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Tuesday, December 24, 2013

E' Natale

Cara mamma, è Natale ma senza di te ... non è Natale.
Ricordo quanto ti piaceva il Natale, nonostante significasse tanto lavoro per te.
Non ci hai mai fatto mancare i dolci e la tua tavola è sempre stata imbandita, anche in tempi in cui c'era poco per tutti; noi siamo stati felici, mamma, grazie allo stipendio del papà come sempre tu ricordavi.
Sei sempre stata grata al papà, alla sua pensione che negli ultimi trent'anni ti hanno permesso una vita più che dignitosa, per la casa dove abbiamo potuto vivere senza paura di sfratti.
La nostra vita è stata semplice, ma siete sempre riusciti tu ed il papà a darci più del necessario, mai il superfluo inteso come si intende oggi ma sempre quello di cui i bambini hanno bisogno.
Il Natale dovrebbe essere una festa felice, ma per me è sempre stato il momento dell'anno in cui sentire il peso dell'anno trascorso; il momento in cui sentire tutto il peso della mancanza di chi non è più.
Mamma, tu ed il papà mi mancate tanto.
So che siete insieme, adesso ...
Grazie per tutto quello che ci avete donato, grazie per la leggerezza con cui abbiamo potuto vivere la nostra infanzia. Grazie. Vi voglio bene.

Wednesday, December 18, 2013

"La settima figlia" work in progress

Forse perché dicembre è il mese della mamma, della mia mamma, ho ripreso finalmente il filo del racconto.
Ma ho trovato una variante.
Siccome ovviamente alcuni avvenimenti si accavallano nella mia mente come ricordi infantili, senza conoscerne bene la cronologia, mi sono aiutata con la mia enciclopedia cronologica ed alcune risorse del web.
La mia famiglia ha attraversato settantaquattro anni di storia nazionale ed internazionale e le mie idee, la mia personalità, si sono forgiate all'ombra di taluni avvenimenti vissuti da tutti noi.
E' importante, per questo, avere una cronologia dei fatti per capire il contesto storico in cui la mia famiglia si è formata, è cresciuta ed ha vissuto.
Mi auguro di riuscire a rendere l'ambiente ed il contesto interessanti per chi, eventualmente, leggerà, prima o poi, il mio racconto.
Intanto, proseguiamo con la storia ...


Monday, December 16, 2013

A MIA MADRE

Ciao, mamma.
Oggi avresti compiuto novanta anni.
Oggi c'è il sole, nonostante il gelo delle prime ore mattutine. Andando a spasso con i cani, mi è venuto di cantarti "Tanti auguri", guardando il cielo azzurro come i tuoi occhi.
Mi manchi sempre di più, mi mancano le chiacchiere che facevamo, chiacchiere fatte di nulla e di tanto; mi mancano i tuoi racconti, sempre gli stessi, sulla tua vita e la vita trascorsa con il papà.
Quando ti dicevo di raccontarmi qualcosa di più recente, quando ti facevo le domande sugli anni in cui anche io ero piccola, tu rispondevi facendo spallucce che era vita, vita quotidiana.
Ma a me mancano alcune tessere della nostra vita, per forza poiché essendo la settima conosco solo quello che ho vissuto direttamente.
Ma tu continuavi sempre a raccontare i periodi più difficili.
Ti sono grata, ugualmente, di tutto quello che mi hai trasmesso.
La nostra infanzia, mamma, è stata bellissima grazie a te ed al papà; a Santa Lucia non ci mancavano mai il maglioncino o i guanti o i calzerotti nuovi; a Natale non ci mancavano mai il torrone e gli struffoli come non mancavano le zeppole.
La Vigilia di Natale, che per noi è la festività più importante come vuole la tradizione partenopea del papà, era una festa, con la tavola imbandita e la casa addobbata a festa.
Il tuo presepe adesso ce l'ha l'Anna Maria ed è stato fatto il sette.
Il cenone, come già tanti altri anni, lo faremo a casa di Beppe, che ogni anno cerca di mantenere il menù che piaceva a te ed al papà.
Ecco, oggi ti faccio gli auguri raccontandoti tutto questo, anche se so che tu tutto questo lo sai già.
Ti sento con me, sempre e sempre ti racconto la mia giornata.
Ti voglio bene, mamma e mi auguro di avertelo dimostrato durante la tua e la mia vita.
Buon compleanno, mamma.

Saturday, December 07, 2013

SOGNO E REALTA'

Mi sono alzata presto, questa mattina, perché ho sognato di incontrare in una comune Padre Silvio Turazzi, con la barba lunga, intristito perchè non c'erano volontari che potessero lavorare la terra che la comune coltivava ...
Mi sono ritrovata a cercare in rete notizie relative a Padre Silvio di cui non ricordavo  il cognome.
Ognuno di noi nella sua vita incontra persone che incidono positivamente ed altre che incidono negativamente. Io ho avuto la grande fortuna di incontrare per lo più persone che mi hanno dato solo positività ed una di queste persone è Padre Silvio.
In realtà l'ho conosciuto di riflesso.
Padre Silvio  (di cui si può trovare la biografia in rete appunto) era un giovane missionario nel 1968 quando mio fratello Gian Pietro fece un campo estivo di Mani Tese (anche di questa associazione si possono trovare notizie in rete). Ricordo una sua fotografia, con la solita chitarra in mano, mentre i ragazzi facevano una pausa.
Seguendo l'esempio della comunità di Emmaus guidata dall'Abbé Pierre (in Francia), anche Mani Tese faceva campagne di raccolta della carta per avere qualche lira da spendere in opere mirate.
A Mani Tese, Gian Pietro conobbe Padre Silvio e ne parlò in modo entusiasta.
Successivamente, credo che fosse il 1969, Padre Silvio frequentò in qualche modo la nostra parrocchia, Santa Maria della Pace, dove il parroco, Don Franco, ospitava molti cappellani e missionari e faceva in modo che i gruppi giovanili partecipassero ad iniziative di volontariato.
Anche io partecipai ad una raccolta della carta (avevo tredici, quattordici anni) organizzata dalla nostra parrocchia in appoggio ad iniziative che vedevano Padre Silvio  impegnato in prima persona.
Ricordo lo sgomento alla notizia dell'incidente in macchina in cui Padre Silvio rimase paralizzato; chi guidava, se non ricordo male, era una delle ragazze più grandi della parrocchia che seguivano i gruppi dei più giovani e se non ricordo male lei morì in quell'incidente.
Dopo quaranta anni e più, Padre Silvio mi è arrivato in sogno.
Come dicevo, ognuno di noi nella propria vita incontra persone che portano e lasciano il segno.
Bianco o nero che sia.
Per mia fortuna, ripeto, ho incontrato più luce che oscurità ma ricordo esattamente sia gli uni che gli altri.
La prima persona importante della mia vita fu la mia maestra Paola Parenti. Era giovane quando prese la mia classe in seconda e sempre sorridente; mi diede la voglia di scrivere e leggere.
Alle medie inferiori, che per me durarono 4 anni, incontrai una professoressa di italiano, di cui non ricordo il nome ma molto bene il viso poiché era Dante Alighieri in femminile, che mi fece bocciare in seconda media per una discussione sui diritti dei neri (come dico nel mio post in ricordo di Mandela) e per colpa sua non ricordo una poesia a memoria perché mi diede 2 nella recitazione del "5 maggio" (ovviamente lei è nella lista nera).
Ad aggiustare il tiro nei due anni successivi ci fu ancora una insegnante di italiano, la professoressa Lombardo, molto materna e gentile; inoltre avevo il professore di religione, Don Zatti, che mi regalò un libro per premiarmi per un tema.
Nel frattempo, iniziai a frequentare Viva la Gente e conobbi un ragazzo del cast di Bologna che aveva scritto una bellissima canzone che canto ancora oggi: "O libertà". Aveva una bellissima voce, con una tonalità da donna; era gay ma era talmente bello, lo ricordo ancora con il tabarro. Morì poco tempo dopo in un incidente stradale. Ma non fu mai più dimenticato da me.
In prima o seconda superiore ebbi un insegnante di religione, Don Patané, che mi mandò dal preside perché, disse, lo avevo messo in difficoltà parlando in classe di un documentario dove alti prelati benedicevano i lager in compagnia delle SS (lista nera, ovviamente!).
Ma il tiro alle superiori venne aggiustato dall'insegnante di diritto, Signora Blarzino, e dall'insegnante di italiano degli ultimi tre anni, il professor Rubiconi, che non smetterò mai di ringraziare per avermi fatto conoscere tanti modi di  scrivere e la voglia di continuare a studiare.
Quando incontrate delle persone  che vi illuminano la via, seguitele: non ve ne pentirete.

Thursday, December 05, 2013

ADDIO NELSON MANDELA

E' morto Nelson Mandela; aveva 95 anni, tutti vissuti per un ideale: l'uguaglianza tra bianchi e neri.
Ho cantato per lui tante volte la canzone "We shall overcome", sono cresciuta con questo ideale.
A dodici anni sono stata bocciata in seconda media perché avevo avuto una discussione con l'insegnante di italiano e storia proprio in relazione a questo argomento; il mio professore di religione delle medie, per premiarmi per un tema, mi regalò un libro che si intitolava "Morirono per un ideale" dove venivano citati Kennedy e Malcom X, oltre a Gandhi. Grandi personaggi uccisi perché il loro pensiero andava controcorrente al momento storico. Kennedy è, oggi, un personaggio controverso, ma Malcom X e Gandhi vennero uccisi da chi non voleva né uguaglianza né libertà.
Mandela è morto di malattia, ma è normale alla sua età. Ma ha passato ventisette anni in prigione per le sue idee. E' stato maestro per una intera generazione, ci ha insegnato che la vita non ha senso se non la si spende per qualcosa di molto importante, per il futuro delle generazioni a venire.
In questo mondo odierno, dove ancora l'uguaglianza è solo a parole e dove la povertà è padrona, in questo mondo dove la povertà di spirito è la maggiore responsabile dei danni irreversibili che la ricchezza e il predominio provocano ogni giorno sul nostro pianeta, in questo mondo, una personalità come Nelson Mandela ci viene a mancare.
Mi auguro per tutti noi che il suo ricordo, al di là delle commemorazioni retoriche, ci riporti sulla retta via, a combattere ed a vivere per un mondo migliore.

Tuesday, December 03, 2013

Lavori in corso

Il mio portatile è andato perduto.
Nonostante fosse su un sostegno e sollevato dal tavolo qualcuno dei miei gatti ci ha fatto pipì sopra; sì, sì, proprio così, ci hanno fatto la pipì sopra. Ed ovviamente il portatile è andato in tilt.
La memoria, per fortuna, è stata recuperata ma sto aspettando che mi diano un macchinino in cui inserirla.
Su il pc che uso per andare in rete ho una copia del racconto, ma non so più a che punto è questa copia. Credo che fosse più avanti il racconto; per non riscrivere tutto, sto aspettando.
Tra l'altro la piega che sta prendendo la nostra vita mi tiene abbastanza occupata e non riesco a concentrarmi per scrivere: ho bisogno dei miei tempi, ho bisogno di non avere lavori di casa da fare, ho bisogno di non dover portare fuori i cani, ho bisogno di ascoltare i cd di Zucchero che mi ispirano moltissimo.
Di notte mi vengono in mente tanti episodi di cui vorrei parlare, ho tanti ricordi da scrivere e lasciare, ho ancora tanta rabbia per come mia madre ci ha lasciato, per come abbiamo lasciato mia madre, per come sono andate le cose ... ho ancora l'anima in lutto e devo elaborare ancora tanto di tutto questo.
Il mese di dicembre, il mese di mia madre, mi riempie di ricordi ed ho bisogno di rinnovare questi ricordi.
Ho bisogno di parlare di mia madre, della mia famiglia, ho bisogno di riappacificarmi veramente con me e con tutti.
Nella mia vita adulta ho cercato l'armonia attorno a me, ho cercato di portarla agli altri ma se manca dentro di me non riesco a trasmetterla.
La vita materiale, i bisogni materiali, mi allontanano dall'armonia che cerco; da giugno non lavoro e a me manca il contatto con i bambini.
Da quando è mancata mia madre è stato un susseguirsi di cose che mi sono successe: i calcoli alla cistifellea, l'operazione, la polmonite all'inizio di quest'anno e poi la fine del lavoro.
Quest'anno, che fra ventinove giorni finirà, mi è passato sopra come un treno in corsa.
In verità non mi rendo ancora conto di essere in dicembre e che fra pochi giorni sarà un nuovo anno.
La novità più bella di quest'anno è stata l'opportunità di avere mia figlia a vivere con noi con il suo compagno.
Questa è la dimostrazione che ogni cambiamento chiude delle porte e ne apre altre.
Abbiamo lavori di ristrutturazione da fare in casa, stiamo adattando l'appartamento alle esigenze differenti, compatibilmente con i quattordici animali che convivono con noi; l'impegno è notevole, da parte di tutti e quattro perché un conto è essere due genitori con una bimba ed un altro conto è essere due coppie di adulti che convivono sotto lo stesso tetto, ognuno con il proprio carattere e le proprie esigenze.
Ma l'esperienza mi piace molto, mi fa venire in mente la famiglia allargata che esisteva una volta e mi piace l'idea che la famiglia si possa allargare anche di più.
In fondo, ho vissuto i miei primi ventidue anni in cinquanta metri quadri con altre 8 persone, non ho mai avuto una stanza tutta mia e quando mi trovo in spazi troppo grandi da sola mi rattristo.
Ora, avere mia figlia ancora con me, mi fa solo felice.
Ma mi manca il tempo per scrivere ....
Vediamo se riusciamo a recuperare la memoria del portatile e poi riprenderò a raccontare ...


Sunday, December 01, 2013

Il canto

Ritrovarsi fra noi, per noi, ha sempre voluto dire portare le chitarre, la fisarmonica ed i microfoni per poter cantare.
Per tutta la nostra e la tua vita, mamma, festeggiare ha voluto dire cantare.
Non era festa se non si cantava; tu volevi che cantassimo.
Ettore è stato il primo a portare in casa la chitarra; poi ha imparato a suonare Beppe che predilige la chitarra classica; poi Gian Pietro che dalla chitarra rock e jazz è passato al contrabbasso con grandi successi come interprete di Bottesini ed ora come primo contrabbasso nell'orchestra Toscana; io suono la chitarra per potermi accompagnare perché io sono il canto; poi Paolo, con le cover di Vasco e le sue canzoni con il suo gruppo; Anna Maria con cui facevo parte della Corale Città di Parma.
Tu eri contenta quando cantavamo, si può dire che io sia stata sempre spinta a cantare, anche quando dicevo che non mi pareva il caso di cantare, tu mi spronavi a farlo.
Per tutta la vita, mamma, te lo assicuro ma credo che tu lo sappia, ho cantato per te.
Il fatto che io fossi intonata, il fatto che ti assomigliassi molto fisicamente, ti ha fatto vivere quello che gli psicologi chiamano "transfer"; hai trasferito la tua passione, poiché tu recitavi e cantavi quando le compagnie di avan spettacolo arrivavano a Fontanellato durante la tua adolescenza, su di me.
Canto da quando avevo tre anni, a sei-sette anni sono entrata nella corale delle voci bianche del Teatro Regio, a dodici sono entrata nella Corale Città di Parma, unica bimba fra gli adulti; ho cantato nel cast di Parma di Viva la gente; ho cantato con Gian Pietro, ho cantato con un gruppo, ho cantato da sola. Canzoni impegnate o cover conosciute, ho cantato e canto di tutto, spessissimo accompagnandomi alla chitarra.
Sempre e solo per te.
Da quando non ci sei è come se fosse finita la musica; nessuno di noi porta la chitarra, nessuno accenna ad una nota, non cantiamo più. A dimostrazione del fatto che anche i miei fratelli suonavano e cantavano solo per te. Ci siamo trovati ma abbiamo solo chiacchierato; il pensiero rivolto al tuo compleanno, un pensiero silente di cui abbiamo parlato solo en passant ma presente, consapevoli del fatto che non ci era permesso, per così dire, di dimenticarci del tuo compleanno.
Il mese di dicembre, mamma, sei tu, il tuo ricordo è onnipresente, con gli struffoli, le zeppole, il torrone, i dolci che ci facevi e che non ci hai mai fatto mancare.
A Babbo Natale, mamma, quest'anno chiederò che ci possa tornare la voglia di cantare, come se ancora tu fossi con noi. Ti piaceva tanto ascoltarci ed ancora avevi la voce brillante e potente e cantavi con noi.
Eri felice quando, ormai lontano da me, ti cantai "Mamma" come avevi richiesto accennandola con un filo di voce.
Mamma, se riprenderò la chitarra in mano sarà solo per te.