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Monday, April 06, 2020

Il corona virus

Un nome regale per un virus di cui, ancora dopo più di due mesi, si sa ancora poco.
Tutto è iniziato quando la Cina ne ha dato, per forza, notizia. Abbiamo visto città deserte ed ascoltato dai nostri giornalisti in Cina la cronaca di una epidemia che ci sembrava lontana.
Ma le cose non sono andate esattamente così.
Tutto è iniziato quando durante un convegno in Germania fu presente una persona proveniente da Shangai che poi ritornò in Cina.
A quel convegno erano presenti persone che abitavano a Codogno, dove iniziò l'epidemia italiana.
Ma anche questo non è del tutto vero, da quello che si sa oggi, poiché già prima c'erano malati di polmonite, non riconosciuta come nascente dal corona virus.
Fatto è che le persone di Codogno, paese vicino al confine Emiliano, frequentavano persone piacentine ed iniziò il contagio anche a Piacenza; in Veneto morì un anziano che, però, sembra non avesse avuto alcun contatto con Codogno.
Furono chiusi in zona rossa (nessuno poteva entrare né uscire) a Codogno e a Vo' Euganeo (paese veneto) ma intanto i contagi si allargavano anche in Piemonte.
Dopo un mese la zona rossa fu allargata a Lombardia, Veneto ed alcune province emiliane e piemontesi; dopo di che la zona rossa fu tolta e divenne tutta zona arancione l'Italia intera, mentre persone meridionali dal nord partivano per tornare a casa in Puglia, in Campania, in Sicilia allargando il fronte del virus.
In tutto questo, oggi sappiamo che il maledetto virus pare fosse in circolazione, libero di agire già da novembre e che l'OMS fosse stata allertata il 31 dicembre, senza che l'Organizzazione Mondiale della Sanità facesse NULLA.
Inoltre, c'è una lotta tra mascherine. Non quelle carnevalesche, ma quelle sanitarie.
E' stato detto di tutto.
Che servono, che non servono, che servono solo per i sanitari, che servono solo ai contagiati, anzi no, che servono a tutti.
Ma non si trovano.
Non si trovavano, le mascherine, prima e non si trovano adesso, dopo più di due mesi dall'inizio del contagio.
Inoltre, non c'è la possibilità di fare il tampone per controllare chi è contagiato e chi non.
Il numero dei contagiati, infatti, viene conteggiato solo in base agli ospedalizzati con i sintomi più gravi ma quanti saranno stati i contagiati che si sono vissuti una "influenza" in casa, con il solo contatto del proprio medico di famiglia?
E non si sa ancora se chi ha contratto il virus, ed è guarito, se è immune o meno.
Non si sa quanto durerà l'epidemia, che nel frattempo è diventata pandemia in tutto il mondo.
Ed in Cina, dopo che avevano superato il contagio, disinfettato tutte le città, chiuse tutte le attività, avevano riaperto tutto ma stanno subendo un contagio di ritorno, delle persone che stanno rientrando in Cina dopo il periodo di chiusura degli aeroporti e dei confini.
Quindi anche da noi, oggi, ancora non siamo arrivati ad avere contagi 0, ma già sappiamo che anche quando diranno che tutto è finito, che si possono riaprire tutte le attività dovremo fare attenzione che non avvenga un contagio di ritorno.
Ed i contagiati, i morti, i guariti non danno numeri reali perché il tampone non è ancora stato fatto in modo totale a tutta la popolazione; i reagenti non ci sono, i laboratori sono pochi.
Intanto ancora ci sono persone  che fanno grigliate, vanno nei mercati, si incontrano.
In questo modo il virus non si ferma certo.
Stanno sperimentando farmaci ma i tempi sono lunghi come sono lunghi i tempi per un vaccino.
Ed intanto si continua ad ammalarsi e a morire, in solitudine, con l'unico conforto di personale medico (che si sacrifica perché molti, troppi ne sono morti), senza poter fare l'ultimo saluto ai propri famigliari e senza avere un funerale.
Questa è la storia, fino ad oggi, del corona virus.
Speriamo presto di poter scriverne la parola fine ...

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