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Wednesday, October 21, 2020

Spiritualità

 La settimana scorsa durante la trasmissione di RAI3 "Quante storie" c'è stato chi ha detto ad Augias che forse la spiritualità non gli interessava. Augias, con la sua intelligenza, educazione e cortesia ha ribadito che definirsi ateo, come si definisce lui, non significa non avere una propria spiritualità.

In effetti, nonostante anche io ormai da anni non mi possa definire cristiana cattolica poiché non seguo i dogmi ed i precetti della Chiesa Romana, ho una spiritualità profonda, istintiva, che mi porto dentro sin da quando ero bambina piccola, ancor prima della Prima Comunione.

Nel mio intelletto ma probabilmente molto più profondamente nel mio intimo ho sempre sentito una vicinanza con "qualcosa" o "qualcuno" di sconosciuto; sin da piccola esprimevo "preghiere" che nessuno mi aveva insegnato che ancora oggi recito.

La ricerca di sé, la ricerca di risposte, l'avvicinamento al mistero, li rivivo anche nei miei sogni che condividevo solo con mia madre ed oggi solo con mia figlia perché  parlare di questi argomenti non si può con persone non affini. Ed io ero affine a mia madre come sono affine a mia figlia.

Nonostante questi miei sentimenti li senta sin da quando ero piccola, quando ero piccola non riuscivo ad esprimerli fino in fondo ma sentivo che mia madre mi capiva; quando mia figlia è cresciuta ed ha iniziato a fare ricerche per suo conto condividendole con me, ho capito che ci capivamo sotto questo aspetto.

Lei, con le sue letture e le sue ricerche mi ha aperto la mente e mi ha fatto capire di non essere io "strana" né "matta", mi ha indirizzato alle letture coerenti alle mie e alle sue ricerche e solo così ho capito di avere una spiritualità intensa, intima, come lei.

Sarah a tre anni mi disse, pensierosa: "Quando sono stata grande, ero cattiva"; le risposi che no, lei era piccola, non era cattiva. Ma lei con puntiglio mi rispose, guardandomi fissa negli occhi, dispiaciuta: "No, quando sono stata grande, ero cattiva ..."

Ancora non lo sapevo ma mi stava parlando di altri mondi, di altre vite.

Solo alcuni anni dopo, però, iniziò le sue ricerche condividendole con me.

E la nostra spiritualità crebbe, insieme abbiamo percorso gli stessi antichi sentieri che altri, prima di noi, avevano percorso e descritto.

Ecco, quindi, non permettetevi mai di dubitare della spiritualità altrui.

Perché non tutto si può raccontare a tutti.


Tuesday, May 12, 2020

Cronache da un diario - Segue

27/03/2020
Siccome le disgrazie non vengono mai sole, si aggiunge il mal tempo a colpire l'economia. Alberi da frutto, colture che nel primo periodo grazie alle temperature erano fiorite, adesso, negli ultimi tre giorni, con le nevicate ed il gelo vanno distrutte.
Uova di Pasqua, fiori dai fioristi, tutto da buttare. Sarà molto difficile riprendere, dopo.
Intanto, il contagio, che sembrava stesse diminuendo in Italia, ha ripreso a correre. E muoiono anche i giovani, contrariamente a quello che fino adesso si era detto.
10816 contagi nella sola Emilia Romagna.
28/03/2020
Non se ne vede un'uscita ed incomincia la crisi economica.L'Unione Europea non vuole aiutare, i paesi del nord non vogliono aiutare quelli mediterranei. E la gente, in meridione, protesta contro le banche. A Palermo sono entrati in massa in un super mercato e pretendevano di non pagare. Probabilmente la mafia vuole fare casino. Ma anche a Milano sciacalli occupano gli appartamenti di chi è ricoverato.
10.000 deceduti in tutta Italia.
29/03/2020
I morti aumentano,
Ormai anche le pompe funebri non sanno più come fare.
Il contagio è arrivato anche negli USA dove i vari governatori prendono decisioni autonome come quello dello stato di N.Y. che non vuole chiudere le attività e dove danno per scontato che morirà il 50% della popolazione. In Italia continua la quarantena che si protrarrà anche dopo il 3 aprile.
Molti anziani muoiono nelle case di riposo.
Anche in Africa 46 paesi colpiti.
Qui inizia ad essere un problema fame a causa della chiusura di molte attività.
30/03/2020
Anche dei medici albanesi sono arrivati in Italia per aiutare. Se avessi avuto un altro governo dubito che avremmo ricevuto così tanti aiuti.
61 medici, in totale, morti in Italia.
L'Europa non aiuta, siamo a paesi del nord contro quelli mediterranei.
La cosa sarà ancora lunga, certamente fin dopo Pasqua (12/04).
31/03/2020
La spesa, dovendo stare in paese per il divieto di uscire dal proprio comune sta diventando molto cara.
Molti hanno perso il lavoro perché con il fermo di tutte le attività (chiamato lockdown) le ditte sono andate in crisi.
Il virus pare stia rallentando ma ci sono ancora morti e ricoverati.
E sta diventando crisi economica.
Apple (la nostra cagnolina) resiste, con cortisone tutti i giorni, mangia e si riposa. Per 4 giorni non ha avuto voglia di uscire (possiamo solo andare a 250 metri dalla nostra abitazione), ma questa mattina è uscita per una passeggiata breve.
12.428 deceduti ad oggi in Italia
40.000 deceduti in tutto il mondo.
02/04/2020
1.000.000 di contagiati in tutto il mondo
Sta diventando normale non vedersi, ma sentirsi solo per telefono; sta diventando normale non incontrare nessuno quando si portano fuori i cani. Avevo delle visite, ma mi hanno telefonato: gli ambulatori hanno l'ordine di rimanere chiusi fino al 30 aprile.
04/04/2020
681 morti in Italia
1238 guariti
2886 positivi
Le persone iniziano ad essere stanche della situazione.
Ancora dobbiamo stare chiusi in casa, questo è certo. L'epidemia è in corso e sarà lunga.
08/04/2020
Da un mese tutta l'Italia è chiusa, negozi chiusi, tutto fermo, tutto deserto.
C'è ancora chi non sta alle regole (restare a casa, indossare le mascherine che per altro non si trovano, distanziamento personale, lavarsi le mani, disinfettarle e disinfettare tutto quello che si tocca, non abbracciarsi, non dare le strette di mano), ma la maggior parte delle persone seguono le indicazioni del governo. Dopo Pasqua, forse, qualcosa si riaprirà, principalmente per fare in modo che l'economia possa riprendere, piano piano. L'Unione Europea non ha nessuna intenzione di lasciare che l'Italia abbia fondi, mentre anche in Spagna, Francia, Germania, Inghilterra, come negli USA, il virus avanza. Forse l'Italia, essendo entrata in emergenza prima, prima ne uscirà.Ma occorrono molti soldi perché in un mese artigiani, commercianti, piccole e grandi imprese sono andati in crisi. La povertà è aumentata. Le persone ancora dovranno stare in casa fino a maggio. Niente Pasqua, niente 25 aprile, niente 1° maggio.

Ricordi

Sulla Gazzetta di Parma di oggi ho trovato un articolo in ricordo di un mio ex collega, Bruno Guareschi. L'avviso della sua morte era sul giornale di domenica ma mi era sfuggito.
Bruno era una persona gentile e buona. Io ero l'ultima ruota del carro della ditta Cavazzoni, facevo funzioni di commessa e aiuto segretaria ed oltre ad essere a disposizione dei clienti in negozio scrivevo le lettere che il titolare ed i colleghi più anziani mi passavano da battere a macchina.
Bruno faceva funzioni di direttore dei lavori, seguiva gli operai. Ma nella sua vita privata aveva il grande cruccio del fratello minore che, a causa di una malattia, era rimasto disabile. Era restio di parlare della sua vita privata, Bruno, ma quando seppi del fratello e della difficoltà a gestirlo, mi ero proposta per aiutare Bruno, nel mio piccolo. Io ho sempre fatto volontariato e mi sembrava di poter essere d'aiuto invitando, ogni tanto, Claudio a casa mia. Anche dopo essermi licenziata dal lavoro, Claudio mantenne la sua abitudine a venirmi a trovare, un po' a tutte le ore.
Così fu per alcuni anni.
Poi 25 anni fa ho cambiato casa e non ho avuto più notizie né di Bruno né di Claudio.
Mi dispiace tanto per la perdita di Bruno, anche perché adesso Claudio, ricoverato in clinica, si sentirà molto solo senza il suo fratello maggiore.
Caro Bruno, fai buon viaggio. Hai fatto tutto quello che potevi, puoi finalmente riposarti ... Ti ricorderò sempre per la tua cortesia e gentilezza.

Sunday, May 10, 2020

Tutto andrà bene?

Ci siamo riempiti in questi ultimi due mesi di frasi fatte da far rimbalzare in ogni post, in ogni tweet, su ogni balcone: "Andrà tutto bene", "Restiamo a casa", "Io resto a casa", "Insieme ce la faremo".
Abbiamo cantato Bella ciao e l'Inno di Mameli, hanno cantato ogni canzone dai balconi.
Ma non so se ce la faremo.
Non so se andrà tutto bene.
In due mesi abbiamo visto scene di ospedali pieni di ammalati, abbiamo visto cortei di camion con le bare; i negozi chiusi, le attività bloccate, i parchi chiusi.
E via via la voglia di cantare, la voglia di crederci se n'è andata.
Siamo arrivati a maggio senza poter vivere i mesi che lo hanno preceduto; io, che ho sempre cantato in vita mia e che stavo ritrovando la voglia di cantare dopo l'elaborazione del lutto di mia madre (otto anni fa), ho riperso la voglia di prendere la chitarra.
La vita è un fatto strano, se non riusciamo a viverla attimo per attimo quella vita non tornerà mai più.
E nella nostra famiglia difficilmente torneranno i tempi in cui prendevamo tre chitarre, una fisarmonica e cantavamo in compagnia.
Ci siamo sempre stretti, senza tante parole, solo cantando.
Ma non so se ci riusciremo ancora.
Insieme, forse, ce la faremo.
Forse andrà tutto bene.
Me lo auguro sinceramente.

Saturday, May 02, 2020

TEMPO SOSPESO

Mi piace molto, in casa, mettere "addobbi" o disegni che mi facciano vedere il passare del tempo.
E' una cosa che faccio almeno da una decina d'anni, se non di più ...
Mi piace particolarmente il Natale, ma subito dopo, in attesa del Carnevale, metto disegni con maschere; passato il Carnevale, preparo la casa alla festa di Primavera, la Pasqua.
Metto disegni con vignette che ricordano San Valentino, la Festa della Donna e sempre, appesi alle tende, ci sono foglie o cartoncini colorati con i nomi di chi ci ha lasciato.
Ma quest'anno non sono riuscita a stare dietro alle festività.
Premesso che non c'è stato proprio nulla da festeggiare.
Ma non mi è venuta nemmeno voglia di ricordare queste festività passate prima con la preoccupazione, poi nel silenzio e nel distanziamento famigliare.
Stiamo vivendo il Venti-Venti (come lo hanno chiamato a Capodanno) senza poter avere il modo di vivere il tempo ... siamo passati dal Natale e Capodanno, in cui sembrava che tutto andasse normalmente, all'oscurità più cupa.
Sono state perse molte persone, che erano madri, mogli, nonne, padri, mariti, nonni ed abbiamo perso la voglia di cantare dei primi giorni, tutti ai balconi.
Ora attendiamo con ansia di poter rivedere qualche congiunto, sorelle, madri, padri, nonni, fratelli che per due mesi, anche solo perché abitano in comuni differenti, non abbiamo potuto abbracciare.
E non potremo, ancora, abbracciarli perché si ricomincerà, forse, a vedere qualcuno in giro, qualche negozio aperto ma dovremo ancora stare distanti per non correre il rischio che il virus ci colpisca o colpisca altri.
E viviamo in un tempo sospeso.
Facendoci coraggio, cantando Bella Ciao e l'Inno di Mameli, ma distanti, impauriti, intristiti, timorosi.
Ed arriverà anche la Festa della Mamma, da festeggiare forse ancora in video conferenza; arriverà il 2 giugno, con ancora qualcuno che farà polemiche ma ancora incerti su come muoverci.
Arriverà l'estate e immediatamente canteremo "L'estate sta finendo" guardandoci ancora incuriositi verso una stagione corsa via ....
Il tempo sospeso, congelato, come quando muore una persona cara e non si sa come elaborare il lutto.
Un anno sospeso, che forse i libri di storia ricorderanno per i troppi morti, per gli esami non dati, per i medici richiamati dalla pensione ed i giovani chiamati "alle armi" senza aver potuto prendere una specializzazione, mandati allo sbaraglio e pure loro, alcuni, caduti cercando di salvare vite.
Un tempo sospeso, non vissuto.
Un anno che passerà ....

Monday, April 20, 2020

Cronaca da un diario - Segue

06/02/2020
Aumentano i casi di malati di corona virus (polmonite virale) in Cina, dove aumentano i casi di mortalità. Problemi in Africa dove la Cina è molto presente ma dove non ci sono le tecniche sanitarie necessarie per combattere il virus.
07/02/2020
Gli USA manderanno 100 milioni di dollari alla Cina per aiutare nella lotta contro il corona virus.
Cina isolata, tutte le città deserte, le persone in isolamento nelle abitazioni. Mancano mascherine e presidi medici e la Cina chiede aiuto.
Nel resto del mondo pochi decessi, pochi infettati.
Anche in Italia, persone arrivate dalla Cina sono isolate in un ospedale militare, in quarantena.
Il nostro Ministro della Salute ha preso immediatamente provvedimenti come chiusura degli aeroporti "come per la peste e il colera" (parole sue).
13/02/2020
.... il corona virus in Cina continua a mietere morti.
Nel resto del mondo  è controllato, ma fa paura.
In Italia, aver chiuso i voli ha funzionato, per ora, con pochi casi di infettati, ma il tempo di incubazione non è più di 15 giorni ma almeno di 20.
17/02/2020
Il corona virus, arrivato dalla Cina, continua ad essere pericoloso ed i morti aumentano in Cina.
Qualche cinese, turista, e qualcuno proveniente dalla Cina, è morto anche nel resto del mondo.
21/02/2020
8 anni fa è morta la mamma.
C'era tanta neve, Oggi, in un inverno mai stato, ci sono le viole.
23/02/2020
In 24 ore il corona virus, che sembrava solo un problema cinese, ha colpito l'Italia, dove ci sono stati 76 infettati, 3 morti, 50.000 isolati.
Perché il focolaio più grave è stato nella provincia di Lodi dove sono stati isolati 10 paesi, isolati anche con l'esercito che dovrà controllare che nessuno entri od esca da nessuno dei paesi.
Ma infettati sono stati anche 2 in Veneto e non si sa come mai poiché non hanno avuto alcun contatto con persone provenienti dalla Cina.
1 infettato in Piemonte che aveva avuto contatti con la persona nel lodigiano.
2 a Piacenza che avevano avuto anche loro contatti con la persona lodigiana.
Contagi anche in Gran Bretagna, Australia, Cambogia, Iran.
L'Italia è stato comunque lo stato che ha preso provvedimenti per primo.
Situazione molto preoccupante.
Sperimentazione di un vaccino in Cina sugli animali.
25/02/2020
Sono andata in clinica privata per una visita oculistica.
L'oculista, unico, aveva la mascherina e i guanti.
In sala d'attesa nessuno portava la mascherina anche se una donna tossiva spaventosamente.
Ma non è obbligatorio portarla, quindi ...
05/03/2020
Il corona virus è in tutto il mondo, Ma ancora, per fortuna, non ha fatto le vittime che fece la spagnola nel 1918.
Ci sono comunque zone rosse da cui gli abitanti non possono entrare né uscire.4148 morti in Italia, 414 guariti, 15 giorni già di scuole chiuse che rimarranno chiuse fino al 15 marzo.
Le visite dal medico si fanno solo su appuntamento e tutte le visite non urgenti negli ospedali vengono sospese.
Pare che il primo contagiato fosse un tedesco senza sintomi già il 24 gennaio, per l'Europa perché il contagio è partito dalla Cina che ha tenuto nascosto il virus per almeno 15 giorni.
L'economia sta rischiando, non solo in Italia.
Ma il governo, nonostante gli attacchi delle opposizioni, rimane al comando.
08/03/2020
Le zone rosse sono state ampliate a tutta la Lombardia ed alcune province fra cui Reggio Emilia e Parma, in vigore da oggi fino al 3 aprile.
Il contagio è arrivato in tutto il mondo ma il nostro governo mantiene il timone, nonostante, essendo in democrazia, le persone si comportino in modo irresponsabile.
09/03/2020
.... Da oggi mio marito e mio genero lavorano in smart work, da casa.
10/03/2020
.... Da ieri sera tutta l'Italia è zona rossa, tutti devono stare a casa, i negozi, a parte gli alimentari, sono chiusi a causa del fatto che molti hanno preso d'assalto, nel fine settimana, zone sciistiche e spiagge.
Il decreto ministeriale è stato chiamato "Io resto a casa" perché ci si può muovere solo per determinati motivi (di salute, per fare la spesa o per andare al lavoro).
Se non si seguono le indicazioni del decreto si fa un reato.
Forze di polizia faranno i controlli.
11/03/2020
Le città sono vuote; anche qui, in campagna, si sta attenti alla distanza dalle altre persone.
Io esco solo, come sempre, per portare fuori i cani ma domani dovrò andare dal veterinario a prendere uno dei gatti dalla clinica e dovrò avere la certificazione per giustificare l'uscita dal comune.
Da due giorni nelle carceri ci sono proteste perché sono stati sospesi i colloqui parentali.
L'Italia è in quarantena.
Ma ce la faremo.
In America cominciano adesso ad avere la consapevolezza del contagio di cui, però, non fanno i controlli perché i tamponi costano 3.000 dollari a pagamento e nessuno, quindi, lo fa.
13/03/2020
In Israele stanno studiando un vaccino; la Cina ha mandato un team di 9 medici e tonnellate di materiale sanitario, in aiuto all'Italia.
Ne usciremo, ma dovranno passare ancora settimane, forse altri due mesi.
Una epidemia in tutto il mondo come non se ne vedevano forse da 50 anni.
15/03/2020
L'Italia è tutta chiusa, mentre in Francia ancora non hanno capito.
In Inghilterra dopo che il premier aveva detto che gli italiani cercano tutte le scuse per fare una siesta (prendendo in giro il nostro governo ed i provvedimenti presi), adesso si stanno accorgendo di non avere i posti per la rianimazione e tengono le scuole aperte. L'Europa non ha capito che occorre prevenire e i sacrifici fatti da noi rischiano di diventare inutili.
17/03/2020
In due giorni anche la Germania Francia e Inghilterra hanno cambiato politica perché anche da loro i numeri sono allarmanti. Da noi in Italia si attende ancora il picco al Sud perché molti si sono spostati per tornare a casa dal Nord portando il contagio.
Noi usciamo solo per i cani e Luca lavora da casa. .....
19/03/2020
Ieri in 24 ore 475 vittime, mai neanche in Cina è accaduto.
A Bergamo l'esercito con un convoglio ha portato bare fuori regione perché ormai non sanno dove metterle. Una cosa mai vista.
Nella nostra regione sono chiusi tutti i parchi e le aree verdi perché ancora troppe persone circolano in compagnia. Siamo isolati e chiusi in casa, ci muoviamo solo per i cani e la spesa. Mio marito e mio genero lavorano da casa ormai già da 10 giorni.
In tutta Italia 3.405 vittime, più che in Cina (per quanto ne sappiamo).
20/03/2020
627 morti in 24 ore.
Certamente potrebbe essere, quello che sta accadendo, anche un esperimento sociale crudele.
Per vedere a quanta libertà i popoli sono pronti a rinunciare per salute e, chissà, per altri motivi.
Se fosse un esperimento sociale sarebbe veramente crudele e potrebbe essere causa di una eventuale successiva rivoluzione.
Certo è che ci sono molti morti, molti contagiati, e le libertà sono tolte. Non si può andare nemmeno nei parchi.
Ma d'altra parte anche el 1986 per Chernobyl fu così.
Questa volta, però, ci sono tutte le attività economiche ferme, negozi (ad eccezione degli alimentari e farmacie) chiusi, città e strade deserte. E l'economia è in ginocchio. Da due giorni anche in Francia, Spagna, Germania e Inghilterra come anche oltre oceano.
Scuole chiuse, forse riapriranno addirittura a settembre.
21/03/2020
Siccome molti medici ed infermieri sono morti, gli ospedali sono in crisi.
Molti sono i morti, gli ospedali sono stra colmi, non sanno più dove mettere le bare in Lombardia.
A Bergamo sono stati fatti ospedali da campo sia dall'esercito che dagli alpini, ma hanno bisogno di 300 medici e macchinari e materiale perché i sanitari si vestono con camici, mascherine e guanti mono uso. Materiali che scarseggiano.
La sanità che ha subito negli ultimi 25 anni tagli terribili, in questa situazione è messa a dura prova.
E non possiamo lamentarci perché il nostro è il sistema sanitario migliore del mondo, per tutti. Spagna e Inghilterra ed altri stati sono messi molto peggio di noi.
Positivi 42.681
Guariti    6.072
Morti       4.825
Alla richiesta della Protezione Civile per 300 medici hanno risposto in 3.500.
Quasi una chiamata alle armi.
52 medici cubani andranno a Cremona.
22/03/2020
Viene da piangere a pensare a tutte le persone che sono morte, ai medici e ai sanitari che stanno sacrificandosi.
Siamo tutti chiusi in casa, noi semplici cittadini.
Noi fratelli ci sentiamo al telefono; stiamo sentendo la nostalgia di noi ma anche la nostalgia della libertà di muoversi.
Si continua a dirsi "Andrà tutto bene" ma la speranza è dura riuscire a mantenerla.
23/03/2020
Il forno crematorio di Piacenza è in tilt per i troppi morti, molti sono i medici che stanno morendo contagiati.
In Italia medici cubani, vietnamiti, russi, cinesi, che arrivano con macchinari e attrezzature.
Città e paesi, come anche qui, vuoti e deserti.
8.000 sono i medici che si sono offerti all'appello della Protezione Civile, anche in pensione e già ne sono morti.
Brutta, brutta epidemia.
Ed il governo ha deciso di chiudere anche le fabbriche.
24/03/2020
4.512 nuovi contagiati.
894 guariti
743 morti nelle ultime 24 ore.
E' morto anche un vecchio amico della nostra infanzia, che abitava nella casa di fronte a noi.
La pandemia accelera in tutto il mondo.
25/03/2020
Tutti stanno aspettando che dopo il picco inizi a calare il numero dei morti.
Il bollettino è come quello di una guerra.
Noi stiamo tutti bene, ci telefoniamo per sentirci e per ripeterci che finirà.
26/03/2020
Colpo di coda dell'inverno con nevicate anche a bassa quota.
Da noi fa freddo sono danni per l'agricoltura.
In compenso, senza auto l'inquinamento è calato e nelle città ci sono lepri, caprioli, cinghiali che ne hanno preso possesso.

Continua ..... 

Cronaca da un diario

Io scrivo il diario sin da quando, bambina, il mio fratello maggior me ne regalò uno.
Era bello, di pelle rossa, con lucchetto.
Da allora non passa giorno, o quasi, senza una cronaca, più o meno dettagliata, di ciò che accade a me o al mondo che mi circonda.
E' proprio grazie al mio diario che ho scritto "Il re di tutti", cronaca scritta durante la guerra in Iraq, la prima, quella del 2003, un diario completato da altre 4 voci, oltre alla mia.
In questi giorni di quarantena, ho fatto una quasi cronaca che parte dal primo giorno di quest'anno ad oggi. A volte sono solo numeri, altre volte ci sono considerazioni.

Eccone l'estratto:

01/01/2020
Buon anno! Iniziato con furto con scasso a casa di mia sorella.
07/01/2020
Venti di guerra dopo che gli USA, con ordine di Trump, hanno ucciso un colonnello iraniano in Iraq.
Trump pretenderebbe che gli alleati NATO si dicano d'accordo con lui, ma la UE insiste a voler aggiustare la situazione, giustamente a mio parere, per via diplomatica. Ma l'Iran ha dichiarato che si vendicherà.
Un buon inizio di decennio, non c'è che dire.
08/01/2020
Attacco ad una base USA con missili dall'Iran.
11/01/2020
Lo chiamano, questo nuovo anno, il venti/venti, iniziato con venti di guerra che si sono fermati perché per un "errore umano" un missile iraniano ha abbattuto un aereo con iraniani/canadesi, di linea. 180 morti.
21/01/2020
Martedì 13 mi è venuta l'influenza. Sono stata una settimana in casa.
Ieri sono andata dal medico per un controllo; per fortuna non ho niente nei bronchi, ma da una settimana ho tosse e dolori anche alla cervicale.
Poco appetito, nausea, un gusto metallico in bocca ... troppi medicinali.
25/01/2020
Dopo 70 anni a Mondovì su una porta è apparsa la scritta in tedesco: "Qui abita un ebreo".
In quella casa abitava una donna, italiana non ebrea, staffetta partigiana che fu deportata.
Menti confuse dal clima di odio di questi tempi .....
29/01/2020
... C'è un nuovo virus, che si chiama corona virus, che parte dalla Cina e sta diventando globale.
Non c'è vaccino né cura.
Nel calendario cinese, questo è l'anno del Topo.
Speriamo che non segni un anno pestilenziale.
03/02/2020
Il corona virus è diventato pandemia in Cina e ci sono stati casi mortali anche nel resto del mondo.
In Italia due casi sono ancora isolati; in Cina hanno ucciso 20.000 polli anche per l'aviaria e sono stati sequestrati chili di carne di maiale, di importazione cinese, per la peste suina.
Se non ci si vuole rendere conto che il mercato cinese, mancando di etica, è da arginare, le popolazioni non saranno mai al sicuro. ....
Comunque questa del corona virus è un'emergenza e non ci sono voli né da né per la Cina se non controllati con quarantena.

Continua .....

Sunday, April 19, 2020

Storie al tempo del corona virus

E' gennaio.
Da alcuni giorni è iniziato il nuovo anno che già tutti chiamano il 20-20.
Sarà un anno bisestile che la superstizione popolare vuole che sia funesto.
Ma Alberto e Mario, (nomi di fantasia) coppia felicemente sposata, hanno un progetto felice: un'adozione internazionale.
E così, felici per il loro prossimo futuro che vedono con tanti sogni e tanta felicità, partono per l'America dove è possibile anche per una coppia come la loro l'adozione; hanno tanto amore, nei loro cuori, hanno due stipendi sicuri e sono certi che la loro sarà una famiglia unita e felice, con due papà attenti ed amorevoli.
Non si sa se per caso o se fosse già programmato, l'adozione è un'adozione di coppia: due piccolissimi gemelli, nati da poco, un fratello ed una sorella, due fagottini.
Alberto e Mario sono in due e certamente, in due, riusciranno a gestire i gemellini.
Ci vorranno alcuni giorni prima del rientro a casa ed intanto si potranno stabilire le regole, bisognerà abituarsi a nuovi orari e, soprattutto, occorrerà abituarsi a svegliarsi anche di notte per i cambi e le poppate.
Così Alberto e Mario decidono che per i primi tempi nel lettone ci sarà il posto anche per i figli perché non si sa mai che non si senta il loro pianto, durante la notte, pianto a cui bisogna ancora abituarsi.
Ed è nella notte che tutto succede.
Alberto, forse per un piccolo movimento dei figli, forse per un presagio, forse per un sogno, si sveglia.
Controlla che i bimbi stiano bene, loro dormono, per fortuna; allunga una mano verso Mario, ma Mario non reagisce.
Passano alcuni minuti, prima che Alberto si renda conto.
Mario, nella notte, se n'è andato.
No, non ha abbandonato Alberto e non ha abbandonato i figli.
Se n'è andato. Nel sonno. Un infarto lo ha portato via ad Alberto e ai figli.
Lasciandoli nel momento che doveva essere il più bello, il più felice della loro vita.
Li ha lasciati in una terra straniera, troppo spesso matrigna verso chi la abita.
Per questo motivo Alberto e Mario avevano già organizzato il rientro in Italia, dove la vita è più bella, una terra con il sole e la pizza e soprattutto una sanità che non abbandona nessuno.
Alberto, improvvisamente, completamente sveglio, adesso, deve pensare da solo a come tornare a casa, con i due figli troppo piccoli per capire la situazione.
Come se non bastasse pare che ci sia un morbo, un virus che sta già circolando per il mondo.
Deve organizzare le cose in fretta, in fretta, prima che tutto si blocchi.
Mario, il suo corpo, deve rimanere in America perché le frontiere vengono chiuse.
Alberto in tutta fretta, dopo aver organizzato perché il corpo di Mario possa rimanere in attesa di essere riportato in patria, organizza il viaggio di ritorno con i figli.
Sarà solo, da ora in poi ... i sogni, frantumati, lasciano il posto all'urgenza di tornare a casa prima che i voli si fermino.
Prende così l'ultimo aereo per l'Italia ed arriva appena in tempo, prima che tutta l'Italia diventi terra isolata per colpa del virus.
Inizia così una vita, una nuova e faticosa vita, con i gemellini che, sorridendo, guardano il loro papà, fiduciosi.

Monday, April 06, 2020

Il corona virus

Un nome regale per un virus di cui, ancora dopo più di due mesi, si sa ancora poco.
Tutto è iniziato quando la Cina ne ha dato, per forza, notizia. Abbiamo visto città deserte ed ascoltato dai nostri giornalisti in Cina la cronaca di una epidemia che ci sembrava lontana.
Ma le cose non sono andate esattamente così.
Tutto è iniziato quando durante un convegno in Germania fu presente una persona proveniente da Shangai che poi ritornò in Cina.
A quel convegno erano presenti persone che abitavano a Codogno, dove iniziò l'epidemia italiana.
Ma anche questo non è del tutto vero, da quello che si sa oggi, poiché già prima c'erano malati di polmonite, non riconosciuta come nascente dal corona virus.
Fatto è che le persone di Codogno, paese vicino al confine Emiliano, frequentavano persone piacentine ed iniziò il contagio anche a Piacenza; in Veneto morì un anziano che, però, sembra non avesse avuto alcun contatto con Codogno.
Furono chiusi in zona rossa (nessuno poteva entrare né uscire) a Codogno e a Vo' Euganeo (paese veneto) ma intanto i contagi si allargavano anche in Piemonte.
Dopo un mese la zona rossa fu allargata a Lombardia, Veneto ed alcune province emiliane e piemontesi; dopo di che la zona rossa fu tolta e divenne tutta zona arancione l'Italia intera, mentre persone meridionali dal nord partivano per tornare a casa in Puglia, in Campania, in Sicilia allargando il fronte del virus.
In tutto questo, oggi sappiamo che il maledetto virus pare fosse in circolazione, libero di agire già da novembre e che l'OMS fosse stata allertata il 31 dicembre, senza che l'Organizzazione Mondiale della Sanità facesse NULLA.
Inoltre, c'è una lotta tra mascherine. Non quelle carnevalesche, ma quelle sanitarie.
E' stato detto di tutto.
Che servono, che non servono, che servono solo per i sanitari, che servono solo ai contagiati, anzi no, che servono a tutti.
Ma non si trovano.
Non si trovavano, le mascherine, prima e non si trovano adesso, dopo più di due mesi dall'inizio del contagio.
Inoltre, non c'è la possibilità di fare il tampone per controllare chi è contagiato e chi non.
Il numero dei contagiati, infatti, viene conteggiato solo in base agli ospedalizzati con i sintomi più gravi ma quanti saranno stati i contagiati che si sono vissuti una "influenza" in casa, con il solo contatto del proprio medico di famiglia?
E non si sa ancora se chi ha contratto il virus, ed è guarito, se è immune o meno.
Non si sa quanto durerà l'epidemia, che nel frattempo è diventata pandemia in tutto il mondo.
Ed in Cina, dopo che avevano superato il contagio, disinfettato tutte le città, chiuse tutte le attività, avevano riaperto tutto ma stanno subendo un contagio di ritorno, delle persone che stanno rientrando in Cina dopo il periodo di chiusura degli aeroporti e dei confini.
Quindi anche da noi, oggi, ancora non siamo arrivati ad avere contagi 0, ma già sappiamo che anche quando diranno che tutto è finito, che si possono riaprire tutte le attività dovremo fare attenzione che non avvenga un contagio di ritorno.
Ed i contagiati, i morti, i guariti non danno numeri reali perché il tampone non è ancora stato fatto in modo totale a tutta la popolazione; i reagenti non ci sono, i laboratori sono pochi.
Intanto ancora ci sono persone  che fanno grigliate, vanno nei mercati, si incontrano.
In questo modo il virus non si ferma certo.
Stanno sperimentando farmaci ma i tempi sono lunghi come sono lunghi i tempi per un vaccino.
Ed intanto si continua ad ammalarsi e a morire, in solitudine, con l'unico conforto di personale medico (che si sacrifica perché molti, troppi ne sono morti), senza poter fare l'ultimo saluto ai propri famigliari e senza avere un funerale.
Questa è la storia, fino ad oggi, del corona virus.
Speriamo presto di poter scriverne la parola fine ...

Tuesday, March 24, 2020

Ricordi di infanzia

In un attimo i ricordi vengono alla mente.
Venire a sapere da una pagina di giornale che un amico d'infanzia è deceduto per colpa del virus è un vero colpo. Chissà quanti se ne sono andati e non l'ho saputo perché io abito fuori città ormai da 25 anni ed il giornale della città non lo compero mai
Ma sapendo di Claudio C. mi sono venuti in mente tanti ricordi.
Abitava con la mamma (o forse era la nonna vista l'età che a me sembrava molto avanzata), una donna arcigna, vestita sempre di nero, che si muoveva con l'aiuto di un bastone che spesso sventolava contro noi bambini.
Avevo paura di entrare nel giardino di quella casa, di fronte alla nostra, proprio a causa sua che se ne stava o alla finestra o seduta in giardino.
Ma Claudio era amico dei miei fratelli più grandi, con cui era coetaneo e, anzi, questo particolare non lo ricordavo, era stato uno dei testimoni del matrimonio di mio fratello più grande.
Nella casa a fianco alla nostra, invece, abitavano gli zii con tre figli, Paola, Giorgio e Alex, come lo chiamavo io. Loro andavano di passo come età con Anna Maria, Gian Pietro e me. Io giocavo con Alex, di cui ero innamorata (avevo sei - sette anni) e piansi tanto quando venni a sapere che Alex con i fratelli e la madre (se non ricordo male il padre era morto) si sarebbe trasferito in altra città (nei miei ricordi la città era Roma ..). Piansi anche quando Alex mi disse che voleva farsi prete.
Non ho mai più saputo nulla di loro, dopo la loro partenza; non so se poi Alex abbia seguito quel pensiero; non so se andarono a Roma o a Milano, da cui hanno scritto il necrologio di Claudio.
Ma quegli amici, Claudio, Paola, Giorgio e Alex sono sempre rimasti nel mio cuore.
Oggi più che mai con rinnovato affetto.

Monday, March 23, 2020

Vite sconvolte

Il ricordo vola spesso all'aprile 1986, quando scoppiò la centrale nucleare di Chernobyl.
Da noi arrivò la notizia nei primi di maggio; il primo maggio eravamo andati a passare la giornata in un maneggio, per stare con mia sorella, mio cognato e mia nipote. Sarah, mia figlia, passò la giornata a perdere sangue dal naso, non riuscivo a farla smettere, tenendola bagnata costantemente nella fronte e nel collo. La giornata era soleggiata e quasi afosa dal caldo.
Quando arrivò la notizia dell'incidente di Chernobyl (poi si seppe che fu un "errore" umano, altro che incidente!) nei primi giorni di maggio, in ritardo quindi rispetto alla data in cui era successo, fu il panico. I comuni proibirono l'accesso alle aree verdi e ai parchi, ai giardinieri venne proibito tagliare l'erba, già alta vista la stagione, consigliarono di camminare sull'asfalto con stivali di gomma; negli asili, nelle scuole, nelle mense fu proibito dare prodotti caseari successivi alla data, vietate la frutta e le verdure. Fu consigliato di mangiare alimentari surgelati prodotti nelle date precedenti.
Furono fatte riunioni nella scuola materna con dietologi e biologi per capire bene come comportarsi; furono consigliati abbigliamenti coprenti il più possibile.
L'emergenza andò avanti per mesi e le abitudini cambiarono, non si andò più nei parchi all'aperto.
Oggi in circolo c'è un virus. Ancora ci viene chiesto di rimanere in casa, di non uscire se non per andare a fare la spesa o per lavoro o per salute.
Possiamo però mangiare quello che vogliamo; i supermercati alimentari vengono continuamente riforniti; ci viene chiesto di passare il tempo davanti alla televisione, a fare i lavori di casa oppure a lavorare da casa, per chi ha un lavoro che lo possa permettere.
Le restrizioni sono aumentate nel giro di tre settimane, chiuse le scuole, hanno chiuso tutti i negozi e le attività produttive che non siano necessarie per i rifornimenti; hanno chiuso gli uffici dei liberi professionisti.
I sindacati hanno chiesto chiusure restrittive là dove non sia possibile mantenere la distanza di sicurezza tra una persona e l'altra di almeno 1 metro. Chiusi i bar, pizzerie, ristoranti.
Molte persone temono di perdere il lavoro anche se il governo dice che nessuno dovrà essere licenziato in questo periodo. Ma è un periodo molto difficile, oltre che dal punto di vista sanitario anche dal punto di vista economico.
Le nostre vite sono state sconvolte ancora una volta.
Non si può andare a fare sport, non si possono avvicinare le persone, non si possono stringere le mani, non ci si può abbracciare ed ognuno, un po', guarda l'altro con sospetto perché i contagiati non sono noti, ma ogni giorno c'è un bollettino di guerra con contagiati, morti, guariti.
Non ci si può spostare da un comune all'altro, figuriamoci da una regione all'altra.
Chi è contagiato addirittura viene messo in quarantena e se viene trovato fuori casa rischia il carcere poiché è diventato reato uscire se in quarantena.
Le nostre vite sono sconvolte.
Ma dobbiamo vederla così: il mangiare non ci manca, non abbiamo bombe che ci cadono in testa (anche se in questi giorni sono accadute anche scosse di terremoto).
E prima o poi questa emergenza finirà, con l'aiuto dei medici che stanno arrivando da tutto il mondo in aiuto in Italia: medici cinesi (i primi che si sono trovati a dover fronteggiare questo corona virus), cubani, russi che stanno arrivando con materiali sanitari.
Prima o poi finirà .... ed i sopravvissuti potranno ricominciare a vivere.
Forse con qualche cambiamento; forse capiremo che il nostro pianeta è stato troppo maltrattato ed ha bisogno di respirare.
In questo periodo in cui non si circola, le auto sono ferme e l'inquinamento si è abbassato.
Forse impareremo a dare importanza alle piccole cose, come poter rivedere i propri famigliari, poterli baciare ed abbracciare.
PRIMA O POI  FINIRA'.
Speriamo di uscirne più saggi  ...

Saturday, November 02, 2019

Sogni

Questa notte ho fatto un sogno molto strano (quando mai un sogno è normale?)
Ero in casa, forse la casa dei miei genitori e dormivo, una di quelle pennichelle che facevo sul divano, durante la pausa di lavoro quando facevo la commessa (una vita fa ...).
Sognavo che un condomino riceveva da un altro due piante da mettere in giardino, due piante da orto ma con dei nomi talmente strani che, in sogno, scrivevo su un quaderno.
Al mio risveglio dal sogno, trovavo mio padre e mia madre che parlavano di un disperso in Russia (durante la seconda guerra mondiale) le cui spoglie stavano per essere riportate in patria (nota: mio padre era vice presidente dell'associazione dei carabinieri in pensione e quindi una notizia del genere ed eventualmente l'organizzazione per le esequie potevano essere anche di suo interesse nella realtà).
Nel mio sogno, sentendo il nome e cognome del povero soldato, capivo che erano l'anagramma del nome delle due piante che avevo sognato: Antonio C....
Nella notte della commemorazione dei defunti accade anche questo.

Sunday, August 18, 2019

UTOPIA - L'Isola che non c'è

Quando avevo tredici anni, in terza media, per premiarmi per un tema il mio prof. di religione, Don Zatti, mi regalò un prezioso libricino che si intitolava "Morirono per un ideale". Parlava della vita e delle opere di Ganghi, J.F. Kennedy, Albert Schweitzer, Malcom X, Don Camillo Torres, Che Guevara.
Quel libretto trovò in me, già molto sensibile a certi argomenti, terreno fertile e fu sempre un faro, nella mia vita, per quello che rappresentavano gli ideali di quei personaggi,
Da quel momento mi si creò il pensiero di quello che avrei voluto fosse la mia vita: eticamente corretta, responsabile verso me stessa, le persone che mi circondavano e la società.
Mi è sempre stata molto limpida, in mente, quello che dovrebbe essere la RESPONSABILITA' CIVILE, quella responsabilità, cioè, che ognuno  dovrebbe sentire e vivere in ogni aspetto della propria vita, famigliare ed ancor più lavorativa.
Non ho mai creduto molto alle leggi in quanto ho sempre avuto molta fede nell'umanità degli esseri umani; quella umanità che credo profondamente insita nel cuore di ognuno. Ho sempre professato una forte fiducia in ciò che è buono in ognuno di noi ed ho sempre pensato che quella "bontà d'animo" debba essere il nostro metro di azione.
Un'utopia che mi ha fatto abbracciare lo studio Rosa Crociano, scuola di pensiero che mi ha fatto comprendere di non essere sola a credere nella possibilità che gli esseri umani possano fare solo "cose buone".
Con gli anni, ho avuto esperienze personali, soprattutto lavorative, che mi hanno fatto comprendere che non è così, gli esseri umani non sono tutti "buoni", non sono tutti "caritatevoli", non sono tutti responsabili.
Ed è per questo che da anni mi martella in mente un termine che, poiché non è vissuto dal mondo che mi circonda, potrebbe e dovrebbe diventare legge: la RESPONSABILITA' CIVILE.
Ognuno di noi vive in una società fatta di vari individui, ognuno di noi lavorando effettua azioni ed opere che, anche in buona fede, possono provocare danni ad altri individui o, peggio, alla società. Allora, poiché non ci si può fidare del buon senso, della educazione civica e della responsabilità di tutti, occorrerebbe fare una legge ad hoc: ogni persona dovrebbe sentirsi RESPONSABILE di ciò che dice e di ciò che fa. E dovrebbero esserci pene gravissime per chi incorre in una incuria verso i propri simili e la società.
Chirurghi che operando sbagliano (errare è umano) non dovrebbero nemmeno aver bisogno di fronteggiare un tribunale del malato: dimentichi una garza, una pinza in una pancia, oppure sbagli l'operazione perché non sei in grado di ultimarla, oppure perché ormai sei vecchio e rimbambito e non ci vedi più? La Responsabilità Civile ti chiede i danni. Hai sbagliato e paghi le conseguenze.
Impiegati che nel loro lavoro sbagliano pratiche, o non lavorano perché assenteisti, o non hanno le competenze giuste e sbagliano? Hai sbagliato? Ne paghi le conseguenze.
Quando ero commessa in un negozio, una vita fa, sbagliai un preventivo: mi fecero pagare la differenza detraendola dal mio stipendio. L'ho vissuto, quindi, sulla mia pelle, anche se per me, che all'epoca guadagnavo duecento cinquanta mila lire (circa 125 euro di oggi) al mese era gravissima la perdita perché quei soldi mi servivano per darli a mio padre. Ma ingoiai il rospo: avevo sbagliato, era giusto che pagassi.
Sei un'assistente domiciliare e tratti male le persone di cui, invece, dovresti avere cura? Sei una baby-sitter (anche di questo dovremmo parlarne: troppe persone fanno questi due lavori senza avere la consapevolezza e la competenza per farli perché questi sono missioni verso il prossimo, non meri lavori con cui guadagnare) e tratti male i bambini, non li fai giocare ma vai a fare la tua spesa e ti fai pagare pure? Le telecamere, per questi due lavori, dovrebbero essere obbligatorie e chi sbaglia, con grave colpa, dovrebbe pagarne le conseguenze.
E che le pene siano certe, senza attenuanti.
Vogliamo parlare, poi, degli amministratori della cosa pubblica? La cosa pubblica non è che perché è pubblica non sia di nessuno; la cosa pubblica è di TUTTI e siccome è patrimonio di TUTTI, non si tocca. Comperare un iceberg (come pensavano di fare a Città del Capo per ovviare alla siccità durata tre anni) dovrebbe essere vietato perché quell'iceberg non è del primo che se ne appropria. Quell'iceberg serve per il pianeta, per la salute del pianeta e quindi è di tutti.
Le foreste non si possono incendiare o tagliare per farne profitto perché sono patrimonio dell'umanità. La Responsabilità Civile dovrebbe essere legge dettata e scritta dall'ONU proprio per evitare che gli artigli di pochi possano depauperare le ricchezze di tutti.
Gli amministratori comunali, provinciali, regionali, nazionali dovrebbero tutti sottostare alla legge della Responsabilità Civile; mi tagli un albero? Ne devi piantare almeno dieci, la legge che seguivano i nazisti ma al contrario: per ogni albero morto, ne voglio almeno dieci vivi, ben piantati, grandi, rigogliosi. Lasci che taglino un albero? Devi pretendere che quel privato che l'ha tagliato ne pianti almeno dieci, belli, vivi, grandi, grossi, rigogliosi.
Un bulletto rompe la panchina? Non mi interessa se ha un anno o diciassette. In America processano i minori come adulti quando uccidono o sono pericolosi per la comunità. Da noi esistono i tribunali dei minorenni: se non giudicano il minorenne colpevole (perché, poverino, si annoiava) allora i danni li paghino i genitori colpevoli di non aver dato la giusta educazione civile a quel minorenne.
Sei un giudice dei minori ed hai lasciato che si facesse mercato sui bambini e gli adolescenti per profitto? Ah, be', tu sei un giudice. Altro che Responsabilità Civile: ti cancello dall'albo professionale e ti vieto di fare quella professione per tutta la tua vita ed insieme a te faccio altrettanto a tutti quelli che ti hanno coinvolto, corrotto e pagato.
Ecco spiegato perché io credo in una UTOPIA: perché una legge così non verrà mai fatta, proprio perché significherebbe che tutti i politici coinvolti, corrotti, specialmente in Italia, finirebbero in carcere. Perché non c'è reato più grande di quello di imbrogliare intere generazioni con promesse vane, che non potranno mai essere mantenute; non c'è reato più grande di quello di depauperare le ricchezze di un intero paese per arricchirsi.
In America Al Capone non fu mai trovato con le mani insanguinate ma riuscirono a metterlo in carcere per non avere pagato le tasse.
In Germania, in tempi più recenti, diciamo negli anni '70, funzionari che venivano corrotti o prendevano bustarelle finivano in carcere.
In Giappone gli unici che non devono inchinarsi davanti all'Imperatore sono gli Insegnanti, nobile stirpe di persone che educano i giovani, ancor prima di insegnare.
Ecco perché io continuo ancora a credere in UTOPIA: ci sono persone etiche, nel mondo e anche da noi, in Italia; persone che, nonostante tutto, continuano a lavorare, ad "operare" andando controcorrente, spendendo tutto, se stessi ed il proprio denaro, per la comunità.
Credo in UTOPIA, L'Isola che non c'è perché "credo negli esseri umani che hanno il coraggio di essere umani".

Saturday, May 04, 2019

Sogni premonitori

La nostra vita è fatta di avvenimenti che possiamo controllare, decisioni prese o non prese, scelte fatte o non fatte e da avvenimenti che non possiamo controllare come infortuni, lutti, disgrazie, malattie.
A me capita spesso di sognare le persone a cui voglio bene in determinate situazioni che mi fanno intuire se si trovano in difficoltà di salute.
Mi capita anche di avere visioni notturne e sogni, udire voci ...e di tutto questo ne ho scritto.
Il mio romanzo storico L'Archiatra è pieno di questo: le scene descritte mi sono venute alla mente lucidamente, come se scorressero in un film; certi avvenimenti descritti sono accaduti a me.
E così anche la seconda saga della protagonista de Il Canto del Bisonte Bianco, La legge di Maat, La Porta del Sole, Io sono la Tigre è infarcita di miei sogni e delle mie visioni.
Quando, quattro giorni fa, il 30 aprile verso le 7,30 del mattino, sono caduta, ho compreso perfettamente la gravità della situazione per il forte dolore provato e mi è venuto subito in mente un mio sogno del 20 settembre 2008 (io per abitudine tengo un diario apposta dei sogni in cui descrivo e cerco di disegnare i sogni fatti nella notte).
Nel mio sogno mi apparivano 8 rotoli di papiro, racchiusi in contenitori di bambù, come quelli che si vedono nei film storici sugli egizi o gli antichi romani, che rappresentavano la mia vita passata.
Il nono lo consegnavo a Sarah dicendo:
"E' il mio nono rotolo, durerà 10 anni ..."
Il totale dava 63 ... e comprendevo, così, che nel mio 63 anno di vita sarebbe successo qualcosa.
Ora, il 63° anno della vita ha inizio già al compimento del 62° e, se vogliamo allargare lo spettro di tempo,  finisce quando si compie il 64°.
A me mancano 25 giorni al compimento dei 64.
Per questo motivo l'altro giorno, quando sono caduta, visto il dolore che provavo e la preoccupazione che qualche organo interno potesse avere problemi a causa della caduta (veramente disastrosa), mi è venuto in mente il mio sogno ed ho pensato a qualcosa di veramente grave.
Non ho detto nulla a mia figlia e a mio genero che subito mi hanno soccorsa; non ho detto nulla a mio marito che è arrivato di corsa dall'ufficio in pronto soccorso.
Ne ho parlato ieri con solo mia figlia, ne ho parlato perché visto il mio recupero in pochi giorni, mi sento leggermente più tranquilla.
Ma il ricordo del dolore provato, della paura di qualcosa di veramente grave, lo uso per essere prudente.
Sono troppo desiderosa di fare e camminare, vorrei uscire con i cani, passeggiare, mi muovo ma non devo dare nulla per scontato e non devo essere precipitosa.
Ed allora, mi sforzo di camminare lentamente, lontano da mobili e spigoli, controllando che gli animali non mi passino troppo vicino; evito ancora (e lo farò per i restanti 20 giorni) di fare scale e camminare troppo a lungo: devono passare almeno venti giorni ed anche dopo mi riprometto di fare attenzione.
Perché ho ancora troppe cose da fare, troppi racconti da scrivere e troppa vita da vivere.

Wednesday, April 10, 2019

Dignità e femminismo

Viviamo in una società difficile e poco comprensibile.
Noi donne abbiamo attraversato i secoli, costruendo la storia, a volte nell'oscurità, a volte prendendoci l'importanza dei nostri ruoli, a volte lottando, a volte riscattandoci.
Anticamente, le donne erano preziose, la società matriarcale riconosceva il loro ruolo sia per il ruolo importante nella procreazione sia per l'organizzazione sociale delle comunità; erano loro che avevano le conoscenze ancestrali della medicina, della cura, della vita, della morte.
Successivamente, principalmente a causa delle religioni monoteiste che hanno preso piede, il ruolo delle donne è stato calpestato, rivoltato, dando a loro la colpa del "peccato", tenendole nascoste dietro un velo, calpestando il diritto persino di vivere o di parlare.
Le lotte per riacquistare l'uguaglianza, le lotte contro le differenze di genere e razziali, il femminismo hanno fatto riprendere alle donne il loro ruolo fondamentale, riconoscendo loro, almeno nelle società industrializzate, il diritto a parlare, a votare, a lavorare, a vivere a testa alta.
Negli ultimi venti anni tutte le lotte e tutti i diritti acquisiti stanno per essere cancellati e pare quasi che gli uomini, che si sono dimostrati incapaci di comprendere la vera importanza delle donne e ne hanno avuto paura, ne godano riprendendosi ruoli offuscati, forse,  dal femminismo.
I femminicidi sono causati da uomini che non riconoscono più alle donne il diritto di pensare, di volere, di volare, calpestando la dignità conquistata con il sangue ed il dolore.
In un periodo economico difficile (in Italia più che in altri stati europei) si dà la colpa alle donne di vivere; in Italia il ruolo delle donne casalinghe che, comunque, continuano a fare il loro lavoro di appoggio alle famiglie, tenendo i figli, sbrigando le faccende di case, curando gli anziani, viene calpestato ogni giorno togliendo loro la possibilità di riscattarsi economicamente.
Avere un governo che pensa a fare promesse solo a carattere elettorale che fa scelte di reddito di cittadinanza invece di pensare di assicurare alle donne che lavorano in casa un minimo di riconoscimento economico, mette le donne, ancora una volta, asservite ai compagni di vita che possono decidere se dare quel riconoscimento o non darlo a chi si occupa giornalmente di rendere la vita quotidiana più agevole per chi, invece, si allontana da casa a lavorare.
I lavori fuori casa non sono mai stati retribuiti, in Italia, in modo uguale; a stessa mansione non corrisponde mai stessa retribuzione nonostante le donne, spesso, siano in possesso di requisiti, competenze e titoli superiori agli uomini che occupano le medesime posizioni.
Con il femminismo, avevamo acquisito almeno il diritto di decidere se lavorare in casa o fuori casa; ma non siamo mai riuscite ad ottenere pari dignità persino tra donne lavoratrici e donne casalinghe.
E gli uomini, troppo spesso, approfittano di questa lacuna.
Sarebbe ora che i politici italiani si interessassero a mettere in atto politiche per la famiglia in questo senso: avere o non avere figli non ha nessuna importanza; essere single o essere in coppia non deve essere una discriminante.
Una volta riconosciuto il ruolo delle donne, siano esse occupate in casa o fuori casa, si dovrebbe provvedere a dare alle donne occupate in casa un importo che possa, almeno in parte, dare loro l'opportunità di provvedere, con un piccolo importo mensile, a qualche spesa domestica per dare loro il riconoscimento dei loro sforzi che si svolgono 24 ore su 24, sette giorni su sette, tra le mura domestiche.
Non occorrerebbero grandi importi; basterebbe un importo minimo, tanto per dire alle donne, finalmente: siete importanti nella nostra società perché la vostra vita si svolge tutta cercando di rendere piacevole la vita a chi deve tuffarsi sulle strade del mondo; siete importanti perché voi siete le educatrici dei nostri bambini che saranno il nostro futuro; siete importanti perché curate i nostri vecchi, rendendo loro dolce il sentiero finale; siete importanti perché siete l'altra metà del cielo e per troppi secoli siete state oscurate, torturate, maltrattate, dimenticate.
Ecco, un piccolo importo mensile, chissà, forse potrebbe evitare anche tanti femminicidi perché le donne maltrattate potrebbero salvarsi e trovare rifugio lontano da chi le maltratta; chissà, forse per i compagni di vita sarebbe una dimostrazione di avere a che fare con persone importanti, con dignità e forse smetterebbero di sentirsi importanti solo perché "lavorano" fuori casa.
Perché la società odierna purtroppo dà importanza alle persone solo in funzione del loro potere economico; con un piccolo aiuto mensile, ogni donna potrebbe essere fiera di dirsi casalinga, senza doversi sentire inferiore a nessuno.
Nessuna donna più si sentirebbe un peso; nessuna donna più si sentirebbe "mantenuta"; nessuna donna più dovrebbe chinare la testa, vergognandosi di lavorare in casa.
E la società ne guadagnerebbe in civiltà.

Sunday, March 24, 2019

Caro amico ti scrivo

E' passato un anno e mezzo da quando te ne sei andato.
Da quattro anni avevi ripreso a cercarmi.
Quando tornavi dai tuoi viaggi, venivi a trovarci, portando il gelato e passavamo una serata a chiacchierare e ad ascoltare i tuoi racconti sulla Cina, l'Australia ... non dimenticavi mai di portarci un ricordo del posto che avevi appena visitato.
Da quando era morto tuo padre, però,  avevi diradato le tue visite ed io ti cercavo, ti telefonavo, telefonavo a tua madre per sapere come stavate. In fondo, andava bene anche così.
Ogni tanto mi telefonavi ed allora ci prendevamo un paio d'ore per andare a prendere una bibita, un caffé.
Poi, un giorno mi hai chiamato, non ricordo da quanto tempo non ci vedevamo.
Mi hai detto: "Ci vediamo? Così, tanto per vedere se ci riconosciamo .."
Ti ho risposto ridendo: "Ma figurati se non ci riconosciamo ... "
Ci siamo dati appuntamento e ci siamo trovati a prendere una bibita, un caffè ....
Parlando, hai iniziato a tirare fuori qualche problema, le gambe che non ti reggevano, tua madre.
Da quel pomeriggio, abbiamo ripreso a sentirci per telefono la sera, come facevamo da ragazzi ed i problemi hai iniziato a sviscerarli un po' di più, tu, che ascoltavi molto ma parlavi poco di te.
Almeno, con me, non avevi mai accennato a problemi; d'altra parte, anche io di me ti parlavo poco, per non coinvolgerti nei miei problemi.
Camminando in punta di piedi nel terreno in cui mi trovavo parlando con te, ho iniziato a darti qualche consiglio, ma avevi anche tante altre persone che ti tiravano di qua o di là; io ascoltavo, qualche volta accennavo al mio pensiero ...
Poi sei andato in ospedale; ho iniziato a venirti a trovare più spesso.
Fino a passare parecchie ore con te e poi anche a casa tua, con tua madre.
Ho osservato, ascoltato, guardato; lasciandoti parlare, lasciando che altri ti dessero consigli, parole, parole, parole ... ho iniziato anche a sognarti, in casa tua, in mezzo a tante persone, a tanta confusione.
Hai avuto due o tre ricoveri, di diverso tenore e le mie visite sono diventate sempre più assidue.
Poi ho iniziato a stare con te tutto il giorno; a seconda di come andava la giornata e la serata, ho passato con te dalle 12 alle 15 ore. Tutte le festività del tuo ultimo anno di vita le abbiamo passate insieme, con anche tua madre che andavamo a trovare tutte le settimane, quando non dovevi fare visite o altro.
Ecco, sono felice di avere avuto la possibilità di esserti vicina gli ultimi quattro anni.
Abbiamo avuto tanto tempo a disposizione per chiarire tutto, parlare di tutto, senza lasciare nulla di sospeso.
Sorrido al ricordo di quella volta che tu mi hai detto che non ti saresti mai aspettato di avermi vicina.
Anche tua madre una volta ha detto che non si sarebbe mai aspettata di avere la Lilly a farle la doccia.
Ed io ti ho risposto che ero stupita io del tuo stupore; non tanto di quello di tua madre che, in fondo, mi conosceva solo (da 40 anni) per telefonate abbastanza formali.
Ma mi stupiva il tuo stupore perché tu conoscevi tutto di me.
In fondo, a 63 anni, sono ancora la ragazzina di 14 anni che tu ricordavi con la mantellina grigia con per mano il fratellino ...
Abbiamo avuto l'occasione, caro amico, negli ultimi tuoi quattro anni di vita, di stare vicini, di confidarci ancora come facevamo allora.
Avrei voluto avere ancora altro tempo, con te; lo speravo.
Ma è proprio per quel lungo periodo che abbiamo passato insieme, principalmente per quel periodo di grande confidenza che non potrò mai dimenticarti.
Sono stata felice di esserti stata vicina.
Mi auguro sia stato così anche per te. So che è stato così anche per te.
Nonostante la fatica e la sofferenza che ora, certamente, potrai dimenticare.


Wednesday, March 20, 2019

Insonnia e .... presenze

La notte scorsa non ho dormito; inizia la stagione primaverile e per me inizia la stagione delle allergie. Sternuti, solletico al naso gocciolante, tosse ... una notte infernale.
A metà nottata, dunque, da sveglia, sento che un animale si sta accomodando ai miei piedi.
Ne sento il peso, sento il materasso abbassarsi, sento sui miei piedi il suo peso.
Controllo: Pupa è in mezzo a noi, tra le mie gambe c'è Apple.
Forse è Briciola che, normalmente, viene sul letto solo i primi minuti e poi preferisce stare comodo e largo nella sua cuccia, ma forse, a metà nottata, vuole avvicinarsi.
Alzo la testa, quindi, per guardare chi è e vedo, in contro luce (teniamo sempre la tapparella, di fronte al letto, un po' alzata perché io voglio sempre un po' di luce) e vedo la sagoma di un gatto soriano: la sua testolina, con le orecchie dritte, il corpicino adagiato comodamente.
Forse è Psiché che è riuscita ad aprire la porta.
Mi siedo e la vedo distintamente, sui miei piedi; allungo la mano per accarezzarla ma .. la mia mano si posa sulla coperta.
Niente, nessuno, la gatta non c'è ....
Allora sorrido; l'unica gatta che dormiva con noi, stando ai piedi del letto, era Creamy, gatta soriana, la nostra prima gatta, vissuta con noi dieci anni e deceduta ormai 23 anni fa ...

Monday, March 18, 2019

Festa del papà (2)

Quando si diventa genitori, c'è bisogno della collaborazione dei papà.
Le mamme hanno bisogno della collaborazione del papà.
E non posso che augurare alle giovani donne che diventano o sono già mamma di avere di fianco un compagno che sia in grado di fare il papà.
Mia figlia, a dir la verità, non ha auto un papà ed una mamma ma ha avuto una mamma ed un mammo.
Avendo avuto il taglio cesareo, i primi quindici giorni avevo assoluto bisogno dell'aiuto di qualcuno; non volli a fianco mia madre perché desideravo che la bimba venisse maneggiata dal padre, pensando che tanto eravamo ignari di come essere genitori tutti e due. Quindi, tutti e due dovevamo imparare, a nostre spese e anche a spese della bimba, come dover fare.
Non aveva importanza se il pannolone (complicato, con triangolo e ciripa') aveva qualche piega, inizialmente; l'importante era che fossimo noi due a maneggiarla, che la bimba sentisse il nostro odore, sentisse le nostre mani, anche con un po' di insicurezza ma con tanto amore.
E devo dire il papà di Sarah fu bravissimo.
Tenendo la cesta a fianco del letto, gli scricchiolii della piccola ci tenevano svegli, i primi giorni.
Poi ci abituammo ma quando piangeva eravamo pronti per assecondare i suoi bisogni che, a dir la verità, per i primi tre mesi erano assillanti. Ogni tre ore Sarah faceva il suo pasto; significava cambiarla prima e dopo l'allattamento (al seno) quindi l'intervallo era molto più breve.
Io avevo difficoltà ad alzarmi a causa della montata lattea, veramente dolorosa.
L'aiuto del papà era essenziale e lui si alzava, la cambiava, aspettava che l'allattamento terminasse, me la riprendeva, la ricambiava e la metteva nella cestina.
Nonostante la mattina seguente lui dovesse andare a lavorare.
Confesso che aspettavo il suo ritorno dal lavoro per fare il bagnetto alla piccola, sentendomi insicura e timorosa a mettere la bimba nella sua vaschetta.
E così, negli anni, Sarah con il suo papà faceva i compiti di alcune materie e con me altre materie; divenne molto naturale scambiarsi gli impegni, gli orari con quelli di Sarah. e Sarah è stata una bimba molto impegnata nello sport.
Ecco perché Sarah non ha avuto una mamma ed un papà ma ha avuto una mamma ed un mammo.
Per questo motivo, anche Luca dovrebbe essere festeggiato nel giorno della festa della mamma.
Ma per essere tradizionalisti, è un papà.
Ed allora gli faccio gli auguri tradizionalmente, per il 19 marzo, per la festa del papà ringraziandolo perché è solo grazie al suo aiuto se sono riuscita a fare la mamma senza paura.

Festa del papà (1)

Sono contenta di aver sempre detto a mio padre quanto gli volevo bene; lui mi ha tenuto sulle ginocchia fino a 22 anni, quando mi sono sposata.
A scuola era lui che incontrava gli insegnanti e quelle delle superiori facevano sempre commenti galanti nei suoi riguardi; nonostante i capelli bianchi sin da giovane età, aveva un portamento giovanile e gentile, specialmente verso il gentil sesso. Non si tirò indietro quando ci furono le elezioni (decreti delegati) per i rappresentanti di classe e mi ha aiutato tanto, specialmente gli ultimi due anni, quando ho organizzato lo sciopero per mantenere l'orario con i cinquanta minuti.
Quando abbiamo occupato il provveditorato, lui c'era, nascosto dietro i muri, a controllare che non succedesse nulla di pericoloso e, tornati a casa, mi confessò di aver notato qualche elemento della digos che controllava i movimenti degli studenti. Non successe nulla, tutto avvenne in modo pacifico, ma in quell'epoca era facile che gli scioperi prendessero pieghe incontrollabili. E lui era lì.
Quando cominciai a lavorare come commessa, mi comprò la bicicletta per i miei spostamenti verso il centro; quando tornavo, dopo pranzo mi stendevo sul divano e lui, me ne accorgevo, mi metteva il panno perché non mi raffreddassi.
Quando mi sono sposata, mio marito fu uno dei primi obiettori di coscienza ed eravamo controllati. Ma c'era mio padre che ci guardava le spalle; anche quando facevamo assistenza sociale con i ragazzini che iniziavano,purtroppo, a drogarsi e a frequentare casa nostra. Mio padre controllava.
Quando nacque mia figlia, veniva a fare il suo giro, beveva il suo caffé, mi chiedeva di mettere il disco di Teresa De Sio di cui non capiva le parole (nonostante fosse di Caserta) ma gli piaceva ascoltarla, gustando il caffé.
Chiamò mia figlia Donna Sarah , (lui che amava dare i soprannomi) quel giorno in cui, nel salutarla, (lei aveva 7/8 mesi) le baciò la manina; mia figlia glie la ridiede una seconda volta ed una terza volta per farsela baciare. Da quel giorno la chiamò Donna Sarah ...
Mio padre era però di poche parole; non amava raccontare troppo delle sue esperienze di guerra, di resistenza con la divisa.
I racconti di famiglia vengono trasmesse oralmente dalle donne, in genere, non dagli uomini.
E lui non era una eccezione.
Ma quando avevi bisogno anche solo di uno sguardo, lui c'era.
Grazie, babbo, grazie di tutto, non ti dimenticherò mai.
E, non dimenticarlo, ti voglio bene.

Saturday, March 16, 2019

La lezione di Greta

Sarah ed io siamo andate allo sciopero per il clima che si teneva a Parma ieri.
E' stata una esperienza emozionante perché vedere che i giovani non sono addormentati ma ben attenti ai problemi del mondo è stato entusiasmante.
Avevo perso ogni speranza, lo devo confessare.
Facendo le passeggiate con i nostri cani, mi ritrovo sempre a raccogliere immondizia, in giro per il bel paese dove abitiamo.
Quando abbiamo fatto la scelta di lasciare la città, venticinque anni fa, è stato per abitare in campagna, con un'aria meno inquinata, con la possibilità di poter vivere una vita più attaccata alla terra.
Ma in questi anni, ho notato una incuria terribile non tanto da parte dell'amministrazione; lo sappiamo che i comuni, negli anni, hanno perso potere di decisione ed hanno perso fondi.
No, l'incuria è ancor più grave, perché è quella che hanno le persone nei riguardi della cosa pubblica; ed i giovani troppo spesso sono la causa di questa incuria. Fanno sport, ma abbandonano le bottiglie, le lattine nei prati; si ritrovano fra loro, alla sera ed abbandonano le carte delle pizze e le bottiglie e le lattine di birra; rompono e rovinano gli arredi urbani facendo del male a tutti.
Avevo abbandonato l'idea di poter trovare dei giovani attenti all'ambiente.
Già alcuni anni fa avevamo fatto un gruppo ecologico per fare la pulizia dei parchi ma non è stato possibile coinvolgere i giovani; inoltre, quando è la politica che entra in certe iniziative, purtroppo si assistono a degli scontri fra persone che vogliono la visibilità che non fanno onore a nessuno.
Ultimamente, Sarah mi ha coinvolto in questa nuova iniziativa per pulire, nel nostro piccolo, una volta alla settimana compatibilmente con i nostri impegni famigliari, vari spazi pubblici, parchi (qui ne abbiamo per fortuna tanti) ed aiuole più o meno grandi. L'amministrazione ci ha prestato due rastrelli e ci ha fornito dei sacchi per le varie raccolte.
Facciamo pulizia e differenziamo i rifiuti.
Sarebbe bello poter coinvolgere le scuole (abbiamo asili, elementari e medie) ma pare che ci sia qualche ostacolo che noi, ingenuamente, non vediamo e non riusciamo a saltare.
E questo, mi aveva fatto perdere ogni speranza nei riguardi dei giovani.
Ma vedere, ieri, in città a Parma 10,000 persone, studenti, insegnanti, genitori, nonni a manifestare tutti insieme per l'ambiente mi ha riempito di una nuova speranza.
Di giovani attenti alle tematiche ambientali ce ne sono; di giovani pronti a manifestare ce ne sono; di giovani pronti a metterci la faccia e le mani (erano organizzati anche per tenere pulite le strade che facevano parte del corteo) ce ne sono.
Non dobbiamo perdere la speranza.
I buoni messaggi, le buone lezioni, ancora attecchiscono.
Grazie Greta!