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Saturday, January 13, 2024

Orgoglio italiano made in Italy

 Sono sempre stata orgogliosa di essere italiana, indipendentemente che ci fosse al governo una forza governativa che parlasse di "orgoglio italiano" o meno.

Mio padre, carabiniere sin dai suoi diciotto anni e fino alla fine della sua vita, mi ha insegnato ad essere orgogliosa della nostra Italia, del nostro inno nazionale, delle lotte per la libertà, lui che fece la scelta dopo il 1943 di aiutare i partigiani liguri, dove lui era di istanza.

Cerco, negli acquisti, per lo più il made in Italy, non griffato che ormai si sa che le griffe sono state acquistate da altri, ma proprio il made in Italy, possibilmente anche a costo zero.

Nonostante questo mio orgoglio, vedo cose che non mi piacciono.

Conosco una signora molto gentile, sempre sorridente, cubana che, nonostante sia laureata ed abbia conseguito la sua laurea in Russia con cinque anni di vita passata in Russia e che conosce perfettamente almeno 4 lingue,  arrivata in Italia per aiutare la figlia immigrata qui, si trova a dover accettare qualsiasi tipo di lavoro per sopravvivere, pagata nemmeno 5 euro all'ora, da italiani brava gente, in questa Italia civile.

In questa Italia occidentale, civile, non vengono riconosciuti i titoli di studio, le lauree, conseguiti/e fuori dai nostri confini, a differenza della Germania che i suoi immigrati se li sceglie laureati a cui insegna la lingua e poi se li tiene stretti, i cervelli altrui.

L'Italia i laureati, i cervelli, li lascia emigrare, tenendosi quelli peggiori.

Ma durante la pandemia e in alcune regioni, l'Italia ha chiamato i medici cubani, sono arrivati anche i medici russi (accompagnati pure dai militari, ma questo è un altro discorso) perché i nostri medici non erano e non sono sufficienti.

In Italia, ci teniamo certi cervelli, come per esempio: un ministro della cultura che, facente parte della giuria del Premio Strega, confessa candidamente di non aver letto nemmeno uno dei libri candidati ma di essersi fatto fare un "riassunto", tipo Bignami, concludendo: "Poi li leggerò";  un sottosegretario alla cultura che ruba i quadri, lui che dovrebbe difenderli da furti e danneggiamenti; un ministro all'agricoltura che urla per il "made in Italy" ma siccome l'UE ha sbloccato le farine degli insetti ha urlato: "Che siano insetti made in Italy, allevati in Italia!"; ministro, per altro, che usa i treni a suo uso e consumo; un ministro della difesa che vende armi; un ministro alle infrastrutture che, oltre a non aver mai lavorato e che quindi se smettesse di fare politica andrebbe per rane, non sa nemmeno costruire un ponte con i mattoncini Lego.

Ecco, questi ed altri motivi potrebbero far scemare per sempre il mio orgoglio italiano.

Ma la speranza è sempre l'ultima a morire.

E quindi, nonostante tutto e nonostante "loro", rimango orgogliosa dell'Italia che si sa sempre rialzare e rimango orgogliosa della Benemerita, arma da sempre amata da me e dagli italiani; la Benemerita, che come mascotte ha una cagnolina di nome Briciola che passa in rassegna i carabinieri nei loro caroselli a cavallo e che ha, da poco, un cagnolino robot che si chiama Saetta.

Ed allora grido e griderò sempre: Viva l'Italia antifascista. 

Viva l'Italia come canta De Gregori:

Viva l'Italia, l'Italia liberata,

L'Italia del valzer, l'Italia del caffè.

L'Italia derubata e colpita al cuore,
Viva l'Italia, l'Italia che non muore.
Viva l'Italia, presa a tradimento, 

L'Italia assassinata dai giornali e dal cemento,
L'Italia con gli occhi asciutti nella notte scura,
Viva l'Italia, l'Italia che non ha paura.
Viva l'Italia, l'Italia che è in mezzo al mare,
L'Italia dimenticata e l'Italia da dimenticare,
L'Italia metà giardino e metà galera,
Viva l'Italia, l'Italia tutta intera.
Viva l'Italia, l'Italia che lavora,
L'Italia che si dispera, l'Italia che si innamora,
L'Italia metà dovere e metà fortuna,
Viva l'Italia, l'Italia sulla luna.
Viva l'Italia, l'Italia del 12 dicembre,
L'Italia con le bandiere, l'Italia nuda come sempre,
L'Italia con gli occhi aperti nella notte triste,
Viva l'Italia, l'Italia che resiste.






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