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Sunday, April 14, 2024

La vigliaccheria

 La vigliaccheria non è né di destra né di sinistra; non è né bianca né nera. 

La vigliaccheria è solo vigliaccheria.

E quella peggiore è quella che dimostrano "i grandi della Terra" nelle occasioni più buie.

Non andiamo nemmeno tanto indietro, ma ricordo solo qualche "grande".

Prendiamo ad esempio la Monarchia Britannica.

Ecco, questa è un esempio sbagliato perché con la vigliaccheria non ha nulla a che fare.

Durante la seconda guerra mondiale il re Edoardo VIII abdicò per sposare un'americana divorziata e fu una fortuna per tutti noi europei perché lui e la moglie avevano chiaramente dimostrato amicizie naziste. 

Dunque divenne re il fratello, Giorgio VI, padre di Elisabetta.

La Gran Bretagna, allo scoppio della guerra, organizzò treni per inviare i bambini cittadini da famiglie in provincia, nelle campagne, per salvarli dagli orrori della guerra.

Rimasero, però, a Londra Elisabetta e la sorella Margaret. Elisabetta fece un bel discorso, da adolescente, per radio rivolto a tutti i bambini che erano costretti ad abbandonare le famiglie. Un discorso di incoraggiamento. Mentre lei e la sorella rimasero a Londra. 

Successivamente Elisabetta divenne crocerossina, lei ed i genitori andavano in giro per Londra, a visitare ospedali, a dare coraggio.

Queste sono cose che gli inglesi non possono dimenticare. Non sono stati lasciati soli. Ecco perché la monarchia ha sempre il loro appoggio.

Andiamo all'8 settembre 1943, in Italia: armistizio, Badoglio annuncia che non verranno più usate le armi contro gli americani e gli inglesi, ma gli italiani potevano sparare ai tedeschi. Lo disse con altre parole, ma il succo era questo.

Ebbene, dopo l'annuncio dell'armistizio, Badoglio e tutti i componenti della casa Savoia scapparono. E lasciarono in balia dei tedeschi, che ancora occupavano mezza Italia, gli italiani.

Senza ordini, senza armi, senza uno straccio di sostegno.

E gli italiani mai potranno dimenticare questo fatto: furono lasciati soli in balia dell'esercito più crudele e violento che la storia, fino a lì, ricordasse.

Ora siamo ai giorni nostri.

L'IRAN aveva minacciato Israele: lanceremo un attacco.

Netanyahu e la moglie sono scappati.

Il falco  coraggioso che in 6 mesi ha causato la morte di 33.700 palestinesi nella striscia di Gaza se n'è  scappato alla minaccia di un attacco mirato.

Mi auguro che questa cosa gli israeliani non la dimentichino mai.

Una guerra scatenata dopo un attacco di Hamas che aveva causato 1.200 morti e rapiti, sta infiammando tutto il Medio Oriente, nonostante Biden, il Presidente USA, avesse avvisato: non fate lo stesso errore che abbiamo fatto noi dopo l'attacco dell'11 settembre 2001 alle Torri Gemelle. Ne uscirete con le ossa rotte, come ne siamo usciti noi ... 

Infatti ora Biden non appoggia più Israele; il mondo intero, se dopo l'attacco del 6 ottobre di Hamas era dalla parte di Israele, ora è tutto contro Israele. Ma non per antisemitismo o per razzismo. Perché la reazione ha causato più morti che la guerra in Ucraina che dura da più di due anni.

Ecco dove sta la vigliaccheria: nel dire armiamoci e partite. 

Riservisti, giovani, vecchi, donne, partite in difesa di un governo che vi ha abbandonati.

Perché è sempre così: la guerra la scatenano "i grandi della Terra" usando i corpi dei loro popoli, mentre loro fuggono.

I popoli non dimenticheranno le vostre colpe. 

Fosse anche all'ombra di una lapide di tomba.


Saturday, March 16, 2024

Terza guerra mondiale?

 Putin, il nuovo zar, minaccia: ho la bomba atomica e la userò.

Macron, presidente della Francia, risponde: anche io ce l'ho e se sarà il caso la userò.

E' tempo di elezioni, oggi e domani tocca a Putin essere eletto dal popolo: con schede aperte, consegnate al popolo casa per casa e raccolte casa per casa, aperte, guardate, controllate, come dire: So chi sei, so dove abiti, sicuro di aver votato bene?

Putin sarà certamente rieletto, amato tantissimo dal suo popolo che getta bombe molotov ai seggi e protesta nonostante il rischio di finire in Siberia come è accaduto a Navalny.

E ci chiediamo da dove venga questa voglia di fare la guerra.

Putin faceva contratti con tutta l'Europa; aveva già occupato la Crimea e nessuno gli aveva detto nulla. Aveva rapporti commerciali con Europa, Cina, Africa.

Pure la Cina ha rapporti commerciali con il mondo, è riuscita ad avere praticamente il monopolio delle terre rare che servono per i cellulari, ha comperato e parcellizzato l'Africa occupandola in modo silente e subdolo, produce ogni sorta di prodotto ed ha rapporti commerciali anche con l'America.

A chi gioverebbe una terza guerra mondiale?

L'Europa ha la giacchetta tirata a destra e a sinistra. Piccola com'è, è comunque ancora terra di conquista  per gli uni e per gli altri.

Americani e Russi, alleati nella seconda guerra mondiale per combattere e vincere contro Hitler, hanno fatto dell'Europa il loro terreno per la guerra fredda e se la sono spartita.

Il piano Marshall con cui gli americani hanno ricostruito l'Europa e l'Italia è stato un cappio al collo ed ha agito più o meno nascostamente nelle elezioni, minacciando di togliere fondi all'Italia (e forse non solo) in caso vincessero i "comunisti", cioè la sinistra.

E l'Europa, in 80 anni, non è stata capace di unirsi per avere la forza di contrastare questo tiro alla fune messo in atto da URSS- Russia e America.

Abbiamo passato 80 anni di pace, in Europa. I novantenni ricordano ancora perfettamente la guerra, la fame, la miseria, i lager ... gli ottantenni faticano a ricordare la guerra o non la vogliono proprio ricordare. 

In Europa la ricostruzione ha riportato la normalità nella vita dei suoi abitanti.

Eppure, oggi si torna a parlare, a causa delle minacce di Putin, di guerra mondiale; anzi, guerra nucleare.

Il nostro futuro, il futuro dei nostri giovani e dei nostri bambini ha questa spada di Damocle, da due anni.

E nei dibattiti ci si chiede se dobbiamo avere paura; la Francia ha il suo esercito. In Italia, dal 2005 non esiste più la leva militare obbligatoria. Esiste il servizio civile, ma l'esercito è a base volontaria.

Per questo motivo in Europa si sta pensando se è il caso di avere un esercito europeo.

E l'Europa si arrota in discussioni mentre Putin preparato lo è già. 

Ha milioni di giovani da mandare a morire al fronte e questo lo si vede in questa maledetta guerra in Ucraina dove i giovani, i militari stanno scarseggiando.

E mentre l'Europa discute, mentre nei paesi si discute se è il caso di armarsi, c'è già chi è armato e pronto a colpire anche al di fuori dei confini ucraini.

La Svezia e la Finlandia dopo l'occupazione dell'Ucraina, nel 2022 hanno chiesto di entrare nella NATO. Questo significa che se un soldato o un missile entrano nel loro territorio, tutti i paesi NATO entrerebbero in guerra.

Senza essere preparati.

Ce li vedete i nostri 18enni (quando eravamo giovani noi l'età maggiorenne e l'inizio della leva era a 21 anni, ora a 18) andare al fronte? Maggiorenni che sembrano ancora adolescenti, poco avvezzi a fare volontariato figuriamoci ad andare al fronte, senza le comodità di casa, senza il cibo casalingo, senza tik-tok, smartphone e televisione, li vedete marciare in fila e imbracciare un fucile, pronti a difendere la "patria"?

Verso la fine degli anni '70, con l'avvento dei primi obiettori di coscienza che rischiavano per questo la galera a Gaeta come disertori, già discutevamo della capacità del nostro esercito di salvare i nostri confini. Un esercito, quello italiano dell'epoca, poco attrezzato, senza mezzi.

La guerra in Vietnam dimostrava quanto le forze americane fossero in difficoltà in una terra a loro sconosciuta, nonostante i mezzi a loro disposizione. Bastava un secchio di urina appeso agli alberi da parte dei vietcong per far sballare le potenti bombe a grappolo.

Con mio marito giravo per i cineforum per mostrare i filmati clandestini che circolavano nelle associazioni pacifiste e di obiettori. 

La globalizzazione sembrava aver messo fine ad ogni conflitto; paesi emergenti come l'India, iniziavano ad assaporare con il commercio un po' di benessere.

Ed ora dovremmo ricominciare daccapo. 

Già in Ucraina da due anni si sono dimenticati cosa significa vivere in pace.

Come in Palestina dove i morti, ormai, hanno superato i 33.000.

Ecco, siamo a questo punto.

La colomba della Pace, che ha potuto volare indisturbata per 80 anni, la troviamo trafitta sull'asfalto ucraino e nella striscia di Gaza.

Gino Strada diceva: non sono pacifista ... sono contro la guerra.



Tuesday, February 27, 2024

Arrivano i barbari!

 La mia generazione, nata dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, ha potuto crescere pensando che certi avvenimenti nefasti non sarebbero più successi.

La mia famiglia ha sempre avuto il necessario: cibo e vestiario non sono mai mancati. Mio fratello maggiore, nato in piena guerra, ricorda i bombardamenti ma ne ha parlato solo una volta, incalzato da mie domanda. Mia sorella maggiore, che ha tre anni di differenza, non ricorda o non vuole ricordare quel periodo buio della guerra civile in cui mio padre, avendo fatto la scelta da carabiniere di rimanere in servizio per aiutare i partigiani, era stato catturato dai partigiani che non erano al corrente della sua attività clandestina, spogliato dei suoi panni. Periodo in cui mia madre è dovuta sopravvivere con i due figlioletti senza lo stipendio di mio padre. Non ho mai saputo, in realtà, come abbia fatto. Era un periodo bellico, in cui tutti, per mangiare, avevano le tessere annonarie; faceva i cappottini con le coperte, come lei aveva raccontato spesso, ma oltre, nel racconto, non andava.

In casa mia non c'era il superfluo, ma quando sono nata io a metà anni '50, il necessario c'era per tutti nonostante io fossi la settima di otto figli. Specifico sempre questo numero perché non voglio dimenticare il piccolo Mario, secondo genito, morto poco dopo la nascita.. Mia madre, come la maggior parte delle donne, era casalinga ed anche se con fatica non faceva mai mancare la pasta, le torte fatte in casa. La carne era privilegio di chi era malato, le banane ed il prosciutto cotto idem. 

Ma non avevamo motivo di lamentarci e personalmente non ho mai sentito il morso della fame.

Negli anni '60 sono arrivati i primi elettrodomestici; la lavatrice era l'amato bene delle casalinghe e poi il frigorifero poiché prima di allora i cibi dovevano essere acquistati ogni giorno oppure dovevano essere messi nelle ghiacciaie dove resisteva, per qualche giorno, il ghiaccio acquistato a blocchi.

Siamo andati tutti a scuola, arrivati fino al diploma, tutti; uno laureato, uno laureato al conservatorio. Si andava a lavorare o per mantenersi agli studi o, come ho fatto io, per aiutare i genitori ma la scuola era sacrosanta e non veniva abbandonata, per nessun motivo.

La nostra generazione è stata educata: alla generosità, alla gentilezza, alla educazione civica che era pure una materia di studio a scuola che faceva media dei voti. Abbiamo potuto sognare e pensare al futuro, abbiamo trovato lavoro stabile, c'erano concorsi e c'erano possibilità di trovare occupazione, senza problemi, senza curricula da spedire. Se piacevi al primo colloquio era fatta. Ma soprattutto, avevamo un curriculum famigliare di tutto rispetto, con il babbo carabiniere e questo era il miglior biglietto da visita che potessimo presentare, oltre alle nostre competenze.

Negli anni '50 le mamme cucinavano; l'acqua ed il latte si acquistavano in bottiglie di vetro che venivano restituite vuote per il pieno; non c'erano merendine e non esisteva la plastica. Le tinozze dove le donne facevano il bucato, erano di alluminio ed erano pesanti quando erano piene di lenzuola bagnate. Gli abiti erano di cotone, canapa, lana, naturali. Le strade erano sicure, circolavano molte biciclette, poche automobili, solo dei "signori" che se le potevano permettere.

Poi successe la rivoluzione: il boom economico portò in casa di molti l'automobile ed i mezzi a due ruote come Vespa, Lambretta. La gente iniziò a muoversi e tutti i mezzi di locomozione si muovevano a benzina o gasolio. Noi avevamo la stufa a legna, poi messa a metano.

C'erano degli slogan: Bevete più latte, il latte fa bene. E via a bere latte anche nelle scuole.

Oppure: Il metano ti dà una mano. E via a cambiare i riscaldamenti. Alcuni erano pure a gasolio.

Negli anni '70 si incominciò  a preoccuparsi dell'ambiente e dell'inquinamento; alle medie avevo un insegnante di scienze particolarmente interessato all'argomento della "pollution" e ne studiammo gli effetti.

Facemmo però tante manifestazioni, alle superiori, non tanto per l'ambiente che pareva non interessare a nessuno ma per la piena occupazione, peril diritto allo studio per tutti perché l'università era ancora per i pochi che se la potevano permettere. Oppure per la Palestina. 

Già, c'era già la questione Palestina. D'altra parte è nata, la questione, già quando nel 1948 le Nazioni hanno permesso al popolo ebreo, sopravvissuto all'olocausto, di trasferirsi in massa in Palestina, la loro "Terra Santa", la loro "Terra Promessa" senza chiedere il parere dei palestinesi, in quelle terre da che mondo è mondo.

Le manifestazioni giovanili venivano sedate, nelle grandi città come Roma o Milano, con i manganelli.

Pier Paolo Pasolini rimproverò i giovani manifestanti ricordando loro che anche quei poliziotti che li manganellavano erano giovani, figli del proletariato. Ma i manganelli, però, erano solo nelle mani dei poliziotti, anche allora.

Venne il tempo in cui i begli ideali giovanili e femministi, pace, amore e felicità, volontariato, leggi uguali per tutti, casa e lavoro per tutti eccetera, eccetera, vennero cancellati con un colpo di spugna da atti di terrorismo, terrorismo strumentalizzato da destra e da sinistra. Molto terrorismo nero infarcito di CIA, di logge segrete e quant'altro. Ma anche molto terrorismo rosso, forse strumentalizzato da quello nero, ma comunque terrorismo. Vennero spazzati via gli ideali di pace ed armonia nel mondo.

Poi accadde ancora una bolla di immaginario collettivo: gli anni '80 e '90. Benessere per tutti, il terrorismo forse combattuto (per carità: e Falcone e Borsellino dove li mettiamo? E gli altri uccisi dalla mafia, dove li mettiamo); le radio libere degli anni '70 furono uccise dalle televisioni libere che tutto avevano tranne l'interesse di far crescere un popolo capace di scrivere belle pagine di storia.

E così ci fu l'imbarbarimento: delle menti, delle idee (non chiamiamolo ideologie, che forse già non esistevano più dopo la caduta del muro di Berlino del 1989). Imbarbarimento delle vite.

E siamo arrivati ai giorni nostri, giorni degli anni 2000.

La vita ha iniziato a non contare più nulla e l'occidente, le democrazie divennero oggetto di attentati. L'attentato del 2001 alle torri gemelle è stato l'atto eclatante utilizzato dai paesi meno potenti per far sentire la loro voce.

Gli immigrati che arrivavano da paesi islamici iniziarono ad apparire tutti nemici; l'accoglienza divenne lo spauracchio dell'Italia, dell'Europa, del mondo occidentale "civilizzato". Qualcuno pensò di poter esportare la democrazia. Certo, con le bombe.

Siria, Afganistan, Yemen, Libano ... ho dimenticato senz'altro qualcuno.

I problemi del mondo occidentale sono diventati improvvisamente di sopravvivenza di un modello di vita che ancora il resto del mondo non ha raggiunto e per questo il resto del mondo non può vederci di buon occhio.

Nel frattempo sono cadute certe potenze. L'URSS, per esempio ... Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. I giovani non sanno neppure cosa sia. E questo ha creato tante piccole repubbliche, chi desiderosa di avvicinarsi al tenore di vita occidentale, chi ancora nostalgica del vecchio regime che assicurava non la libertà di opinione ma almeno cibo e tetto sulla testa per tutti.

E così arriviamo ai giorni nostri.

Un capo del KGB, temutissima polizia politica, divenuto capo di governo; i paesi satelliti della vecchia unione hanno eletto liberamente i loro politici, desiderando di essere assorbiti nell'orbita occidentale per difendersi da mire espansionistiche che ricordano vecchi regimi imperialisti e crudeli.

L'occidente ha creduto di poter chiamare a sè anche l'ex funzionario KGB, dimenticando che è stato cresciuto nell'orrore e nel terrore. Le persone che hanno subito, sono felici di far subire ad altri quello che hanno subito loro. Senza alcuna empatia, senza alcun interesse per la vita altrui, disposto come era a torturare e uccidere per il regime, ora come capo del suo stato "liberamente" eletto, dopo aver provveduto di uccidere tutti i suoi dissidenti, vuole riconquistare quei paesi satelliti della vecchia repubblica.

Da due anni sta uccidendo, civili, bambini, donne; deportando uomini e bambini da "rieducare"; stuprando le donne davanti ai loro figli, ai loro mariti. Da due anni.

E subito qualcun altro ne ha approfittato. Stritolando l'occidente di fronte al ricordo di quello che fu l'olocausto, provocato per altro non certo dall'occidente, sventolando un qualche senso di colpa (di chi?), un altro pazzo ha reagito ad un attacco che ha causato un centinaio di morti con bombardamenti a tappeto su edifici, scuole, chiese, mercati causando 30.000 morti palestinesi in 4 mesi.

Ed ancora sentiamo racconti di ammazzamenti di bambini, donne, uomini; edifici stritolati, strade divelte, città e paesi spazzati via da carri armati e cingolati, stupri e uccisioni barbare.

Immagini che non avremmo mai immaginato di rivedere dopo la seconda guerra mondiale le stiamo rivedendo e rivivendo oggi.

E dopo una pandemia durata tre anni che ha visto morire persone in tutto il mondo pensavamo di trovarci, con tutto il mondo, più vicini, più stretti come sopravvissuti, più empatici gli unici verso gli altri.

Invece, regna l'imbarbarimento più assoluto: i giovani, con la paura di non avere un futuro, con la paura di un conflitto mondiale in atto a pezzetti, non hanno paura di incorrere in guai giudiziari. Stupri, uccisioni, fra mariti e mogli, padri e madri contro i figli. 

L'imbarbarimento delle popolazioni sono causate da chi le governa, da chi non ha a cuore l'istruzione e l'educazione della propria gente, da chi promette e non mantiene, da chi non fa nulla per assicurare il futuro alle nuove generazioni mantenendo gli obiettivi di benessere per tutti e per il pianeta.

E con ciò chiudo con un avvertimento a tutti i governanti: non siete  Giulio Cesare, o Napoleone;  e non crediate  di poter imitare Hitler o Mussolini. Il popolo vi mette la corona in testa ma altrettanto velocemente ve la toglie. 

Il vero leader non è quello che fa il capo assoluto; chi si è atteggiato a capo assoluto, nei secoli della storia millenaria dell'essere umano, ha sempre fatto una brutta fine.

"Il vero leader è colui che sa ispirare e motivare le persone che gli stanno accanto per far emergere il meglio di ognuno" (dal web).

Allora attenzione ai barbari ed ai loro capi, perché, diceva mio padre: "il pesce puzza dalla capa".

Perché "come il pesce marcio inizia a puzzare dalla testa, così le cause di un comportamento sbagliato di un subordinato vanno sempre ricercate in chi ricopre posizioni di maggior rilievo. Il cattivo esempio viene dall'alto e gli errori maggiori vengono commessi dai capi." (dal web).

Ed il popolo, questo, lo sa.




Saturday, February 17, 2024

Illusioni perdute

 Ieri sera su Rai tre è andato in onda il film "Illusioni perdute" tratto dal romanzo di Honoré de Balzac molto corrispondente al mondo d'oggi della comunicazione, su stampa o media.

La storia la conoscerete: un poeta di provincia, arriva a Parigi seguendo la sua amante, nobile. Ma arrivato nella capitale (periodo post napoleonico) la nobiltà lo rifiuta, gli amanti devono lasciarsi ed il protagonista, che ha anche velleità di nobiltà e vuole essere riconosciuto con il cognome della madre, farmacista di una casata nobile, incattivito si vendica della società che lo rifiuta diventando un pennivendolo.

Dimenticando la sua arte poetica, scrive articoli pagati a favore dell'uno o dell'altro, sia esso un politico o un artista o drammaturgo.

L'arte dello scrivere diventa, così, un'arma per dire la verità ma anche il suo opposto perché, in fondo, una notizia e la sua ritrattazione diventano entrambi due articoli di cui far discutere.

Ecco così nascere la notizia e la sua fake-news, la sua ritrattazione:

Nella Francia dell'ottocento le chiamavano "anatre", oggi sono "fake news": le notizie false che sembrano vere.

Un romanzo e un film che diventano così specchio della società moderna in cui i pennivendoli scrivono notizie ed il loro esatto contrario, a seconda del vento che fa sventolare le bandiere.

Monday, February 12, 2024

La coda di paglia

 “Avere la coda di paglia”,  significa temere ogni tipo di critica per un comportamento, o un difetto, su cui si teme che gli altri possano infierire. Come dice un proverbio toscano: “Chi ha la coda di paglia ha sempre paura che gli pigli fuoco”.

Finito il festival di Sanremo, non sono finite le polemiche su frasi di canzoni, su intenzioni, su monologhi.

Il primo che si è tirato addosso le ire di qualcuno è stato Dargen D'Amico che in prima serata ha chiesto il cessate il fuoco.

La sua canzone Onda alta parla di emigrazione ed immigrazione, quando parla di approdare a Malta. Ma potrebbe essere anche una metafora di ciò che ci sta inondando.

Poi c'è stato Ghali che nella sua canzone parla di ospedali bombardati e subito Israele ha protestato perché avrebbe voluto che si parlasse dell'attacco di Hamas del 7 ottobre.

Oggi La Russa attacca Amadeus perché nel ricordo delle foibe non ha detto che le foibe sono state fatte dai COMUNISTI titini.

Ma quante code di paglia sono state incendiate?

Perché vorrei ricordare che le canzoni di Sanremo vengono presentate al direttore artistico 6/7 mesi prima del festival. Ed allora, per esempio, ancora non era accaduto l'attacco di Hamas.

Anzi, la frase della canzone di Ghali può essere in relazione ai bombardamenti russi contro gli ucraini, guerra che sta durando ancora dopo due anni e che ha visto vari crimini di guerra perpetrati da Putin.

Poi che successivamente il governo Netanyahu facesse altri crimini di guerra contro i palestinesi nessuno se lo poteva immaginare la primavera scorsa.

Per quanto riguarda le foibe, per decenni le stragi sono state dimenticate, è vero, ma ora che c'è il giorno del ricordo tutti hanno presente come, cosa e chi ha perpetrato quelle stragi. Quando si parla di titini, militanti di Tito, si parla di comunisti. Ma ciò non fa dimenticare quello che i fascisti in 20 anni di dittatura, i nazisti in 12 anni di dittatura, hanno fatto in Europa, in Italia, in Germania.

Quindi, quante code di paglia si sono incendiate in questi giorni?


Friday, January 19, 2024

Commemorazioni

 La Cassazione ha sentenziato che il saluto romano è un reato ma non per le commemorazioni.

A meno che non ci siano prove di una riorganizzazione del disciolto partito fascista. Ma, come cita l'articolo sotto:

"AGI - "La condotta tenuta nel corso di una pubblica manifestazione consistente nella risposta alla 'chiamata del presente' e nel cosiddetto 'saluto romano', rituali entrambi evocativi della gestualità propria del disciolto partito fascista", integra il reato previsto dall'articolo 5 della legge Scelba (n.645/1952), "ove, avuto riguardo a tutte le circostanze del caso, sia idonea a integrare il concreto pericolo di riorganizzazione del disciolto partito fascista, vietata dalla XII disposizione transitoria e finale della Costituzione".

Ciò nonostante, la Cassazione ha sentenziato che la manifestazione di Acca Larenzia non rientra nella legge Scelba.

Nemmeno se gli aderenti di Casa Pound dichiarano chiaramente di essere fascisti.

Ora, la democrazia è molto bella perché ognuno ha il diritto, riconosciuto, di esporre il proprio pensiero, ma la costituzione del partito fascista e la sua riorganizzazione sono reato.

Cosa devono fare perché vengano riconosciuti come rei coloro che inneggiano al fascismo ed alzano il braccio? Sono chiaramente riconoscibili, con le loro camice nere. 

Dobbiamo aspettare che pugnalino ancora qualcuno, come fecero il 25 agosto 1972 a Parma (quando fu assassinato Mario Lupo)? Dobbiamo aspettare che prendano qualcuno e gli facciano bere l'olio di ricino? 

Il nuovo fascismo non si esporrà a gesti eclatanti, forse, probabilmente.

Il  fascismo, mai morto (il Presidente del Senato confessa candidamente di avere busti di Mussolini, considerato "grande statista") avanza nel totale silenzio e chi lo riconosce e ne parla viene tacciato come qualcuno che vive di immaginazione.

Probabilmente i nostri genitori che lo hanno vissuto, lo riconoscerebbero immediatamente.

Mia madre mi diceva: se avessimo avuto la televisione, se avessimo potuto guardare in faccia il dittatore quando parlava, ci saremmo accorti di quello che stava per accadere.

Le ho sempre risposto che no, non l'avrebbero riconosciuto. 

Come ancora oggi non viene riconosciuto; è come l'onda dell'alta marea, non arriva con furore, ma arriva piano piano, i gabbiani si lasciano galleggiare piano piano, le piante hanno un leggero fruscio e si flettono dolcemente al lieve arrivo della gentile brezza, fino ad arrivare ad essere coperti completamente dall'acqua.

Ecco, attenzione alla leggera brezza, che sembra così confortevole e gentile, attenzione al gesto e al "presente" detto tra "pochi intimi" perché quando saremo travolti sarà troppo tardi.

Ricordate i versi di Dante, i versi che ricordano i fraudolenti: si presentano con un bel viso, ben vestiti poi colpiscono a tradimento presentando il pungiglione dello scorpione. 

Un saluto "commemorativo" potrà non essere reato; ma ciò che fanno potrà esserlo, prima o poi.

Aprire gli occhi è lecito.

Evviva l'Italia antifascista.


Wednesday, January 17, 2024

INDIFFERENZA

 "Vivere significa partecipare e non essere indifferenti a quello che succede" scriveva Antonio Gramsci su La città futura l’11 febbraio 1917:

Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo? Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime. Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.


 Anche io odio gli indifferenti, coloro che guardano dalla finestra quello che accade. Bambini che picchiano altri bambini, bambine che si tirano i capelli senza che nessuno intervenga; anzi, con spettatori che filmano e condividono i filmati  sui social. Adulti che lasciano che i figli facciano a scazzottate con i coetanei, adulti che girano armati e sparano senza controllo.

Non sopporto gli indifferenti che lasciano torturare e uccidere gli animali; non sopporto l'indifferenza, forse anche amica della paura.

Ma essere indifferenti significa anche non votare, non prendere posizione, non preoccuparsi del benessere del proprio quartiere, del proprio stato, dei propri concittadini.

E' l'indifferenza il male che colpisce la nostra società, la principale presenza negli ultimi 30 anni della nostra vita.

L'indifferenza è la colpevole di tutto ciò che accade nel tempo.

L'indifferenza del mondo occidentale verso le guerre in Siria, in Yemen; indifferenza dell'Europa di fronte al genocidio del popolo ucraino, del genocidio dei palestinesi.

Dovremmo sempre combattere contro l'indifferenza.

Con coraggio, con forza, con orgoglio. 

Con quel coraggio, quella forza, quell'orgoglio che ebbe mio padre, dopo l'8 settembre 1943.

Io sarò sempre partigiana, io saprò sempre da che parte stare perché altrimenti non potrei guardarmi allo specchio e non sarei degna di mio padre.

"Vivo, sono partigiana. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti."



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Fake news, odiatori ed altre sconcezze

 La storia della ristoratrice che si è suicidata a causa di una recensione vera o falsa veramente dovrebbe farci riflettere.

La storia è semplice: una recensione che voleva denigrare il ristorante per il fatto di accettare fra i clienti gay e portatori di disabilità, portava una sua risposta in difesa di tali avventori. E questa sua difesa l'aveva fatta premiare dal ministro per le disabilità per l'apertura personale e lavorativa verso persone altrimenti discriminate.

La ristoratrice ricevette tanti encomi.

Ma qualcuno (leggi Selvaggia Lucarelli) volle approfondire la questione e, pare, scoprì o ritenne di scoprire che la prima recensione (quella che denigrava il ristorante) fosse stata scritta dalla stessa ristoratrice solo per avere il pretesto di scrivere la seconda ed ottenere, così, il riconoscimento di un'attività antidiscriminatoria. Attività che per altro effettivamente la ristoratrice, brava e bella persona come viene descritta da chi l'ha conosciuta, attuava nel suo ristorante.

Ma il sospetto di aver scritto un post falso, o il fatto che non l'avesse scritto, ha suscitato, dopo le lodi, critiche ed ha scatenato una ridda di insulti contro la ristoratrice.

Essendo una brava persona, si è spaventata del fatto di venire chiamata dalle forze dell'ordine per chiarire tutta la situazione. E da brava persona, non abituata ad essere richiamata dalle forze dell'ordine, si è spaventata e vergognata a tal punto da suicidarsi.

Ora mi chiedo: con tutte le nefandezze che certi politici fanno (fermare un treno per andare a prendere l'auto blu; sparare in una festa di capodanno, con presenti dei bambini, rubare un quadro, ecc. ecc. ecc.); certe nefandezze che certi politici scrivono sui loro profili social per poi pretendere la privacy che loro stessi mettono alla berlina; ecco, con tutte queste nefandezze, c'era proprio bisogno di prendersela con una persona normale, che faceva tranquillamente il suo lavoro, onestamente?

Ma davvero i giornalisti devono scoprire falsi scoop sulle persone che lavorano?

Forse per non mettersi a scoprire le vere nefandezze fatte dai politici?

Selvaggia Lucarelli, per favore, visto che si spaccia per essere una giornalista, faccia la giornalista; fare il giornalista significa essere serio, fare indagini importanti (come per esempio fu il Water Gate, oppure le inchieste su Gladio e l'uccisione di Moro, tanto per dire ...) 

Stimo tantissimo la professionalità dei giornalisti, di qualunque colore o pensiero politico; sono persone che mettono in pericolo, tante volte, la loro vita, fanno inchieste pericolose sulle mafie; rischiano la loro vita in scene di guerra. 

Allora, cara Lucarelli, faccia la giornalista, glie lo chiedo con il cuore.

Oppure si limiti a fare da giudice a Ballando con le stelle (non si deve saper ballare per giudicare gli altri che ballano?); oppure si limiti a fare recensioni di libri come ha fatto per il suo fidanzato; oppure faccia qualche pubblicità a qualche materasso o divano. 

Ma le persone normali, che faticano a tirare la carretta ogni giorno, anche se cercano qualche espediente per guadagnare qualche euro in più le lasci in pace.

Grazie.