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Friday, January 27, 2012

PER MIA MADRE

Mia madre è in ospedale da due settimane, trasportata d'urgenza dopo quasi tre mesi di permanenza in una "casa di riposo". Mi ritrovo ancora una volta a pensare che la nostra non è una società di sostegno all'infanzia e alla vecchiaia, non è di sostegno alle famiglie con i ritmi frenetici che la vita ci obbliga a sostenere e con le case non adatte. Ho sempre detto a mia madre che sarebbe venuta a casa mia nel momento in cui avesse pensato di averne bisogno    ma lei, specialmente questi ultimi due anni, si è intestardita che  la mia casa non era adatta a lei ed in tutti i modi preferiva andare da un maschio che non da me o un'altra delle femmine. Mia madre è fatta così: ha le sue preferenze anche quando la vita non le permetterebbe di scegliere. Ora, in ospedale, ha momenti di lucidità in cui chiede se ci sono i mandarini e le mele, dice che in forno c'è il pollo con le patate, chiede di essere portata a casa perché fra poco è Natale e deve preparare. E' legata, nella sua demenza senile che galoppa, alla stagione in corso. Continua i suoi discorsi di "case non adatte", "se spostate le poltrone, una di qua e una di là vedrete come sarete più comodi ..."; poi, mercoledì, spalancando gli occhi, fissando il soffitto e seguendo il percorso di qualcosa, o qualcuno, mi dice che c'è "acqua: è acqua benedetta .." e ".. sciogli il drago ...".
Mia madre è una settima figlia ed io sono la Sua settima figlia: chi sa, comprenderà.
Mia madre è anche  una persona miracolata dalla Madonna di Fontanellato, grazie all'intercessione di una delle sue sorelle, MARIA, morta all'età di ventitré anni.
Mia madre scriveva, per questo quando ha iniziato a diventare cieca non ha accettato questo suo stato. Comunque, la raccolta delle sue poesie si trova nell'archivio della Rocca di Fontanellato; ha scritto anche una raccolta di racconti sul suo paese natale. E' sempre stata una affabulatrice, le è sempre piaciuto raccontare aneddoti e storie della sua vita e negli anni si è sempre più avvicinata alla memoria della sua infanzia, come se non ci fossero stati gli anni successivi del matrimonio. Della vita dei figli, ha sempre solo raccontato episodi dei primi tre, compreso il bimbo che morì appena nato. La nascita, l'infanzia e l'adolescenza degli altri figli non erano sufficientemente importanti e non ricordava l'ora di nascita.
Per questo motivo, forse, mia madre ha presente, ancora oggi, solo momenti di accudimento, comunque importante, che passava attraverso il cucinare.
Ora, è diventata un passerotto, non mangia da almeno due mesi ed è diventata incombente  la decisione di provvedere al sostentamento. Le aspettative di vita sono, ovviamente, legate non tanto alla demenza ma al suo stato fisico devastato; avrei voluto che potesse tornare a casa, almeno a casa sua, per poter finire i suoi giorni avendo la mano tenuta da uno di noi. Avrei voluto una fine dignitosa, circondata dalle sue fotografie, dai suoi oggetti, dalla luce delle sue finestre, con voci amiche accanto.
Non sarà così e questo mi rattrista molto e mi fa pensare a come vorrei che avvenisse la mia fine e a come vorrei, quindi, la sua.
So che mia madre è già oltre; ha avuto sempre un contatto con le persone defunte della famiglia, ha sempre continuato a sognare mio padre, il passaggio per lei non sarà, psichicamente, doloroso. Ma avrei desiderato che fisicamente non provasse dolore.
La medicina moderna vanta conoscenze scientifiche poco consolatorie, a mio parere, ma dobbiamo inchinarci al volere delle strutture. Dobbiamo inchinarci all'etica professionale che, in questo caso, dovrebbe lasciare il posto al volere degli individui e dei loro parenti.
Mi auguro solo, Mamma, che tu non comprenda ciò che subisci. Continua a sognare di un mondo fantastico, dove le tartarughe fanno uova d'oro; continua a vedere il papà che ti stringe la mano e continua a dialogare con tua sorella. Sorridi, anche se ormai fai fatica a fare anche questo, sorridi e la nuova vita a cui stai andando incontro ti sorriderà.