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Tuesday, November 28, 2017

AUGURI MARY

Nella nottata ho fatto un sogno molto complicato.
Ero alla festa di compleanno di una bimba a cui facevo da baby-sitter (nel sogno non si vedeva ed i genitori erano persone sconosciute); aspettavo di vedere la torta per poi andarmene, ma a quella festa c'erano anche mio padre e mia madre. Mi accorgevo che la casa era di mia sorella Mary e su uno schermo c'era un film che a guardare bene era, in realtà, un filmino con episodi della nostra vita famigliare. Dicevo a mia sorella come faceva ad avere quel filmino e lei mi rispondeva che mio fratello Ettore aveva raggruppato tutti i filmini in un cd ed io le dicevo che dovevamo duplicarlo per averlo tutti. Improvvisamente mi ritrovo dentro al filmino, in un posto all'aperto a Noceto o forse Fontanellato (paesi legati a mia madre) dove mio fratello Ettore presentava uno spettacolino a cui avevo partecipato anche io cantando. Aspettando di vedere se c'era anche la mia esibizione, mi guardavo attorno e scorgevo alla mia destra un canale molto largo pieno di acqua su cui era un ponte di legno. Nell'acqua camminavano delle persone ed io dicevo che il canale era pericoloso per i bambini che, comunque, camminavano anche loro nell'acqua.
Allontanandoci da quello spiazzo per avviarci alle macchine, mio padre diceva che voleva andare a trovare "i ragazzi" intendendo i tre figli di mia sorella Mary ed io mi offrivo di accompagnarlo, mentre mia cognata, la moglie di Ettore, mi accusava di qualcosa.
Ma il mio pensiero era di accompagnare mio padre da mia sorella.
Oggi è il compleanno di Mary e così, sono convinta, mio padre e mia madre le volevano fare gli auguri.

Friday, November 24, 2017

Il peso dei ricordi

Due mesi fa è successo tutto, all'improvviso.
Era domenica e come tutte le domeniche sono venuta alla mattina per aiutarti a prepararti per la giornata che ti aspettava. Abbiamo passato un paio d'ore, aiutandoti a vestirti; avevi programmato la visita a tua madre e poi il pranzo, con gli amici per cui avevi prenotato il ristorante.
Quando sono arrivati, ci siamo fermati a chiacchierare una decina di minuti; ti hanno fatto i complimenti per la sala rinnovata poiché l'ultima volta che erano venuti a trovarti ancora i lavori non erano stati fatti. Poi ci siamo preparati per uscire; era una bella giornata, ancora calda. Sei uscito a piedi da casa tua, mentre io aiutavo a mettere la carrozzina in auto di Matteo.
Eri contento, sereno, come sei stato sereno gli ultimi quattro giorni precedenti.
Ho chiuso le porte, ci siamo diretti al cancello, sei salito in macchina ed io vi ho salutati.
Quattro ore dopo, alle 14 e 35 ricevo la telefonata di Tino che mi dice di correre al ristorante perché eri svenuto e non rinvenivi. Mentre ero in auto, al massimo dieci minuti dopo ricevo un'altra telefonata: per fortuna c'era un medico, al ristorante che ti ha praticato immediatamente, in attesa del 118, il massaggio cardiaco.
Quando sono arrivata era già arrivato il 118 e ti stavano facendo ancora il massaggio cardiaco, dopo aver usato il defibrillatore.
Solo alle 15 e 15 o poco più dopo sono riusciti a stabilizzare il battito cardiaco per poterti trasportare.
Ma già avevamo capito: eri stato troppo tempo in arresto cardiaco.
Il tuo orologio automatico si è fermato con il tuo cuore, alle 14 e 35.
Per quattro giorni sei rimasto in rianimazione ma non c'erano speranze, dopo che la tac e l'elettroencefalogramma avevano dato esito negativo.
Ecco, sono ancora qui a domandarmi come  sia stato possibile che nessuno abbia capito che era il tuo cuore ad avere bisogno di sostegno; tutti gli esami del sangue, tutte le diagnostiche fatte per più di un anno non avevano dato nessun segno di sofferenze diverse.
Era il  cuore che non batteva regolarmente e ti causava la pressione bassa ed una stanchezza infinita mentre la tua psiche ti distruggeva ogni voglia di reagire.
Ecco, tutto succedeva due mesi fa.
Come farò a dimenticare e ad accettare la tua partenza non lo so.
Ma devo farmene una ragione, non potevo combattere una battaglia che tu stesso non riuscivi a fronteggiare. Ognuno di noi deve affrontare la propria vita da solo,  nonostante la fortuna o meno di avere vicini amici ed affetti;  la strada, a volte, è tracciata.
E' inutile porsi delle domande, ormai.
Ma eri, sei stato e sarai sempre nel mio cuore.
Ci vorrà tempo ma prima o poi riuscirò a pensarti senza sentire il peso dei ricordi.

Tuesday, November 21, 2017

LE FERITE DEL TEMPO

O le ferite che il tempo non aggiusta.
Si dice che con il tempo passa tutto, passano i guai, i pensieri; il tempo, si dice, rimargina tutto.
Non è vero.
Il tempo passa, nonostante tutto, ma alcune ferite non si rimarginano mai, le perdite subite non diventano più lievi.
Le foglie che se ne vanno non fanno posto, nella nostra vita, a nuove foglie; quello che hanno lasciato al loro passaggio rimane e ritorna in mente, sempre, in ogni momento.
Per ogni foglia che se n'è andata, c'è una foglia appesa alle mie tende di casa, ognuna con un nome.
Ma il tempo non cancella e non lenisce la grande ferita lasciata.
Solo, la vita continua, le occupazioni quotidiane ci portano via tempo e spazio ed a volte riusciamo a non pensare.
Ma poi, improvviso, quel dolore lacerante, quel pugno nel stomaco ritornano, si fanno sentire e ci riportano indietro a quando sono iniziati.
Il tempo, ogni volta che una persona amata ci lascia, si congela a quell'ultimo momento, a quell'istante in cui avremmo voluto e potuto dire qualcosa ancora; il tempo si congela, si ferma, si ferma il respiro, si ferma il pensiero e si vorrebbe che quell'istante fosse stato un po' più lungo o che potesse ritornare.
Ma quello che è stato non ritorna, se non nei nostri pensieri, nei nostri ricordi.
E ci domandiamo se le cose potessero essere diverse, se avessimo potuto fare qualcosa di diverso, di più importante.
Ma i se non hanno senso, questa è la vita: occorre viverla in quel momento, in quell'istante, in questo momento, in questo istante perché poi non tornerà indietro.
Ed allora occorre dedicarsi con ancor più dedizione a chi resta, a chi ci sta vicino, a chi ha ancora bisogno di noi, anche solo per un abbraccio, per un bacio, per una parola.
Questa è la vita, senza togliere nulla a chi ha vissuto con noi un pezzo, breve o lungo che sia, di strada.

Thursday, November 09, 2017

RICORDI?

Spero veramente che, adesso, ti ami un po' di più, come dice una canzone di Zucchero.
Spero veramente che, adesso, tu capisca la tua vita.
Spero che ti ami meglio di quanto sia riuscita a fare io ...
Spero che ti ami, con tutte le unghie ...
Ti abbiamo amato, ti abbiamo voluto bene eppure  non ti bastava; non ti bastava il tempo che trascorrevamo insieme, non vedevi l'attimo che fuggiva, non afferravi il senso della tua e della nostra vita. Stavamo insieme, facevamo delle cose insieme, ma non ne afferravi l'importanza.
Sono felice di averti costretto di organizzare la cena di S. Giovanni, nonostante il giorno prima abbia dovuto chiamare il 118 per un tuo svenimento prolungato ed un risveglio che non mi piaceva.
Sono felice di averti costretto di organizzare la cena del 22 luglio, con tanti dei tuoi amici; eri felice di organizzare il menù, di fare la spesa, di mettere in forno i fichi preparati da te.
Vi ho lasciati a tavola imbandita, fuori, nel tuo giardino e me ne sono andata, quella sera. Volevo che tu godessi della loro compagnia, semplicemente.
So, adesso, che avevi, come sempre, lo sguardo rivolto altrove, facendoti sempre le solite domande, senza godere di quello che avevi davanti.
Tante volte ti ho rimproverato di mangiare a testa china, senza alzare lo sguardo verso chi ti sedeva vicino; ti rimproveravo di non godere della vita e tu mi chiedevi scusa perché mi facevi arrabbiare.
Ti rispondevo che non ero arrabbiata, che non dovevi chiedere scusa a me ma a te stesso perché ti uccidevi dentro.
Penso e ripenso alle ore, alle giornate, alle sere passate insieme; penso e ripenso ai discorsi che facevamo, alle cose che ci siamo detti; quante volte ti ho detto che avevo la sensazione di non riuscire ad essere utile, di non riuscire ad aiutarti ad uscire dai tuoi pensieri distruttivi.
Ma, amico mio, nonostante le fatiche fatte, nonostante il dolore che provo per averti perso, sono ancora qui a dirti che non uscirai mai dal mio cuore.
Ti sarei stata ancora vicina, ancora per altro tempo, per tutto il tempo che sarebbe occorso per riportarti a sentirti come eri una volta.
A noi non interessava che tu tornassi "il Roberto di sempre"; tu ERI il Roberto di sempre, solo con qualche difficoltà ... e gli amici, che amici sono se si allontanano quando le giostre si fermano? Gli amici, quelli veri, stanno insieme, anche quando la festa è finita e tanti ti hanno dimostrato che c'erano, nonostante tutto ...
Ho tanti ricordi di questi ultimi tre anni, da quando hai ricominciato a chiamarmi; in tutti gli anni della nostra lunga amicizia ero io a chiamarti, a telefonare a tua madre per sentire come stavate. Tu ti facevi vedere solo quando volevi tu, al ritorno da un viaggio o per passare una serata mangiando il gelato che ci portavi. Poi hai ricominciato a chiamarmi tu ed hai iniziato a parlarmi dei tuoi problemi. Ed io ho iniziato a venirti a trovare, stando con te sempre più tempo; quando eri in ospedale, durante i tuoi vari ricoveri .. fino a che sei andato in residence ed io ho passato con te tutto il giorno, seguendo le tue esigenze, aiutandoti nelle cose spicciole quotidiane. Abbiamo passato insieme tutte le feste primaverili dalla Pasqua in poi; tutti i sabati, tutte le domeniche.
I tanti ricordi che ho delle nostre giornate sono gli aperitivi presi nei posti che ti piacevano, gli acquisti fatti insieme, i lavori fatti sotto le tue disposizioni in casa e nel tuo giardino; i menù cucinati insieme, le trasmissioni di cucina guardati insieme, le passeggiate al parco ed in cittadella. Tenevo, qualche volta, la mia macchina fotografica, ma non ho mai pensato di farti una foto; semplicemente, mi piaceva guardarti nei pochi momenti di serenità che ti concedevi, guardando una rosa o solo godendo dell'aria fresca. Ti ricordo nel tuo giardino, seduto sulla poltrona di bambù che ti avevo messo all'aperto, mentre leggevi il giornale ed io controllavo i kiwi. Ecco, mi dispiace non averti fotografato in quel momento, sembrava tutto normale, sembravi un "signore di campagna" che si godeva un momento di relax.
Questi sono i ricordi che  rimarranno sempre, nella mia mente e nel mio cuore.
Sono contenta di esserti stata vicina per tutto questo lungo periodo.
E nonostante le lacrime, ho il sorriso sulle labbra .....
Zucchero dice: fatti un bel pianto, datti un addio ... torna il ricordo ... mi ritorni in mente, per sempre.

Thursday, November 02, 2017

L'ultimo minuto di vita

http://www.repubblica.it/2008/09/sezioni/cronaca/vaticano-morte-celebrale/quando-vita-finisce/quando-vita-finisce.html

Ripensando a al mio grande amico, deceduto il mese scorso, mi sono fatta delle domande.
Le domande che tutti si fanno e cioè se si è fatto tutto il possibile, se fosse stato possibile riaverlo in vita, se .... se ...
Ecco, le risposte le ho trovate in questo articolo: i medici della rianimazione delle Molinette di Torino mi hanno dato un po' più di serenità.
Una cosa è certa: Roby non avrebbe voluto essere prigioniero di un corpo che respirava solamente ...