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Sunday, September 08, 2024

8 settembre 1943 - 8 settembre 2024

 Oggi nessuno ha commemorato l'8 settembre 1943, giorno dell'armistizio in cui l'Italia usciva dall'alleanza con il nazismo ed iniziava la guerra civile. 

Ebbene, io lo voglio commemorare, riportando le memorie di mia madre ed un documento il cui oggetto era mio padre.

Quell'8 settembre,  dopo che il Gran Consiglio del 25 luglio aveva destituito Mussolini, Badoglio dichiarò l'armistizio e la resa nei confronti degli alleati.

Badoglio e la famiglia Savoia (non voglio nemmeno chiamarla reale perché di regale non avevano nulla) fuggirono lasciando gli italiani e gli eserciti senza nessuna guida.

Fermo restando che fino a quel giorno tutti erano stati fascisti. Non si poteva lavorare senza la tessera fascista; l'esercito, le forze di polizia erano per forza fascisti. 

I carabinieri no, perché erano Carabinieri Reali, l'arma in difesa della famiglia Savoia. 

Ma tutti erano fascisti  .... tranne chi non lo era mai stato ed era in galera, o era stato torturato e trucidato, o era in esilio. 

Perché i socialisti avevano resistito. Mio nonno materno era socialista e spesso il suo locale era stato oggetto di rappresaglie.

Mio padre era Carabiniere Reale. 

E quell'8 settembre capì subito da che parte stare.

Era in forze in Liguria. Il suo comandante fece un accordo segreto con il capo dei partigiani liguri.

E mio padre, pur rimanendo carabiniere, fece l'informatore per i partigiani: informava quando c'erano le rappresaglie. Molti furono i partigiani salvati

Ma non tutti sapevano di quell'accordo. 

Ed alla fine della guerra, quando ci fu la liberazione, mio padre fu ricercato sia dai carabinieri sia dai partigiani perché il comandante di Legione scappò mentre il capo dei partigiani fu arrestato dalle SS.

Mio fratello più grande mi raccontò quando finalmente mia madre trovò mio padre che rimase in fuga, latitante tanto tempo.

Mio fratello mi ha raccontato di aver visto nostro padre senza la sua divisa, senza scarpe e senza calze, all'aperto, dietro un cancello forse di una scuola, con un pagliericcio per letto.

Solo a giugno del 1945 il capo dei partigiani, non si sa come, salvo, tornò in Liguria e scrisse un documento in cui spiegò l'aiuto avuto da mio padre.

Questo permise a mio padre di riprendere il suo lavoro di carabiniere, fu reintegrato ma per mandarlo a sminare il territorio.

Mia madre mi raccontava che, con i due bambini piccoli, andava sul luogo dove mio padre sminava perché voleva morire con lui, se questo fosse successo a lui.

Con l'arrivo della democrazia, comunque, mio padre non fece mai carriera nonostante fosse il più medagliato dalla Legione di Parma. La sua promozione a brigadiere arrivò una settimana dopo la sua pensione, a 52 anni.

L'Italia non potrà mai essere pacificata fino a quando sopravviverà la generazione che ha memoria di ciò che successe in Italia. 

In tutte le famiglie italiane, in quell'epoca accadde che qualcuno fosse fascista e qualcun altro fosse partigiano. In tutte le famiglie ci sono ricordi discordanti. 

Perché la guerra civile era entrata in ogni famiglia.

Alla fine della guerra, siccome tutti i funzionari dello stato erano stati fascisti, nonostante in Costituzione sia stato messo al bando il partito fascista, l'Italia si è ritrovata ugualmente gli stessi volti a riprendere il governo. 

C'era una Italia da ricostruire, probabilmente c'era bisogno di tutti.

Ma come qualcuno ha detto, se avessero vinto loro, tutti gli uomini democratici, di sinistra e centro, sarebbero stati uccisi, ma siccome aveva vinto la democrazia, i fascisti furono lasciati vivi, in grado ancora di fare del male con le loro idee e la loro ideologia.

Non siamo pacificati e lo vediamo ogni giorno.

Non so voi, ma io non ho alcun problema a dire: sono antifascista.


Friday, September 06, 2024

Segreto d'ufficio: questo sconosciuto.

 I fatti quotidiani della politica italiana mi costringono a parlare di una cosa ovvia: il segreto d'ufficio.

Quando fui assunta nel mio primo impiego a tempo determinato, dopo il diploma, il titolare mi chiese: Sai cosa è il segreto d'ufficio? Non ebbi problema a rispondere: Certo. Sono figlia di un carabiniere, ne ho sempre sentito parlare.

La conversazione finì lì.

Erano già sei anni che, durante l'inverno o le vacanze estive, lavoravo, per imparare il mio lavoro impiegatizio: avevo lavorato presso ingegneri che mi facevano battere a macchina i capitolati dei lavori dell'amministrazione comunale; avevo lavorato in una copisteria per battere a macchina le tesi dei laureandi e non solo; avevo lavorato presso un ufficio legale.

Nessuno dei titolari di questi lavori (pagati e no) mi aveva posto il quesito.

Negli anni scolastici ho studiato: Legislazione Sociale, Statuto dei Lavoratori; Diritto Pubblico; Diritto Privato; Diritto Costituzionale. Oltre a Scienze dell'amministrazione e Scienze delle finanze.

Il mio diploma (segretaria d'amministrazione con specializzazione in corrispondenza estera in lingua inglese e francese) presentava una serie di studi per prepararci a lavorare in amministrazioni ed uffici pubblici o privati.

E da una vita considero il segreto d'ufficio come un obbligo per i dipendenti di qualsiasi impresa, privata o pubblica, commerciale o meno.

Eppure questa situazione del ministro della cultura (bel ministro, con lacune letterarie, storiche e geografiche non indifferenti) fa risultare ministri e ministeri dove cani e porci possono inserirsi o millantare inserimenti, registrando immagini e conversazioni.

Problemi di sicurezza? Problemi di spionaggio? 

La telenovela continua ...