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Tuesday, December 24, 2013

E' Natale

Cara mamma, è Natale ma senza di te ... non è Natale.
Ricordo quanto ti piaceva il Natale, nonostante significasse tanto lavoro per te.
Non ci hai mai fatto mancare i dolci e la tua tavola è sempre stata imbandita, anche in tempi in cui c'era poco per tutti; noi siamo stati felici, mamma, grazie allo stipendio del papà come sempre tu ricordavi.
Sei sempre stata grata al papà, alla sua pensione che negli ultimi trent'anni ti hanno permesso una vita più che dignitosa, per la casa dove abbiamo potuto vivere senza paura di sfratti.
La nostra vita è stata semplice, ma siete sempre riusciti tu ed il papà a darci più del necessario, mai il superfluo inteso come si intende oggi ma sempre quello di cui i bambini hanno bisogno.
Il Natale dovrebbe essere una festa felice, ma per me è sempre stato il momento dell'anno in cui sentire il peso dell'anno trascorso; il momento in cui sentire tutto il peso della mancanza di chi non è più.
Mamma, tu ed il papà mi mancate tanto.
So che siete insieme, adesso ...
Grazie per tutto quello che ci avete donato, grazie per la leggerezza con cui abbiamo potuto vivere la nostra infanzia. Grazie. Vi voglio bene.

Wednesday, December 18, 2013

"La settima figlia" work in progress

Forse perché dicembre è il mese della mamma, della mia mamma, ho ripreso finalmente il filo del racconto.
Ma ho trovato una variante.
Siccome ovviamente alcuni avvenimenti si accavallano nella mia mente come ricordi infantili, senza conoscerne bene la cronologia, mi sono aiutata con la mia enciclopedia cronologica ed alcune risorse del web.
La mia famiglia ha attraversato settantaquattro anni di storia nazionale ed internazionale e le mie idee, la mia personalità, si sono forgiate all'ombra di taluni avvenimenti vissuti da tutti noi.
E' importante, per questo, avere una cronologia dei fatti per capire il contesto storico in cui la mia famiglia si è formata, è cresciuta ed ha vissuto.
Mi auguro di riuscire a rendere l'ambiente ed il contesto interessanti per chi, eventualmente, leggerà, prima o poi, il mio racconto.
Intanto, proseguiamo con la storia ...


Monday, December 16, 2013

A MIA MADRE

Ciao, mamma.
Oggi avresti compiuto novanta anni.
Oggi c'è il sole, nonostante il gelo delle prime ore mattutine. Andando a spasso con i cani, mi è venuto di cantarti "Tanti auguri", guardando il cielo azzurro come i tuoi occhi.
Mi manchi sempre di più, mi mancano le chiacchiere che facevamo, chiacchiere fatte di nulla e di tanto; mi mancano i tuoi racconti, sempre gli stessi, sulla tua vita e la vita trascorsa con il papà.
Quando ti dicevo di raccontarmi qualcosa di più recente, quando ti facevo le domande sugli anni in cui anche io ero piccola, tu rispondevi facendo spallucce che era vita, vita quotidiana.
Ma a me mancano alcune tessere della nostra vita, per forza poiché essendo la settima conosco solo quello che ho vissuto direttamente.
Ma tu continuavi sempre a raccontare i periodi più difficili.
Ti sono grata, ugualmente, di tutto quello che mi hai trasmesso.
La nostra infanzia, mamma, è stata bellissima grazie a te ed al papà; a Santa Lucia non ci mancavano mai il maglioncino o i guanti o i calzerotti nuovi; a Natale non ci mancavano mai il torrone e gli struffoli come non mancavano le zeppole.
La Vigilia di Natale, che per noi è la festività più importante come vuole la tradizione partenopea del papà, era una festa, con la tavola imbandita e la casa addobbata a festa.
Il tuo presepe adesso ce l'ha l'Anna Maria ed è stato fatto il sette.
Il cenone, come già tanti altri anni, lo faremo a casa di Beppe, che ogni anno cerca di mantenere il menù che piaceva a te ed al papà.
Ecco, oggi ti faccio gli auguri raccontandoti tutto questo, anche se so che tu tutto questo lo sai già.
Ti sento con me, sempre e sempre ti racconto la mia giornata.
Ti voglio bene, mamma e mi auguro di avertelo dimostrato durante la tua e la mia vita.
Buon compleanno, mamma.

Saturday, December 07, 2013

SOGNO E REALTA'

Mi sono alzata presto, questa mattina, perché ho sognato di incontrare in una comune Padre Silvio Turazzi, con la barba lunga, intristito perchè non c'erano volontari che potessero lavorare la terra che la comune coltivava ...
Mi sono ritrovata a cercare in rete notizie relative a Padre Silvio di cui non ricordavo  il cognome.
Ognuno di noi nella sua vita incontra persone che incidono positivamente ed altre che incidono negativamente. Io ho avuto la grande fortuna di incontrare per lo più persone che mi hanno dato solo positività ed una di queste persone è Padre Silvio.
In realtà l'ho conosciuto di riflesso.
Padre Silvio  (di cui si può trovare la biografia in rete appunto) era un giovane missionario nel 1968 quando mio fratello Gian Pietro fece un campo estivo di Mani Tese (anche di questa associazione si possono trovare notizie in rete). Ricordo una sua fotografia, con la solita chitarra in mano, mentre i ragazzi facevano una pausa.
Seguendo l'esempio della comunità di Emmaus guidata dall'Abbé Pierre (in Francia), anche Mani Tese faceva campagne di raccolta della carta per avere qualche lira da spendere in opere mirate.
A Mani Tese, Gian Pietro conobbe Padre Silvio e ne parlò in modo entusiasta.
Successivamente, credo che fosse il 1969, Padre Silvio frequentò in qualche modo la nostra parrocchia, Santa Maria della Pace, dove il parroco, Don Franco, ospitava molti cappellani e missionari e faceva in modo che i gruppi giovanili partecipassero ad iniziative di volontariato.
Anche io partecipai ad una raccolta della carta (avevo tredici, quattordici anni) organizzata dalla nostra parrocchia in appoggio ad iniziative che vedevano Padre Silvio  impegnato in prima persona.
Ricordo lo sgomento alla notizia dell'incidente in macchina in cui Padre Silvio rimase paralizzato; chi guidava, se non ricordo male, era una delle ragazze più grandi della parrocchia che seguivano i gruppi dei più giovani e se non ricordo male lei morì in quell'incidente.
Dopo quaranta anni e più, Padre Silvio mi è arrivato in sogno.
Come dicevo, ognuno di noi nella propria vita incontra persone che portano e lasciano il segno.
Bianco o nero che sia.
Per mia fortuna, ripeto, ho incontrato più luce che oscurità ma ricordo esattamente sia gli uni che gli altri.
La prima persona importante della mia vita fu la mia maestra Paola Parenti. Era giovane quando prese la mia classe in seconda e sempre sorridente; mi diede la voglia di scrivere e leggere.
Alle medie inferiori, che per me durarono 4 anni, incontrai una professoressa di italiano, di cui non ricordo il nome ma molto bene il viso poiché era Dante Alighieri in femminile, che mi fece bocciare in seconda media per una discussione sui diritti dei neri (come dico nel mio post in ricordo di Mandela) e per colpa sua non ricordo una poesia a memoria perché mi diede 2 nella recitazione del "5 maggio" (ovviamente lei è nella lista nera).
Ad aggiustare il tiro nei due anni successivi ci fu ancora una insegnante di italiano, la professoressa Lombardo, molto materna e gentile; inoltre avevo il professore di religione, Don Zatti, che mi regalò un libro per premiarmi per un tema.
Nel frattempo, iniziai a frequentare Viva la Gente e conobbi un ragazzo del cast di Bologna che aveva scritto una bellissima canzone che canto ancora oggi: "O libertà". Aveva una bellissima voce, con una tonalità da donna; era gay ma era talmente bello, lo ricordo ancora con il tabarro. Morì poco tempo dopo in un incidente stradale. Ma non fu mai più dimenticato da me.
In prima o seconda superiore ebbi un insegnante di religione, Don Patané, che mi mandò dal preside perché, disse, lo avevo messo in difficoltà parlando in classe di un documentario dove alti prelati benedicevano i lager in compagnia delle SS (lista nera, ovviamente!).
Ma il tiro alle superiori venne aggiustato dall'insegnante di diritto, Signora Blarzino, e dall'insegnante di italiano degli ultimi tre anni, il professor Rubiconi, che non smetterò mai di ringraziare per avermi fatto conoscere tanti modi di  scrivere e la voglia di continuare a studiare.
Quando incontrate delle persone  che vi illuminano la via, seguitele: non ve ne pentirete.

Thursday, December 05, 2013

ADDIO NELSON MANDELA

E' morto Nelson Mandela; aveva 95 anni, tutti vissuti per un ideale: l'uguaglianza tra bianchi e neri.
Ho cantato per lui tante volte la canzone "We shall overcome", sono cresciuta con questo ideale.
A dodici anni sono stata bocciata in seconda media perché avevo avuto una discussione con l'insegnante di italiano e storia proprio in relazione a questo argomento; il mio professore di religione delle medie, per premiarmi per un tema, mi regalò un libro che si intitolava "Morirono per un ideale" dove venivano citati Kennedy e Malcom X, oltre a Gandhi. Grandi personaggi uccisi perché il loro pensiero andava controcorrente al momento storico. Kennedy è, oggi, un personaggio controverso, ma Malcom X e Gandhi vennero uccisi da chi non voleva né uguaglianza né libertà.
Mandela è morto di malattia, ma è normale alla sua età. Ma ha passato ventisette anni in prigione per le sue idee. E' stato maestro per una intera generazione, ci ha insegnato che la vita non ha senso se non la si spende per qualcosa di molto importante, per il futuro delle generazioni a venire.
In questo mondo odierno, dove ancora l'uguaglianza è solo a parole e dove la povertà è padrona, in questo mondo dove la povertà di spirito è la maggiore responsabile dei danni irreversibili che la ricchezza e il predominio provocano ogni giorno sul nostro pianeta, in questo mondo, una personalità come Nelson Mandela ci viene a mancare.
Mi auguro per tutti noi che il suo ricordo, al di là delle commemorazioni retoriche, ci riporti sulla retta via, a combattere ed a vivere per un mondo migliore.

Tuesday, December 03, 2013

Lavori in corso

Il mio portatile è andato perduto.
Nonostante fosse su un sostegno e sollevato dal tavolo qualcuno dei miei gatti ci ha fatto pipì sopra; sì, sì, proprio così, ci hanno fatto la pipì sopra. Ed ovviamente il portatile è andato in tilt.
La memoria, per fortuna, è stata recuperata ma sto aspettando che mi diano un macchinino in cui inserirla.
Su il pc che uso per andare in rete ho una copia del racconto, ma non so più a che punto è questa copia. Credo che fosse più avanti il racconto; per non riscrivere tutto, sto aspettando.
Tra l'altro la piega che sta prendendo la nostra vita mi tiene abbastanza occupata e non riesco a concentrarmi per scrivere: ho bisogno dei miei tempi, ho bisogno di non avere lavori di casa da fare, ho bisogno di non dover portare fuori i cani, ho bisogno di ascoltare i cd di Zucchero che mi ispirano moltissimo.
Di notte mi vengono in mente tanti episodi di cui vorrei parlare, ho tanti ricordi da scrivere e lasciare, ho ancora tanta rabbia per come mia madre ci ha lasciato, per come abbiamo lasciato mia madre, per come sono andate le cose ... ho ancora l'anima in lutto e devo elaborare ancora tanto di tutto questo.
Il mese di dicembre, il mese di mia madre, mi riempie di ricordi ed ho bisogno di rinnovare questi ricordi.
Ho bisogno di parlare di mia madre, della mia famiglia, ho bisogno di riappacificarmi veramente con me e con tutti.
Nella mia vita adulta ho cercato l'armonia attorno a me, ho cercato di portarla agli altri ma se manca dentro di me non riesco a trasmetterla.
La vita materiale, i bisogni materiali, mi allontanano dall'armonia che cerco; da giugno non lavoro e a me manca il contatto con i bambini.
Da quando è mancata mia madre è stato un susseguirsi di cose che mi sono successe: i calcoli alla cistifellea, l'operazione, la polmonite all'inizio di quest'anno e poi la fine del lavoro.
Quest'anno, che fra ventinove giorni finirà, mi è passato sopra come un treno in corsa.
In verità non mi rendo ancora conto di essere in dicembre e che fra pochi giorni sarà un nuovo anno.
La novità più bella di quest'anno è stata l'opportunità di avere mia figlia a vivere con noi con il suo compagno.
Questa è la dimostrazione che ogni cambiamento chiude delle porte e ne apre altre.
Abbiamo lavori di ristrutturazione da fare in casa, stiamo adattando l'appartamento alle esigenze differenti, compatibilmente con i quattordici animali che convivono con noi; l'impegno è notevole, da parte di tutti e quattro perché un conto è essere due genitori con una bimba ed un altro conto è essere due coppie di adulti che convivono sotto lo stesso tetto, ognuno con il proprio carattere e le proprie esigenze.
Ma l'esperienza mi piace molto, mi fa venire in mente la famiglia allargata che esisteva una volta e mi piace l'idea che la famiglia si possa allargare anche di più.
In fondo, ho vissuto i miei primi ventidue anni in cinquanta metri quadri con altre 8 persone, non ho mai avuto una stanza tutta mia e quando mi trovo in spazi troppo grandi da sola mi rattristo.
Ora, avere mia figlia ancora con me, mi fa solo felice.
Ma mi manca il tempo per scrivere ....
Vediamo se riusciamo a recuperare la memoria del portatile e poi riprenderò a raccontare ...


Sunday, December 01, 2013

Il canto

Ritrovarsi fra noi, per noi, ha sempre voluto dire portare le chitarre, la fisarmonica ed i microfoni per poter cantare.
Per tutta la nostra e la tua vita, mamma, festeggiare ha voluto dire cantare.
Non era festa se non si cantava; tu volevi che cantassimo.
Ettore è stato il primo a portare in casa la chitarra; poi ha imparato a suonare Beppe che predilige la chitarra classica; poi Gian Pietro che dalla chitarra rock e jazz è passato al contrabbasso con grandi successi come interprete di Bottesini ed ora come primo contrabbasso nell'orchestra Toscana; io suono la chitarra per potermi accompagnare perché io sono il canto; poi Paolo, con le cover di Vasco e le sue canzoni con il suo gruppo; Anna Maria con cui facevo parte della Corale Città di Parma.
Tu eri contenta quando cantavamo, si può dire che io sia stata sempre spinta a cantare, anche quando dicevo che non mi pareva il caso di cantare, tu mi spronavi a farlo.
Per tutta la vita, mamma, te lo assicuro ma credo che tu lo sappia, ho cantato per te.
Il fatto che io fossi intonata, il fatto che ti assomigliassi molto fisicamente, ti ha fatto vivere quello che gli psicologi chiamano "transfer"; hai trasferito la tua passione, poiché tu recitavi e cantavi quando le compagnie di avan spettacolo arrivavano a Fontanellato durante la tua adolescenza, su di me.
Canto da quando avevo tre anni, a sei-sette anni sono entrata nella corale delle voci bianche del Teatro Regio, a dodici sono entrata nella Corale Città di Parma, unica bimba fra gli adulti; ho cantato nel cast di Parma di Viva la gente; ho cantato con Gian Pietro, ho cantato con un gruppo, ho cantato da sola. Canzoni impegnate o cover conosciute, ho cantato e canto di tutto, spessissimo accompagnandomi alla chitarra.
Sempre e solo per te.
Da quando non ci sei è come se fosse finita la musica; nessuno di noi porta la chitarra, nessuno accenna ad una nota, non cantiamo più. A dimostrazione del fatto che anche i miei fratelli suonavano e cantavano solo per te. Ci siamo trovati ma abbiamo solo chiacchierato; il pensiero rivolto al tuo compleanno, un pensiero silente di cui abbiamo parlato solo en passant ma presente, consapevoli del fatto che non ci era permesso, per così dire, di dimenticarci del tuo compleanno.
Il mese di dicembre, mamma, sei tu, il tuo ricordo è onnipresente, con gli struffoli, le zeppole, il torrone, i dolci che ci facevi e che non ci hai mai fatto mancare.
A Babbo Natale, mamma, quest'anno chiederò che ci possa tornare la voglia di cantare, come se ancora tu fossi con noi. Ti piaceva tanto ascoltarci ed ancora avevi la voce brillante e potente e cantavi con noi.
Eri felice quando, ormai lontano da me, ti cantai "Mamma" come avevi richiesto accennandola con un filo di voce.
Mamma, se riprenderò la chitarra in mano sarà solo per te.

Thursday, November 28, 2013

PERCHE' LEGGERE E SCRIVERE LIBRI

In questa era pare quasi che i libri non vadano più di moda.
Le case editrici italiane non danno spazio ai nuovi scrittori se non facendo loro pagare un alto costo.
Magari persone come Vespa o Totti riescono a pubblicare libri in meno di sei mesi gratuitamente e, anzi probabilmente prendendo degli anticipi sulle vendite; gli scrittori nuovi, non conosciuti, che non vengono chiamati nelle radio ed ancor meno nelle televisioni, gli scrittori che non sono noti giornalisti o non sono veline o calciatori non hanno spazio, non ricevono nessun tipo di aiuto e se vogliono pubblicare devono firmare contratti in cui li si obbliga ad acquistare un tot di libri e questo richiede una spesa che non è mai inferiore ai 3.000 euro.
La scusa che le case editrici adottano è che certi libri, come i romanzi ad esempio, non hanno mercato.
Io ormai da 8 anni pubblico solo con editori on-line che lasciano i diritti agli autori e permettono di acquistare poche copie per volta con un po' di sconto.
Non hanno distributori, non hanno librerie che richiedono il conto vendita, non hanno nessun tipo di servizio se non il catalogo on-line su cui si possono effettuare gli acquisti.
Ma hanno il codice a barre, i diritti sono registrati ed il libro si pubblica. I costi inferiori sono "causati" dal fatto di non avere copie cartacee in magazzino.
Ora, non comprendo perché gli editori classici non facciano lo stesso.
Ormai con le copie digitali si può fare ogni cosa, principalmente si può stampare l'oggetto (che sia fotografia o libro) al momento della richiesta. In questo modo non ci sono fondi di magazzino che ogni tot di tempo, se rimangono invenduti, vengono messi al macero. Quanta carta sprecata e quanto talento sprecato!
In questa era tecnologica pare che vadano solo i libri su tablet.
Ma per piacere!!!
Cosa c'è di più bello che sentire l'odore della carta appena stampata, godersi i particolari della copertina, leggere la retro copertina, avere per le mani un'opera, potersela spupazzare, strapazzare, ricominciare da capo, tutte le volte che se ne ha il tempo.
I tablet si rompono, i libri rimangono nel tempo; i tablet ti intontiscono con la loro luce intensa, i libri si possono leggere con luce soffusa, comodamente sprofondati su una bella poltrona, con in braccio il bimbo o il gatto, con ai piedi il cane, con una bella tazza di thé fumante sul tavolino; i libri si sorseggiano e non ti provocano il disturbo del tunnel carpale; li puoi rivoltare, puoi andare subito alla fine o ritornare all'inizio, puoi sfogliarli per andare a riprendere quella frase così bella che la vuoi riscrivere per ricordarla per sempre.
Ho letto libri sin da quando ho iniziato a leggere, a cinque anni, ho letto di tutto sempre, avendo una libreria ben fornita dai miei fratelli maggiori.
Leggere ti apre la mente, ti apre l'immaginazione, la fantasia; puoi per ogni storia che leggi inventare lo scenario, immaginare le espressioni, immaginare un finale differente se quello previsto non ti convince.
E poi, se quel libro ti è piaciuto particolarmente, puoi tenerlo sul comodino per riaprirlo quando vuoi alla pagina che desideri.
E vuoi mettere sedersi in un angolo della stanza dove tieni i tuoi libri, guardarti attorno e godere della vista di tanta immaginazione imprigionata nelle pagine di quei libri? E' un piacere impagabile guardare la propria biblioteca, arricchita con amore ed interesse.
E' l'amore per il leggere che il passo mio successivo è stato scrivere.
Nonostante si dica che la gente non legge, io continuo a scrivere.
Per me, per chi desidera conoscermi e conoscere i miei interessi, per chi voglia entrare in mondi sconosciuti, per chi desidera aprire la propria mente ed il proprio spirito.
Perché il mio romanzo ed i miei racconti si possono leggere per svagarsi un po', oppure per conoscere qualcosa che non si è mai approfondito. Si possono leggere come storie inventate, oppure per conoscere il pensiero di altri che prima di me hanno cercato sullo stesso sentiero delle orme.
Leggere e scrivere, questi insegnamenti che ci vengono da mondi e culture lontani da noi nel tempo, sono due capacità che possono portare molto lontano.
Non perdete mai il vizio di leggere e se volete scrivere, se pensate di aver voglia di scrivere qualche cosa, che sia la vostra storia o che sia qualcosa nata dalla vostra fantasia, fatemelo sapere.
Sarebbe bello parlare e discorrere di quanto sia piacevole scrivere e leggere.

Saturday, November 16, 2013

Quando ci sono giornate di sole come questa mattina e come sta accadendo spesso in questo autunno, guardo in alto e trovo sempre un po' di azzurro.
Tra un mese sarebbe stato il tuo compleanno, mamma. Attendo il giorno del tuo compleanno e continuo a ricordarmi la data come se ancora tu fossi con noi; so quanto ci tenevi che ci ricordassimo del tuo compleanno ed anche del tuo onomastico, festa che ormai più nessuno festeggia a meno che non sia il patrono di qualche città. Ma noi non dovevamo dimenticare le date tue e del papà.
Ricordo ancora l'unica volta in cui tutti si dimenticarono del tuo compleanno.
Erano i tuoi primi quarant'anni, io ne avevo otto; aspettasti la sera quando tutti eravamo  a tavola e tu cantasti, sorridendo malinconicamente:
Tutti si sono dimenticati
che oggi la mamma compie gli anni
e che sono quarant'anni
e che sono quarant'anni ...
Lo sconforto che provai quel giorno fu tale che non dimenticai mai più nessun compleanno.
In effetti sono il calendario della famiglia: ricordo gli anniversari di matrimonio di tutti i miei fratelli e sorelle; ricordo i loro compleanni, i loro onomastici, anche se io non ce l'ho; i compleanni dei nipoti, dei cognati e delle cognate; ho in testa tutte le date più importanti della famiglia, purtroppo anche quelle dolorose.
Ecco, mamma, ad un mese dal tuo compleanno ti dico che non dimenticherò il tuo compleanno.
Non potrò farti gli auguri con una telefonata; non potrò portarti un regalino.
Ma un bacio, quello sì, te lo manderò e so che tu lo riceverai perché so che lo stai già aspettando.
Il mese di dicembre era quello che più ti piaceva.
Iniziavi a preparare gli struffoli e il croccante per tutti e non volevi essere disturbata quando li facevi; qualche volta, gli ultimi anni, hai chiesto l'aiuto di qualcuno dei figli, ma per ottantasei anni hai fatto tutto da sola.
L'ultimo tuo compleanno non è stato a casa tua, anche se ti hanno festeggiata. Per te quel compleanno è come se non ci fosse stato.
Ma ora che sei libera, accanto senz'altro al papà, che ogni giorno sia il tuo ed il suo compleanno, mamma.
Ti penso, ti penso sempre e vorrei sempre raccontarti le novità quotidiane perché mi manchi, ogni giorno di più.
Ma, in fondo, è quello che faccio: ti racconto sempre le novità anche se so che tu le vedi e le conosci.
Ed allora guardo lo spiraglio di azzurro nel cielo e lo tengo nel cuore.
 

Friday, October 25, 2013

Ottobre

Voli di gabbiani
verso Ovest
al venir della sera
nel cielo plumbeo
di ottobre.
Frinir di grilli
che ancora indugiano
nell'aria calda
autunnale.
Pensieri lieti
ed ora tristi
in ricordo di chi
non è più.

Tuesday, October 22, 2013

Dedicato

Ricordi, sbocciavan le viole
con le nostre parole
non ci lasceremo mai
mai e poi mai.
Vorrei dirti ora
le stesse cose ...

Monday, October 21, 2013

ESUBERI IN INTESA SAN PAOLO????

Nei momenti di crisi, ormai si sa, i ricchi diventano sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri.
Nei momenti di crisi, si sa, c'è chi arraffa tutto e c'è chi perde tutto.
Nei momenti di crisi, si sa, se non c'è un governo con le idee chiare e soprattutto dalla parte della popolazione, al peggio non c'è fine.
E così ci si suicida perché non si arriva a fine mese mentre qualcuno compra case, beni statali e mette "da parte" i soldini da portare al sicuro all'estero.
In Banca Intesa si pensa che ci saranno 35.000 esuberi; cioè, probabilmente 35.000 famiglie si ritroveranno improvvisamente forse a dover fare i conti con una cassa integrazione (mai esistita per le banche!!) o forse con baby-pensionati a 55 anni (ma non si doveva andare in pensione a 65 anni???) o forse qualcuno verrà messo in esodo: né pensione, né stipendio ...
La classe media, ormai si sa, non esiste più.
Già agli inizia degli anni '90 fu tolta la scala mobile; forse i giovani lavoratori (disoccupati) non la conoscono nemmeno. Era quella che veniva chiamata anche "contingenza"; era un punto percentuale, deciso dal governo, di inflazione, di mancato valore del denaro perché, si sa, il valore del denaro di oggi domani non sarà più quello (grazie ai mercati finanziari ed alle speculazioni in borsa). Quel punto percentuale permetteva agli stipendi di aver quel punto di aumento per stare al passo con l'inflazione. Per cui se avevi uno stipendio di 250.000 lire (anni settanta) sapevi che, comunque, potevi spendere per 250.000 e non per 200.000 lire. Dagli anni '90 con la fine della scala mobile questo non è più così e quindi se oggi prendi uno stipendio di 1000 euro sai già che domani potrai comperare per 900 euro e non per 1000 euro.
Insomma, dagli anni '90 gli stipendi sono sempre gli stessi, nonostante il costo della vita sia aumentato.
In questo modo, da venti anni a questa parte c'è la stagnazione poiché se gli stipendi non aumentano con il punto percentuale di aumento del costo della vita, c'è poco da sperperare o meglio c'è poco da spendere.
Ma non è così per tutti perché, come dicevo, in momenti di crisi c'è chi si impoverisce mentre c'è chi arraffa.
Quando in Banca Intesa è subentrato Passera qualcosa è cambiato in quella che era la banca italiana più forte (Banca Commerciale Italiana); il fondo pensioni che era così fiorente e permetteva a chi andava in pensione di essere sicuro di percepire uno stipendio in attesa della pensione INPS (i cui tempi sono sempre stati molto lenti) fu derubato; la Fornero ebbe la bella idea di pensare agli "esodati" e di sperimentarli in Banca Intesa, persone che si sono trovate fuori dalla banca senza stipendio né pensione. Si sarà chiesta di cosa potevano vivere? Non credo.
Sono subentrati altri personaggi nella banca ormai depauperata fino ad arrivare ad oggi.
Da L'Unità del 3 ottobre 2013:
"I privilegi di Cucchiani scuotono Intesa SanPaolo. La liquidazione e la pensione del manager in uscita diventano un caso politico. Megale (Cgil): un affronto ai lavoratori - Interrogazione del PD.
Il viceministro Fassina (oggi dimissionario): un manager porta via tutti quei milioni mentre il settore è in crisi.
... Financial Times: "Quando le dimissioni di un amministratore delegato non sono davvero dimissioni? Quando la banca è l'italiana Intesa San Paolo"."
Perché, come spiega l'articolo, Enrico Cucchiani ha lasciato il suo posto ma non se ne andrà via subito: resterà senza incarichi altri sei mesi, per maturare la pensione ed un altro milioncino di stipendio lordo.
Tutto questo mentre in una riunione che doveva restare segreta si è pensato di mandare in esubero 35.000 dipendenti ...
Questa è l'Italia e non possiamo stupirci più di tanto se non viviamo in uno stato giusto.
Lo Statuto dei Lavoratori è stato stravolto; il diritto di sciopero è una burla poiché gli scioperi devono avere un preavviso di 30 giorni (si è mai visto che gli scioperi debbano avere un preavviso?); il diritto alla salute se ne sta andando in fumo mentre negli USA il modello che era italiano sta per essere messo in piedi per assicurare la salute a tutti; il diritto alla casa, il diritto al lavoro, il diritto allo studio, il diritto a formarsi una famiglia sono ormai solo nella carta Costituzionale (e adesso qualcuno vuole mettere mano anche alla Costituzione).
Ecco, questo è lo stato in cui viviamo: uno stato in cui la vera ricchezza sta nella cultura e nei beni culturali ed in cui un ministro ignorante ha deciso di togliere la storia dell'arte come materia di studio persino negli istituti d'arte; uno stato in cui si rimette l'apprendistato per ragazzi che non hanno il diploma (e tutti i giovani diplomati e laureati disoccupati sono figli di nessuno?); uno stato che come "patto di stabilità" preferisce vendere le carceri, le scuole, gli ospedali piuttosto che renderli utilizzabili; uno stato che lascia che siano i privati cittadini "di buon cuore" (e buon portafoglio) a restaurare i monumenti.
Questa è l'Italia, amici miei. Questo è il risultato di un pensiero in cui "la cultura non dà da mangiare".
Ed io imperterrita ed impenitente, continuo a ripetere: Leggete, gente, leggete. Aprite la mente, aprite il cuore, leggete e non stancatevi mai di pensare con il vostro cervello. La mente non potrà mai essere prigioniera; i desideri non potranno mai essere legati; i sogni non potranno mai essere cancellati.
Leggete, leggete e non stancatevi di leggere, qualunque cosa pur che possa servire per essere LIBERI.

Sunday, September 01, 2013

Sensazioni

Forse con l'età che avanza si sente maggiormente la voglia di ritrovarsi fra fratelli e sorelle.
Non so se è così per tutti, ma per me vedere i miei fratelli e le mie sorelle almeno qualche volta, durante l'anno, è molto importante.
Nonostante la vita ci divida, per esperienze, per fatiche, per carattere e sensibilità diverse, l'infanzia vissuta insieme, le gioie ed i dolori condivisi,  per forza uniscono le persone; non ha importanza se a volte succede di ferirsi, non hanno importanza le parole che, può accadere, vengono dette nel modo e nel momento sbagliato. Non abbiamo tutti il senso dell'ironia o dell'umorismo; alcuni sono ironici sempre, altri hanno un umorismo tutto loro, altri ancora sono sensibili, altri sono permalosi. E' difficile riuscire a prendere ognuno nel verso giusto. Ma non è difficile amare.
Voglio molto bene ai miei fratelli ed alle mie sorelle maggiori, alla cui ombra sono cresciuta senza sentirmi in ombra; lo so, sono molto diversa dalle mie sorelle. Una ha imparato presto, troppo presto, ad essere "la maggiore"; l'altra  ha vissuto esperienze dolorose troppo presto, troppo presto è stata mamma e moglie, troppo presto ha pianto. Eppure, ognuno dei miei fratelli ed ognuna delle mie sorelle mi ha insegnato, mi ha guidato; ognuno a suo modo, ognuno con la propria sensibilità, ognuno con le proprie esperienze, ognuno con parole differenti. Ma, lo so, ognuno con un suo modo proprio di amare.
Per questo motivo voglio molto bene ad ognuno di loro: non sarei quello che sono se non avessi avuto i miei fratelli e le mie sorelle; così come non sarei quello che sono se non avessi avuto il padre e la madre che ho avuti, così diversi eppure così uniti da essere dei collanti anche se non sono più presenti.
Le mie memorie sono solo memorie dei momenti felici e quelli dolorosi sono leniti dall'amore che sento per la mia famiglia, quella famiglia che ha avuto origine da una unione così forte ed amorevole.
Auguro ai miei fratelli ed alle mie sorelle di provare lo stesso amore ognuno verso l'altro perché nella vita è solo l'amore che ci guida verso una meta di serenità.

Friday, August 16, 2013

Ferragosto 2013

Il 15 di agosto a Fontanellato c'è la fiera dell'Assunta, è la fiera del paese, una fiera un po' pagana ed un po' cristiana, con bancarelle di mercato, un mercato molto vasto a dir la verità, con tanto di luna park.
Odori, sensazioni, voci, musiche si accavallano, in un incrocio di lingue e di popoli e di colori.
Frequentavo la fiera quando ero piccolissima, essendo mia madre di origine fontanellatese; ormai, i suoi fratelli e le sorelle non ci sono più, ci sono solo alcuni miei cugini. Ma io andavo a casa di uno zio, quando ero piccola. L'ultima volta, ricordo, era già nata la prima bimba di mia cugina che abitava (ed abita) in paese.
Ieri mi sono persa, girando per il mercato, dopo essere andata al cimitero.
Mia madre, morta un anno e mezzo fa, ha voluto, dopo la cremazione, che venisse cremato anche mio padre (già sepolto a Fontanellato) ed ha desiderato che le due urne venissero ancora allocate nel cimitero di Fontanellato dove, per altro, ci sono ancora i resti dei suoi genitori, di una sorella,  di un fratello e della sua figlioletta.
I miei ricordi si sono mescolati con i suoi, che sempre mi raccontava.
I ricordi si accavallano, passato e  presente si confondono e sono alcune notti che tardo a prendere sonno perché proprio mentre mi corico mi vengono alla mente. Se abitassi da sola, probabilmente, scriverei tutta notte poiché è il momento in cui i pensieri ed i ricordi sono più limpidi e mi appaiono chiari.
La giornata di ieri mi è piaciuta tanto, passata con mio marito, mia figlia ed il suo compagno perché mi è sembrato di tornare alle origini, quelle origini della settima figlia di cui sto cercando di ripercorre la vita.
I ricordi sono tanti, i suoi abbracciano i miei, diventano un tutt'uno che mi fa comprendere quanto il cerchio della vita sia infinito.
Il cielo, limpido ed azzurro, mi diceva che qualcuno era al mio fianco, con i suoi occhi azzurri sorridenti.

Wednesday, August 07, 2013

La settima figlia

Ho ripreso a scrivere il racconto sulla mia famiglia ... sono arrivata, come cronologia, al 1964. C'è ancora tanto da scrivere e da ricordare, ma intanto ho già scritto la fine ...
E' molto più facile, in questo momento, scrivere racconti di fantasia che non i miei ricordi, ma è un percorso che devo e voglio fare perché è una elaborazione di ciò che è stato che mi serve per poter proseguire il cammino. E' un cammino di guarigione che deve essere fatto e per questo motivo non mi voglio censurare e voglio scrivere anche ciò che può essere doloroso. Chi mi ama, se vorrà leggere, capirà. Tanto, so già che chi mi deve capire, chi mi deve accarezzare, mi capisce e mi accarezza ... nel ricordare, li sento vicini, in ogni momento della mia giornata; a volte i ricordi mi fanno piangere, a volte mi fanno sorridere, ma sono ricordi che devono essere vissuti e lasciati  senza trattenere il pianto né il sorriso.


Thursday, July 25, 2013

Il link sotto per seguire sul canale youtube il video con la poesia in ricordo di mia madre.
https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=ouoORI241a0 
Le emozioni sono improvvise, come improvvise arrivano le parole.



Saturday, July 06, 2013

Sito web

Nel link sotto potrete trovare il mio sito web con biografia e tre racconti inediti.
Buona lettura.
http://www.poetipoesia.com/liliana-zampella/

Friday, July 05, 2013

Mobbing

Non so come mai, dopo anni ho ripensato a ciò che mi è capitato lavorando in una grande industria farmaceutica di Parma, dove ho avuto la sfortuna di conoscere uomini veramente inqualificabili.
Avevo una mansione che mi creava molti problemi di stress che mi provocavano delle emiparesi abbastanza preoccupanti. Soffro da quando avevo 19 anni di un disturbo circolatorio che si aggrava in situazioni di stress e quello che oggi chiamiamo mobbing è un atteggiamento che può provocare vari problemi di salute, psicologi e fisici.
All'epoca, tra il 1986 ed il 1991, il mobbing non si conosceva e non era riconosciuto come atteggiamento letale verso la persona; avevo un capoufficio che faceva di tutto per mettere in discussione il mio operato e la mia organizzazione del lavoro. Nell'86, quando sono stata assunta, la mia mansione era scrivere documenti, copiare documenti, lettere o altro, scritti da circa una quindicina di persone; copiare a computer, stampare ed archiviare, questa la mia mansione. Copiare anche gli errori, non dovevo usare il mio intelletto ma dovevo copiare ciò che mi veniva portato in italiano, inglese e francese. Lettere, contratti, documenti legali.
Ma non era la mole di lavoro il mio problema, anche se era veramente tanto e ogni documento aveva la sua urgenza. Inizialmente, il problema è stato il computer che fino ad allora non avevo mai usato. Avevo già una certa velocità di scrittura dovuta alla scuola fatta ed alle esperienze lavorative precedenti, ma non conoscevo il computer che inizialmente trovavo ostile. Ma il problema vero è stata una persona, il capoufficio, che non usando il computer pensava che la macchina potesse fare miracoli facendo tutto da sola. Inoltre, i suoi documenti erano sempre quelli più urgenti e me li presentava nell'orario di fine lavoro. Avevo il suo fiato sul collo sempre, continuamente, mentre scrivevo, se scambiavo una chiacchiera con una collega, se prendevo cinque minuti di pausa. Sempre a controllare ciò che facevo, con tono pacato e lecchino, ma sempre dietro le mie spalle. In quattro anni ho avuto quattro emiparesi, in ufficio; il tempo di chiedere aiuto alle colleghe poi il vuoto, negli occhi, nella mente, un braccio morto ... Chiesi un cambio di mansione che mi fu rifiutato ripetutamente. Subìì un processo presenti il capo del personale, il direttore, il capoufficio; feci notare gli atteggiamenti vessatori del capoufficio ma i tre uomini si coalizzarono. Io, non avendo altro da poter fare, diedi le dimissioni dopo aver trovato un altro lavoro. Ma ho la sfortuna di incontrare persone che continuamente si approfittano della mia disponibilità personale e professionale ed ho subito mobbing anche in altre due situazioni lavorative successive, questa volta causate da due donne, forse gelose, forse invidiose.
Purtroppo il mobbing è stato riconosciuto come atteggiamento vessatorio verso la persona solo negli ultimi anni. E' terribile esserne oggetto perché fa crollare l'autostima, oltre a provocare problemi di insonnia, psicologici e fisici.
Da quelle esperienze sono riuscita ad uscirne da sola, scappando se vogliamo poiché ho sempre dato le dimissioni, ma ne sono uscita. Faccio un lavoro che in effetti era la mia prima passione ed anche se spesso faccio fatica a ricevere i miei soldi (ed anche questo, se vogliamo, è mobbing), almeno ho la consolazione di fare un lavoro socialmente utile. I bambini, ne sono certa, sono la parte migliore della nostra società se ben guidati ed io cerco di essere, anche se part-time, una buona guida.
Inoltre scrivo e la mia testa funziona perfettamente, riesco a sognare, cosa che sotto stress non faccio. Il computer mi è amico e registra ogni mio pensiero.
Sì, il mobbing, costringendomi a lasciare un lavoro ed uno stipendio sicuro, mi ha impoverito economicamente, ma personalmente mi sono risvegliata e mi sono arricchita di ben altra ricchezza ...

Wednesday, July 03, 2013

Mamma

Il giorno in cui te ne andasti
nei miei occhi c'era solo l'azzurro
l'azzurro dei tuoi occhi
che mi lasciavano senza un saluto
senza una lacrima
senza un sospiro.
Ho ancora il tuo azzurro
nei miei occhi
ed ancora sento il tuo sospiro
e sento il tuo cuore
ascolto la tua anima
senza una lacrima
senza un sospiro
con l'azzurro negli occhi.

Saturday, May 11, 2013

Per Gabriele Francesco

Gabriele Francesco, nato l'11 aprile 2013, morto lo stesso giorno sotto un cavalcavia dove è stato abbandonato, ha avuto il funerale ieri, 11 maggio.
Non ha importanza che nome avessero i suoi genitori, anche se rimarrà sempre nella memoria il gesto che hanno fatto.
Un camionista lo ha trovato, tra i rifiuti; un ispettore, probabilmente sapendo l'importanza di avere un nome, gli ha dato il nome; poliziotti, vigili del fuoco e guardie forestali hanno fatto una colletta per il suo funerale; la ditta di pompe funebri non ha voluto un euro; la cifra raccolta andrà a volontari che lavorano nell'ospedale della sua città con i bambini malati; una targa verrà messa in ricordo di Gabriele Francesco.
Fin qui i fatti.
Per chi ama e rispetta la vita, non è possibile accettare il gesto che ha fatto quella madre; per chi, come me, crede nella reincarnazione, ogni anima che decide di trasferirsi su questo mondo è preziosa perché porta con sé le conoscenze dell'Universo e porta in sé l'Anima Mundi.
Ogni anima porta anche, in sé, un destino, un disegno; forse il disegno dell'anima di Gabriele Francesco era quello di risvegliare l'anima di altri: il camionista, l'ispettore, i vigili del fuoco, le guardie forestali, i volontari dell'ospedale, tutti, ogni giorno ricorderanno Gabriele Francesco e lo penseranno, con dolore ma anche con rispetto, amore e riconoscenza. Ed allora ecco che la venuta e la partenza immatura di Gabriele Francesco non sono state inutili, vivranno per sempre nel cuore di quelle persone che per un mese hanno atteso di accompagnarlo nell'ultimo tragitto della sua breve vita.
Piccolo Gabriele Francesco, ritorna alla casa: una mamma che ben ricordo e che amava profondamente i bambini, ti accompagnerà e ti guiderà prendendoti per mano e ti porterà al sicuro, dove solo la bellezza ha casa.

Friday, April 26, 2013

La primavera ancora non è entrata nel pieno della sua stagione: un po' c'è il sole, un po' piove, un po' caldo, qualche colpo di vento ... Sta andando avanti così ormai da due mesi. Abbiamo avuto neve e pioggia e freddo ed improvvisamente, appena il sole è uscito un po', sono sbocciate le foglie ed i fiori hanno iniziato a colorare i campi. Purtroppo non ho potuto godermi giorno per giorno il cambiamento poiché, ormai dalla fine di marzo, sto combattendo con una tosse fortissima e, dopo due cicli di antibiotici, mi è stato trovato un bel focolaio di polmonite. Altri antibiotici ed ora il cortisone, mi stanno lasciando abbastanza spossata.
Solo da qualche giorno ho ripreso a fare una breve passeggiata con Apple e Briciola ed al ritorno mi ritrovo senza forze e senza fiato. Un po' di tachicardia a causa delle scale e parecchia fiacca. Il lavoro, ovviamente, è fermo fino ai primi di maggio ... e così anche lo scrivere si è bloccato. La testa non ragiona molto quando il corpo si ribella ... ma non appena il cortisone avrà perso il suo effetto, mi auguro di riprendere a pieno tutte le mie attività ed allora riprenderò a tenervi aggiornati. "La settima figlia" ha bisogno di una mente attiva per procedere perché i ricordi si accavallano e si mescolano tra loro, belli, brutti, tristi ed allegri.
Quindi a presto e ricordate: leggete, leggete amici, informatevi e formate la vostra opinione al di là delle opinioni altrui. Guardatevi attorno e cercate di comprendere la realtà che ci circonda e siate sempre consapevoli della vita, attimo per attimo: se lo spirito sarà vivo, le morti non ci coglieranno.

Friday, February 15, 2013

Fra pochi giorni sarà il primo anniversario della morte di mia madre la cui mancanza mi pesa sul cuore ogni giorno di più.
Sto scrivendo con fatica "La settima figlia", titolo che riguarda mia madre e me, essendo io la settima figlia di una settima figlia; sembrerà una cosa assolutamente poco importante, ma così non è. Si è sempre ritenuto, sin dall'antichità, che questa condizione portasse ad una consapevolezza spirituale ed ultraterrena superiore. Mia madre aveva contatti quotidiani con le persone defunte della sua famiglia, negli ultimi ventinove anni principalmente con mio padre, contatti che probabilmente le venivano dall'esperienza di pre-morte avuta all'età di ventiquattro/venticinque anni quando in punto di morte vide la sorella defunta ai piedi del suo letto; episodio che racconto nel libro.
Io ho avuto una esperienza di arresto cardiaco come racconto sempre nel libro ma i contatti con i defunti di famiglia li ho avuti molto tempo prima, dopo la morte di mia suocera; contatti che continuo ancora ad avere nei sogni.
Mia madre mi raccontava i suoi sogni in cui dialogava con mio padre e per questo motivo sapevo di poterle raccontare i miei; a volte i miei contatti le venivano comunicati telepaticamente come spesso abbiamo avuto modo di constatare.
Anche negli ultimi tre mesi della sua vita, seppure non mi riconoscesse, mi raccontava ciò che vedeva e sentivo i suoi dialoghi con le sfere del cielo; mia madre sapeva, ha sempre saputo, che con me poteva parlare di questi suoi incontri, sapeva che non l'avrei presa in giro, sapeva che le credevo quando mi diceva che mio padre le aveva predetto qualcosa. Sapeva che io sapevo.
Dopo la sua morte mi ha contattato anche lei ed ha iniziato a contattare Sarah, parlando delle sue delusioni o delle sue preoccupazioni.
Mi manca, come mi manca mio padre, come mi mancano altre persone amiche che ho amato e che mi hanno amato.
Ma SO.
SO che non è la fine, che nulla finisce perché tutto ricomincia.
Perché come canta Zucchero: "è l'amore che ritorna, per me, per te, a farci compagnia ..."