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Wednesday, April 16, 2025

CICATRICI NELL'ANIMA

 Difficilmente parlo dei miei sentimenti; li nascondo il più possibile perché non voglio appesantire l'animo altrui. 

Soffro di empatia e già questo mi fa soffrire abbastanza e di questo non ho bisogno di parlare: l'empatia è un sentimento che si scopre nel parlare delle situazioni odierne, delle guerre, delle sofferenze dei bambini sotto le bombe.

Ma di solito, di ciò che io sono e sento non ne parlo.

Ma ieri sera, parlando in famiglia di ciò che sentiamo e viviamo, mia figlia ha detto di voler riprendere a dipingere per non perdere la testa con la sua situazione sanitaria.

Ed anche io ho svelato ciò che mi fa soffrire tantissimo.

Oltre alla situazione di mia figlia, c'è anche altro che in me non va.

Da ben 13 anni, da quando è morta mia madre, non canto e non suono la chitarra.

Le corde vocali hanno perso l'elasticità, con le allergie, la polmonite, il covid; la gola è secca, le tonsille gonfie. Ed anche le dita, ormai, si rifiutano di abbracciare il manico della chitarra.

Ma non è tutto questo che mi porta a non cantare più. 

E' ben altro. 

E per la prima volta l'ho detto ieri sera, mentre mi salivano le lacrime.

E nello scrivere, mi salgono ancora.

Tante volte, nella notte, mi ripeto una frase e le lacrime mi scendono.

Il fatto è che è difficile per me dirlo e riconoscerlo.

Il fatto è che da 13 anni, da quando è morta mia madre, sono spezzata.

Sono spezzata dentro, ho l'anima spezzata.

E non riesco a riattaccarla.

Forse, come mi ha detto un'amica di mia figlia, devo finire di scrivere "Sciogli il Drago - La settima figlia", per riallacciare tutta la storia e togliermi il peso che sento nel cuore.

Ci vorrebbe un bell'attacca tutto per riappropriarmi della mia anima.

Perché sin da bambina, cantare e suonare per me è stata una bella valvola di sfogo; non mi sentivo mai sola, le gioie ed i dolori li mettevo nelle canzoni che cantavo.

Ed ora non riesco più a ritrovare i pezzetti della mia anima.

Non c'è più mia madre che mi chiedeva di cantare alle nostre feste; all'epoca quasi mi dava fastidio, mi sentivo un po' il gira dischi che è obbligato a girare mentre gli altri ballano.

Ma mia madre conosceva la mia anima, perché era la sua stessa anima. 

Era lei che cantava, in casa, quando era ragazzina; lei mi ha sempre spinta a far parte di cori, lei mi ha sempre accompagnata, da piccola, agli spettacolini dove cantavo.

Lei era orgogliosa della mia voce, era orgogliosa di noi che cantavamo, in cinque a suonare la chitarra, in sette a cantare, insieme, abbracciati, all'unisono, durante le nostre feste.

Questo mi manca e questo mi spezza il cuore, mi spezza l'anima.

Mia madre non c'è più. Se n'è andata. E la sua partenza, per un po' di tempo, ci ha divisi.

Ed ancora non siamo riusciti a ritrovare quella voglia di cantare insieme.

Ed io sono spezzata dentro.



Thursday, March 27, 2025

E LE STELLE STANNO A GUARDARE

 Tutto è iniziato due mesi fa o forse molto prima.

Da tre anni c'è la guerra in Ucraina che ha subito l'invasione della Russia di Putin.

Ma anche questo forse è iniziato molto prima, nel 2014, quando la Russia di Putin occupò la Crimea e né l'Europa né gli USA ebbero nulla da ridire. Nonostante la Crimea facesse parte dello stato dell'Ucraina.

Ma la situazione, oggi, è questa: due mesi fa si è installato come presidente degli Stati Uniti d'America Trump che quattro anni fa fece occupare il Campidoglio e provocò disordini per rivendicare la presidenza vinta, invece, da Biden. Fu allora che tutto cominciò perché Trump gridò: VENDETTA!

Vendetta contro il presidente eletto, vendetta contro tutti coloro che lo riconobbero come tale.

E due mesi fa, insediandosi alla presidenza USA, Trump ha gridato di nuovo: VENDETTA!

Contro il mondo intero, dichiarando di voler acquisire la Groenlandia (paese indipendente ma sotto il controllo dell'Olanda, quindi facente parte, in un qualche modo, dell'Europa), il golfo del Messico chiamandolo golfo d'America, il canale di Panama.

Dichiarando, però, di voler fare il pacifista obbligando, in qualche modo, la fine della guerra in Ucraina (che per lui è causa del suo mal) e in Palestina, bombardata da Israele comandata da Netanyahu . Ma come costringerli a fare la pace? A Putin promettendo le terre ucraine semi occupate già dai russi, con l'intento però di prendersi per sé le terre rare del sottosuolo ucraino; a Netanyahu dando l'assenso per distruggere la Palestina, con l'intento, poi, di farne una riviera tutta ricostruita dagli USA ad uso dei ricchi americani.

E l'Europa? Piena di scrocconi che non meritano altro che dazi perché hanno, a suo dire, approfittato delle spese in armamenti degli americani. E quindi, "muoia Sansone con tutti i filistei" e distruggiamo le colonne portanti di questo vecchio continente che, in fondo, ha potuto arricchirsi per 80 anni nella pace e nella democrazia. 

E Putin, che faccia ferro e fuoco dell'Europa, noi non muoveremo un dito, a patto, però, che lui ci lasci prendere senza reagire la Groenlandia.

In tutto questo la Cina sta a guardare.

Trump non dà alcuna considerazione all'Europa che in questi tre anni ha aiutato con soldi l'Ucraina; per lui, nessuno in Europa ha l'autorità e l'autorevolezza di sedere al tavolo delle trattative di pace. D'altra parte nemmeno il presidente ucraino, sbeffeggiato ad oltranza, merita di sedere a quel tavolo. E per quanto riguarda la Cina, l'odiosa Cina, se riesce il gioco con Putin, Trump sarà riuscito a rompere l'alleanza Russia - Cina e, secondo lui, glie ne verrà in tasca un bel colpaccio.

Non dimentichiamo il Canada, perché per Trump è già cosa fatta che diventi il 52esimo stato degli USA, aggiungendo così una stelletta alla bandiera.

Il risultato di questo gioco del risico è, oggi, questo: la Gran Bretagna, (che ha la bomba atomica) uscita dall'Unione Europea con il Brexit (il referendum che l'ha decretata nel 2020, cinque anni fa), oggi ne sta rientrando per allearsi con l'Europa contro le decisioni di Trump perché, come si sa, il Canada non si tocca facendo pur sempre parte, nonostante sia indipendente, del Commonwealth; sempre per la stessa ragione l'Australia si unisce a questa "strana" alleanza; la Francia (che ha la bomba atomica) ha cercato di portare alla serietà Trump, permettendosi (Macron) di correggerlo nei dati delle spese affrontate in questi tre anni in Ucraina poiché l'Europa ha stanziato ben più soldi per questo scopo rispetto agli USA a dispetto di ciò che va cianciando Trump. 

E l'Europa?

Intanto ha dato l'autorizzazione ai vari stati membri di riarmarsi, spendendo soldi.

La Germania, con il nuovo governo da poco installato, ha sgranato gli occhi e non se l'è fatto ripetere, finanziando immediatamente le proprie industrie per la riconversione per la produzione di armamenti, dopo ben 80 anni di divieto assoluto (visto quello che avevano combinato in Europa 100 anni fa). 

Così potrebbe fare, evidentemente, anche l'Italia ma l'Italia, si sa, è sempre molto lenta nelle sue decisioni: con un piede di qua e con un piede di là, esattamente come 100 anni fa, ci sentiamo amici sia di Trump che di Putin e non ci va di prendere decisioni né contro l'uno né contro l'altro. In fondo, pure il padre di questi quattro scappati di casa che oggi siedono al governo italiano fece così, salutando alla romana il dittatore tedesco e buttando gli italiani in pasto in una guerra senza moschetti né scarponi.

Siamo però nell'Europa e ai tavoli facciamo finta di voler difendere l'Ucraina, mentre l'Italia va a rotoli e diventa sempre meno importante a livello internazionale. Pazienza se con i dazi, i nostri industriali perderanno un po' del loro mercato ... 

E l'Europa? Intanto ieri si sono tutti incontrati a Parigi, in 31 paesi: i 27 europei più il Canada, più l'Australia e forse qualche altro paese con i pinguini. 

Non mi pare che ne sia uscita qualche decisione, se non quella di dire ai cittadini europei di preparare uno zaino a testa con un kit di sopravvivenza. Non per la guerra, perché con le bombe atomiche c'è poco da sopravvivere, si sa, ma per qualche altra evenienza, alluvione o terremoto che sia perché la protezione civile non potrà certo salvare tutti e i medici non potranno curare tutti perché per armarsi bisogna pur tagliare qualche spesa.

Ed allora andiamo a comperare questi kit e mi raccomando che ci sia anche un coltellino svizzero (facendo felice la Svizzera, neutrale in tutto questo come sempre ma che trova sempre il modo di arricchirsi) con tanti utensili perché in 72 ore chissà, forse avremo bisogno di scavarci la fossa da soli o di tagliare qualche albero e farci un bel falò, così non se ne parla più.

Ed in tutto questo noi che possiamo fare o dire? NULLA.

E LE STELLE STANNO A GUARDARE (cit. Archibald Joseph Cronin). 

Saturday, January 11, 2025

INDOVINELLO

 C'erano quattro amici al bar: uno era processato, ma aveva schivato la prigione; uno era drogato; uno era un ladro ed uno faceva il palo ma, all'occorrenza, sapeva maneggiare il grimaldello.

Quattro egocentrici psicopatici.

Decisero di fare il colpo grosso: uno avrebbe fatto l'amico, l'altro avrebbe promesso di far crescere gli zecchini d'oro sotto un fico mentre il ladro con il grimaldello del palo avrebbe rubato tutto il possibile ed immaginabile. 

Ci impiegarono un po' di tempo, ma la banda del buco sapeva come agire di nascosto, a notte fonda; forse approfittando di una festa con i fuochi d'artificio o forse portando i fuochi d'artificio fatti professionalmente  proprio da loro.

Nessuno si sarebbe accorto del loro arrivo, mascherati come erano con parrucche e bei vestiti.

I personaggi come loro, Dante, li mise nel girone degli impostori, vestiti con giacca e cravatta per nascondere il pungiglione tagliente ed avvelenato attaccato al deretano.

Ed infatti, nessuno si accorse di loro; accecati dai bagliori dei fuochi d'artificio, le persone non si accorsero che quelle luci non erano fuochi d'artificio. 

Si svegliarono, una mattina, trovando l'invasore sotto casa.

E non restò loro che gridare: O bella ciao, o bella ciao, bella ciao, ciao, ciao ...  


Wednesday, January 08, 2025

Carabinieri indagati

 Ultimamente i carabinieri sono sotto inchiesta: uno a causa di un inseguimento, uno perché ha sparato ed ucciso.

Premessa: poliziotti e carabinieri hanno un protocollo da seguire: intimare l' alt tre volte, sparare a vuoto per altre tre volte; solo dopo, se sono sopravvissuti, possono reagire.

L'inseguimento di due ragazzi in motorino è finito con la morte di uno dei ragazzi; ieri è stato reso pubblico il video dell'inseguimento ed i carabinieri tra  loro si dicevano: Dai, dai, che lo facciamo cadere.

Erano due ragazzi che non si sono fermati ad un posto di blocco, avevano qualche grammo di droga ed avevano paura, quello che guidava non aveva la patente ed il motorino non era per due. Già per tutto questo erano in contravvenzione; in più non essendosi fermati al posto di blocco hanno invitato all'inseguimento. 

Il carabiniere indagato per aver sparato ed ucciso è per un altro episodio: un ragazzo ha accoltellato una persona e si apprestava ad accoltellarne altre. Il carabiniere, se non ricordo male, ferito lui stesso ha sparato ed ucciso.

Ora, è chiaro che i poliziotti ed i carabinieri avrebbero bisogno di supporto psicologico, sempre, durante la loro attività, fino alla pensione. 

Siamo tutti d'accordo che non è possibile che un ragazzo muoia durante in inseguimento per pochi grammi di droga; dispiace quando un uomo viene ucciso, sebbene abbia accoltellato delle persone.

Ma nessuno difende i carabinieri ed i poliziotti quando accadono queste cose.

Dobbiamo invece farci tante domande: da quante ore erano in servizio i carabinieri al momento dell'episodio? Era già successo qualcosa? Erano in allerta per altri episodi, cercavano qualcuno in particolare?

M soprattutto: siamo certi che vengano rispettati i turni, che ci sia personale sufficiente per coprire tutti i servizi e, soprattutto, siamo certi che vengano pagati a sufficienza e che ricevano gli encomi, quando se li meritano? O siamo sempre solo pronti a biasimarli? 

Quanto può essere frustrante darsi da fare per catturare i delinquenti e vederli, dopo poche ore, ancora in circolazione?

Mi ricordo mio padre.

C'era un personaggio che lui, amante dei soprannomi, chiamava Patatruc. Era un delinquentello, me lo ricordo, scuro di carnagione (sporco sicuramente perché all'epoca, anni '50, non c'erano immigrati), senza casa, che entrava ed usciva di prigione. Quando usciva, veniva da mio padre a chiedere aiuto e mio padre, immediatamente, lo portava in cantina (non ne aveva alcuna paura, mio padre, che aveva delle fiorentine al posto delle mani e all'occorrenza le usava) e gli dava coperte e vestiti. Avevamo un armadio pieno di coperte inutilizzate ed abiti dismessi che, invece di essere dati allo straccivendolo che passava regolarmente, venivano utilizzati per chi non aveva nulla.

Sapevo che Patatruc non aveva nessuno a cui chiedere aiuto se non mio padre di cui, evidentemente, conosceva perfettamente l'indirizzo; sapevo che mio padre non ne aveva alcuna paura, ripeto.

Mi viene in mente il film Guardie e ladri, in cui Aldo Fabrizi faceva il carabiniere ed inseguiva a piedi Totò. Ecco, Patatruc era un Totò, disgraziato, amico del carabiniere che lo catturava sempre ma che ne aveva compassione.

Chiediamoci sempre chi c'è dietro alla divisa; chiediamoci sempre chi c'è dietro alla faccia da delinquente. 

Ricordiamoci sempre che i mafiosi ed i veri delinquenti non si fanno prendere facilmente e si nascondono fra noi. 

Ma ricordiamo anche che sotto quelle divise ci sono persone che rischiano la pelle ogni giorno, in questa nostra epoca in cui le regole si sono stravolte. 

Mio padre con il suo stipendio riuscì a mantenere e a far studiare sette figli.

Un carabiniere, oggi, o un poliziotto, riesce a fare altrettanto con il suo stipendio?

Ogni volta che criticate un uomo in divisa fatevi qualche domanda. 

E se ci riuscite, datevi la risposta.


Thursday, January 02, 2025

L'anno che verrà

 Caro amico ti scrivo e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò.

E' arrivato l'anno nuovo ma ancora qui qualcosa non va.

Abbiamo già maturato, in tre giorni, un intrigo internazionale, due stragi in America ed un bimbo abbandonato e morto assiderato.

L'intrigo internazionale è la triangolazione in cui si è trovata, suo malgrado, la giornalista Cecilia Sala che è stata arrestata in Iran con accuse inesistenti per costringere l'Italia a consegnare a loro un ingegnere iraniano che gli USA accusano di aver collaborato con i terroristi nell'assassinio di tre soldati americani.

Le due stragi sono state effettuate a New Orleans e a New York durante i mercatini di Natale da due terroristi (?) forse, di sicuro erano due veterani. Forse in America dovrebbero chiedersi come vengono trattati i loro veterani.

Il bimbo abbandonato a Bari non avrebbe dovuto morire: la mamma, che probabilmente non aveva l'opportunità di crescerlo, dopo un mese dalla nascita lo ha lasciato in una culla termica salvavita. Pensava, quella mamma, che il suo bimbo avrebbe trovato una vita migliore, forse, con una mamma ed un papà che gli avrebbero voluto bene per tutta la sua vita. Ma qualcosa è andato storto e la culla, forse chiusa male, forse non funzionante, è stata una trappola per quel bimbo che per un mese era stato amato dalla sua mamma. Il campanello non ha suonato, la culla non è andata in funzione ed il bimbo è morto assiderato. Quanto avrà pianto quel bimbo? Quanto piangerà la sua mamma?

Ecco, caro amico, cosa è già successo in soli tre giorni del primo anno.

Non abbiamo i sacchi di sabbia alla finestra, non ancora e speriamo, noi, di non averne bisogno mentre in Siria, a Gaza, in Ucraina anche se li avessero non servirebbero contro i droni ed i missili e le bombe.

Qui, da noi, c'è chi ha festeggiato l'arrivo del nuovo anno sparando e ci sono stati feriti e morti.

Non è sceso nessun Cristo dalla croce e chissà forse è meglio così, per lui: verrebbe fucilato appena sceso, anche solo per gioco.

Il nuovo anno è arrivato ma tra un anno passerà.

Io mi sto preparando, è questa la novità.