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Friday, March 11, 2016

COMPLEANNI

Mia suocera compiva gli anni oggi. Ricordo il suo ultimo compleanno, malata, a letto già da alcuni mesi (non aveva potuto partecipare al nostro matrimonio alla fine dell'ottobre precedente perché già allettata): compiva 53 anni. Aveva già perso tutti i capelli più volte, durante i vari cicli di chemioterapia e non aveva perso solo quello: lei, classico fisico delle donne italiane, molto seno, vita stretta, molto alta, ormai non aveva più un briciolo di muscolo, di carne. Sotto le lenzuola, non si vedeva nessun rialzo, se non quello dei piedi, molto lunghi ma ormai molto scarniti.
I suoi bei capelli tutti persi, il cranio nascosto da un foulard; le terapie anti dolore, ormai, non avevano alcun risultato e quando, al giovedì, passavo la mia giornata di riposo con lei mi rimproverava di non saper fare le iniezioni. Ed io a spiegarle che avendone subite tante, troppe io sin da bambina per il mio fisico gracile, non potevo far subire la medesima tortura ad altri .. e poi, lei, così magra, mi faceva temere persino di toccarla.
Eppure, i miei massaggi, fatti con tenerezza ed attenzione, le alleviavano un po' i dolori per il troppo tempo passato a letto, causati dalle infiltrazioni di flebo. Le sue mani, belle, affusolate e sempre curate, ormai erano un insieme di lividi; le sue gambe, lunghe, erano troppo magre; la sua schiena, nel massaggiarla, mi faceva sentire le ossa sotto le mie dita.
Eppure, i miei massaggi, le piacevano e mi diceva che quella avrebbe dovuto essere la mia strada, la fisioterapia; diceva che avevo le mani calde, morbide e che i movimenti, regolari e lenti, le davano una bella sensazione.
Due mesi dopo il suo ultimo compleanno, nel sonno, se ne andò.
Il medico, amico di famiglia, veniva ogni giorno per fare l'iniezione contro il dolore; ci aveva avvisati che ormai il cuore stava per cedere, ultimo a resistere a quel male che l'aveva mangiata completamente.
Inventammo, per rimanere a dormire nell'appartamento, di aver perso le chiave delle nostre due stanze. Anna si preoccupò tantissimo, forse facendo finta di credere a quella pietosa bugia.
Passammo con mio suocero e lei gli ultimi suoi due giorni; poi, alle sei del mattino, mio suocero venne a chiamare il figlio: Anna era ancora calda, ma non respirava più. Aveva passato la sua ultima notte senza svegliarsi, facendo un sonno ristoratore a differenza degli ultimi mesi, in cui, in mezzo alla nottata, si svegliava. Ha fatto il passaggio così, nel sonno. A 53 anni.

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