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Monday, April 25, 2016

Chernobyl - 26 aprile 1986 - 26 aprile 2016 - Trent'anni dopo

Il 26 aprile 1986, all'incirca alla 1 di notte, a causa di alcuni esperimenti che il responsabile della centrale voleva fare, vennero chiuse tutte le procedure di sicurezza della centrale nucleare di Chernobyl provocando un effetto "pentola a pressione" che fece scoppiare letteralmente la centrale, facendola scoperchiare e lasciando uscire materiale radioattivo della potenza di 500 volte superiore alla bomba che fu gettata nel 1945 su Hiroshima e Nagasaki.
La notizia venne tenuta nascosta fino ai primi di maggio, poiché la Norvegia e la Svezia avevano già annunciato di avere avuto effetti della nube. Solo allora il governo russo (allora esisteva ancora l'URSS ed il presidente era Gorbachov) rese noto l'incidente.
Il primo maggio, noi eravamo all'aperto, in un maneggio, per passare la giornata in compagnia di mia sorella e suo marito; improvvisamente sentimmo una grande ondata di calore, la giornata era soleggiata e splendida. Mia figlia, che allora aveva 4 anni e mezzo, iniziò a perdere sangue dal naso: soffriva di epistassi frequenti da quando aveva seguito una cura a Monticelli, ma una perdita di sangue così copiosa non l'avevo mai vista. Aveva la vena principale che attraversa la fronte gonfia ed arrossata e nonostante la tenessi sotto l'acqua l'epistassi le proseguì per gran parte del pomeriggio.
Solo qualche giorno dopo, la scuola materna che frequentava organizzò un incontro con i genitori per rendere note le disposizioni ricevute per tenere i bambini al riparo, per quanto si potesse fare, dalle radiazioni provocate dalla centrale di Chernobyl:
- non mangiare frutta e verdura fresche;
- non bere latte con data posteriore al 26 aprile;
- non mangiare latticini con data posteriore al 26 aprile;
- non camminare nell'erba;
- evitare di stare all'aria aperta.
Era maggio; era una bellissima primavera; si avvicinava l'estate.
Per quanto tempo queste disposizioni avrebbero dovuto essere seguite? Una domanda da 10 milioni di dollari se non di più ...
Oggi, a trent'anni di distanza, ci sono anche nostri esperti a Chernobyl per la creazione di un nuovo sarcofago che dovrebbe coprire quello costruito in tre mesi, subito dopo l'esplosione, da volontari che tutti si ammalarono di leucemia e di cancro. Ci furono degli eroi, tutti russi, che volarono con gli elicotteri sopra all'incendio per spegnerlo; ci furono degli eroi, tutti russi, che a mani nude, senza protezioni, costruirono il sarcofago; ci furono eroi, tutti russi, che a mani nude, senza protezioni gettarono materiali "adatti" per coprire il fuoco nucleare. Ma quel sarcofago, che avrebbe potuto durare trent'anni, già l'anno successivo iniziò a crepare e quindi per trent'anni ha fatto fuoriuscire nell'aria nuvole radioattive che, per trent'anni, hanno sorvolato la Russia e tutta l'Europa impestandola.
Oggi stanno cercando di costruire un nuovo sarcofago, con nuovi materiali tecnologici, che i tecnici dicono dovrebbe bastare per cento anni, almeno 70 sperano ... ma intanto, la nuvola malefica e velenosa continua ad impestare il nostro cielo, la nostra terra, il nostro pianeta.
E poi? Fra settant'anni cosa accadrà?
La memoria umana è corta; gli esseri umani dimenticano e continuano a fare le guerre.
Cosa accadrà ai nostri pronipoti che dovranno affrontare, fra 70 anni, ancora perdite radioattive, ancora quel fuoco immortale?
Quante centrali nucleari ci sono sparse per il mondo e quanto pericolo corriamo noi, a convivere con questi mostri di cemento armato eppure così fragili nei confronti del fuoco nucleare?
Quella giapponese, dopo il terremoto ed il maremoto, continua anche lei a perdere acqua radioattiva che va direttamente in mare.
Purtroppo, la centrale di Caorso ce lo insegna, le centrali nucleari non possono mai essere spente definitivamente. Una volta accesa la fusione nucleare, non si può più spegnere. Ci sono tecnici che la tengono accesa al minimo, ci sono ogni giorno rifiuti nucleari da dover smaltire e ci sono sempre pericoli di esplosioni o, perché no?, di attentati.
Abbiamo innescato tante bombe ad orologeria.
Poveri noi. Povero il nostro bellissimo pianeta.

Friday, April 15, 2016

GURU

Ci sono persone che avendo una spiccata personalità attraggono a sé moltitudini.
Budda, Gesù, Maometto veri o falsi che fossero, sono stati profeti di una visione della vita che ha attratto popoli interi, nel bene e nel male.
I guru vengono capiti solo dopo la loro morte, come spesso è accaduto anche in antichità. Fu così per Gandhi, Martin Luther King, Malcom X, Gramsci, Togliatti.
La visione di una società giusta, in cui i diritti fossero per tutti, senza distinzione di età, sesso, religione, colore della pelle è un ideale che viene perseguito ormai da secoli, eppure ancora così lontana dalla realtà.
Accade così che chi ne viene folgorato, ancora una volta e ne parla viene inviso, deriso, come minimo non compreso, perché certe visioni non sono per tutti.
Utopia, questa Città di Gerusalemme di cui parlava Campanella e che per questo fu incarcerato, è una città in cui regna un ordine superiore, dettato dall'etica collettiva e personale, che non ha bisogno di leggi morali o religiose, ma nasce dall'interno dell'animo umano.
Oggi, gli ignoranti, e questo termine non vuole essere offensivo bensì vuole significare chi ignora, si riempiono la bocca di parole di cui non conoscono nemmeno il significato, bandendo e bollando colui che parla di Utopia come un visionario o, peggio, un massone. Dimenticando che gli ordini massonici non perseguono scopi finanziari bensì umanitari. Ma la massoneria, come viene vista dopo la scoperta di logge trasversali come la P2, è bollata e demonizzata come se fosse un covo di delinquenti.
La massoneria ha ben altra storia; gli ordini iniziatici hanno ben altra storia.
E Utopia è il loro obiettivo: una società giusta, guidata da saggi, le cui risorse vengono divise in modo uniforme poiché le risorse ci sarebbero per tutti se non ci fossero sempre stati, se non ci fossero ancora, quei pochi che vogliono stringere tutto, dimenticando che quando sarà la loro ora non potranno stringere nulla e si dovranno presentare alla Coscienza Universale nudi, come sono nati. Allora il loro cuore verrà misurato e pesato sulla base di ciò che avranno o non avranno fatto, ciò che avranno o non avranno detto.
C'è un orto, a Gerusalemme, l'Orto dei Giusti; è un luogo dove si ricordano le persone che hanno fatto ed hanno detto cose buone per l'Umanità. Non è un luogo per tutti, infatti. Ogni giusto ha un nome ed ha un albero con il proprio nome.
In questi giorni è venuto a mancare un personaggio che ha avuto il coraggio di parlare di Utopia in un programma di un movimento popolare; di lui si sono dette tante cose, che fosse un guru, che fosse un visionario. Anche io non avevo capito nulla e forse non ho ancora capito.
Io sono contraria ai guru, non seguo i guru per principio perché il mio maestro sono io, il nostro maestro siamo noi.
Ma comprendo che a volte occorre avere una persona con una voce più potente di tutte che si faccia sentire, per vedere, forse, una luce in fondo ad un tunnel.
Mi auguro che le persone che hanno potuto conoscere da vicino questo personaggio, possano trarre da lui un insegnamento profondo, senza deluderne le aspettative. 
Lottare fino alla morte per la giustizia, la verità, l'uguaglianza, la libertà, senza mai aspettarsi nulla per sé, senza pretendere nulla per sé, per tornare a quando la politica era una missione e non un modo legalizzato per rubare.
Questo auguro al Movimento 5 stelle: che le stelle brillino davvero per indicare, finalmente, una strada limpida, forse tortuosa, ma che sia per tutti verso un futuro migliore.