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Wednesday, November 30, 2016

MEMORIE

Il racconto "Sciogli il drago - La settima figlia" sta procedendo.
E' incredibile come, nel ricordare, più scrivo e più mi arrivano i ricordi, freschi, fervidi come se fosse tutto accaduto ieri.
Ricordo come fosse ieri il mio primo spettacolo in Viva la Gente.
Era stato il pianista del gruppo a chiedermi di entrare a farne parte e subito, alla prima riunione a cui partecipai,  prima ancora di presentarmi disse subito che voleva assegnarmi quattro canzoni. Le ragazze presenti alla riunione, senza sapere chi fossi io, senza sapere che la persona di cui Andrea stava parlando ero io, si ribellarono; erano da più tempo all'interno del gruppo, spettava a loro avere delle canzoni da solista, non era giusto che quattro canzoni venissero date così, ad una ragazza che entrava allora.
Si ammutolirono quando Andrea mi presentò; si ammutolirono per la figuraccia fatta, non certo perché io avessi una presenza imponente o altro.
Certamente io pensai che nessuna di loro sarebbe mai diventata amica mia.
Ma Andrea ed i musicisti, compreso mio fratello Gian Pietro, presero gli strumenti e mi fecero cantare una delle canzoni che avrei cantato.
Alla fine, una delle ragazze si avvicinò e mi disse che avevo stravolto la canzone e l'avevo resa più bella; risposi semplicemente che era così che Gian Pietro me l'aveva insegnata a casa, quando doveva provare la partitura.
Al mio primo spettacolo, a Basilicagoiano, ero molto preoccupata.
Dai tempi della mia seconda media, quando la mia insegnante di italiano mi aveva dato 2 sul "5 maggio", non riuscivo più a ricordare una poesia a memoria; quando provavo le canzoni degli spettacoli con Gian Pietro, per sicurezza tenevo sempre i testi davanti.
Ma io sapevo tutte le canzoni a memoria ....
C'era una canzone, per lo spettacolo di Basilicagoiano, che mi preoccupava: si intitolava "Cenere".
L'avevo sentita solo una volta a casa di uno dei chitarristi, era stata tradotta dall'inglese, era molto difficile e temevo di non ricordarne il testo, troppo impegnata a memorizzarne la musica, gli attacchi, l'armonia ...
Durante lo spettacolo, mi ripetevo le parole che avevo scritto su un palmo della mano.
Durante una coreografia, uno dei ragazzi, vedendomi preoccupata, mi disse: "Non preoccuparti, la sai ... vedrai che la sai ..."
Vedere la sua completa fiducia in me, fece sì che non dimenticai assolutamente nessuna parola di quella canzone, come delle altre.
Roberto non sapeva, e forse non saprà mai, quale miracolo aveva fatto ...

Tuesday, November 29, 2016

VAMPIRI PSICHICI O PREMONIZIONI?

Da qualche tempo sogno figure nere:
Una notte ho sognato una donna tutta vestita di nero, velata che prendeva per mano un bambino, strappandolo a me; un'altra notte un uomo vestito di nero; una notte ancora un bambino incappucciato, tutto vestito di nero, si piazzava su Luca addormentato a letto e diceva: Mestizia, tristezza, mestizia.
E probabilmente altri sogni non so se sono mie paure o altro.
Due notti fa ho sognato di essere in una casa di due stanze, misera, molto povera in stile inglese ai tempi di Robin Hood, con molto legno ma veramente povera; c'eravamo io, mia madre (morta da 4 anni) e mio fratello più giovane bambino.
Le sedie su cui sedevo mi si rompevano tutte, erano di vario stile e continuavano a rompersi e mentre lo dicevo a mia madre qualcuno bussava alla porta; l'atmosfera era triste, come se attendessimo qualcuno cattivo. Avevamo paura. Io chiedevo: "Chi è?" e la risposta fu "Io".
"Io chi?" "Sono io".
Una voce maschile, non amichevole, minacciosa, con un tono basso, quasi un sussurro.
"Sono del Murazzo".
Io gli dicevo: Non abbiamo bisogno di nulla.
E lui rispondeva: Va bene.
Ma intanto cercava di scardinare la porta.
Io chiudevo i due catenacci della porta, una porta di legno, veramente vecchia o antica.
Dicevo alla mamma di chiudere tutte le finestre, che erano piccole ed avevano degli scuri di legno all'interno.
Dicevo alla mamma di chiamare il 113 e la voce, fuori dalla porta diceva:
"E' solo un avvertimento".
Mio fratello, diventato grande, si nascondeva per la paura.

Fra tutti i significati trovati nei riferimenti (casa = profitto, sicurezza; seggiola = frivoli onori) ho trovato interessante quello della porta = sfondata denota morte di un abitante della casa.
Io, nel sogno, non ho permesso che la porta venisse sfondata, ma è anche vero che la voce diceva che era solo un avvertimento.
 

Sunday, November 20, 2016

SOGNI

I sogni son desideri, dice la canzone di Cenerentola.
Per me sono sempre altro: premonizioni, avvertimenti, visioni ...
Da parecchio tempo sogno un amico, sempre circondato da tantissime persone, la casa piena di gente, in confusione.
Questa notte ho sognato, come al solito, la sua casa piena di gente, di "amici"; la tavola imbandita con tanti piatti pieni di uva e tutti gli amici seduti un po' a tavola, un po' sulle poltrone mangiavano uva bianca e rossa.
Io mi guardavo attorno e dopo un po', senza mangiare, mi alzavo da tavola e dicevo che me ne andavo.
Una ragazza diceva una frase in dialetto; io tornavo indietro e chiedevo chi aveva parlato e cosa aveva detto.
"Quando ci sei tu noi siamo ...."
Non ricordo la parola ma il significato era che, comunque, davo fastidio.
"Per questo me ne vado" rispondevo ed uscivo dalla casa.



L'uva significa profitto, mangiarne significa trarre profitto.
Io non ho mai approfittato di nessuno, figurarsi di un caro amico.
Per questo mi sono alzata da tavola; per questo non sono mai diventata ricca.
E mi sta bene così.


Wednesday, November 16, 2016

Vampiri psichici

Non so se accade quando si è molto carichi di energia o quando ci si sta scaricando un po'.
Fatto sta che ci sono vampiri psichici che agiscono nella vita quotidiana e nei sogni; si appropriano della nostra energia, se la mangiano, la ingurgitano e ci lasciano spossati.
E' vero che nell'ultimo mese mi sento scaricata, per tanti piccoli e grandi impegni, lavorativi e non.
Nell'arco degli ultimi quindici, venti giorni, mi sono arrivati dei sogni un po' inquietanti.
Il primo è stato, inizialmente, piacevole, un abbraccio coinvolgente di una figura non meglio definita che piano piano si è trasformata in un'ombra; l'abbraccio si è trasformato, via via, in un abbraccio morboso, che non mi lasciava respirare; mi sono divincolata da quell'abbraccio con fatica.
Il secondo era una donna, completamente vestita di nero, velata, con guanti neri ed abito lungo che arrivava e si portava via un bambino a me dato in custodia.
Il terzo, due notti fa, un bambino vestito tutto di nero, incappucciato, si è inginocchiato addosso a Luca dicendo queste parole, in un sussurro da incantesimo: Mestizia, tristezza, mestizia ...
In tutti e tre i casi, io ero in camera mia, coricata nel letto con a fianco Luca.
L'unico modo che ho avuto per mandare via le ombre è stato divincolarmi, urlare ... e svegliarmi, con quell'urlo che nella mia testa avrebbe dovuto risuonare per tutta la casa ed invece era solo un bisbiglio.
Tanto che ho dovuto svegliare Luca scuotendolo.
O il velo tra i due mondi è ancora molto sottile ed io lo percepisco, o qualcuno mi vuole mandare qualche messaggio.
In ogni caso, mi auguro che non sia di auspicio negativo.

Sunday, November 13, 2016

IL VIAGGIO

Mi sono ritrovata a parlare di viaggio, con una persona che non conoscevo.
Io non conosco lei e lei non conosce me.
Con noi c'era un altro amico, che ha fatto viaggi con questa persona.
Persino il mio amico, mi pare a volte che non mi conosca.
Discorrendo, ho detto che ora a me non interessa più viaggiare.
Sto volentieri a casa, ho una casa, con troppi animali, molto impegnativa; ho una famiglia; ho subìto un tamponamento, alcuni anni fa, che mi ha distrutto il collo e la schiena e, quindi, se devo viaggiare devo farlo in situazioni comode, in treno con sedili ultra comodi, in macchina con la sicurezza di fare tappe. In pulman non se ne parla proprio.
Questa persona ha ribadito che per lei viaggiare è bello e non ci rinuncerebbe mai.
Il mio amico di una vita, che dovrebbe conoscermi, ha detto con un tono che non mi è molto piaciuto: "Eh, ma lei (riferendosi a me) non ha mai viaggiato ... se non in Francia"
Come dire: povera mentecatta (tra parentesi ..).
Sul momento mi sono limitata a rispondere: ".. anche in Inghilterra ..."ma non ho insistito.
Poi ho avuto modo di continuare il discorso con l'altra persona ed ho ribadito che sono stanca di viaggiare, ho fatto 7 anni consecutivi a viaggiare in roulotte per la Francia soggiornando tre settimane ogni anno; sono andata due volte in Inghilterra soggiornando nei b&b, ho viaggiato molto per l'Italia spostandomi in roulotte e soggiornando in campeggio, per lavoro e per vacanza, in lungo ed in largo.
Quindi, alcune considerazioni:
Primo: amico caro, perché con presenti altre persone mi releghi in un ruolo non mio?
Secondo:
Per me il viaggio non è andare 8 giorni in Sudan, con viaggio organizzato, in comitiva, per poter tornare e dire di conoscere il Sudan; non è "viaggiando" con viaggi organizzati, magari anche stando due settimane, soggiornando in alberghi, girando in comitiva vedendo quello che l'agenzia ti vuole far vedere che puoi dire di aver girato il mondo.
Non è prendendo un aereo e poi muovendosi con mezzi organizzati che puoi dire di conoscere o aver conosciuto un popolo od un paese.
Altro modo di viaggiare è quello di un mio nipote che, zaino in spalla, dorme in ostelli, fa l'autostop oppure prende a noleggio un'auto ed ospita altri viaggiatori oppure prende i mezzi pubblici e viaggia con la popolazione, con le stesse ristrettezze e le stesse scomodità perché di denaro ne porta sempre poco con sé.
E poi ...
E poi ...
Ne vogliamo parlare seriamente?
Il "viaggio" vero non è quello che si fa per scappare: scappare da se stessi, scappare da situazioni che non piacciono, scappare dalla solitudine o da una vita che non piace ...
Il VIAGGIO più importante della propria vita è quello che si fa dentro se stessi.
Le domande che ci poniamo a cui non vogliamo dare risposte, le emozioni che ci spaventano, i sentimenti da cui vogliamo scappare troppo spesso sono le motivazioni che spingono certi "viaggiatori"  a "girare per il mondo" senza comprendere che, tanto, prima o poi, torneranno a casa e ritroveranno esattamente le stesse domande senza risposte, le stesse emozioni nascoste, gli stessi sentimenti non espressi.
Sinceramente, non provo più alcun  interesse a viaggiare o per lo meno, alla mia età, se viaggio è solo per incontrare persone vere e luoghi già visti di cui ancora scoprire gli angoli più nascosti.





Saturday, November 12, 2016

L'anima in fondo al cuore

Ci sono giornate in cui sento l'anima in fondo al cuore.
Anche senza motivi precisi.
Sono felice di quel che sono diventata, nonostante il mio carattere sia un po' cambiato negli anni.
Da ragazza ero molto più felice, nonostante la felicità sia qualcosa di molto fragile, fuggevole.
Ma mi bastava veramente poco per esserlo.
Il mio ottimismo non l'ho perso anche se in qualche giornata lo ritrovo un po' appannato.
Mi basta ancora poco per ritrovare il sorriso: una passeggiata in mezzo ai campi, con i miei cani; una carezza corrisposta da uno dei miei gatti; un bambino che gioca; un bimbo che mi corre incontro con un sorriso.
Ma la cosa che veramente mi rende felice è la consapevolezza di essere ancora capace di emozioni, di sensazioni; essere capace di amare.
Non ha importanza il tipo di amore, per una persona, per un bambino, per la natura.
Essere capaci di amare è la sensazione più forte che la vita ci possa riservare.
Essere corrisposti (da una persona in particolare) non è poi così importante.
Il cuore si riempie di sensazioni che noi lo vogliamo o meno.
Il cuore batte che lo si voglia o meno, l'emozione di sentire battere forte il cuore è una sensazione che ci fa sentire vivi, non importa quale sia la nostra età anagrafica.
Il cuore batte forte e basta.
Ecco, essere arrivata alla mia età ed essere ancora capace di dare importanza al cuore è la più grande emozione che la vita mi possa far vivere.
E pazienza se qualche volta l'anima si ritrova in fondo al cuore.
Il cuore batte e la farà rivivere.

Wednesday, November 09, 2016

USA NEW PRESIDENT

Ebbene sì, un nuovo corso si apre nella storia del mondo: negli Stati Uniti è stato eletto un nuovo presidente che apre ad un nuovo/vecchio corso.
Così come fu dopo l'assassinio di Kennedy, in cui si tornò a presidenti repubblicani che nulla hanno portato di nuovo nel mondo, ora, dopo 8 anni alla Casa Bianca di un presidente afro-americano, un presidente nero, si sperava in una presidente donna.
Non che Hillary fosse il vento nuovo; semplicemente, il nuovo, sarebbe stato il fatto di avere per la prima volta una donna a capo della nazione più potente del mondo. Hillary è democratica, ex first-lady Clinton, segretario di stato di Obama .. insomma, ha un curriculum di tutto rispetto e faceva sperare in cambiamento anche solo per il fatto, ripeto, di essere donna.
Certo, non è che nel pianeta abbiamo avuto buoni esempi femminili; mi viene in mente una per tutte la Lady di ferro inglese, Tatcher, che negli anni '80 in Inghilterra non è stata né dolce né democratica.
Nonostante tutto, il tocco femminile, mi auguro sempre possa portare una illuminazione nelle teste dei burocrati e dei fascisti. Ma Hillary i suoi peccati li aveva, appoggiando come appoggia lobby potenti.
In tutti i modi, ormai i giochi sono fatti.
E' stato eletto un uomo, Donald Trump.
Fin qui nulla di nuovo sotto il sole.
Ma Donald Trump ha fatto una campagna elettorale veramente cattiva, per difendersi dalle accuse di abusi e violenze sulle donne, fascismo, evasione fiscale e più ne ha più ne metta.
Insomma un film che noi, qui in Italia, abbiamo già visto con Berlusconi.
Ma questo Trump avrà il potere più forte di tutti, sul pianeta: quello di schiacciare i bottoni nucleari.
Vuole erigere muri contro gli immigrati, chiudere i mercati internazionali difendendo i mercati americani con dazi doganali; vuole ripristinare il reato di aborto; cancellare la legge sulla sanità di Obama; si vanta delle donne che ha avuto e delle tasse evase.
Insomma non è proprio quello che ci si aspetterebbe da un uomo la cui saggezza e competenza dovrebbe guidare il paese più potente del mondo.
Il suo discorso notturno, che ho seguito per intero in diretta, mi ha stupito non poco.
Toni pacati, educati, discorso a braccio (non pareva che leggesse nulla), di pacificazione.
Non lo so ... ho sempre fiducia negli esseri umani, anche se purtroppo chi è violento, fascista, accentratore e dittatoriale mi ispira altri sentimenti.

Wednesday, November 02, 2016

Un pesce fuori dall'acquario

Sin da piccola mi sono sempre sentita appartenente ad un altro mondo. Avevo dei momenti di estraneità, mi guardavo attorno, guardavo i miei genitori, quello che mi accadeva attorno e mi sembrava di essere solo un osservatore estraneo alla scena. Spesso mi sono anche chiesta se ero stata adottata poi guardando i miei fratelli mi dicevo: con già cinque figli, impossibile che mi abbiano adottata ...
Eppure mi sono sempre sentita estranea.
Anche a scuola, alle elementari, avevo un'amica in particolare che in quarta, però, si trasferì; avevo il canto che mi salvava un po' dalla solitudine ed a dieci anni ebbi il mio primo diario, altro caro amico. In età adolescenziale non ebbi mai un'amico del cuore; a quattordici anni conobbi un ragazzo che diventò il mio amico del cuore, unica persona che non mi faceva sentire estranea nel contesto.
Sono passati tanti anni, le esperienze belle e brutte sono passate e, comunque, ho sempre sentito, nonostante l'empatia che è nel mio essere, di non appartenere a nessun contesto frequentato, mi sono sempre sentita estranea ad ogni gruppo frequentato, ho sempre capito di non poter esprimere appieno il mio pensiero perché non vedevo nessuno in grado di percepirlo.
Arrivata alla mia età, ancora oggi non trovo mai nessuno con cui condividere i miei pensieri.
L'amico di allora c'è ancora, per fortuna, ma abbiamo frequentato persone differenti negli anni delle nostre vite, ambienti diversi; gli amici che avevo sono tutti scomparsi, i suoi mi sono estranei.
Negli ultimi mesi mi sono trovata a conoscere gli amici del mio amico con cui ho in comune solo la sua conoscenza; li ascolto nei loro dialoghi, raramente intervengo, li guardo e capisco che  potrei trovare pochi punti, se non nessuno, in comune.
Sono estranea a questo mondo; non è colpa di nessuno e non credo di avere qualche colpa.
Quando incontro qualcuno, anche estraneo, sorrido e saluto; cerco di fare del mio meglio ed aiuto chi ne ha bisogno; ascolto quando qualcuno si sfoga con me e tengo per me i segreti altrui; credo che quelli che mi "conoscono" sappiano di trovare in me una persona disponibile.
Ultimamente, addirittura credo di avere un neon in fronte che indica: "se hai bisogno, chiedi qui!".
Eppure, a nessuno viene l'istinto di guardarmi negli occhi e di chiedermi: tu, come stai?
E' assolutamente vero che quando sento di aver colmato la misura, quando sento di non farcela, mi rinchiudo, mi nascondo, mi lecco le ferite e solo quando sono un po' serena mi rifaccio viva.
Ma anche in momenti non sospetti, voglio dire, anche in situazione normale, durante una conversazione, mai a nessuno viene in mente che avrei qualcosa da dire; a nessuno viene in mente di chiedermi come la penso, cosa faccio, chi frequento ...
Tutti sono pronti a parlare, ma nessuno è mai pronto ad ascoltare.
Solo una persona, un mese fa, guardandomi negli occhi mi ha chiesto: "E a te, chi ci pensa?" facendomi quasi venire le lacrime agli occhi, anche solo per l'interessamento. Alla domanda, in quel momento, ho risposto: "Io non ho problemi, io sto bene .. mi mancano delle cose (materiali), ma sono piena di tanto altro .. Io sto bene ..."
Ecco, ogni tanto mi farebbe piacere che qualcuno si fermasse a guardarmi, chiudesse per un momento il circuito delle proprie parole e dei propri pensieri e si sforzasse di interessarsi a me.
Ma un pesce fuori dall'acquario è un pesce fuori dall'acquario ... che cosa può avere in comune con chi respira aria, anziché acqua .... in fondo, un pesce è muto, emette piccoli suoni non udibili all'orecchio umano a meno che quell'orecchio non sia ultra sensibile.
Un pesce parla con gli occhi a chi sa guardare ...