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Wednesday, October 01, 2008

SIAMO TUTTI "DI COLORE"

Ci siamo effettivamente svegliati con una brutta sorpresa: Parma, la città canora, conosciuta per il bel canto, il Teatro Regio, la cultura, la bellezza, improvvisamente dà prova di essere la terza città più razzista dell'Emilia. Proprio una bella sorpresa.
Parma sembra la bella addormentata: da alcuni anni i suoi cittadini paiono addormentati da qualche strano sortilegio. Il crack Parmalat non ha suscitato indignazione, non più di tanto, comunque. In fondo Tanzi era il patron della squadra cittadina .... La metropolitana, questo progetto mostro voluto dall'ex sindaco e continuato dal sostituto (si sapeva che sarebbe stato solo un personaggio messo sullo scranno a perpetrare i misfatti del precedente) non ha suscitato proteste; lo sfacelo della Ghiaia, il mercato storico della città, non ha fatto aprire gli occhi e nemmeno il progetto di distruzione del piazzale della stazione ha suscitato qualche reazione. Proprio come il castello della bella addormentata, dove tutti dormono senza saperlo ... speriamo che la situazione non duri, però, come nella favola per cento anni.
Ora il razzismo, questi brutti episodi che gettano fango su tutta la popolazione.
Perchè se la polizia municipale ha queste reazioni, viene da pensare, probabilmente ha ordini precisi per cui si deve comportare in questo modo; suvvia, la sicurezza della popolazione innanzitutto!
Ma la sicurezza non è in questo modo che si può ottenere. E poi, la sicurezza non deve essere solo per pochi a discapito di altri. Sicuri devono essere uomini, donne, bambini: di tutti i colori.
La sicurezza, la qualità della vita, si ottiene superando i disagi della popolazione che innanzitutto deve avere la sicurezza del lavoro, di uno stipendio su cui poter contare, di una casa dignitosa, di una scuola e di una istruzione per tutti. La sicurezza si ottiene arrestando i veri spacciatori, i veri delinquenti senza distinzione di sorta; non si ottiene fermando le persone solo sulla base del colore della loro pelle. La sicurezza si ottiene dando vita ad una vera giustizia, che sia uguale per tutti e che assicuri dietro le sbarre chi veramente delinque. La sicurezza non è dare indulti e fare uscire i grandi delinquenti; la sicurezza è mandare sotto processo i corrotti, chi non segue le leggi indipendentemente che abbiano o meno i soldi per pagare un avvocato.
Alcuni anni fa, la prima volta che andai a Parigi, ebbi la bella sensazione che il mondo fosse ormai finalmente multirazziale, con una vita giusta per tutti.
A distanza di anni, mi rendo conto che ancora esistono i colori e i non colori, esiste il nord ed il sud, il ricco ed il povero; a distanza di anni mi ritrovo a pensare che ancora siamo molto lontani dal mondo giusto che ho sempre sognato. E pensare che ognuno di noi è più a nord di qualcuno e più a sud di qualcun altro; in America noi europei veniamo tutti classificati come "caucasici", come se non esistesse una geografia ed una distinzione tra i vari popoli. E qui in Europa, i neri sono tutti solo "neri" mentre ci sono i ganesi, gli eritrei, i somali; e gli asiatici non sono tutti uguali, ma sono indiani, cinesi, giapponesi.
Non sono per la politica nazionalista, ma il razzismo è molto rischioso proprio perchè ogni popolo, contro il razzismo, reagisce distinguendo la propria nazionalità rispetto ad un'altra.
Quando arriverà il momento per riconoscerci tutti come abitanti dello stesso pianeta, dello stesso universo?
Io sono italiana perchè il caso (anche se non credo al caso) mi ha fatto nascere in Italia; tuttavia mi sono sempre sentita abitante del Cosmo e quando un altro essere mi cammina vicino non lo vedo a colori ma lo sento come abitante dello stesso Cosmo.
Quando smetteremo di dare potere a politici ignoranti e limitati? Quando faremo sentire la nostra voce all'unisono? Quando apriremo gli occhi e le orecchie?
Attenzione a personaggi che vestono di nero e pretendono di inculcare il monopensiero. Attenzione a distruggere le diversità, attenzione a distruggere le culture. Attenzione a distruggere la compassione, la solidarietà.
Leggete, leggete, leggete, di tutto e soprattutto i giornali che la pensano diversamente dal "comune" pensiero. Leggete e ribellatevi alla uniformità.

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