di tempo fa (ci scrivevamo quando eravamo giovani) ed io non ho avuto remore ad esprimere tutto il bene profondo che provo per questa persona perché a sessant'anni i sentimenti non fanno paura.
E adesso, che ha bisogno e me lo chiede, io ci sono.
Perché ricordatelo bene, a volte bisogna anche avere il coraggio di chiedere e di ammettere di avere bisogno, di un sorriso, di una risata, di un abbraccio, di una presenza.
Mi sono stupita nel constatare quanta confidenza, inaspettata, ci sia tra noi. E di quanto sia piacevole esserci al bisogno.
Mi stupisco di quanto io riesca ad essere fredda e decisa in certi momenti difficili. Credo che a vedermi dall'esterno uno potrebbe definirmi indifferente; invece sono assolutamente capace di trattenere la mia ansia, le mie paure, per risolvere i problemi. Nonostante, poi, mi ritrovi di notte a far fatica ad addormentarmi ripensando alla situazione.
Ma ho avuto a che fare con persone di famiglia e non, in ospedale, a casa, da accudire, da aiutare. Il risultato è che nulla mi spaventa se non a scoppio ritardato. Perché non si può certo essere di aiuto se la paura ci attanaglia e non ci fa reagire.
L'amicizia e l'amore mi fanno agire di conseguenza.
L'amicizia e l'amore sono le mie guide in ogni circostanza.
Soprattutto l'amore.
Sunday, February 07, 2016
Il desiderio di scrivere
Sono passati quattro anni, alla fine del mese saranno quattro anni, da quando è morta mia madre. Il dolore è talmente intenso, i pensieri sono talmente rivolti a lei, che mi sembra ieri .. eppure quattro anni sono andati.
In questi quattro anni ho iniziato due libri, due progetti: uno per raccontare la vita della nostra famiglia e l'altro per chiudere il cerchio dei racconti su Costanza, la protagonista de "Il Canto del Bisonte Bianco", "La Legge di Maat", "La Porta del Sole", "Io sono la Tigre". A differenza di tutti gli altri miei libri pubblicati, però, i due progetti, in quattro anni, non sono stati portati a termine.
Mi mancava lo stimolo, la voglia di raccontare, come se veramente le porte della mente si fossero chiuse, concentrate su un misto di dolore, senso di colpa, che ho provato dopo la morte di mia madre. Per scrivere, come per cantare, mi devo sentire bene. Sono riuscita solo a scrivere un raccontino per bambini, "Snapple - Lo gnomo del Parco" per partecipare ad un concorso, ma non riuscivo ad andare avanti con altro.
Lo so, certi scrittori, come certi poeti, hanno bisogno di dolore o depressione per scrivere.
Io no.
Come per cantare, ho bisogno di sentirmi in armonia con il mondo, con la mia anima, devo essere in pace per poter esprimere il meglio di me stessa.
Anche se mi sembra ieri, il momento del distacco da mia madre sta avvenendo; il primo cordone ombelicale lo stacchiamo, anzi ce lo staccano, da nostra madre quando nasciamo; il secondo cordone ombelicale viene staccato quando la madre ci lascia in questo piano materiale.
Ci vuole tempo per accettare questo distacco.
Forse non ho ancora accettato completamente il distacco, ci sto provando.
Ma certamente, quello che è il mio desiderio di scrivere si sta risvegliando.
Forse anche in ricordo di mia madre, che scriveva senza sosta le sue poesie ed i suoi racconti.
Il dolore si affievolisce al pensiero di lei mano nella mano con mio padre; si affievolisce le volte che la sogno (mi pare in pace poiché arriva raramente). Si affievolisce il senso di colpa, accettando il fatto che la vita ci riserva delle sorprese, sempre, e dobbiamo accettare anche il senso di colpa che entra a far parte della nostra vita. Oltretutto, senso di colpa che, lo so, non dovrebbe essere mio.
Comunque, la voglia di scrivere sta tornando.
Sono al lavoro, la mente si muove e questo è senz'altro un bene.
A presto aggiornamenti.
In questi quattro anni ho iniziato due libri, due progetti: uno per raccontare la vita della nostra famiglia e l'altro per chiudere il cerchio dei racconti su Costanza, la protagonista de "Il Canto del Bisonte Bianco", "La Legge di Maat", "La Porta del Sole", "Io sono la Tigre". A differenza di tutti gli altri miei libri pubblicati, però, i due progetti, in quattro anni, non sono stati portati a termine.
Mi mancava lo stimolo, la voglia di raccontare, come se veramente le porte della mente si fossero chiuse, concentrate su un misto di dolore, senso di colpa, che ho provato dopo la morte di mia madre. Per scrivere, come per cantare, mi devo sentire bene. Sono riuscita solo a scrivere un raccontino per bambini, "Snapple - Lo gnomo del Parco" per partecipare ad un concorso, ma non riuscivo ad andare avanti con altro.
Lo so, certi scrittori, come certi poeti, hanno bisogno di dolore o depressione per scrivere.
Io no.
Come per cantare, ho bisogno di sentirmi in armonia con il mondo, con la mia anima, devo essere in pace per poter esprimere il meglio di me stessa.
Anche se mi sembra ieri, il momento del distacco da mia madre sta avvenendo; il primo cordone ombelicale lo stacchiamo, anzi ce lo staccano, da nostra madre quando nasciamo; il secondo cordone ombelicale viene staccato quando la madre ci lascia in questo piano materiale.
Ci vuole tempo per accettare questo distacco.
Forse non ho ancora accettato completamente il distacco, ci sto provando.
Ma certamente, quello che è il mio desiderio di scrivere si sta risvegliando.
Forse anche in ricordo di mia madre, che scriveva senza sosta le sue poesie ed i suoi racconti.
Il dolore si affievolisce al pensiero di lei mano nella mano con mio padre; si affievolisce le volte che la sogno (mi pare in pace poiché arriva raramente). Si affievolisce il senso di colpa, accettando il fatto che la vita ci riserva delle sorprese, sempre, e dobbiamo accettare anche il senso di colpa che entra a far parte della nostra vita. Oltretutto, senso di colpa che, lo so, non dovrebbe essere mio.
Comunque, la voglia di scrivere sta tornando.
Sono al lavoro, la mente si muove e questo è senz'altro un bene.
A presto aggiornamenti.
Tuesday, December 15, 2015
DEDICATO A MIA MADRE
Oggi avresti compiuto 93 anni ... purtroppo, il tuo ultimo compleanno non è stato come quelli che festeggiavamo insieme. Mi manchi tanto, mamma, mi mancano i tuoi occhi color del cielo, mi manca il tuo sorriso ... e vorrei ancora sentirti dire: ti voglio bene.
L'ultima volta che me lo hai detto non era rivolto a me, credo, perché pensavi di vedere la tua mamma. Ma me lo porto nel cuore, perché tu mi hai insegnato a dirlo a mia figlia, mi hai insegnato a dirtelo anche quando i nostri cuori si scontravano.
Mi manchi, ma so che mi sei sempre accanto. Ti sento nel cuore, ti sento nell'anima, sei nelle mie lacrime, sei nei miei pensieri, sei nei miei sorrisi.
Ti voglio bene, Mamma. Buon compleanno, ovunque tu sia e stammi sempre vicino, pur volando alto nel cielo con il papà.
L'ultima volta che me lo hai detto non era rivolto a me, credo, perché pensavi di vedere la tua mamma. Ma me lo porto nel cuore, perché tu mi hai insegnato a dirlo a mia figlia, mi hai insegnato a dirtelo anche quando i nostri cuori si scontravano.
Mi manchi, ma so che mi sei sempre accanto. Ti sento nel cuore, ti sento nell'anima, sei nelle mie lacrime, sei nei miei pensieri, sei nei miei sorrisi.
Ti voglio bene, Mamma. Buon compleanno, ovunque tu sia e stammi sempre vicino, pur volando alto nel cielo con il papà.
Saturday, December 12, 2015
Pericoli su internet, terrorismo e ...
Voglio raccontarvi una mia esperienza, vissuta negli ultimi tre giorni.
Esattamente da domenica o lunedì scorsi.
Io non chatto con nessuno, invio messaggi personali ai miei famigliari ed a miei parenti lontani che usano anche il cellulare per internet; lo vedete anche dalla mia pagina: io non posto foto mie o dei miei famigliari o dei miei animali o di casa mia. Internet è una trappola ed è pericoloso, ancor di più di questi tempi, esporsi troppo. Come si dice: fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio.
Nella mia vita lavorativa ho avuto esperienze negative; ho incontrato uomini che si spacciavano uomini d'affari, in giacca e cravatta ed invece erano malfattori, della peggior specie. A sessant'anni, forse, sto imparando la lezione della Divina Commedia, esattamente quella parte in cui, nel più profondo inferno, vive la figura peggiore del mondo: il malfattore che si presenta con modi suadenti, con dolci parole, con un bel volto ed un bell'abito e man mano che si scopre denuda un corpo schifoso, con alla fine una bella grossa coda di scorpione che punge e ti ammazza.
Ora, qualche giorno fa, spunta tra i miei messaggi, un profilo di ufficiale degli Stati Uniti d'America. Un profilo internazionale. Fotografia di un graduato (sono pacifista, figuriamoci se riconosco i gradi o le medaglie americane!). Avendomi prima chiesto l'amicizia, io che da parecchio non ne accetto, ho guardato il profilo bene sapendo che pure quello può essere falso. Comunque, entro, vedo cose assolutamente normali, parecchie foto in divisa con medaglie e trovo scritto comandante in capo.
Ok, quando trovo il messaggio gli chiedo subito perché mi ha chiesto l'amicizia e incominciamo a parlare, ovviamente in inglese. Una buona conversazione, di tutto di più con me che parlo di pacifismo ad un militare che, dice, è in missione di pace in Siria. Comunque, chiaramente dopo aver chiarito alcune mie posizioni in merito, smetto di parlare delle mie idee pacifiste. Una conversazione, però, molto interessante e veramente coinvolgente dal punto di vista amichevole. Ma perché un militare dovrebbe proprio scrivere a me? Comunque gli dico di essere una scrittrice, di essere empatica per cui sapere di conoscere, forse, qualcuno che rischia la vita ogni giorno mi fa stare abbastanza male. La conversazione via messaggio prosegue, in orari alternati, per due giorni, ve la voglio fare breve. Fino all'altra sera, quando improvvisamente il vero scopo salta fuori. Già nei due giorni mi aveva posto delle domande strane, se avessi potuto accoglierlo in casa mia nel caso. Ma perché un militare, alto in grado, americano, dovrebbe voler venire a casa mia? Comunque, l'altra sera, improvvisamente, parla di soldi. Aveva già cercato di capire la mia situazione economica, ma io ho due argomenti di cui non parlo mai con nessuno, assolutamente: amore e soldi. Dice di avere una montagna di soldi (mi dice l'importo ma tanto o poco non ha assolutamente importanza) mi chiede i miei dati sensibili, i miei contatti per un trasferimento di denaro tramite agente il cui 20% spetterebbe a me. Sono andata su tutte le furie. Ma educatamente, amichevolmente,innanzitutto ho detto che non ho bisogno di soldi; il denaro è pericoloso, ho detto, e non viaggia attraverso le persone ma attraverso le banche, se è pulito, non insanguinato e non rubato. Ma ho posto delle domande, per capire dove volesse andare a parare. Il giorno prima, gli avevo chiesto: chi sei? Perché io sono chi dico di essere, ma tu? E mi aveva postato nel messaggio una foto con di fianco il documento americano dell'esercito. Ma voi lo sapete bene: con photoshop si può fare ogni cosa. Non c'era una telecamera che lo riprendesse dal vivo, il volto era, questa volta, in borghese ed il documento pareva ritagliato con photoshop.
Ora, i pericoli sono a diversi livelli: il primo, deficiente ma ce ne sono in giro per il mondo, uno scherzo infame e va bene, si può accettare; il secondo: una truffa per avere i miei dati sensibili; il terzo: terrorismo e qualcuno che cerca i dati dove nascondersi e nascondere.
Fate, dunque, tutti molta attenzione.
Ovviamente, ho segnalato e bloccato il profilo ma con la polizia postale non è semplice comunicare e chissà, questo tizio vagherà nell'etere in cerca di qualcun altro da aggirare.
Ma fate tutti molta attenzione: alle amicizie, vere o false; ai falsi account; alle false fotografie.
E soprattutto, non mostrate i vostri bisogni troppo; siamo tutti troppo vulnerabili.
Esattamente da domenica o lunedì scorsi.
Io non chatto con nessuno, invio messaggi personali ai miei famigliari ed a miei parenti lontani che usano anche il cellulare per internet; lo vedete anche dalla mia pagina: io non posto foto mie o dei miei famigliari o dei miei animali o di casa mia. Internet è una trappola ed è pericoloso, ancor di più di questi tempi, esporsi troppo. Come si dice: fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio.
Nella mia vita lavorativa ho avuto esperienze negative; ho incontrato uomini che si spacciavano uomini d'affari, in giacca e cravatta ed invece erano malfattori, della peggior specie. A sessant'anni, forse, sto imparando la lezione della Divina Commedia, esattamente quella parte in cui, nel più profondo inferno, vive la figura peggiore del mondo: il malfattore che si presenta con modi suadenti, con dolci parole, con un bel volto ed un bell'abito e man mano che si scopre denuda un corpo schifoso, con alla fine una bella grossa coda di scorpione che punge e ti ammazza.
Ora, qualche giorno fa, spunta tra i miei messaggi, un profilo di ufficiale degli Stati Uniti d'America. Un profilo internazionale. Fotografia di un graduato (sono pacifista, figuriamoci se riconosco i gradi o le medaglie americane!). Avendomi prima chiesto l'amicizia, io che da parecchio non ne accetto, ho guardato il profilo bene sapendo che pure quello può essere falso. Comunque, entro, vedo cose assolutamente normali, parecchie foto in divisa con medaglie e trovo scritto comandante in capo.
Ok, quando trovo il messaggio gli chiedo subito perché mi ha chiesto l'amicizia e incominciamo a parlare, ovviamente in inglese. Una buona conversazione, di tutto di più con me che parlo di pacifismo ad un militare che, dice, è in missione di pace in Siria. Comunque, chiaramente dopo aver chiarito alcune mie posizioni in merito, smetto di parlare delle mie idee pacifiste. Una conversazione, però, molto interessante e veramente coinvolgente dal punto di vista amichevole. Ma perché un militare dovrebbe proprio scrivere a me? Comunque gli dico di essere una scrittrice, di essere empatica per cui sapere di conoscere, forse, qualcuno che rischia la vita ogni giorno mi fa stare abbastanza male. La conversazione via messaggio prosegue, in orari alternati, per due giorni, ve la voglio fare breve. Fino all'altra sera, quando improvvisamente il vero scopo salta fuori. Già nei due giorni mi aveva posto delle domande strane, se avessi potuto accoglierlo in casa mia nel caso. Ma perché un militare, alto in grado, americano, dovrebbe voler venire a casa mia? Comunque, l'altra sera, improvvisamente, parla di soldi. Aveva già cercato di capire la mia situazione economica, ma io ho due argomenti di cui non parlo mai con nessuno, assolutamente: amore e soldi. Dice di avere una montagna di soldi (mi dice l'importo ma tanto o poco non ha assolutamente importanza) mi chiede i miei dati sensibili, i miei contatti per un trasferimento di denaro tramite agente il cui 20% spetterebbe a me. Sono andata su tutte le furie. Ma educatamente, amichevolmente,innanzitutto ho detto che non ho bisogno di soldi; il denaro è pericoloso, ho detto, e non viaggia attraverso le persone ma attraverso le banche, se è pulito, non insanguinato e non rubato. Ma ho posto delle domande, per capire dove volesse andare a parare. Il giorno prima, gli avevo chiesto: chi sei? Perché io sono chi dico di essere, ma tu? E mi aveva postato nel messaggio una foto con di fianco il documento americano dell'esercito. Ma voi lo sapete bene: con photoshop si può fare ogni cosa. Non c'era una telecamera che lo riprendesse dal vivo, il volto era, questa volta, in borghese ed il documento pareva ritagliato con photoshop.
Ora, i pericoli sono a diversi livelli: il primo, deficiente ma ce ne sono in giro per il mondo, uno scherzo infame e va bene, si può accettare; il secondo: una truffa per avere i miei dati sensibili; il terzo: terrorismo e qualcuno che cerca i dati dove nascondersi e nascondere.
Fate, dunque, tutti molta attenzione.
Ovviamente, ho segnalato e bloccato il profilo ma con la polizia postale non è semplice comunicare e chissà, questo tizio vagherà nell'etere in cerca di qualcun altro da aggirare.
Ma fate tutti molta attenzione: alle amicizie, vere o false; ai falsi account; alle false fotografie.
E soprattutto, non mostrate i vostri bisogni troppo; siamo tutti troppo vulnerabili.
2015 - Anno Giubilare straordinario della Misericordia
E' iniziato l'anno Giubilare straordinario della Misericordia.
Ma la misericordia dov'è?
Ci sono troppe popolazioni che non vivono in pace; troppe popolazioni soffrono la fame, la sete, la miseria, la povertà causata dal potere, dal petrolio, dalla sete di ricchezza di pochi a discapito di troppi.
L'Umanità intera ha millenni di prevaricazione, di sangue da farsi perdonare.
La nostra Coscienza, Universale, gronda di sangue.
Per quanto tempo ancora potremo convivere con questo grosso peso sulle nostre coscienze?
Bambini, donne, uomini, nostri fratelli, soffrono a causa di pochi che vogliono stringere a sé tutte le ricchezze del mondo lasciando indietro la moltitudine.
Non sono cattolica osservante e le religioni, da anni, ormai, non mi interessano e non faccio alcuna distinzione tra loro.
Da anni, In ogni volto, io non vedo una bandiera, una lingua, una religione.
Dietro ad ogni volto, bianco, colorato o meno, io vedo un'anima in cerca di pace.
Ecco, questo sarà io mio anno giubilare straordinario: un anno ancora con la speranza nel cuore che l'Umanità, la nostra Umanità, riesca a riavvicinarsi al Tutto che ci circonda.
The extraordinary Jubilee Year is started.
But mercy where is?
There are so many people don't live in peace suffering hunger, thirst, misery caused by rich men who want tighten all power and wealth in the world at the multitude expence.
The Universal Consciousness eaves blood.
Since many, many years, behind every face I don't see a colour, a religion, a country, but I see a beating heart, a soul searching the peace.
This is my extraordinary Jubilee Year: one year, still, with the hope in my heart Umanity, our Umanity, will be able close to All to which we belong.
Ma la misericordia dov'è?
Ci sono troppe popolazioni che non vivono in pace; troppe popolazioni soffrono la fame, la sete, la miseria, la povertà causata dal potere, dal petrolio, dalla sete di ricchezza di pochi a discapito di troppi.
L'Umanità intera ha millenni di prevaricazione, di sangue da farsi perdonare.
La nostra Coscienza, Universale, gronda di sangue.
Per quanto tempo ancora potremo convivere con questo grosso peso sulle nostre coscienze?
Bambini, donne, uomini, nostri fratelli, soffrono a causa di pochi che vogliono stringere a sé tutte le ricchezze del mondo lasciando indietro la moltitudine.
Non sono cattolica osservante e le religioni, da anni, ormai, non mi interessano e non faccio alcuna distinzione tra loro.
Da anni, In ogni volto, io non vedo una bandiera, una lingua, una religione.
Dietro ad ogni volto, bianco, colorato o meno, io vedo un'anima in cerca di pace.
Ecco, questo sarà io mio anno giubilare straordinario: un anno ancora con la speranza nel cuore che l'Umanità, la nostra Umanità, riesca a riavvicinarsi al Tutto che ci circonda.
The extraordinary Jubilee Year is started.
But mercy where is?
There are so many people don't live in peace suffering hunger, thirst, misery caused by rich men who want tighten all power and wealth in the world at the multitude expence.
The Universal Consciousness eaves blood.
Since many, many years, behind every face I don't see a colour, a religion, a country, but I see a beating heart, a soul searching the peace.
This is my extraordinary Jubilee Year: one year, still, with the hope in my heart Umanity, our Umanity, will be able close to All to which we belong.
Wednesday, November 18, 2015
TERRORISMO
Alle quattro di questa mattina ha avuto inizio a Saint Denis, paese-periferia di Parigi dove si trova lo Stade de France dove ha avuto luogo uno degli attentati di venerdì 13 novembre scorso.
Un appartamento dove ritenevano che si trovasse uno degli attentatori scappato.
Raffiche e sparatoria, una esplosione, un terrorista ammazzato dall'esercito ed una terrorista che si è esplosa. Ancora continua il blitz. Holland all'Eliseo è in riunione con i ministri perché, ha detto, è disposto a cambiare la costituzione per la sicurezza. Intanto, a Saint Denis, è stato dato l'ordine alla cittadinanza di non uscire, negozi, scuole, università tutto chiuso ed hanno chiesto alla popolazione di barricarsi in casa e chiudere le finestre perché i mitragliatori hanno un tiro anche lungo.
Una donna islamica è stata intervistata da una televisione francese ed ha testimoniato che la polizia le ha ordinato, facendo irruzione, di coricarsi a terra, con il suo bambino e di non muoversi.
Ora, il terrorismo è di stato, oltre che dei terroristi.
Il cambiamento dei diritti civili e delle costituzioni non è mai un buon messaggio; cambierà la propria costituzione la Francia, ma vedrete che entro poco tempo la cambierà anche la Germania, dove la partita che avrebbe dovuto giocarsi ieri sera è stata sospesa per un allarme bomba. La cambierà, vedrete, entro poco tempo anche Renzi, che si sa non è una cima e segue l'onda.
Comprendo tutte le motivazioni per prendere queste decisioni; il terrorismo (non voglio aggiungere "islamico" perché l'Islam non c'entra, a mio parere) fa ... terrore ... appunto. Ma il terrorismo lo fanno anche le istituzioni che ci bombardano, ormai da sei giorni, con notizie allarmanti.
E la cosa che mi dispiace maggiormente è che il nostro modo di vivere, a causa di tutto questo, cambierà in mille modi: già a Saint Denis sta cambiando perché essere chiusi in casa, con il terrore che possano fare irruzione in casa tua in cerca di un terrorista solo perché sei islamico è terribile. Cambieranno le opportunità degli stranieri di trovare un appartamento in affitto perché è stato arrestato anche il proprietario dell'appartamento dove c'erano i terroristi questa mattina. Cambierà il nostro modo di guardare gli stranieri, chiedendoci in ogni momento se il nostro vicino di casa islamico è un terrorista o meno. Cambierà la nostra solidarietà e non sto parlando del buonismo del nostro governo, parlo del nostro spirito sincero di ricerca di una società multietnica, quella società che tanto mi era piaciuto negli anni in cui andavamo in Francia ed in Inghilterra.
Perché la Francia e l'Inghilterra, avendo avuto colonie, hanno sempre inserito nelle proprie città persone che arrivavano da quelle terre, naturalizzando francesi ed inglesi.
L'errore, semmai, è stato fatto quando non si sono considerate le necessità delle popolazioni dei paesi occupati, una volta che raggiungevano la loro indipendenza.
I giovani terroristi europei (nati e naturalizzati in Francia e tornati poi nei paesi di origine per essere addestrati militarmente) sono lo specchio degli errori fatti; giovani che non si sono mai sentiti appieno europei, privati di valori in cui credere.
Se l'Occidente continuerà a lasciar morire i palestinesi, gli africani, gli asiatici indigenti, se l'Occidente non si farà carico di creare scuole, ospedali in quei paesi e lascerà che le ingiustizie continuino, ci saranno sempre delinquenti che useranno le ingiustizie per fare azioni di terrorismo.
Perché, diciamolo chiaramente, i terroristi sono comuni delinquenti, armati da burattinai più in alto di loro, che utilizzeranno SEMPRE falsi ideali politici o religiosi per sovvertire qualsiasi ordine sia in atto.
Thursday, November 12, 2015
Il cammino iniziatico
Il nostro cammino iniziatico ... inizia, scusate il gioco di parole, quando nasciamo.
Noi tutti, io credo fermamente in quello che dico, nasciamo con una scintilla divina. Questo ce lo dicono i vangeli apocrifi (a-pocrifo significa scritto dopo, non significa falso), i vangeli in cui Cristo parla ai suoi discepoli preferiti, quelli che comprendevano il suo messaggio. E non sto parlando dei dodici apostoli ma sto parlando di Maddalena, Giuda, Tommaso, guarda caso proprio le persone che nei vangeli riconosciuti sono state definite come prostituta, traditore, miscredente ...
Questa scintilla divina è quella che ci accomuna al Creatore, che, lo dice la Bibbia, ci ha creato a sua immagine.
Purtroppo, durante il percorso della nostra vita, la scintilla via via si spegne e sta ad ognuno di noi riaccenderla per riavvicinarci al percorso che era stato stabilito per noi prima della nostra nascita.
C'è chi, con fatica e sudore, arriva ad accenderla fievole fievole e cerca di mantenerla viva ... pochi riescono ad accenderla veramente, quella piccola scintilla donataci con tanto amore.
C'è chi, facilmente, la lascia assopire e non se ne preoccupa per nulla.
C'è chi crede di averla già accesa e presuntuosamente se ne vanta.
C'è chi quella piccola e fievole scintilla cerca di alimentarla regalandone un mozzicone a qualcun altro sperando che quell'altro ne possa fare buon uso.
C'è chi è riuscito a farla diventare un falò, ma non se ne vanta e cerca ugualmente di regalarne un tizzone ardente perché venga sparpagliato in giro per il mondo.
Tutti noi abbiamo un cammino da portare avanti; qualcuno è consapevole di dover cercare, qualcuno è assolutamente ignaro di ciò che sta perdendo.
Per ognuno di noi, il cammino iniziatico ha un inizio differente; qualcuno, come i piccoli lama tibetani, è consapevole di aver già svolto un viaggio e di doverlo completare in una seconda vita. La maggior parte di noi, deve cercare e cercare e inizia la ricerca consapevole già avanti nell'età.
Ma per tutti c'è un inizio. Può essere la sete di conoscenza, la sete di spiritualità ...
Il cammino inizia quando sentiamo di non essere soddisfatti di ciò che siamo e di ciò che facciamo, quando vogliamo cambiare indirizzo. Occorre avere gli occhi aperti per poter vedere quando arriviamo al bivio in cui dovremo cambiare direzione.
Qualcuno è sveglio e sa dove vuole arrivare, altri brancolano nel buio e non vedono i cartelli che potrebbero portarli alla meta.
Ben intesi, la meta è lontana per tutti, per quelli consapevoli, per quelli inconsapevoli, per quelli svegli e per quelli addormentati, per quelli che hanno la scintilla sopita come per quelli che hanno il falò dentro di sé.
La meta è là, che ci aspetta e chissà quando la potremo anche solo vedere da lontano.
Come Mosè che non arrivò mai alla Terra Promessa, anche noi dobbiamo camminare e camminare. Nel frattempo conosciamo persone, viviamo esperienze, leggiamo libri, studiamo, cantiamo, balliamo, facciamo festa, ci rattristiamo per qualche perdita e qualche difficoltà di troppo ... ed intanto camminiamo e cerchiamo.
Il cammino, è sempre iniziatico, che lo vogliamo o no. Sta a noi cogliere le occasioni, ascoltare chi è andato più in là di noi e torna indietro per spiegarci la strada da seguire; vedere le sfumature, guardare le stelle che indicano il cammino.
C'è chi pensa di poter assimilare tutte le esperienze solo leggendo le esperienze altrui; c'è chi crede di sapere già tutto e poter andare avanti senza ascoltare; c'è anche chi pretende di correggere il cammino altrui e c'è chi contesta il cammino altrui e prende la strada sbagliata ... ma tutti, tutti, ci incamminiamo su una strada "iniziatica".
Nella Bibbia quanti sono gli episodi di sogni profetici o preveggenti ... quanti personaggi hanno dato ascolto a ciò che gli veniva detto all'orecchio ed hanno intrapreso strade ed esperienze che non avrebbero mai immaginato di intraprendere ...
Noi abbiamo perso la capacità di ascoltare, di cercare, di camminare ...
Se volete essere consapevoli della vostra vita, del senso del vostro essere qui ed ora, cercate nel profondo del vostro essere ed iniziate ad aprire gli occhi, il cuore, la mente.
Ascoltate tutte le voci, ascoltate tutti i suggerimenti, studiate tutto quello che potete: forse non sarà oggi, forse non sarà domani ma state certi che un giorno, all'improvviso, un libro, una conferenza, in un tavolo di amici qualcuno vi dirà una parola, ci sarà una frase che vi indicherà la chiave per aprire la porta del vostro focolare dove troverete la scintilla che attende di essere rinfocolata.
Ed allora vi si apriranno porte inimmaginabili ...
Noi tutti, io credo fermamente in quello che dico, nasciamo con una scintilla divina. Questo ce lo dicono i vangeli apocrifi (a-pocrifo significa scritto dopo, non significa falso), i vangeli in cui Cristo parla ai suoi discepoli preferiti, quelli che comprendevano il suo messaggio. E non sto parlando dei dodici apostoli ma sto parlando di Maddalena, Giuda, Tommaso, guarda caso proprio le persone che nei vangeli riconosciuti sono state definite come prostituta, traditore, miscredente ...
Questa scintilla divina è quella che ci accomuna al Creatore, che, lo dice la Bibbia, ci ha creato a sua immagine.
Purtroppo, durante il percorso della nostra vita, la scintilla via via si spegne e sta ad ognuno di noi riaccenderla per riavvicinarci al percorso che era stato stabilito per noi prima della nostra nascita.
C'è chi, con fatica e sudore, arriva ad accenderla fievole fievole e cerca di mantenerla viva ... pochi riescono ad accenderla veramente, quella piccola scintilla donataci con tanto amore.
C'è chi, facilmente, la lascia assopire e non se ne preoccupa per nulla.
C'è chi crede di averla già accesa e presuntuosamente se ne vanta.
C'è chi quella piccola e fievole scintilla cerca di alimentarla regalandone un mozzicone a qualcun altro sperando che quell'altro ne possa fare buon uso.
C'è chi è riuscito a farla diventare un falò, ma non se ne vanta e cerca ugualmente di regalarne un tizzone ardente perché venga sparpagliato in giro per il mondo.
Tutti noi abbiamo un cammino da portare avanti; qualcuno è consapevole di dover cercare, qualcuno è assolutamente ignaro di ciò che sta perdendo.
Per ognuno di noi, il cammino iniziatico ha un inizio differente; qualcuno, come i piccoli lama tibetani, è consapevole di aver già svolto un viaggio e di doverlo completare in una seconda vita. La maggior parte di noi, deve cercare e cercare e inizia la ricerca consapevole già avanti nell'età.
Ma per tutti c'è un inizio. Può essere la sete di conoscenza, la sete di spiritualità ...
Il cammino inizia quando sentiamo di non essere soddisfatti di ciò che siamo e di ciò che facciamo, quando vogliamo cambiare indirizzo. Occorre avere gli occhi aperti per poter vedere quando arriviamo al bivio in cui dovremo cambiare direzione.
Qualcuno è sveglio e sa dove vuole arrivare, altri brancolano nel buio e non vedono i cartelli che potrebbero portarli alla meta.
Ben intesi, la meta è lontana per tutti, per quelli consapevoli, per quelli inconsapevoli, per quelli svegli e per quelli addormentati, per quelli che hanno la scintilla sopita come per quelli che hanno il falò dentro di sé.
La meta è là, che ci aspetta e chissà quando la potremo anche solo vedere da lontano.
Come Mosè che non arrivò mai alla Terra Promessa, anche noi dobbiamo camminare e camminare. Nel frattempo conosciamo persone, viviamo esperienze, leggiamo libri, studiamo, cantiamo, balliamo, facciamo festa, ci rattristiamo per qualche perdita e qualche difficoltà di troppo ... ed intanto camminiamo e cerchiamo.
Il cammino, è sempre iniziatico, che lo vogliamo o no. Sta a noi cogliere le occasioni, ascoltare chi è andato più in là di noi e torna indietro per spiegarci la strada da seguire; vedere le sfumature, guardare le stelle che indicano il cammino.
C'è chi pensa di poter assimilare tutte le esperienze solo leggendo le esperienze altrui; c'è chi crede di sapere già tutto e poter andare avanti senza ascoltare; c'è anche chi pretende di correggere il cammino altrui e c'è chi contesta il cammino altrui e prende la strada sbagliata ... ma tutti, tutti, ci incamminiamo su una strada "iniziatica".
Nella Bibbia quanti sono gli episodi di sogni profetici o preveggenti ... quanti personaggi hanno dato ascolto a ciò che gli veniva detto all'orecchio ed hanno intrapreso strade ed esperienze che non avrebbero mai immaginato di intraprendere ...
Noi abbiamo perso la capacità di ascoltare, di cercare, di camminare ...
Se volete essere consapevoli della vostra vita, del senso del vostro essere qui ed ora, cercate nel profondo del vostro essere ed iniziate ad aprire gli occhi, il cuore, la mente.
Ascoltate tutte le voci, ascoltate tutti i suggerimenti, studiate tutto quello che potete: forse non sarà oggi, forse non sarà domani ma state certi che un giorno, all'improvviso, un libro, una conferenza, in un tavolo di amici qualcuno vi dirà una parola, ci sarà una frase che vi indicherà la chiave per aprire la porta del vostro focolare dove troverete la scintilla che attende di essere rinfocolata.
Ed allora vi si apriranno porte inimmaginabili ...
Friday, November 06, 2015
AUTUNNO
Facendo la passeggiata con i miei cani, Briciola ed Apple, mi posso immergere nell'atmosfera della stagione presente. L'autunno, quest'anno, è dolce e soleggiato; ottobre ci ha regalato belle giornate e questi primi giorni di novembre stanno facendo altrettanto. I colori, qualche foglia ancora verde, accompagnata da gialli intensi o paglierini, rossi e arancioni, sono meravigliosi; il cielo è azzurro e limpido ed il sole ancora caldo. Gli alberi, quest'anno, si stanno spogliando per tempo, in attesa di freddi intensi e, forse, nevicate. Camminare sul tappeto di foglie, sentire lo scricchiolio delle ghiande secche sotto i piedi, accogliere le foglie cadenti, mi hanno fatto ripensare a quando, piccola, andavo con i miei fratelli ed i miei genitori al Parco Ducale; mio padre raccoglieva le ghiande con i loro cappucci e ci raccontava che erano le pipe degli gnomi. Ci raccontava che la grande quercia con un muretto, costruito da chissà chi in tempi lontanissimi, fra le sue radici nascondeva le tane degli gnomi che vi si nascondevano di giorno per non farsi trovare. Le castagne selvatiche le raccoglievamo per giocarci anche a casa ed i ricci aperti delle castagne ci pungevano le piccole dita, se cercavamo di raccoglierli. Che bei ricordi, di passeggiate tranquille, di giochi infantili alla scoperta della meraviglia della natura. Mio padre e mia madre, sempre presenti nei miei ricordi e nel mio cuore.
Monday, October 26, 2015
Il Salotto di Iside
Proprio come le donne de Saint Malo (le donne della saga famigliare del mio romanzo storico "L'Archiatra"), nel Salotto di Iside, presso l'atelier di Sarah, incontriamo persone che ci fanno crescere spiritualmente ed a cui, speriamo, doniamo un po' della nostra crescita.
Ieri, con Vento Notturno e la Cori abbiamo passato una giornata veramente bella ed ispirante; abbiamo avuto modo di condividere il pranzo e tante esperienze, nell'intervallo del corso.
Mi piace potermi confrontare con persone più giovani, a cui, pare, la mia esperienza (data l'età) può servire per vivere meglio certi periodi della propria vita.
In fondo, le sacerdotesse della famiglia de Saint Malo, questo facevano: riti, ma anche convivialità e scambio di esperienze.
Mi piace parlare anche della vita, delle difficoltà che ognuno di noi incontra nel confrontarsi con la propria vita di figlio, nella prima fase dell'esistenza, e di genitore.
C'è chi già in giovane età prova la seconda esperienza e c'è chi ancora vive le contrarietà della prima, da figlio. Mi fa piacere poter parlare con i giovani, lasciando intravedere le difficoltà che incontriamo da genitori, nonostante le esperienze come figli ci facessero dire: io non farò mai così.
In fondo, non esistono dispense né volumi con ricette per essere un bravo figlio ma non esistono nemmeno dispense né ricette per essere bravi genitori. Il segreto sta nel considerare che ognuno di noi, nella propria esistenza, fa del suo meglio nonostante nessuno possa dire di essere perfetto. Accettando gli errori e le imperfezioni dei nostri genitori, possiamo metterci tranquilli ed accettare di non essere perfetti come genitori a nostra volta.
L'importante è fare della nostra esistenza un momento di amore, in tutto quello che facciamo, con tutti gli errori, senza i se e senza i ma o i poi ...
Ecco, il Salotto di Iside, presso l'atelier I nove mondi di Sarah e Yuri questo rappresenta, per me: un luogo dove studiare, dove confrontarsi e confortarsi a vicenda.
Ieri, con Vento Notturno e la Cori abbiamo passato una giornata veramente bella ed ispirante; abbiamo avuto modo di condividere il pranzo e tante esperienze, nell'intervallo del corso.
Mi piace potermi confrontare con persone più giovani, a cui, pare, la mia esperienza (data l'età) può servire per vivere meglio certi periodi della propria vita.
In fondo, le sacerdotesse della famiglia de Saint Malo, questo facevano: riti, ma anche convivialità e scambio di esperienze.
Mi piace parlare anche della vita, delle difficoltà che ognuno di noi incontra nel confrontarsi con la propria vita di figlio, nella prima fase dell'esistenza, e di genitore.
C'è chi già in giovane età prova la seconda esperienza e c'è chi ancora vive le contrarietà della prima, da figlio. Mi fa piacere poter parlare con i giovani, lasciando intravedere le difficoltà che incontriamo da genitori, nonostante le esperienze come figli ci facessero dire: io non farò mai così.
In fondo, non esistono dispense né volumi con ricette per essere un bravo figlio ma non esistono nemmeno dispense né ricette per essere bravi genitori. Il segreto sta nel considerare che ognuno di noi, nella propria esistenza, fa del suo meglio nonostante nessuno possa dire di essere perfetto. Accettando gli errori e le imperfezioni dei nostri genitori, possiamo metterci tranquilli ed accettare di non essere perfetti come genitori a nostra volta.
L'importante è fare della nostra esistenza un momento di amore, in tutto quello che facciamo, con tutti gli errori, senza i se e senza i ma o i poi ...
Ecco, il Salotto di Iside, presso l'atelier I nove mondi di Sarah e Yuri questo rappresenta, per me: un luogo dove studiare, dove confrontarsi e confortarsi a vicenda.
Thursday, October 15, 2015
Le donne de Saint Malo
Ieri facevo alcune considerazioni con Sarah: a volte sembra che ci sia qualcosa che rema contro... contro tutti i progetti, contro tutte le idee che abbiamo ... eppure .... eppure qualcosa si muove.
Voglio dire, non siamo al cento per cento soddisfatte di quello che facciamo poiché nulla di quello che facciamo ci porta a qualche risultato economico ma qualcosa si è mosso in questi anni.
Scrivendo il romanzo storico "L'Archiatra" ho visualizzato le scene che via via raccontavo; ho parlato delle donne de Saint Malo, della casa dove ospitavano gli amici ed i maestri, ho raccontato del rito del 5 marzo ..
ebbene, in fondo è quello che stiamo facendo da quando c'è l'atelier di Sarah. Con Artès organizziamo incontri sulla spiritualità e le religioni antiche; chiamiamo chi può insegnarci nuove cose e nuove vie; organizziamo mostre e presentazioni di libri.
Oltre a studiare per nostro uso, cerchiamo di divulgare quello che via via studiamo e scriviamo per incontrare nuove persone a cui interessi aprire la propria mente ed il proprio cuore.
In fondo, è questo che volevamo fare già da alcuni anni e questo è quello che stiamo cercando di fare.
Chi vuole partecipare ai nostri incontri, sa dove trovarci. Tutto sempre gratuito, specialmente per i soci di Artès.
Chi è interessato, può contattarci su facebook.
Cercate di aprire la vostra mente ed il vostro cuore, sempre ... solo così non sarete schiavi ...
Voglio dire, non siamo al cento per cento soddisfatte di quello che facciamo poiché nulla di quello che facciamo ci porta a qualche risultato economico ma qualcosa si è mosso in questi anni.
Scrivendo il romanzo storico "L'Archiatra" ho visualizzato le scene che via via raccontavo; ho parlato delle donne de Saint Malo, della casa dove ospitavano gli amici ed i maestri, ho raccontato del rito del 5 marzo ..
ebbene, in fondo è quello che stiamo facendo da quando c'è l'atelier di Sarah. Con Artès organizziamo incontri sulla spiritualità e le religioni antiche; chiamiamo chi può insegnarci nuove cose e nuove vie; organizziamo mostre e presentazioni di libri.
Oltre a studiare per nostro uso, cerchiamo di divulgare quello che via via studiamo e scriviamo per incontrare nuove persone a cui interessi aprire la propria mente ed il proprio cuore.
In fondo, è questo che volevamo fare già da alcuni anni e questo è quello che stiamo cercando di fare.
Chi vuole partecipare ai nostri incontri, sa dove trovarci. Tutto sempre gratuito, specialmente per i soci di Artès.
Chi è interessato, può contattarci su facebook.
Cercate di aprire la vostra mente ed il vostro cuore, sempre ... solo così non sarete schiavi ...
Tuesday, October 13, 2015
LE VERE ORIGINI DI HALLOWEEN
Noi in casa la festeggiamo già da parecchi anni, con tavolate di amici, pizze, piatti salati e dolci e dolciumi; in casa appendo alle tende foglie autunnali di tessuto ed ogni foglia porta il nome di un famigliare o di un amico venuto a mancare perché tutti noi siamo alberi dai cui rami pendono foglie. Ogni foglia è un amico, un parente che ha condiviso con noi parte del nostro cammino ed ogni volta che cade una foglia è come un pezzo di noi che ci lascia. In ricordo delle persone care, quindi, foglie con i loro nomi per non dimenticare ...
Oltre alle foglie, in casa ci sono addobbi autunnali: zucche ... ed anche fantasmini.
E qui Halloween si mescola con la ricorrenza di Ognissanti e il ricordo dei defunti.
Per sapere bene il perché di questa mescolanza, ogni anno mi leggo o rileggo dei libri, articoli, saggi per ricordare da dove viene questa antica ricorrenza.
Quest'anno, finalmente, so dove leggere le notizie che mi sono utili per poter rispondere a chi, ancora, non è bene informato. L'ignoranza, si sa, è la peggiore nemica dell'informazione.
Quest'anno, vi dicevo, so dove trovare tutte le notizie utili in merito a questa festa, tutte riunite in un unico libro: "Le vere origini di Halloween", edito da Anguana Edizioni e scritto a più voci da saggisti, neopagani, psicologi. La raccolta è stata curata da Sarah Bernini, Monica Casalini, Luce e Chiara Rancati che all'origine avevano pensato di fare solo un sito in rete per parlare di questa festività. Sito che ha dato origine al libro. E' un libro veramente interessante, che ogni insegnante serio, ogni genitore dovrebbe leggere. Un capitolo molto interessante è quello inerente la psicologia di Halloween dove si spiega perfettamente l'errore madornale che si compie proibendo i festeggiamenti relativi. In questo libro si spiegano le vere origini della festività, tutt'altro che americana visto che nel nuovo continente fu portata dagli Irlandesi emigrati dal loro paese in tempi lontani a causa di una grave carestia. E si spiega il motivo per cui Samhain (vero nome di questa ricorrenza) è anche la festività dedicata ai defunti. Dopo aver letto questo libro troverete ridicole tutte le falsità che ogni anno qualcuno ci propina.
E nel mio racconto "La Porta del Sole" (ed. Photocity) troverete descritta questa festività così importante per i Celti in modo dettagliato e storico.
Leggete, gente, leggete .... la lettura è il cibo della mente.
Sunday, October 04, 2015
IN RICORDO DI GIAN PIERO RUBICONI
Ho conosciuto Gian Piero 43 anni fa: io ero una studentessa del terzo anno, al Giordani e Gian Piero era professore di italiano e storia. Quando lo vidi entrare in classe per la prima volta, mi accorsi subito che gli alunni che lo conoscevano già provavano un forte affetto, affetto sincero e profondo, che condivisi per tre anni. Era un professore fuori dalla norma: per prima cosa non utilizzava i testi scolastici, bensì occorreva studiare su appunti, appunti presi durante le sue lezioni. Nonostante le grandi aule dell'istituto ( stiamo parlando del palazzo sullo stradone che ora ospita la sede di un ente), Gian Piero parlava con il suo tono di voce pacato e profondo, come se avesse noi alunni vicini a lui. Ah, per prendere appunti dovevi stare assolutamente in silenzio, in ascolto, altrimenti erano poi fatti tuoi ... Non si preoccupava di dirci di stare in silenzio, Gian Piero parlava e raccontava, chi ascoltava bene, gli altri .... Io ho ancora i quaderni con le sue lezioni di tre anni, scritti molto fitti. Ci parlava di Dante e della Commedia, come dei poeti spagnoli che lui amava e quelli russi ed attraverso la letteratura ci parlava di storia. Educava all'ascolto ed all'attenzione portando in classe il suo giradischi ed i suoi lp facendoci sentire Guccini e Lucio Battisti ... educandoci a sentire emozioni .... educandoci a non vergognarci di trasmetterle. Dialogava con i suoi alunni attraverso quelli che noi chiamavamo "temi": dava sempre tre o quattro a volte anche cinque titoli e c'era sempre un tema libero, in cui ci si poteva sbizzarrire a parlare di tutto. Così iniziarono i miei dialoghi con Gian Piero e lui, oltre al voto, scriveva sempre commenti, che io ancora conservo e che per me erano e sono molto preziosi. Con lui, io ho ritrovato la voglia di scrivere che altri insegnanti avevano, negli anni, fatto scemare; per Gian Piero nulla era inutile, nulla era definibile o etichettabile, tutto diventava prezioso, ogni piccola parola, ogni piccola emozione. Io facevo volontariato ed insegnavo chitarra ai bimbi e Gian Piero comprendeva la mia gioia per quelle esperienze e condivideva con me la sua gioia nell'insegnamento. Nelle giornate in cui si poteva fare un po' di festa, come per esempio a carnevale, mi faceva portare la chitarra ed io cantavo per la classe canzoni di protesta o del mio "repertorio" che cantavo in spettacoli da sola, o con mio fratello o con il gruppo di "Viva la Gente" ed in questo modo faceva aleggiare in aula i moti e gli ideali che arrivavano dal mondo studentesco.
Dopo il diploma, ogni tanto ci incontravamo per le vie del centro, scambiavamo qualche frase, sempre con la sensazione di esserci visti il giorno prima, io sua alunna e lui mio professore. In effetti, a differenza di altri alunni, io ho sempre continuato a dare del Lei a Gian Piero e a chiamarlo Prof.
Un giorno, l'ultima volta che lo vidi in centro, era a braccetto con Michela ed orgoglioso me la presentò. Poi io mi trasferii fuori città e non ebbi più l'occasione di incontrarlo ma seguivo le sue attività per il Teatro Regio attraverso le cronache dei giornali.
Qualche anno fa, ebbi la sorpresa di trovare nella mia posta elettronica un suo messaggio in cui mi diceva di aver trovato per puro caso il mio blog. Il nostro dialogo ricominciò, per via mail. Io gli spedii qualche mio libro pubblicato e parlammo dell'utilità o meno di pubblicare ciò che si scrive. Mi disse che parecchi anni prima, quando ancora insegnava ma già scriveva poesie, aveva avuto una proposta di pubblicazione ma di aver scelto di non intraprendere quella strada. Io gli dissi che poesie o racconti nascono comunque dal desiderio di esprimere esperienze e sentimenti e che, indipendentemente dalla storia che i libri vivono dopo la pubblicazione, indipendentemente dalla vendita o meno di tali libri, è generoso, a mio parere, pubblicare quello che si è scritto con il cuore.
Dopo poco mi scrisse di aver cercato, nei suoi archivi, i suoi "pensierini sparpagliati" e di averli pubblicati, solo però ad uso dei suoi amici e me ne mandò copia così come mi mandò anche il cd con le canzoni scritte da lui. Sapevo che suonava la chitarra e che aveva smesso e sapevo che pensava di non avere la voce per cantare ma io sapevo che ascoltarlo mi avrebbe scaldato il cuore.
In questi ultimi anni abbiamo continuato a scriverci via mail, aggiungendo anche posta e messaggi via facebook. Mi scrisse un accenno a problemi di salute quando mi disse di aver smesso di fumare e mi disse anche che non ne avrebbe mai più parlato. Così, non parlavamo mai di salute. Il mio "come va?" era l'approccio iniziale per scrivere, così, in leggerezza. Io scrivevo e scrivevo, parlavo di tutto e di più e Gian Piero con poche, misurate parole, commentava, mi rispondeva. Fra le righe venivo a sapere dell'evolversi della malattia; principalmente mi raccontava delle sue vacanze, dei suoi viaggi con Michela, spesso in Spagna che Gian Piero adorava. L'anno scorso, in una sua mail mi scrisse: "... e dammi del tu!" ... così, con sforzo perché per me il Lei non è un segno di distacco ma di profondo rispetto, iniziai a dargli del tu ed a chiamarlo per nome. Le mail si fecero più rade, negli ultimi mesi ed ogni tanto Gian Piero ne scriveva il motivo ma sempre, quando gli chiedevo di scrivermi qualcosa, scriveva, immagino con molto sforzo, un saluto. Io ancora continuo a dialogare con Gian Piero; scrivo ancora sulla sua pagina facebook e scriverò ancora. A volte con vignette, a volte condividendo pensieri con lui ed aspetto sempre che lui, con una parola, mi dia cenno di averle ricevute.
Mi era stato chiesto di dire qualcosa durante il suo ricordo avvenuto ieri sera al Teatro Regio ma ho pensato, sul momento, di avere ricordi insignificanti rispetto alla sua attività come direttore artistico del teatro. Oggi, ho voluto condividere in rete i miei ricordi perché Gian Piero è stato una persona molto importante nella mia vita; insegnante di alto livello, persona profonda e amorevole. Se ho pubblicato in dieci anni dieci libri è grazie a Gian Piero; se sono la persona che sono è grazie a Gian Piero, che negli anni dell'adolescenza mi ha fatto conoscere autori come Garcia Lorca, Gibran, Boris Pasternack.
Grazie Gian Piero, ovunque tu sia ....
Dopo il diploma, ogni tanto ci incontravamo per le vie del centro, scambiavamo qualche frase, sempre con la sensazione di esserci visti il giorno prima, io sua alunna e lui mio professore. In effetti, a differenza di altri alunni, io ho sempre continuato a dare del Lei a Gian Piero e a chiamarlo Prof.
Un giorno, l'ultima volta che lo vidi in centro, era a braccetto con Michela ed orgoglioso me la presentò. Poi io mi trasferii fuori città e non ebbi più l'occasione di incontrarlo ma seguivo le sue attività per il Teatro Regio attraverso le cronache dei giornali.
Qualche anno fa, ebbi la sorpresa di trovare nella mia posta elettronica un suo messaggio in cui mi diceva di aver trovato per puro caso il mio blog. Il nostro dialogo ricominciò, per via mail. Io gli spedii qualche mio libro pubblicato e parlammo dell'utilità o meno di pubblicare ciò che si scrive. Mi disse che parecchi anni prima, quando ancora insegnava ma già scriveva poesie, aveva avuto una proposta di pubblicazione ma di aver scelto di non intraprendere quella strada. Io gli dissi che poesie o racconti nascono comunque dal desiderio di esprimere esperienze e sentimenti e che, indipendentemente dalla storia che i libri vivono dopo la pubblicazione, indipendentemente dalla vendita o meno di tali libri, è generoso, a mio parere, pubblicare quello che si è scritto con il cuore.
Dopo poco mi scrisse di aver cercato, nei suoi archivi, i suoi "pensierini sparpagliati" e di averli pubblicati, solo però ad uso dei suoi amici e me ne mandò copia così come mi mandò anche il cd con le canzoni scritte da lui. Sapevo che suonava la chitarra e che aveva smesso e sapevo che pensava di non avere la voce per cantare ma io sapevo che ascoltarlo mi avrebbe scaldato il cuore.
In questi ultimi anni abbiamo continuato a scriverci via mail, aggiungendo anche posta e messaggi via facebook. Mi scrisse un accenno a problemi di salute quando mi disse di aver smesso di fumare e mi disse anche che non ne avrebbe mai più parlato. Così, non parlavamo mai di salute. Il mio "come va?" era l'approccio iniziale per scrivere, così, in leggerezza. Io scrivevo e scrivevo, parlavo di tutto e di più e Gian Piero con poche, misurate parole, commentava, mi rispondeva. Fra le righe venivo a sapere dell'evolversi della malattia; principalmente mi raccontava delle sue vacanze, dei suoi viaggi con Michela, spesso in Spagna che Gian Piero adorava. L'anno scorso, in una sua mail mi scrisse: "... e dammi del tu!" ... così, con sforzo perché per me il Lei non è un segno di distacco ma di profondo rispetto, iniziai a dargli del tu ed a chiamarlo per nome. Le mail si fecero più rade, negli ultimi mesi ed ogni tanto Gian Piero ne scriveva il motivo ma sempre, quando gli chiedevo di scrivermi qualcosa, scriveva, immagino con molto sforzo, un saluto. Io ancora continuo a dialogare con Gian Piero; scrivo ancora sulla sua pagina facebook e scriverò ancora. A volte con vignette, a volte condividendo pensieri con lui ed aspetto sempre che lui, con una parola, mi dia cenno di averle ricevute.
Mi era stato chiesto di dire qualcosa durante il suo ricordo avvenuto ieri sera al Teatro Regio ma ho pensato, sul momento, di avere ricordi insignificanti rispetto alla sua attività come direttore artistico del teatro. Oggi, ho voluto condividere in rete i miei ricordi perché Gian Piero è stato una persona molto importante nella mia vita; insegnante di alto livello, persona profonda e amorevole. Se ho pubblicato in dieci anni dieci libri è grazie a Gian Piero; se sono la persona che sono è grazie a Gian Piero, che negli anni dell'adolescenza mi ha fatto conoscere autori come Garcia Lorca, Gibran, Boris Pasternack.
Grazie Gian Piero, ovunque tu sia ....
Saturday, September 19, 2015
Immigrazione
Continuano gli arrivi in massa dai paesi poveri o in guerra, continuano nonostante le morti in mare, nonostante i muri eretti, nonostante i militari in assetto di guerra.
C'è chi ignora il problema, nel mondo, c'è chi lo sottovaluta, c'è chi lo nasconde; c'è chi lo paragona alle grandi emigrazioni degli italiani.
Penso che si dovrebbero fare alcune considerazioni anche sul dovere di accoglienza.
I nostri italiani, quando andarono in America, non furono accolti da applausi: furono messi in quarantena, sommersi di ddt contro pidocchi, scabbia e quant'altro, schedati. Non furono fatti piani di inserimento, non furono fatti piani di studio agevolato, per loro. Erano poveracci, analfabeti e da tali furono trattati. L'America delle grandi opportunità li trattò così. Certamente non fu ripagata meglio, poiché oltre ai poveracci c'erano anche i mafiosi, quegli stessi mafiosi che, nel giro di qualche decennio, diventarono così importanti da aiutare le truppe americane a sbarcare in Sicilia per dare l'avvio alla "liberazione".
Quando la Francia "chiamò" gli immigrati, c'era il piano casa, scuola in cambio di lavoro a numero chiuso: avevano bisogno di tot lavoratori e per tot lavoratori, per lo più minatori, c'era posto, non per altri.
Oggi, in America si stima che il flusso di immigrazione che sta toccando l'Europa durerà per venti anni: come fanno a stabilirlo? La Boldrini, qualche tempo fa, ha detto al popolo italiano che dovrà adattarsi presto alle condizioni di vita degli immigrati. La Merkel si dà disponibile a prendere i Siriani, laureati, benestanti, borghesi che scappano da Assad, ma certamente non si dà disponibile per altri. C'è chi erige filo spinato e muri, c'è chi si rende disponibile e c'è ancora chi proprio non vuole nessuno. L'Italia accoglie tutti perché, si sa, gli italiani sono brava gente e se c'è un gommone in acqua lo si accoglie, se c'è un affamato gli si dà da mangiare e da bere .... accoglie buoni e cattivi, principalmente cattivi che sanno che da noi, le leggi, sono scritte ma mai applicate .... e c'è ancora chi non crede ad un piano di affossamento dell'Italia e, forse, un po' dell'Europa.
Abbassando il tenore, la qualità della vita agli europei i politici sono certi di ottenere dei popoli pronti a cedere sui propri diritti pur di mangiare; togliendo la sanità si fanno morire i popoli; togliendo l'istruzione si fanno morire le idee, le lotte, i pensieri degli intellettuali che sono anche troppi nel mondo occidentale. Mescolando, o meglio facendo morire le culture europee e accettando che siano le altre culture a prevalere (in fondo, saranno milioni ad "invadere" l'Europa) si otterranno popoli senza radici, senza cultura comune, stremati dalle difficoltà di vivere, troppo stremati per poter lottare contro le ingiustizie e contro i governi. Un popolo unico, indifferente e sofferente, è governabile senza difficoltà, un popolo disunito perché troppo eterogeneo non si unirà mai contro il governo ... l'ordine unico mondiale sarà così possibile, manovrato e manovrabile, a livello piramidale ...
Questi miei pensieri potranno essere intesi in ogni modo: razzista o altro. Non mi importa.
Non sono mai stata razzista ed ho ascoltato con molta attenzione quel ragazzino intervistato dal telegiornale, un ragazzino di unidici o dodici anni che diceva: se fate finire la guerra, noi non resteremo qui. Ecco, un pensiero semplice. Chi è che alimenta gli odi e le guerre? Chi è che continua a dare soldi e armi ad Assad in Siria, agli islamici integralisti in Iraq e nei paesi arabi, ai talebani in Afganistan? Ma per piacere, è anche tanto semplice capire il disegno, il progetto ma occorre un bambino che gridi, una volta per tutte: Il re è nudo! Governanti ed intellettuali prezzolati continuano a dipingere l'immigrazione e l'accoglienza come diritti e doveri e per carità chi dice il contrario viene dipinto come il cretino che, nella favola, dice che il re è vestito anche se lo vede che è nudo.
No, io vedo che il re è nudo e lo grido forte. E vedo quello che sta accadendo. E non mi piace.
C'è chi ignora il problema, nel mondo, c'è chi lo sottovaluta, c'è chi lo nasconde; c'è chi lo paragona alle grandi emigrazioni degli italiani.
Penso che si dovrebbero fare alcune considerazioni anche sul dovere di accoglienza.
I nostri italiani, quando andarono in America, non furono accolti da applausi: furono messi in quarantena, sommersi di ddt contro pidocchi, scabbia e quant'altro, schedati. Non furono fatti piani di inserimento, non furono fatti piani di studio agevolato, per loro. Erano poveracci, analfabeti e da tali furono trattati. L'America delle grandi opportunità li trattò così. Certamente non fu ripagata meglio, poiché oltre ai poveracci c'erano anche i mafiosi, quegli stessi mafiosi che, nel giro di qualche decennio, diventarono così importanti da aiutare le truppe americane a sbarcare in Sicilia per dare l'avvio alla "liberazione".
Quando la Francia "chiamò" gli immigrati, c'era il piano casa, scuola in cambio di lavoro a numero chiuso: avevano bisogno di tot lavoratori e per tot lavoratori, per lo più minatori, c'era posto, non per altri.
Oggi, in America si stima che il flusso di immigrazione che sta toccando l'Europa durerà per venti anni: come fanno a stabilirlo? La Boldrini, qualche tempo fa, ha detto al popolo italiano che dovrà adattarsi presto alle condizioni di vita degli immigrati. La Merkel si dà disponibile a prendere i Siriani, laureati, benestanti, borghesi che scappano da Assad, ma certamente non si dà disponibile per altri. C'è chi erige filo spinato e muri, c'è chi si rende disponibile e c'è ancora chi proprio non vuole nessuno. L'Italia accoglie tutti perché, si sa, gli italiani sono brava gente e se c'è un gommone in acqua lo si accoglie, se c'è un affamato gli si dà da mangiare e da bere .... accoglie buoni e cattivi, principalmente cattivi che sanno che da noi, le leggi, sono scritte ma mai applicate .... e c'è ancora chi non crede ad un piano di affossamento dell'Italia e, forse, un po' dell'Europa.
Abbassando il tenore, la qualità della vita agli europei i politici sono certi di ottenere dei popoli pronti a cedere sui propri diritti pur di mangiare; togliendo la sanità si fanno morire i popoli; togliendo l'istruzione si fanno morire le idee, le lotte, i pensieri degli intellettuali che sono anche troppi nel mondo occidentale. Mescolando, o meglio facendo morire le culture europee e accettando che siano le altre culture a prevalere (in fondo, saranno milioni ad "invadere" l'Europa) si otterranno popoli senza radici, senza cultura comune, stremati dalle difficoltà di vivere, troppo stremati per poter lottare contro le ingiustizie e contro i governi. Un popolo unico, indifferente e sofferente, è governabile senza difficoltà, un popolo disunito perché troppo eterogeneo non si unirà mai contro il governo ... l'ordine unico mondiale sarà così possibile, manovrato e manovrabile, a livello piramidale ...
Questi miei pensieri potranno essere intesi in ogni modo: razzista o altro. Non mi importa.
Non sono mai stata razzista ed ho ascoltato con molta attenzione quel ragazzino intervistato dal telegiornale, un ragazzino di unidici o dodici anni che diceva: se fate finire la guerra, noi non resteremo qui. Ecco, un pensiero semplice. Chi è che alimenta gli odi e le guerre? Chi è che continua a dare soldi e armi ad Assad in Siria, agli islamici integralisti in Iraq e nei paesi arabi, ai talebani in Afganistan? Ma per piacere, è anche tanto semplice capire il disegno, il progetto ma occorre un bambino che gridi, una volta per tutte: Il re è nudo! Governanti ed intellettuali prezzolati continuano a dipingere l'immigrazione e l'accoglienza come diritti e doveri e per carità chi dice il contrario viene dipinto come il cretino che, nella favola, dice che il re è vestito anche se lo vede che è nudo.
No, io vedo che il re è nudo e lo grido forte. E vedo quello che sta accadendo. E non mi piace.
Thursday, August 20, 2015
Soggiorno in Etruria - Considerazioni - Seconda parte
La cosa positiva che ho potuto notare viaggiando nel viterbese sono i campi, molto estesi, di pannelli fotovoltaici e le grandi pale eoliche.
Sono ambientalista convinta che si debba preservare il paesaggio naturalistico e storico della nostra bella Italia, ma devo dire di essere entusiasta nel vedere che si fanno degli sforzi per uscire dallo strangolamento del petrolio ed utilizzare fonti di energia alternativa.
Non so quanto di questa energia prodotta in modo ecologico venga utilizzata in realtà dagli abitanti di questa bella provincia; non so se dietro questi grandi investimenti ci sono multinazionali o interessi politici e non so neppure se ci sono interessi mafiosi.
Ma so per certo che ormai dovrebbero essere utilizzate solo fonti di energia rinnovabili ed ecologiche; so che da quando il denaro è misurato in petrol dollari la nostra vita è diventata impossibile; so che la nostra bella Italia ha vento e sole ed acqua da poter utilizzare per creare energia.
Sinceramente, i campi fotovoltaici non rovinano la vista ambientale ma anzi, se messi in campi altrimenti non coltivati e non curati possono essere una alternativa; le pale eoliche se messe nei crinali possono incamerare molto vento per generare energia. La vista, da lontano, non è male, anche se l'anno scorso ci è capitato di passare quasi sotto ad una di queste pale ed un po' mi ha inquietata; ma se messe in zone non abitate, sui crinali delle vette, non credo che possano creare disagio agli umani.
Insomma, il nostro territorio è stretto e lungo, è vero, ma se studiato approfonditamente e rispettato, può donarci tanto.
L'essenziale è amministrarlo con rispetto, amore, devozione per il bene di tutti perché il territorio, l'ambiente, è un bene di tutti.
La cosa pubblica - res-pubblica - è nostra, a noi sta utilizzarla per il bene del paese e dei cittadini.
A noi cittadini spetta scegliere dei bravi amministratori, che amministrino ben sapendo di essere dei nostri dipendenti, pagati da noi; amministratori che sappiano che se non fanno bene il loro compito devono pagare se sbagliano.
Chi rompe paga, dice il detto ... purtroppo, i cocci sono dei cittadini.
Per questo motivo, noi cittadini dobbiamo fare il nostro dovere che è anche il nostro diritto: dobbiamo essere i primi a rispettare i nostri paesi, i nostri borghi, i nostri parchi e dobbiamo scegliere bene quando andiamo a votare per essere sicuri di eleggere le persone giuste per i posti giusti.
Sono ambientalista convinta che si debba preservare il paesaggio naturalistico e storico della nostra bella Italia, ma devo dire di essere entusiasta nel vedere che si fanno degli sforzi per uscire dallo strangolamento del petrolio ed utilizzare fonti di energia alternativa.
Non so quanto di questa energia prodotta in modo ecologico venga utilizzata in realtà dagli abitanti di questa bella provincia; non so se dietro questi grandi investimenti ci sono multinazionali o interessi politici e non so neppure se ci sono interessi mafiosi.
Ma so per certo che ormai dovrebbero essere utilizzate solo fonti di energia rinnovabili ed ecologiche; so che da quando il denaro è misurato in petrol dollari la nostra vita è diventata impossibile; so che la nostra bella Italia ha vento e sole ed acqua da poter utilizzare per creare energia.
Sinceramente, i campi fotovoltaici non rovinano la vista ambientale ma anzi, se messi in campi altrimenti non coltivati e non curati possono essere una alternativa; le pale eoliche se messe nei crinali possono incamerare molto vento per generare energia. La vista, da lontano, non è male, anche se l'anno scorso ci è capitato di passare quasi sotto ad una di queste pale ed un po' mi ha inquietata; ma se messe in zone non abitate, sui crinali delle vette, non credo che possano creare disagio agli umani.
Insomma, il nostro territorio è stretto e lungo, è vero, ma se studiato approfonditamente e rispettato, può donarci tanto.
L'essenziale è amministrarlo con rispetto, amore, devozione per il bene di tutti perché il territorio, l'ambiente, è un bene di tutti.
La cosa pubblica - res-pubblica - è nostra, a noi sta utilizzarla per il bene del paese e dei cittadini.
A noi cittadini spetta scegliere dei bravi amministratori, che amministrino ben sapendo di essere dei nostri dipendenti, pagati da noi; amministratori che sappiano che se non fanno bene il loro compito devono pagare se sbagliano.
Chi rompe paga, dice il detto ... purtroppo, i cocci sono dei cittadini.
Per questo motivo, noi cittadini dobbiamo fare il nostro dovere che è anche il nostro diritto: dobbiamo essere i primi a rispettare i nostri paesi, i nostri borghi, i nostri parchi e dobbiamo scegliere bene quando andiamo a votare per essere sicuri di eleggere le persone giuste per i posti giusti.
Tuesday, August 18, 2015
Soggiorno in Etruria - Considerazioni
Prima di tutto chiariamo di cosa stiamo parlando: provincia di Viterbo, l'antica Tuscia (Etruria del Sud), alto Lazio, maremma laziale.
Terra di antichi ritrovamenti di sepolcri e città etrusche, ha una campagna fertile, ancora molto immersa nella natura sebbene molto abitata e lavorata.
Terra rispettata dai propri abitanti ma non dai propri amministratori.
Percorsi meravigliosi, immersi in una natura rigogliosa e generosa che fa da bersot naturale e rinfresca i viaggiatori accaldati, sono attraversati da strade a dir poco dissestate. Buche ed asfalto sconnesso costringono il guidatore a slalom irregolari con il risultato di una guida a zig-zag da ubriaco.
Inoltre, se la civiltà si misura sul grado di rispetto verso gli animali, mentre quelli da reddito godono di una buona salute, godendo parte della loro vita in libertà, in spazi aperti (che siano essi bovini, ovini, equini o volatili), ho notato la quasi totale assenza di felini (tranne a Civita di Bagnoregio nel cui borgo questa specie viene rispettata e curata non senza difficoltà, immagino, vista la distanza da un qualsiasi ambulatorio veterinario).
Sono venuta a conoscenza, per caso, di volontari che si sono visti avvelenare i gatti che accudivano sia a Tuscania che a Soriano. D'altra parte gatti non ne ho visti né a Viterbo città, né a Tarquinia, né a Canino. L'anno scorso ne avevo visto qualcuno a Farnese, ma quest'anno non ho visto gatti e la cosa mi ha stupita non poco; prima di tutto perché questa gente ama gli animali, da quanto ho potuto vedere. Cani ce sono tanti, oltre ai già citati animali da cortile e da reddito.
Quindi? Vorrei ricordare alle amministrazioni ed alle popolazioni di questa bellissima provincia che i gatti sono gli unici che possono salvare da conseguenze disastrose causate dai topi e nei borghi antichi non posso credere che di topi non ce ne siano. I topi, quelli delle fogne (fogne peraltro carenti in queste cittadine, vista la facilità di allagamento per un semplice acquazzone), portano leptospirosi e, alla peggio, la peste, quella "rovina" che nei secoli passati ha mietuto così tante vittime.
Alle amministrazioni, poi, di qualunque colore esse siano, ricordo che in un luogo di così alto valore culturale e turistico le strade sono assolutamente necessarie vista la totale assenza di parcheggi e tangenziali (il territorio, effettivamente, non permette di costruire grandi vie di percorrenza. I borghi antichi hanno borghi, viuzze, scalinate e sono situati chi in collina chi in cime più alte). Le strade esistenti, se tenute con cura, permetterebbero un viaggio bellissimo, con la sola preoccupazione di godere dei bei panorami. Vorrei, inoltre, ricordare che la civiltà si misura anche nella raccolta differenziata dei rifiuti: ho notato raccoglitori di questo tipo solo a Soriano (qualcosa ...) e a Canino ma attorno ai cassonetti c'erano, comunque, rifiuti sparsi. Io che sono pignola in questo ho raccolto plastica da terra per metterla nel giusto contenitore. Ecco, un turista che siede nella piazzetta di Canino, quella coi bei pini mediterranei e la statua di Luciano Buonaparte e vede i rifiuti rotolare nella via o accantonati accanto ai cassonetti ... be', ecco, non gode di una bella vista ed il paese non godrà certo di una bella reputazione.
In questa bellissima regione ci sono pochi alberghi ma tantissime strutture turistiche quali bed & breakfast ed agriturismi: a voi, operatori del settore, suggerirei di fare rete il più possibile. Intendo dire che se vi uniste e vi aiutaste un po' di più potreste beneficiare dell'aiuto reciproco e scambiarvi i turisti poiché so di agriturismi, per esempio, che fanno solo ristorazione e non danno camere quindi potreste appoggiarvi ai b&b. Viceversa i b&b che fanno solo colazione potrebbero mandare i propri ospiti a pranzare negli agriturismi della zona: questo significa fare rete. Ed inoltre potreste diventare una potenza economica capace di far sentire la propria voce presso le amministrazioni per avere più servizi come strade tenute bene e fognature resistenti alle bombe d'acqua.
Ecco, per carità, queste sono solo mie considerazioni, non mi permetto di chiamarli suggerimenti. Ma da viaggiatrice quale sono sempre stata, non semplice turista che morde e fugge senza curarsi di ciò che vede, amerei più cura del mio bel paese. Ho viaggiato tanto in Francia ed Inghilterra ed ho visto come questi popoli siano capaci di fare reddito anche con le sole visite delle chiese o dell'albero dove il cavallo di Napoleone si è fermato a fare pipì.
E' mai possibile che in Italia, culla di arte, storia e cultura, non si riesca ad avere un paese ordinato, bello, ospitale?
Vogliamo finire come la Grecia, madre di tutte le storie e le culture, dove i tedeschi stanno comprando gli accessi sulle isole più belle? (notizia odierna).
Per favore, "politici ed amministratori", ve lo chiedo in ginocchio: abbiate pietà del paese che vi ha dato i natali e vi mantiene e cercate di impegnarvi meglio di così!
Terra di antichi ritrovamenti di sepolcri e città etrusche, ha una campagna fertile, ancora molto immersa nella natura sebbene molto abitata e lavorata.
Terra rispettata dai propri abitanti ma non dai propri amministratori.
Percorsi meravigliosi, immersi in una natura rigogliosa e generosa che fa da bersot naturale e rinfresca i viaggiatori accaldati, sono attraversati da strade a dir poco dissestate. Buche ed asfalto sconnesso costringono il guidatore a slalom irregolari con il risultato di una guida a zig-zag da ubriaco.
Inoltre, se la civiltà si misura sul grado di rispetto verso gli animali, mentre quelli da reddito godono di una buona salute, godendo parte della loro vita in libertà, in spazi aperti (che siano essi bovini, ovini, equini o volatili), ho notato la quasi totale assenza di felini (tranne a Civita di Bagnoregio nel cui borgo questa specie viene rispettata e curata non senza difficoltà, immagino, vista la distanza da un qualsiasi ambulatorio veterinario).
Sono venuta a conoscenza, per caso, di volontari che si sono visti avvelenare i gatti che accudivano sia a Tuscania che a Soriano. D'altra parte gatti non ne ho visti né a Viterbo città, né a Tarquinia, né a Canino. L'anno scorso ne avevo visto qualcuno a Farnese, ma quest'anno non ho visto gatti e la cosa mi ha stupita non poco; prima di tutto perché questa gente ama gli animali, da quanto ho potuto vedere. Cani ce sono tanti, oltre ai già citati animali da cortile e da reddito.
Quindi? Vorrei ricordare alle amministrazioni ed alle popolazioni di questa bellissima provincia che i gatti sono gli unici che possono salvare da conseguenze disastrose causate dai topi e nei borghi antichi non posso credere che di topi non ce ne siano. I topi, quelli delle fogne (fogne peraltro carenti in queste cittadine, vista la facilità di allagamento per un semplice acquazzone), portano leptospirosi e, alla peggio, la peste, quella "rovina" che nei secoli passati ha mietuto così tante vittime.
Alle amministrazioni, poi, di qualunque colore esse siano, ricordo che in un luogo di così alto valore culturale e turistico le strade sono assolutamente necessarie vista la totale assenza di parcheggi e tangenziali (il territorio, effettivamente, non permette di costruire grandi vie di percorrenza. I borghi antichi hanno borghi, viuzze, scalinate e sono situati chi in collina chi in cime più alte). Le strade esistenti, se tenute con cura, permetterebbero un viaggio bellissimo, con la sola preoccupazione di godere dei bei panorami. Vorrei, inoltre, ricordare che la civiltà si misura anche nella raccolta differenziata dei rifiuti: ho notato raccoglitori di questo tipo solo a Soriano (qualcosa ...) e a Canino ma attorno ai cassonetti c'erano, comunque, rifiuti sparsi. Io che sono pignola in questo ho raccolto plastica da terra per metterla nel giusto contenitore. Ecco, un turista che siede nella piazzetta di Canino, quella coi bei pini mediterranei e la statua di Luciano Buonaparte e vede i rifiuti rotolare nella via o accantonati accanto ai cassonetti ... be', ecco, non gode di una bella vista ed il paese non godrà certo di una bella reputazione.
In questa bellissima regione ci sono pochi alberghi ma tantissime strutture turistiche quali bed & breakfast ed agriturismi: a voi, operatori del settore, suggerirei di fare rete il più possibile. Intendo dire che se vi uniste e vi aiutaste un po' di più potreste beneficiare dell'aiuto reciproco e scambiarvi i turisti poiché so di agriturismi, per esempio, che fanno solo ristorazione e non danno camere quindi potreste appoggiarvi ai b&b. Viceversa i b&b che fanno solo colazione potrebbero mandare i propri ospiti a pranzare negli agriturismi della zona: questo significa fare rete. Ed inoltre potreste diventare una potenza economica capace di far sentire la propria voce presso le amministrazioni per avere più servizi come strade tenute bene e fognature resistenti alle bombe d'acqua.
Ecco, per carità, queste sono solo mie considerazioni, non mi permetto di chiamarli suggerimenti. Ma da viaggiatrice quale sono sempre stata, non semplice turista che morde e fugge senza curarsi di ciò che vede, amerei più cura del mio bel paese. Ho viaggiato tanto in Francia ed Inghilterra ed ho visto come questi popoli siano capaci di fare reddito anche con le sole visite delle chiese o dell'albero dove il cavallo di Napoleone si è fermato a fare pipì.
E' mai possibile che in Italia, culla di arte, storia e cultura, non si riesca ad avere un paese ordinato, bello, ospitale?
Vogliamo finire come la Grecia, madre di tutte le storie e le culture, dove i tedeschi stanno comprando gli accessi sulle isole più belle? (notizia odierna).
Per favore, "politici ed amministratori", ve lo chiedo in ginocchio: abbiate pietà del paese che vi ha dato i natali e vi mantiene e cercate di impegnarvi meglio di così!
Sunday, August 16, 2015
Soggiorno in Etruria
Giovedì 6 agosto: Luca si ritrova con una spalla dolorante per cui stiamo a riposo nel b&b. Alle 17 andiamo a Tuscania per vedere se riusciamo ad incontrare il titolare della libreria L'Unicorno. Infatti, riusciamo a trovare la libreria aperta; il titolare, Enzo Valentini, è autore di alcuni libri sui Templari, ci fermiamo a parlare, a scambiarci gli indirizzi ed acquistiamo alcune cose, tra cui il suo libro "Storia segreta dei Templari".
Venerdì 7 agosto Luca è ancora dolorante, ma decidiamo di andare ugualmente a Sutri. Il borgo è bello ma la cosa veramente interessante è il parco archeologico, con sepolcri etruschi in vista, in mezzo al verde. Il parco è anche attrezzato con i giochi per i bimbi e ci sono prati verdi su cui sedere per una sosta. Poco distante, l'anfiteatro, visitabile con biglietto che comprende anche la visita al Mitreo, divenuto poi cappella cristiana. Io ho seri problemi di malessere per cui dall'anfiteatro sono dovuta uscire a causa di una forte nausea; anche il Mitreo non sono riuscita a visitarlo, troppo scavato in profondità. Sento il peso della storia etrusca, sento che sia le tombe, sia l'anfiteatro e il Mitreo sono intrisi di troppa sofferenza. Comunque tutto è tenuto con molta cura, la gente è cordiale, ma come in tutti i paesi dell'Etruria (tranne Civita di Bagnoregio) non ci sono gatti. Le strade per raggiungere ogni meta sono mal messe, con buche ed asfalto rovinato. Peccato, perché ci sono alcuni tratti di strada veramente belli, con vegetazione che copre dal sole accecante e rinfresca l'aria.
Sabato 8 agosto (Santa Erminia) siamo ancora a Tuscania. C'è un bellissimo negozio di arte etrusca dove l'anno scorso avevamo comperato alcune opere e speriamo di trovarlo aperto. Infatti, essendo sabato, la titolare (ed artista) ha aperto anche la mattina. Comperiamo due coppie di gatti, due capitelli ed un gufetto. Visitare Tuscania non stanca mai, ormai la conosciamo molto bene ed anche Briciola ed Apple conoscono già le strade.
Domenica 9 agosto andiamo a Canino, passando per Alverna, bel paesino molto turistico, con piscina e campi da tennis. Canino è il paese natale di Paolo III Farnese; la sua statua si trova proprio ai piedi della Torre del Castello Farnese, i cui resti sono abitati da varie famiglie a quanto pare. Tutta l'Etruria è stata a più riprese distrutta e ricostruita, sono stati utilizzati pezzi di antiche vestigia per costruire le abitazioni nei secoli. Scavando scavando, si trovano vari strati di secoli passati e Canino non è da meno. Facciamo un giro per il paese ed arriviamo ad una bella piazza, ombreggiata da pini secolari. Qui troviamo una statua di Luciano Buonaparte, ricordato ancora volentieri dal paese perché portò la cultura della sua epoca. La vista, da una specie di belvedere, è mozzafiato. La natura ha il sopravvento su tutto e le antiche sepolture vengono utilizzate oggi come magazzini o altro.
E', comunque, un paese da visitare.
Lunedì 10 agosto decidiamo di andare a Bolsena. Il tempo si sta già guastando, per cui il viaggio è abbastanza agevole e fresco. Arriviamo a Bolsena e parcheggiamo, vedendo già dei grossi nuvoloni che stazionano sul lago. Ci facciamo un giro nella contrada alta, facciamo amicizia con un cagnolino, anzianotto, che staziona davanti alla sua casa. Giriamo tutta la contrada che porta al museo, contrada veramente bella e tenuta molto bene ma le nuvole iniziano a scontrarsi ed inizia a tuonare. Decidiamo di tornare alla macchina, quando sentiamo le prime gocce; nel giro di pochi minuti le prime gocce si trasformano in bombe d'acqua. Il viaggio di ritorno è avventuroso, fra strade mal ridotte e macchine che ci seguono in fila, con i fari accesi; Luca riesce a mantenere l'auto, fra acquaplaning e secchiate d'acqua. Tuoni e fulmini e acqua a catinelle, tolgono il respiro e la visibilità che è pari a zero. Procediamo piano piano, arrivando a Montefiascone che è già tutta allagata. Strade trasformate in fiumi ci fanno procedere con cautela. Briciola ed Apple sono appiattiti sul sedile, attaccati alle loro cinture di sicurezza. Arriviamo al b&b trafelati, ringraziando il cielo; anche qui c'è stato un forte acquazzone che ha rinfrescato moltissimo l'aria. Qui, di sera, si respira e si cena all'aperto molto volentieri, in estate; ma questa sera ceneremo con felpa e giubbetto perché la temperatura si è abbassata drasticamente di almeno dieci gradi, Infatti, in questi giorni la temperatura ha raggiunto i 40 gradi ma al ritorno da questa gita abbiamo visto che era scesa a 18 gradi.
Martedì 11 agosto: torniamo a casa, dopo una abbondante colazione consumata all'interno del b&b perché c'è veramente molto fresco. Sono triste per il rientro, ma so che anche quest'anno questa vacanza mi rimarrà nel cuore e nell'anima e mi servirà per tutto l'anno. La cordialità di Fiammetta, Sullo e Ves; il sole che ci ha abbronzati; la natura che ci ha accolto; i panorami che i nostri occhi hanno visto; i buoni piatti della cucina di Fiammetta e Sullo, che ci hanno rifocillato tutte le sere; ecco, queste sono le cose che riempiono il cuore di serenità. Quella serenità che ogni tanto ci viene a mancare durante l'anno e che faticheremo a trovare a casa, visti i lavori ancora tutti da fare, i mobili da rimontare e le pulizie dopo i tinteggi, nonostante il lavoro costante di questi giorni a casa fatto da Sarah.
Grazie Etruria; grazie Fiammetta, Sullo e Ves. La vostra accoglienza, sempre così cordiale, ci fa sentire come a casa nostra e salutarvi è triste come se dovessimo allontanarci dai nostri famigliari. Fiammetta, carissima amica, grazie ancora di tutto. Speriamo di poterci rivedere anche l'anno prossimo.
Venerdì 7 agosto Luca è ancora dolorante, ma decidiamo di andare ugualmente a Sutri. Il borgo è bello ma la cosa veramente interessante è il parco archeologico, con sepolcri etruschi in vista, in mezzo al verde. Il parco è anche attrezzato con i giochi per i bimbi e ci sono prati verdi su cui sedere per una sosta. Poco distante, l'anfiteatro, visitabile con biglietto che comprende anche la visita al Mitreo, divenuto poi cappella cristiana. Io ho seri problemi di malessere per cui dall'anfiteatro sono dovuta uscire a causa di una forte nausea; anche il Mitreo non sono riuscita a visitarlo, troppo scavato in profondità. Sento il peso della storia etrusca, sento che sia le tombe, sia l'anfiteatro e il Mitreo sono intrisi di troppa sofferenza. Comunque tutto è tenuto con molta cura, la gente è cordiale, ma come in tutti i paesi dell'Etruria (tranne Civita di Bagnoregio) non ci sono gatti. Le strade per raggiungere ogni meta sono mal messe, con buche ed asfalto rovinato. Peccato, perché ci sono alcuni tratti di strada veramente belli, con vegetazione che copre dal sole accecante e rinfresca l'aria.
Sabato 8 agosto (Santa Erminia) siamo ancora a Tuscania. C'è un bellissimo negozio di arte etrusca dove l'anno scorso avevamo comperato alcune opere e speriamo di trovarlo aperto. Infatti, essendo sabato, la titolare (ed artista) ha aperto anche la mattina. Comperiamo due coppie di gatti, due capitelli ed un gufetto. Visitare Tuscania non stanca mai, ormai la conosciamo molto bene ed anche Briciola ed Apple conoscono già le strade.
Domenica 9 agosto andiamo a Canino, passando per Alverna, bel paesino molto turistico, con piscina e campi da tennis. Canino è il paese natale di Paolo III Farnese; la sua statua si trova proprio ai piedi della Torre del Castello Farnese, i cui resti sono abitati da varie famiglie a quanto pare. Tutta l'Etruria è stata a più riprese distrutta e ricostruita, sono stati utilizzati pezzi di antiche vestigia per costruire le abitazioni nei secoli. Scavando scavando, si trovano vari strati di secoli passati e Canino non è da meno. Facciamo un giro per il paese ed arriviamo ad una bella piazza, ombreggiata da pini secolari. Qui troviamo una statua di Luciano Buonaparte, ricordato ancora volentieri dal paese perché portò la cultura della sua epoca. La vista, da una specie di belvedere, è mozzafiato. La natura ha il sopravvento su tutto e le antiche sepolture vengono utilizzate oggi come magazzini o altro.
E', comunque, un paese da visitare.
Lunedì 10 agosto decidiamo di andare a Bolsena. Il tempo si sta già guastando, per cui il viaggio è abbastanza agevole e fresco. Arriviamo a Bolsena e parcheggiamo, vedendo già dei grossi nuvoloni che stazionano sul lago. Ci facciamo un giro nella contrada alta, facciamo amicizia con un cagnolino, anzianotto, che staziona davanti alla sua casa. Giriamo tutta la contrada che porta al museo, contrada veramente bella e tenuta molto bene ma le nuvole iniziano a scontrarsi ed inizia a tuonare. Decidiamo di tornare alla macchina, quando sentiamo le prime gocce; nel giro di pochi minuti le prime gocce si trasformano in bombe d'acqua. Il viaggio di ritorno è avventuroso, fra strade mal ridotte e macchine che ci seguono in fila, con i fari accesi; Luca riesce a mantenere l'auto, fra acquaplaning e secchiate d'acqua. Tuoni e fulmini e acqua a catinelle, tolgono il respiro e la visibilità che è pari a zero. Procediamo piano piano, arrivando a Montefiascone che è già tutta allagata. Strade trasformate in fiumi ci fanno procedere con cautela. Briciola ed Apple sono appiattiti sul sedile, attaccati alle loro cinture di sicurezza. Arriviamo al b&b trafelati, ringraziando il cielo; anche qui c'è stato un forte acquazzone che ha rinfrescato moltissimo l'aria. Qui, di sera, si respira e si cena all'aperto molto volentieri, in estate; ma questa sera ceneremo con felpa e giubbetto perché la temperatura si è abbassata drasticamente di almeno dieci gradi, Infatti, in questi giorni la temperatura ha raggiunto i 40 gradi ma al ritorno da questa gita abbiamo visto che era scesa a 18 gradi.
Martedì 11 agosto: torniamo a casa, dopo una abbondante colazione consumata all'interno del b&b perché c'è veramente molto fresco. Sono triste per il rientro, ma so che anche quest'anno questa vacanza mi rimarrà nel cuore e nell'anima e mi servirà per tutto l'anno. La cordialità di Fiammetta, Sullo e Ves; il sole che ci ha abbronzati; la natura che ci ha accolto; i panorami che i nostri occhi hanno visto; i buoni piatti della cucina di Fiammetta e Sullo, che ci hanno rifocillato tutte le sere; ecco, queste sono le cose che riempiono il cuore di serenità. Quella serenità che ogni tanto ci viene a mancare durante l'anno e che faticheremo a trovare a casa, visti i lavori ancora tutti da fare, i mobili da rimontare e le pulizie dopo i tinteggi, nonostante il lavoro costante di questi giorni a casa fatto da Sarah.
Grazie Etruria; grazie Fiammetta, Sullo e Ves. La vostra accoglienza, sempre così cordiale, ci fa sentire come a casa nostra e salutarvi è triste come se dovessimo allontanarci dai nostri famigliari. Fiammetta, carissima amica, grazie ancora di tutto. Speriamo di poterci rivedere anche l'anno prossimo.
Saturday, August 15, 2015
Soggiorno in Etruria - seconda parte
Il mercoledì 5 agosto siamo andati a Civita di Bagnoregio. Dopo aver preparato il nostro zaino termico con i panini e l'acqua e la borsa termica con l'acqua per Briciola ed Apple, dopo aver fatto la prima passeggiata con i cani per far espletare i bisogni primari, siamo partiti. La giornata è caldissima, abbiamo raggiunto i 40 gradi. La strada che prendiamo è la stessa che ci porta verso il lago di Bolsena, per poi proseguire verso Bagnoregio. In questa zona, attorno al 1650 un grande terremoto ha sconvolto questo paese che era formato da tre contrade; due di esse, con lo sconvolgimento del terremoto, sono crollate (erano in collina) mentre la terza contrada, Civita, è rimasta sul crinale. Il risultato è sconvolgente: Civita di Bagnoregio è isolata, su un cucuzzolo, attorniata da calanchi profondi. Per raggiungere Civita, abitata durante l'anno da sole 10 persone, occorre arrivare quindi a Bagnoregio dove si lascia, alla fine del paese, la macchina in parcheggio. Un primo tratto di strada a piedi ci fa raggiungere un bel vedere, da dove si può osservare questa vista sconvolgente fatta di calanchi profondi ed in mezzo, quasi come fosse in mezzo ad un cratere, questo paese che rimane su un piccolo fungo di terreno. Civita viene definita "il paese che muore" perché ogni anno il terreno cede di 7 cm. e prima o poi tutto crollerà con un risultato impossibile da prevedere. Dopo aver raggiunto il bel vedere, abbiamo percorso ancora un buon tratto a piedi, in salita, per raggiungere l'inizio del ponte che unisce Civita a Bagnoregio. C'è un biglietto di pedaggio da pagare, biglietto economico ed il cui prezzo la visita vale assolutamente; al ragazzo che ritirava i biglietti chiedo se i cani possono entrare nel paese e mi risponde che sì, i cani possono entrare ma tenuti al guinzaglio. "Certamente, guardi, ho anche i sacchettini per pulire", rispondo. Il ragazzo mi guarda quasi stupito: "Ah, non si preoccupi per quello, signora. E' che in paese ci sono molti gatti ed i civitesi ci tengono moltissimo quindi non devono essere disturbati!". La cosa mi rende solo felice. Procediamo, dunque; il ponte è sospeso nel vuoto ed Apple, vista l'altezza, si è messa ventre a terra e quasi non vuole camminare. Briciola, da cane strafottente quale è, procede, invece, baldanzoso; probabilmente il suo esempio ha aiutato Apple e così, dopo una buona mezz'ora sotto il sole cocente, in salita, in mezzo ai tanti cinesi in visita, raggiungiamo l'entrata di Civita.
Il paese è tenuto benissimo; il ragazzo che controllava i biglietti mi ha detto che durante l'anno ci vivono solo in 10, ma le case sono state acquistate da gente molto ricca, sono state ristrutturate in modo da essere "di lusso ... se potesse entrarci vedrebbe che meraviglia!". Pare che anche un noto psicologo che appare spesso in televisione abbia comperato casa qui. Un investimento, penso, un po' azzardato vista la definizione del paese ... ma varrebbe la pena, poterci trascorrere qualche mese in santa pace. Civita non è grande, è fatto di vicoli e vicoletti, con tanti ristoranti e negozi di souvenirs e ... tanti gatti! In realtà sono molto magrolini, ma sono i veri padroni di questa antica contrada. Si avvicinano ai turisti, abituati alla presenza umana, in cerca di qualche briciolina. Noi giriamo per Civita, Luca approfitta per fare molte fotografie ed alla fine ci sediamo nella piazzetta per mangiare i nostri panini. Un gruppo di Lupetti, i boy-scouts più giovani, molto rumoroso, sta facendo dei giochi alzando parecchia polvere, la polvere della piazza. Un bimbo tedesco si siede vicino a noi, con la sorella ed i genitori, ed inizia a fare carezze a Briciola che, come al solito, non le disdegna.
Finito il mio primo panino, noto due gatti che si avvicinano ai bambini in cerca di qualche briciolina; uno, soriano, magrino, mi ricorda la mia Psiché e credo proprio che sia una giovane femmina, cacciatrice, coraggiosa. Un altro, bianco e nero, più timoroso cerca di prendere qualcosa ma la femmina è più veloce. Decido di donare il mio secondo panino a questi felini dolcissimi e così mi avvicino con cautela; un pezzettino alla piccola soriana ed un pezzettino al bianco e nero. Mi accorgo che questo non ha i dentini e si mette tutto il mio dito in bocca, quasi a succhiarlo ... nel frattempo si avvicina un altro micio bianco e nero, questo con tutti i suoi dentini ed un altro, tutto nero, giovane come la sorianina, magro e timoroso che allunga le unghie per prendere il suo pezzetto di panino ... Così, un pezzo a lui, uno a lei, uno all'altro e uno, un po' distante, al quarto ... in pochi minuti il mio panino finisce ma quattro pancini hanno potuto godere di un panino di tutto rispetto, fatto con amore, con prosciutto crudo e sottiletta ...
Verso le tre, allo scadere del parcheggio, ci avviamo all'uscita del paese per fare a ritroso tutto il percorso, ancora sotto il sole cocente ... vedo l'ora di raggiungere il b&b per un bel tuffo in piscina! La visita a Civita vale tutta la fatica, consiglio a chiunque di non perdere l'occasione perché questo paese, veramente incredibile, è magico.
Continua ....
Il paese è tenuto benissimo; il ragazzo che controllava i biglietti mi ha detto che durante l'anno ci vivono solo in 10, ma le case sono state acquistate da gente molto ricca, sono state ristrutturate in modo da essere "di lusso ... se potesse entrarci vedrebbe che meraviglia!". Pare che anche un noto psicologo che appare spesso in televisione abbia comperato casa qui. Un investimento, penso, un po' azzardato vista la definizione del paese ... ma varrebbe la pena, poterci trascorrere qualche mese in santa pace. Civita non è grande, è fatto di vicoli e vicoletti, con tanti ristoranti e negozi di souvenirs e ... tanti gatti! In realtà sono molto magrolini, ma sono i veri padroni di questa antica contrada. Si avvicinano ai turisti, abituati alla presenza umana, in cerca di qualche briciolina. Noi giriamo per Civita, Luca approfitta per fare molte fotografie ed alla fine ci sediamo nella piazzetta per mangiare i nostri panini. Un gruppo di Lupetti, i boy-scouts più giovani, molto rumoroso, sta facendo dei giochi alzando parecchia polvere, la polvere della piazza. Un bimbo tedesco si siede vicino a noi, con la sorella ed i genitori, ed inizia a fare carezze a Briciola che, come al solito, non le disdegna.
Finito il mio primo panino, noto due gatti che si avvicinano ai bambini in cerca di qualche briciolina; uno, soriano, magrino, mi ricorda la mia Psiché e credo proprio che sia una giovane femmina, cacciatrice, coraggiosa. Un altro, bianco e nero, più timoroso cerca di prendere qualcosa ma la femmina è più veloce. Decido di donare il mio secondo panino a questi felini dolcissimi e così mi avvicino con cautela; un pezzettino alla piccola soriana ed un pezzettino al bianco e nero. Mi accorgo che questo non ha i dentini e si mette tutto il mio dito in bocca, quasi a succhiarlo ... nel frattempo si avvicina un altro micio bianco e nero, questo con tutti i suoi dentini ed un altro, tutto nero, giovane come la sorianina, magro e timoroso che allunga le unghie per prendere il suo pezzetto di panino ... Così, un pezzo a lui, uno a lei, uno all'altro e uno, un po' distante, al quarto ... in pochi minuti il mio panino finisce ma quattro pancini hanno potuto godere di un panino di tutto rispetto, fatto con amore, con prosciutto crudo e sottiletta ...
Verso le tre, allo scadere del parcheggio, ci avviamo all'uscita del paese per fare a ritroso tutto il percorso, ancora sotto il sole cocente ... vedo l'ora di raggiungere il b&b per un bel tuffo in piscina! La visita a Civita vale tutta la fatica, consiglio a chiunque di non perdere l'occasione perché questo paese, veramente incredibile, è magico.
Continua ....
Wednesday, August 12, 2015
SOGGIORNO IN ETRURIA
Domenica 2 agosto siamo partiti per raggiungere il bed&breakfast Lo Stregatto, che si trova poco oltre Tuscania. Da Reggio Emilia a Firenze abbiamo avuto un viaggio gradevole perché in appennino aveva piovuto per un paio di giorni rinfrescando un po' anche la pianura. Arrivati all'altezza di Firenze abbiamo cominciato a boccheggiare per il caldo afoso e solo arrivati a Viterbo abbiamo ripreso a respirare. Finalmente arrivati siamo stati accolti calorosamente da Fiammetta, Sullo e Ves, arrivato anche lui al b&b da poche ore. Silvestro, Selvaggia e Frida, i tre cagnolotti del b&b erano già stati chiusi nel loro recinto per non farli scontrare con Briciola ed Apple. L'aria qui è sempre fresca, essendo un po' in collina.
Arrivati, mi sono subito tuffata in piscina, per rinfrescarmi. Alla sera, cena con Fiammetta e Sullo.
Lunedì 3 agosto siamo rimasti a Tuscania: mi piace tantissimo questa piccola cittadina, chiusa nelle mura; mi sento tranquilla, i cani possono passeggiare serenamente anche se qualche volta si incontra qualche loro simile e Briciola si lascia andare a qualche approccio animoso. Tuscania è bella, tenuta benissimo; l'unico dispiacere lo si prova solo notando quanti negozi sono chiusi a causa della crisi e quante case sono in vendita. Ma è tenuta veramente bene. Tra l'altro in agosto si svolge la sagra del baccalà che dura quasi una settimana, con luna park e bancarelle.
Siamo rientrati al b&b a metà pomeriggio, io mi sono goduta la piscina e poi, alla sera, la cucina di Sullo e Fiammetta ci ha rifocillato abbondantemente. Siamo amici, dall'anno scorso, ci teniamo in contatto anche durante l'anno ed è piacevole sedere a tavolo con loro, in amicizia poiché come b&b non sarebbero tenuti a farci da cena.
Il martedì 4 agosto siamo andati, su insistenza di Luca a Soriano. Ci sarebbero un castello ed un giardino da visitare, ma entrambi sono chiusi; il castello viene aperto solamente durante il fine settimana o in occasione di particolari manifestazioni, mentre il giardino non riporta nessun orario. Soriano è un paese confusionario; la veduta dal basso è molto bella poiché si staglia questo castello enorme che è stato anche carcere di massima sicurezza; anche da una specie di bel vedere si vede un bel panorama, ma il paese, frequentato senza divieti da tir e camion, tra vicoletti stretti e scalette, è faticoso da frequentare con i cani, non si può camminare in sicurezza, non ci sono marciapiedi e c'è un forte inquinamento. Veramente, mangiare seduta al tavolino di un bar in mezzo al traffico non è il massimo. Infatti abbiamo cercato un forno, abbiamo comperato due pezzi di focaccia ed abbiamo cercato quello che mi è sembrato l'unico posto un po' riparato, sotto gli alberi, fuori dalle mura. Una signora mi ha chiesto consigli (come se avessi in fronte un neon che indica: qui abita una volontaria gattara) su come salvare dei gatti, Infatti i suoi vicini li avvelenano tutti ... in realtà, in tutto il paese non ho visto un gatto ... siamo rientrati furiosi, Luca perché voleva visitare il castello, io perché proprio non ho goduto per niente questo paese.
Continua ....
Arrivati, mi sono subito tuffata in piscina, per rinfrescarmi. Alla sera, cena con Fiammetta e Sullo.
Lunedì 3 agosto siamo rimasti a Tuscania: mi piace tantissimo questa piccola cittadina, chiusa nelle mura; mi sento tranquilla, i cani possono passeggiare serenamente anche se qualche volta si incontra qualche loro simile e Briciola si lascia andare a qualche approccio animoso. Tuscania è bella, tenuta benissimo; l'unico dispiacere lo si prova solo notando quanti negozi sono chiusi a causa della crisi e quante case sono in vendita. Ma è tenuta veramente bene. Tra l'altro in agosto si svolge la sagra del baccalà che dura quasi una settimana, con luna park e bancarelle.
Siamo rientrati al b&b a metà pomeriggio, io mi sono goduta la piscina e poi, alla sera, la cucina di Sullo e Fiammetta ci ha rifocillato abbondantemente. Siamo amici, dall'anno scorso, ci teniamo in contatto anche durante l'anno ed è piacevole sedere a tavolo con loro, in amicizia poiché come b&b non sarebbero tenuti a farci da cena.
Il martedì 4 agosto siamo andati, su insistenza di Luca a Soriano. Ci sarebbero un castello ed un giardino da visitare, ma entrambi sono chiusi; il castello viene aperto solamente durante il fine settimana o in occasione di particolari manifestazioni, mentre il giardino non riporta nessun orario. Soriano è un paese confusionario; la veduta dal basso è molto bella poiché si staglia questo castello enorme che è stato anche carcere di massima sicurezza; anche da una specie di bel vedere si vede un bel panorama, ma il paese, frequentato senza divieti da tir e camion, tra vicoletti stretti e scalette, è faticoso da frequentare con i cani, non si può camminare in sicurezza, non ci sono marciapiedi e c'è un forte inquinamento. Veramente, mangiare seduta al tavolino di un bar in mezzo al traffico non è il massimo. Infatti abbiamo cercato un forno, abbiamo comperato due pezzi di focaccia ed abbiamo cercato quello che mi è sembrato l'unico posto un po' riparato, sotto gli alberi, fuori dalle mura. Una signora mi ha chiesto consigli (come se avessi in fronte un neon che indica: qui abita una volontaria gattara) su come salvare dei gatti, Infatti i suoi vicini li avvelenano tutti ... in realtà, in tutto il paese non ho visto un gatto ... siamo rientrati furiosi, Luca perché voleva visitare il castello, io perché proprio non ho goduto per niente questo paese.
Continua ....
Tuesday, June 30, 2015
"Viva la gente"
Ho preso la chitarra per cantare un paio di canzoni; ho preso le mie agende, dove anni ed anni fa ho scritto i testi delle canzoni che canto da una vita; ho sfogliato le pagine e mi sono saltate agli occhi alcune canzoni che cantavamo nel cast di Parma di "Viva la gente", cast satellite del gruppo "Up with people" americano. Le canzoni che cantavamo noi non so chi le abbia composte; conosco l'autore solo di una delle canzoni che cantavo io come solista perché era venuto apposto da Bologna per insegnarla ... "Oh, libertà". Le altre canzoni facevano già parte del repertorio del gruppo di Parma e quindi le avevo trascritte, anche quelle che non cantavo io come solista (ne cantavo 4). Occorreva conoscere il testo di tutte le canzoni poiché c'era il coro da fare e c'erano le coreografie ...
Nel rileggere i testi, di cui non ricordo più la musica, mi sono ritrovata a pensare a quanto siano. purtroppo, ancora attuali. Ve ne trascrivo alcuni testi, così, per meditare.
GUERRA CRUDELE
Sulla nostra terra cade la pioggia, ormai tuona il cannone
cadono uomini nel fango ed altri mille nel vento
c'è un posto anche per noi.
L'odio e la guerra nel nostro cuore han preso
il posto dell'amore, han cancellato il tempo.
Il tempo dei fiori, il tempo dei giochi,
il tempo dell'amore non è più come prima.
I fiori che coglievamo insieme nei tuoi capelli
non metterai ma li lascerai cadere
sulla mia tomba.
E ritornerai piangendo un sol fiore non basterà
per il tuo bianco volto.
Le mogli, le madri, i padri, i figli
aspetteranno che torni un fiore
che non potrà sbocciare perché ha visto sangue,
ha visto fango, ha visto l'uomo colpire l'uomo.
Son cose senza senso, son cose senza senso ...
CANTO SUL LAVORO
Il nostro lavoro ci vuole così
senza un momento per poter pensar
ma siamo anche noi a voler tutto ciò
se abbiamo riposo lo lasciamo in un bar
e dimentichiamo il senso che ha.
Poi torni al lavoro e pensi che
al mondo nessuno soffre come te
non ti rendi conto che è solo perché
hai rinunciato a guardar dentro te.
Ne avevi bisogno ed ora che farai?
Ma presto la domenica arriverà
andrò al bar o al cinema, mi aiuterà
dimenticare un attimo questo rumor
non riesco più a sentirlo non ne posso più.
Abbiamo il coraggio di credere che
il divertimento possa cambiar
il senso sbagliato che diamo al lavoro
ma così continuiamo a sbagliare di più
e continueremo a chiedere perché.
Poi trovi un amico che chiede se vuoi
trovarti un giorno a parlare con lui
"molto gentile ma ho da lavorar
e quando vien festa vado a ballar"
E quello ti chiede il senso che ha ...
Poi per un caso ti capita in mano
un libro d'amore, poesia del cuore
un'occhiata distratta e finisce lì
ci siamo scordati di quello che è l'uomo
e allora pensiamo che tutto non va.
DAVANTI A UN UOMO
Amico che ascolti ora tutti noi
se hai capito bene perché in tanti siamo qui
davanti a te, una domanda certo mi farai:
"E' giusto che voi cantiate e balliate
dicendo che la fiducia avremo in un futuro migliore?
Dimmi tu se è giusto che al mondo ancora
qualcuno non possa più mostrare il proprio sorriso
perché s'è spento ormai tra le braccia del tormento?"
Amico, sai, hai detto giusto, c'è ancora chi sa solamente
soffrire, per questo noi dobbiamo sorridere
anche davanti al mal.
Ci vuole tanto coraggio, ci vuole forza lo sai,
ci vuole tutto l'amore che un uomo può dare e deve aver.
Davanti a un uomo che ha sempre sofferto
devi stare come un fiore di campo.
Devi donargli la tua freschezza,
lasciargli cogliere sincerità, aprire i petali del tuo cuore,
fargli sentire profumo d'amore, guardarlo come nessuno
guardato lo ha mai.
Uomo, questo è soltanto un tuo dover, non ti vantar
della bontà, nel silenzio ancor ti chiamerà,
una canzone tu gli canterai, lo porterai attraverso prati
e un nuovo fiore coglierà.
Amico, senti, è giunto il tempo che anche tu mi dia una mano
perché non basta solo sorridere
bisogna anche agire, ci vuole tanta fiducia
ci vorrà tempo, lo sai
ma a primavera rinasce quel fiore
che tu hai colto già.
Nel rileggere i testi, di cui non ricordo più la musica, mi sono ritrovata a pensare a quanto siano. purtroppo, ancora attuali. Ve ne trascrivo alcuni testi, così, per meditare.
GUERRA CRUDELE
Sulla nostra terra cade la pioggia, ormai tuona il cannone
cadono uomini nel fango ed altri mille nel vento
c'è un posto anche per noi.
L'odio e la guerra nel nostro cuore han preso
il posto dell'amore, han cancellato il tempo.
Il tempo dei fiori, il tempo dei giochi,
il tempo dell'amore non è più come prima.
I fiori che coglievamo insieme nei tuoi capelli
non metterai ma li lascerai cadere
sulla mia tomba.
E ritornerai piangendo un sol fiore non basterà
per il tuo bianco volto.
Le mogli, le madri, i padri, i figli
aspetteranno che torni un fiore
che non potrà sbocciare perché ha visto sangue,
ha visto fango, ha visto l'uomo colpire l'uomo.
Son cose senza senso, son cose senza senso ...
CANTO SUL LAVORO
Il nostro lavoro ci vuole così
senza un momento per poter pensar
ma siamo anche noi a voler tutto ciò
se abbiamo riposo lo lasciamo in un bar
e dimentichiamo il senso che ha.
Poi torni al lavoro e pensi che
al mondo nessuno soffre come te
non ti rendi conto che è solo perché
hai rinunciato a guardar dentro te.
Ne avevi bisogno ed ora che farai?
Ma presto la domenica arriverà
andrò al bar o al cinema, mi aiuterà
dimenticare un attimo questo rumor
non riesco più a sentirlo non ne posso più.
Abbiamo il coraggio di credere che
il divertimento possa cambiar
il senso sbagliato che diamo al lavoro
ma così continuiamo a sbagliare di più
e continueremo a chiedere perché.
Poi trovi un amico che chiede se vuoi
trovarti un giorno a parlare con lui
"molto gentile ma ho da lavorar
e quando vien festa vado a ballar"
E quello ti chiede il senso che ha ...
Poi per un caso ti capita in mano
un libro d'amore, poesia del cuore
un'occhiata distratta e finisce lì
ci siamo scordati di quello che è l'uomo
e allora pensiamo che tutto non va.
DAVANTI A UN UOMO
Amico che ascolti ora tutti noi
se hai capito bene perché in tanti siamo qui
davanti a te, una domanda certo mi farai:
"E' giusto che voi cantiate e balliate
dicendo che la fiducia avremo in un futuro migliore?
Dimmi tu se è giusto che al mondo ancora
qualcuno non possa più mostrare il proprio sorriso
perché s'è spento ormai tra le braccia del tormento?"
Amico, sai, hai detto giusto, c'è ancora chi sa solamente
soffrire, per questo noi dobbiamo sorridere
anche davanti al mal.
Ci vuole tanto coraggio, ci vuole forza lo sai,
ci vuole tutto l'amore che un uomo può dare e deve aver.
Davanti a un uomo che ha sempre sofferto
devi stare come un fiore di campo.
Devi donargli la tua freschezza,
lasciargli cogliere sincerità, aprire i petali del tuo cuore,
fargli sentire profumo d'amore, guardarlo come nessuno
guardato lo ha mai.
Uomo, questo è soltanto un tuo dover, non ti vantar
della bontà, nel silenzio ancor ti chiamerà,
una canzone tu gli canterai, lo porterai attraverso prati
e un nuovo fiore coglierà.
Amico, senti, è giunto il tempo che anche tu mi dia una mano
perché non basta solo sorridere
bisogna anche agire, ci vuole tanta fiducia
ci vorrà tempo, lo sai
ma a primavera rinasce quel fiore
che tu hai colto già.
Monday, May 11, 2015
Insonnia
Soffro di insonnia ... da anni, potrei dire da quando ero bambina. E di notte penso, penso ...
La notte scorsa non riuscivo a dormire pensando alla crudeltà che c'è su questo nostro pianeta. E pensare che ci è stato dato tutto: un pianeta meraviglioso, con tanto verde, con tanta acqua (se distribuita equamente), con animali meravigliosi e panorami splendidi .. eppure, la nostra razza, a cui troppo spesso non mi vanto di appartenere, è riuscita a ridurre un pianeta così bello in un pianeta pieno di schifezze, immondizia e crudeltà.
Sul mio profilo facebook appaiono tanti appelli per le adozioni di amici animali; troppo spesso appaiono fotografie che non vorrei vedere. Ci sono paesi in cui si mangia di tutto, dal più piccolo insetto ai cani, ai gatti ... che come i conigli vengono scuoiati vivi e messi a cucinare sul fuoco (in pentola o direttamente) mentre ancora respirano. Ci sono paesi in cui si massacrano i cuccioli di foca, si cucinano i pesci vivi, si massacrano elefanti, rinoceronti per prendere pezzi di animali che la superstizione dice essere portentosi ... o per prendere pellicce che vadano a coprire la vanità umana.
Ci sono bambini che vengono cresciuti facendo i bulli verso i più deboli, siano essi coetanei più miti o esseri indifesi come animali; bambini che pensando sia un gioco, torturano, picchiano, uccidono.
Ci sono giovani che prendono di mira gli animali e non solo; in un gioco crudele prendono una anziana donna, visibilmente ritardata mentalmente, la prendono per le braccia, la fanno girare vorticosamente e poi la mollano barcollante in mezzo alla strada ...
Ecco, con visioni così la mia mente non riesce a visualizzare alcuna luce, alcuna fine a questo baratro infame.
E mi rendo conto che più facciamo circolare queste immagini e più si dà forza alla crudeltà, al buio che troppi cercano di ispessire nel mondo.
Allora questa notte ho preso una decisione: probabilmente mi cancellerò da gruppi, anche animalisti ... lo so che verranno a mancare le mie condivisioni per eventuali adozioni, ma sento l'assoluto bisogno di riempire la mia mente solo di notizie buone, positive; ho bisogno di luce, per poterla diffondere. Ho bisogno di immagini belle, di pace, di solidarietà, di armonia. Ho bisogno di musica, bella, soave, che mi faccia venire in mente solo cose belle.
Perché continuando a brancolare nel buio non diventeremo altro che ciechi che pretendono di guidare altri ciechi.
Ci vuole qualcuno che spalancando gli occhi veda il sole brillare alto nel cielo.
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