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Monday, October 21, 2013

ESUBERI IN INTESA SAN PAOLO????

Nei momenti di crisi, ormai si sa, i ricchi diventano sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri.
Nei momenti di crisi, si sa, c'è chi arraffa tutto e c'è chi perde tutto.
Nei momenti di crisi, si sa, se non c'è un governo con le idee chiare e soprattutto dalla parte della popolazione, al peggio non c'è fine.
E così ci si suicida perché non si arriva a fine mese mentre qualcuno compra case, beni statali e mette "da parte" i soldini da portare al sicuro all'estero.
In Banca Intesa si pensa che ci saranno 35.000 esuberi; cioè, probabilmente 35.000 famiglie si ritroveranno improvvisamente forse a dover fare i conti con una cassa integrazione (mai esistita per le banche!!) o forse con baby-pensionati a 55 anni (ma non si doveva andare in pensione a 65 anni???) o forse qualcuno verrà messo in esodo: né pensione, né stipendio ...
La classe media, ormai si sa, non esiste più.
Già agli inizia degli anni '90 fu tolta la scala mobile; forse i giovani lavoratori (disoccupati) non la conoscono nemmeno. Era quella che veniva chiamata anche "contingenza"; era un punto percentuale, deciso dal governo, di inflazione, di mancato valore del denaro perché, si sa, il valore del denaro di oggi domani non sarà più quello (grazie ai mercati finanziari ed alle speculazioni in borsa). Quel punto percentuale permetteva agli stipendi di aver quel punto di aumento per stare al passo con l'inflazione. Per cui se avevi uno stipendio di 250.000 lire (anni settanta) sapevi che, comunque, potevi spendere per 250.000 e non per 200.000 lire. Dagli anni '90 con la fine della scala mobile questo non è più così e quindi se oggi prendi uno stipendio di 1000 euro sai già che domani potrai comperare per 900 euro e non per 1000 euro.
Insomma, dagli anni '90 gli stipendi sono sempre gli stessi, nonostante il costo della vita sia aumentato.
In questo modo, da venti anni a questa parte c'è la stagnazione poiché se gli stipendi non aumentano con il punto percentuale di aumento del costo della vita, c'è poco da sperperare o meglio c'è poco da spendere.
Ma non è così per tutti perché, come dicevo, in momenti di crisi c'è chi si impoverisce mentre c'è chi arraffa.
Quando in Banca Intesa è subentrato Passera qualcosa è cambiato in quella che era la banca italiana più forte (Banca Commerciale Italiana); il fondo pensioni che era così fiorente e permetteva a chi andava in pensione di essere sicuro di percepire uno stipendio in attesa della pensione INPS (i cui tempi sono sempre stati molto lenti) fu derubato; la Fornero ebbe la bella idea di pensare agli "esodati" e di sperimentarli in Banca Intesa, persone che si sono trovate fuori dalla banca senza stipendio né pensione. Si sarà chiesta di cosa potevano vivere? Non credo.
Sono subentrati altri personaggi nella banca ormai depauperata fino ad arrivare ad oggi.
Da L'Unità del 3 ottobre 2013:
"I privilegi di Cucchiani scuotono Intesa SanPaolo. La liquidazione e la pensione del manager in uscita diventano un caso politico. Megale (Cgil): un affronto ai lavoratori - Interrogazione del PD.
Il viceministro Fassina (oggi dimissionario): un manager porta via tutti quei milioni mentre il settore è in crisi.
... Financial Times: "Quando le dimissioni di un amministratore delegato non sono davvero dimissioni? Quando la banca è l'italiana Intesa San Paolo"."
Perché, come spiega l'articolo, Enrico Cucchiani ha lasciato il suo posto ma non se ne andrà via subito: resterà senza incarichi altri sei mesi, per maturare la pensione ed un altro milioncino di stipendio lordo.
Tutto questo mentre in una riunione che doveva restare segreta si è pensato di mandare in esubero 35.000 dipendenti ...
Questa è l'Italia e non possiamo stupirci più di tanto se non viviamo in uno stato giusto.
Lo Statuto dei Lavoratori è stato stravolto; il diritto di sciopero è una burla poiché gli scioperi devono avere un preavviso di 30 giorni (si è mai visto che gli scioperi debbano avere un preavviso?); il diritto alla salute se ne sta andando in fumo mentre negli USA il modello che era italiano sta per essere messo in piedi per assicurare la salute a tutti; il diritto alla casa, il diritto al lavoro, il diritto allo studio, il diritto a formarsi una famiglia sono ormai solo nella carta Costituzionale (e adesso qualcuno vuole mettere mano anche alla Costituzione).
Ecco, questo è lo stato in cui viviamo: uno stato in cui la vera ricchezza sta nella cultura e nei beni culturali ed in cui un ministro ignorante ha deciso di togliere la storia dell'arte come materia di studio persino negli istituti d'arte; uno stato in cui si rimette l'apprendistato per ragazzi che non hanno il diploma (e tutti i giovani diplomati e laureati disoccupati sono figli di nessuno?); uno stato che come "patto di stabilità" preferisce vendere le carceri, le scuole, gli ospedali piuttosto che renderli utilizzabili; uno stato che lascia che siano i privati cittadini "di buon cuore" (e buon portafoglio) a restaurare i monumenti.
Questa è l'Italia, amici miei. Questo è il risultato di un pensiero in cui "la cultura non dà da mangiare".
Ed io imperterrita ed impenitente, continuo a ripetere: Leggete, gente, leggete. Aprite la mente, aprite il cuore, leggete e non stancatevi mai di pensare con il vostro cervello. La mente non potrà mai essere prigioniera; i desideri non potranno mai essere legati; i sogni non potranno mai essere cancellati.
Leggete, leggete e non stancatevi di leggere, qualunque cosa pur che possa servire per essere LIBERI.

Sunday, September 01, 2013

Sensazioni

Forse con l'età che avanza si sente maggiormente la voglia di ritrovarsi fra fratelli e sorelle.
Non so se è così per tutti, ma per me vedere i miei fratelli e le mie sorelle almeno qualche volta, durante l'anno, è molto importante.
Nonostante la vita ci divida, per esperienze, per fatiche, per carattere e sensibilità diverse, l'infanzia vissuta insieme, le gioie ed i dolori condivisi,  per forza uniscono le persone; non ha importanza se a volte succede di ferirsi, non hanno importanza le parole che, può accadere, vengono dette nel modo e nel momento sbagliato. Non abbiamo tutti il senso dell'ironia o dell'umorismo; alcuni sono ironici sempre, altri hanno un umorismo tutto loro, altri ancora sono sensibili, altri sono permalosi. E' difficile riuscire a prendere ognuno nel verso giusto. Ma non è difficile amare.
Voglio molto bene ai miei fratelli ed alle mie sorelle maggiori, alla cui ombra sono cresciuta senza sentirmi in ombra; lo so, sono molto diversa dalle mie sorelle. Una ha imparato presto, troppo presto, ad essere "la maggiore"; l'altra  ha vissuto esperienze dolorose troppo presto, troppo presto è stata mamma e moglie, troppo presto ha pianto. Eppure, ognuno dei miei fratelli ed ognuna delle mie sorelle mi ha insegnato, mi ha guidato; ognuno a suo modo, ognuno con la propria sensibilità, ognuno con le proprie esperienze, ognuno con parole differenti. Ma, lo so, ognuno con un suo modo proprio di amare.
Per questo motivo voglio molto bene ad ognuno di loro: non sarei quello che sono se non avessi avuto i miei fratelli e le mie sorelle; così come non sarei quello che sono se non avessi avuto il padre e la madre che ho avuti, così diversi eppure così uniti da essere dei collanti anche se non sono più presenti.
Le mie memorie sono solo memorie dei momenti felici e quelli dolorosi sono leniti dall'amore che sento per la mia famiglia, quella famiglia che ha avuto origine da una unione così forte ed amorevole.
Auguro ai miei fratelli ed alle mie sorelle di provare lo stesso amore ognuno verso l'altro perché nella vita è solo l'amore che ci guida verso una meta di serenità.

Friday, August 16, 2013

Ferragosto 2013

Il 15 di agosto a Fontanellato c'è la fiera dell'Assunta, è la fiera del paese, una fiera un po' pagana ed un po' cristiana, con bancarelle di mercato, un mercato molto vasto a dir la verità, con tanto di luna park.
Odori, sensazioni, voci, musiche si accavallano, in un incrocio di lingue e di popoli e di colori.
Frequentavo la fiera quando ero piccolissima, essendo mia madre di origine fontanellatese; ormai, i suoi fratelli e le sorelle non ci sono più, ci sono solo alcuni miei cugini. Ma io andavo a casa di uno zio, quando ero piccola. L'ultima volta, ricordo, era già nata la prima bimba di mia cugina che abitava (ed abita) in paese.
Ieri mi sono persa, girando per il mercato, dopo essere andata al cimitero.
Mia madre, morta un anno e mezzo fa, ha voluto, dopo la cremazione, che venisse cremato anche mio padre (già sepolto a Fontanellato) ed ha desiderato che le due urne venissero ancora allocate nel cimitero di Fontanellato dove, per altro, ci sono ancora i resti dei suoi genitori, di una sorella,  di un fratello e della sua figlioletta.
I miei ricordi si sono mescolati con i suoi, che sempre mi raccontava.
I ricordi si accavallano, passato e  presente si confondono e sono alcune notti che tardo a prendere sonno perché proprio mentre mi corico mi vengono alla mente. Se abitassi da sola, probabilmente, scriverei tutta notte poiché è il momento in cui i pensieri ed i ricordi sono più limpidi e mi appaiono chiari.
La giornata di ieri mi è piaciuta tanto, passata con mio marito, mia figlia ed il suo compagno perché mi è sembrato di tornare alle origini, quelle origini della settima figlia di cui sto cercando di ripercorre la vita.
I ricordi sono tanti, i suoi abbracciano i miei, diventano un tutt'uno che mi fa comprendere quanto il cerchio della vita sia infinito.
Il cielo, limpido ed azzurro, mi diceva che qualcuno era al mio fianco, con i suoi occhi azzurri sorridenti.

Wednesday, August 07, 2013

La settima figlia

Ho ripreso a scrivere il racconto sulla mia famiglia ... sono arrivata, come cronologia, al 1964. C'è ancora tanto da scrivere e da ricordare, ma intanto ho già scritto la fine ...
E' molto più facile, in questo momento, scrivere racconti di fantasia che non i miei ricordi, ma è un percorso che devo e voglio fare perché è una elaborazione di ciò che è stato che mi serve per poter proseguire il cammino. E' un cammino di guarigione che deve essere fatto e per questo motivo non mi voglio censurare e voglio scrivere anche ciò che può essere doloroso. Chi mi ama, se vorrà leggere, capirà. Tanto, so già che chi mi deve capire, chi mi deve accarezzare, mi capisce e mi accarezza ... nel ricordare, li sento vicini, in ogni momento della mia giornata; a volte i ricordi mi fanno piangere, a volte mi fanno sorridere, ma sono ricordi che devono essere vissuti e lasciati  senza trattenere il pianto né il sorriso.


Thursday, July 25, 2013

Il link sotto per seguire sul canale youtube il video con la poesia in ricordo di mia madre.
https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=ouoORI241a0 
Le emozioni sono improvvise, come improvvise arrivano le parole.



Saturday, July 06, 2013

Sito web

Nel link sotto potrete trovare il mio sito web con biografia e tre racconti inediti.
Buona lettura.
http://www.poetipoesia.com/liliana-zampella/

Friday, July 05, 2013

Mobbing

Non so come mai, dopo anni ho ripensato a ciò che mi è capitato lavorando in una grande industria farmaceutica di Parma, dove ho avuto la sfortuna di conoscere uomini veramente inqualificabili.
Avevo una mansione che mi creava molti problemi di stress che mi provocavano delle emiparesi abbastanza preoccupanti. Soffro da quando avevo 19 anni di un disturbo circolatorio che si aggrava in situazioni di stress e quello che oggi chiamiamo mobbing è un atteggiamento che può provocare vari problemi di salute, psicologi e fisici.
All'epoca, tra il 1986 ed il 1991, il mobbing non si conosceva e non era riconosciuto come atteggiamento letale verso la persona; avevo un capoufficio che faceva di tutto per mettere in discussione il mio operato e la mia organizzazione del lavoro. Nell'86, quando sono stata assunta, la mia mansione era scrivere documenti, copiare documenti, lettere o altro, scritti da circa una quindicina di persone; copiare a computer, stampare ed archiviare, questa la mia mansione. Copiare anche gli errori, non dovevo usare il mio intelletto ma dovevo copiare ciò che mi veniva portato in italiano, inglese e francese. Lettere, contratti, documenti legali.
Ma non era la mole di lavoro il mio problema, anche se era veramente tanto e ogni documento aveva la sua urgenza. Inizialmente, il problema è stato il computer che fino ad allora non avevo mai usato. Avevo già una certa velocità di scrittura dovuta alla scuola fatta ed alle esperienze lavorative precedenti, ma non conoscevo il computer che inizialmente trovavo ostile. Ma il problema vero è stata una persona, il capoufficio, che non usando il computer pensava che la macchina potesse fare miracoli facendo tutto da sola. Inoltre, i suoi documenti erano sempre quelli più urgenti e me li presentava nell'orario di fine lavoro. Avevo il suo fiato sul collo sempre, continuamente, mentre scrivevo, se scambiavo una chiacchiera con una collega, se prendevo cinque minuti di pausa. Sempre a controllare ciò che facevo, con tono pacato e lecchino, ma sempre dietro le mie spalle. In quattro anni ho avuto quattro emiparesi, in ufficio; il tempo di chiedere aiuto alle colleghe poi il vuoto, negli occhi, nella mente, un braccio morto ... Chiesi un cambio di mansione che mi fu rifiutato ripetutamente. Subìì un processo presenti il capo del personale, il direttore, il capoufficio; feci notare gli atteggiamenti vessatori del capoufficio ma i tre uomini si coalizzarono. Io, non avendo altro da poter fare, diedi le dimissioni dopo aver trovato un altro lavoro. Ma ho la sfortuna di incontrare persone che continuamente si approfittano della mia disponibilità personale e professionale ed ho subito mobbing anche in altre due situazioni lavorative successive, questa volta causate da due donne, forse gelose, forse invidiose.
Purtroppo il mobbing è stato riconosciuto come atteggiamento vessatorio verso la persona solo negli ultimi anni. E' terribile esserne oggetto perché fa crollare l'autostima, oltre a provocare problemi di insonnia, psicologici e fisici.
Da quelle esperienze sono riuscita ad uscirne da sola, scappando se vogliamo poiché ho sempre dato le dimissioni, ma ne sono uscita. Faccio un lavoro che in effetti era la mia prima passione ed anche se spesso faccio fatica a ricevere i miei soldi (ed anche questo, se vogliamo, è mobbing), almeno ho la consolazione di fare un lavoro socialmente utile. I bambini, ne sono certa, sono la parte migliore della nostra società se ben guidati ed io cerco di essere, anche se part-time, una buona guida.
Inoltre scrivo e la mia testa funziona perfettamente, riesco a sognare, cosa che sotto stress non faccio. Il computer mi è amico e registra ogni mio pensiero.
Sì, il mobbing, costringendomi a lasciare un lavoro ed uno stipendio sicuro, mi ha impoverito economicamente, ma personalmente mi sono risvegliata e mi sono arricchita di ben altra ricchezza ...

Wednesday, July 03, 2013

Mamma

Il giorno in cui te ne andasti
nei miei occhi c'era solo l'azzurro
l'azzurro dei tuoi occhi
che mi lasciavano senza un saluto
senza una lacrima
senza un sospiro.
Ho ancora il tuo azzurro
nei miei occhi
ed ancora sento il tuo sospiro
e sento il tuo cuore
ascolto la tua anima
senza una lacrima
senza un sospiro
con l'azzurro negli occhi.

Saturday, May 11, 2013

Per Gabriele Francesco

Gabriele Francesco, nato l'11 aprile 2013, morto lo stesso giorno sotto un cavalcavia dove è stato abbandonato, ha avuto il funerale ieri, 11 maggio.
Non ha importanza che nome avessero i suoi genitori, anche se rimarrà sempre nella memoria il gesto che hanno fatto.
Un camionista lo ha trovato, tra i rifiuti; un ispettore, probabilmente sapendo l'importanza di avere un nome, gli ha dato il nome; poliziotti, vigili del fuoco e guardie forestali hanno fatto una colletta per il suo funerale; la ditta di pompe funebri non ha voluto un euro; la cifra raccolta andrà a volontari che lavorano nell'ospedale della sua città con i bambini malati; una targa verrà messa in ricordo di Gabriele Francesco.
Fin qui i fatti.
Per chi ama e rispetta la vita, non è possibile accettare il gesto che ha fatto quella madre; per chi, come me, crede nella reincarnazione, ogni anima che decide di trasferirsi su questo mondo è preziosa perché porta con sé le conoscenze dell'Universo e porta in sé l'Anima Mundi.
Ogni anima porta anche, in sé, un destino, un disegno; forse il disegno dell'anima di Gabriele Francesco era quello di risvegliare l'anima di altri: il camionista, l'ispettore, i vigili del fuoco, le guardie forestali, i volontari dell'ospedale, tutti, ogni giorno ricorderanno Gabriele Francesco e lo penseranno, con dolore ma anche con rispetto, amore e riconoscenza. Ed allora ecco che la venuta e la partenza immatura di Gabriele Francesco non sono state inutili, vivranno per sempre nel cuore di quelle persone che per un mese hanno atteso di accompagnarlo nell'ultimo tragitto della sua breve vita.
Piccolo Gabriele Francesco, ritorna alla casa: una mamma che ben ricordo e che amava profondamente i bambini, ti accompagnerà e ti guiderà prendendoti per mano e ti porterà al sicuro, dove solo la bellezza ha casa.

Friday, April 26, 2013

La primavera ancora non è entrata nel pieno della sua stagione: un po' c'è il sole, un po' piove, un po' caldo, qualche colpo di vento ... Sta andando avanti così ormai da due mesi. Abbiamo avuto neve e pioggia e freddo ed improvvisamente, appena il sole è uscito un po', sono sbocciate le foglie ed i fiori hanno iniziato a colorare i campi. Purtroppo non ho potuto godermi giorno per giorno il cambiamento poiché, ormai dalla fine di marzo, sto combattendo con una tosse fortissima e, dopo due cicli di antibiotici, mi è stato trovato un bel focolaio di polmonite. Altri antibiotici ed ora il cortisone, mi stanno lasciando abbastanza spossata.
Solo da qualche giorno ho ripreso a fare una breve passeggiata con Apple e Briciola ed al ritorno mi ritrovo senza forze e senza fiato. Un po' di tachicardia a causa delle scale e parecchia fiacca. Il lavoro, ovviamente, è fermo fino ai primi di maggio ... e così anche lo scrivere si è bloccato. La testa non ragiona molto quando il corpo si ribella ... ma non appena il cortisone avrà perso il suo effetto, mi auguro di riprendere a pieno tutte le mie attività ed allora riprenderò a tenervi aggiornati. "La settima figlia" ha bisogno di una mente attiva per procedere perché i ricordi si accavallano e si mescolano tra loro, belli, brutti, tristi ed allegri.
Quindi a presto e ricordate: leggete, leggete amici, informatevi e formate la vostra opinione al di là delle opinioni altrui. Guardatevi attorno e cercate di comprendere la realtà che ci circonda e siate sempre consapevoli della vita, attimo per attimo: se lo spirito sarà vivo, le morti non ci coglieranno.

Friday, February 15, 2013

Fra pochi giorni sarà il primo anniversario della morte di mia madre la cui mancanza mi pesa sul cuore ogni giorno di più.
Sto scrivendo con fatica "La settima figlia", titolo che riguarda mia madre e me, essendo io la settima figlia di una settima figlia; sembrerà una cosa assolutamente poco importante, ma così non è. Si è sempre ritenuto, sin dall'antichità, che questa condizione portasse ad una consapevolezza spirituale ed ultraterrena superiore. Mia madre aveva contatti quotidiani con le persone defunte della sua famiglia, negli ultimi ventinove anni principalmente con mio padre, contatti che probabilmente le venivano dall'esperienza di pre-morte avuta all'età di ventiquattro/venticinque anni quando in punto di morte vide la sorella defunta ai piedi del suo letto; episodio che racconto nel libro.
Io ho avuto una esperienza di arresto cardiaco come racconto sempre nel libro ma i contatti con i defunti di famiglia li ho avuti molto tempo prima, dopo la morte di mia suocera; contatti che continuo ancora ad avere nei sogni.
Mia madre mi raccontava i suoi sogni in cui dialogava con mio padre e per questo motivo sapevo di poterle raccontare i miei; a volte i miei contatti le venivano comunicati telepaticamente come spesso abbiamo avuto modo di constatare.
Anche negli ultimi tre mesi della sua vita, seppure non mi riconoscesse, mi raccontava ciò che vedeva e sentivo i suoi dialoghi con le sfere del cielo; mia madre sapeva, ha sempre saputo, che con me poteva parlare di questi suoi incontri, sapeva che non l'avrei presa in giro, sapeva che le credevo quando mi diceva che mio padre le aveva predetto qualcosa. Sapeva che io sapevo.
Dopo la sua morte mi ha contattato anche lei ed ha iniziato a contattare Sarah, parlando delle sue delusioni o delle sue preoccupazioni.
Mi manca, come mi manca mio padre, come mi mancano altre persone amiche che ho amato e che mi hanno amato.
Ma SO.
SO che non è la fine, che nulla finisce perché tutto ricomincia.
Perché come canta Zucchero: "è l'amore che ritorna, per me, per te, a farci compagnia ..."

Sunday, November 04, 2012

Le foto del Bibliodays 2012 a Gattatico (RE)

Ecco qui le foto dell'evento Bibliodays di quest'anno a Gattatico del giorno 4 Ottobre 2012 che si è svolto presso la Sala Polivalente del Comune.
Durante l'evento sono stati presentati due libri pubblicati grazie ad Artès, ovvero il quarto volume della tetralogia de"L'Archiatra" e "La Legge di Maat" di Liliana Zampella. 
Le immagini sono state scattate da Gianluca Bernini. 



In piedi, a sinistra, Liliana Zampella presenta i due libri. 
Qui sotto si possono vedere gli ingrandimenti delle due copertine.










Qui sopra: Mara Aguzzoli, responsabile della Biblioteca del Comune di Gattatico (RE).



Il Sindaco del Comune di Gattatico, Gianni Maiola.



Qui sopra: lo scrittore Leo Cugini. 






Primi piani di Liliana Zampella.



Monday, October 22, 2012

La Ruota della Vita

Fra una settimana saranno trentacinque anni che festeggiavamo il nostro matrimonio attorniati dagli amici con cui facevamo attività sociale; era un momento misto tra il gioioso ed il triste poiché ci sposavamo mentre mia suocera era già allettata e sotto chemio.
Ma gli amici non ci fecero mancare il loro sostegno.
Federico è stato uno dei nostri amici assieme alle sue sorelle, Enrica, che ci fu anche testimone di nozze, Caterina e Lele.
Trentacinque anni fa eravamo pieni di voglia di cambiare il mondo ed alcuni di noi, tra cui Federico, hanno proseguito, seppur in modi e su strade diverse, il cammino, facendo crescere i figli sullo stesso sentiero, più o meno.
Qualche giorno fa siamo venuti a sapere che uno dei figli di Federico, Daniele, era venuto a mancare in Brasile, mentre svolgeva servizio civile internazionale; oggi si è svolto l'ultimo saluto a quel ragazzo e noi non potevamo non partecipare a questo momento doloroso del nostro amico.
Molto è stato scritto sulla Gazzetta di Daniele e noi lo abbiamo conosciuto, purtroppo, solo tramite gli articoli ma soprattutto attraverso le parole udite questa mattina.
Non ci sono parole, credo, che possano spiegare lo sconforto quando a mancare è un ragazzo all'inizio della vita che, nonostante la giovane età, ha fatto già della propria vita un segno tangibile del proprio viaggio terreno.
La Ruota della Vita, a volte, come in questo caso, gira al contrario e cioè un figlio abbandona la vita fisica prima dei genitori.
Ma, ovviamente, tutto ha un senso.
Credo che ci siano delle anime antiche che scegliendo di tornare alla vita terrena abbiano lo scopo di aprire delle strade, delle comunicazioni; hanno come scopo il risveglio di altre anime che altrimenti non troverebbero  il loro senso dell'orientamento.
Ecco perché se ne vanno prima del tempo, avendo probabilmente raggiunto il  loro scopo.
Daniele aveva raggiunto lo scopo, ce lo ha raccontato chi ha avuto modo di conoscerlo e di lavorare con lui in Brasile; i bambini ed i ragazzi lo seguivano come guida, come molti suoi coetanei della sua parrocchia che erano presenti questa mattina a testimoniare la loro frequentazione con lui.
Certamente, essendo anche io genitore, comprendo il duro colpo subito da Federico per questa perdita ma in questi giorni ha già dimostrato di riuscire a darle un senso.
Inoltre credo, come cita il Vangelo di Tommaso che "Se la morte vi trova vivi, non vi toccherà".
La morte ha trovato vivo Daniele e, quindi, non lo toccherà.



Friday, September 07, 2012

COSA STA ACCADENDO AL NOSTRO PAESE?

Desidero fare con voi alcune considerazioni su come e cosa stiamo vivendo in questo periodo nel nostro paese.
Ultimamente ho letto alcune notizie su "tolleranza zero" verso i più deboli che sono sconfortanti: multe salatissime ad una signora di Milano che aveva affisso alcuni manifestini per cercare il suo cane smarrito, rischio di prigione per chi ha salvato i beagle a Green Hill, prigione per chi ruba al supermercato da mangiare o i pannolini per i bimbi; tutto ciò mentre gli evasori fiscali possono indisturbati continuare a rubare i soldi allo Stato, mentre il governo non fa assolutamente nulla per salvare le industrie italiane. La frase: "stato forte contro i più deboli, stato debole verso i più forti" è sempre di più una realtà sconcertante.
Il ministro del lavoro Fornero nella sua lucidità stupida ed ignorante continua a parlare esplicitamente di come distruggere il nostro Paese e nessuno la sfiducia: ha iniziato il suo mandato parlando di "esuberi" ed "esodati" senza nemmeno conoscere i numeri effettivi delle persone che avrebbero perso il diritto alla pensione; prosegue il suo mandato dicendo che occorre dimezzare il salario ai cinquantenni perché la loro produttività è minore.
Non conosce la realtà di questo paese dove i cinquantenni, con il loro stipendio, in epoche come questa di crisi, devono lavorare per assicurare la pensione ai più anziani ed il mangiare ai figli; non considerando la professionalità dei cinquantenni e la loro esperienza acquisita, sfiducia una generazione provocando crisi nelle famiglie. La mancanza di fiducia verso il proprio posto di lavoro, non più assicurato, la mancanza di futuro per i figli, obbligati a stanziare in famiglia per la mancanza di un posto di lavoro assicurato, rendono meno produttivi, certamente e prede facili per la disperazione e la depressione che, certamente, tolgono la voglia di lavorare e rendono minore la produttività. Il modello che la Fornero dice di voler seguire non tiene conto che i lavoratori tedeschi percepiscono salari che sono il doppio di quelli italiani, non tiene conto del fatto che alcune delle aziende più forti tedesche hanno, invece, organizzato il lavoro meglio per avere un miglior rendimento proprio di quei cinquantenni prevedendo persino spazi di riposo. La premier tedesca ha fatto azioni di contrasto alla tendenza delle industrie di delocalizzare gli impianti, mentre in Italia il governo permette alla FIAT di andare in giro per il mondo togliendo il lavoro agli italiani; in Italia il governo non sta facendo nulla per mantenere gli impianti delle industrie siderurgiche aperti e lascia che le imprese più grandi vengano distrutte in quella logica di Passera che ha sempre cannibalizzato le imprese, le banche e quant'altro facendone tante piccole aziende da lasciar fallire piano piano.
Il modello italiano era eccellente, con aziende eccellenti e professionalità eccellenti, istruzione d'altissimo livello, cervelli eccellenti, sanità ed assistenza ottime; ci stiamo ritrovando con la sanità dimezzata con accorpamenti di ospedali, scuole accorpate che non hanno nemmeno il direttore od il preside in istituto perché si deve muovere da un istituto all'altro, professori e maestri depressi dopo anni di precariato, edifici fatiscenti, materiali carenti, servizi igienici mancanti persino della carta igienica.
In tutto questo quadro, la Fornero cos'altro dice? Che "non possiamo assicurare il lavoro a tutti"; all'inizio del mandato di questo governo, Monti aveva detto che "Il posto fisso, che noia!"
Ma questi "tecnici" sono al governo dopo aver fatto la loro esperienza lavorativa in un posto fisso assicurato, con stipendio assicurato, dopo aver assicurato il posto di lavoro ai loro figli. Sono tutti ultra cinquantenni (E PER QUESTO NON DOVREBBERO ESSERE ESODATI?) e solo per aver governato per alcuni mesi (faranno di tutto per arrivare al 2013 assicurandosi il vitalizio) avranno pure la pensione d'oro assicurata.
Vorrei ricordare a Monti, Fornero, Passera ed ai loro amici che la nostra bella COSTITUZIONE, su cui hanno GIURATO FEDELTA', cita espressamente così:

ART. 1: L'ITALIA E' UNA REPUBBLICA DEMOCRATICA FONDATA SUL LAVORO ...
ART. 2: LA REPUBBLICA RICONOSCE E GARANTISCE I DIRITTI INVIOLABILI DELL'UOMO ...
ART. 4: .... LA REPUBBLICA RICONOSCE A TUTTI I CITTADINI IL DIRITTO AL LAVORO E PROMUOVE LE CONDIZIONI CHE RENDANO EFFETTIVO QUESTO DIRITTO ...

Se i ministri del governo TRADISCONO la COSTITUZIONE, non TRADISCONO il PAESE?

Non esiste più il reato di alto tradimento verso lo Stato?
Il diritto allo sciopero, tolto in Italia già da parecchi anni in quanto c'è l'obbligo di fissarlo un mese prima, è ancora un diritto assicurato in Germania, che la Fornero vorrebbe imitare: lo sciopero, i tedeschi, lo proclamano solo 24 ore prima!
Sarebbe ora che anche in Italia si ricominciasse a far sentire la voce dei cittadini, sarebbe ora che gli italiani si svegliassero dopo l'anestesia durata quasi vent'anni, sarebbe ora che i cittadini si riprendessero la SOVRANITA' DEL POPOLO che la nostra COSTITUZIONE prevede e difende.



Monday, August 06, 2012

PUBBLICITA'

Sto scrivendo piano piano "La settima figlia", autobiografico.
La morte di mia madre mi ha sconvolta, mi ha sconvolto il fatto di non averle potuto tenere la mano nel momento estremo e quindi ho iniziato a riscrivere la nostra storia.
E' una riscrittura di ciò che avevo raccontato ne "Il cerchio", senza togliere gli aspetti tristi della storia dei miei genitori e nostra; in fin dei conti, credo che la vita degli individui abbia varie morti e rinascite ed io, scrivendo di mia madre, della sua vita e della sua morte, sto cercando di trovare una rinascita nella morte parziale del mio cuore.
Pronto su Photocity.it è invece "La Legge di Maat" per chi fosse interessato. Il percorso di Costanza prosegue e, probabilmente, prossimamente avrà un risvolto molto curioso ed interessante.
Leggete, amici; non voglio dire che dobbiate leggere per forza i racconti che scrivo io, ma dovete assolutamente allenare la vostra mente ad ogni possibile apertura.
Solo così il nostro spirito rimarrà sempre vivo e le morti non ci coglieranno.

Wednesday, August 01, 2012

CI DOBBIAMO ASPETTARE NUOVI TERREMOTI??

Dal sito del Comune di Quattro Castella:
"Si rende noto alla cittadinanza che nei prossimi giorni la Società EDISON S.P.A. - titolare unica del permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi denominato "Torrente Parma" - effettuerà lavori di prospezione geofisica non invasiva che interesserà il Comune di Quattro Castella, oltre che i comuni Canossa e San Polo d'Enza nella provincia di Reggio Emilia e Traversetolo nella provincia di Parma.
I lavori, autorizzati dal Ministero dello Sviluppo Economico a mezzo del competente ufficio minerario (UNMIG) di Bologna, saranno eseguiti dalla società GEOTEC SPA con sede a Campobasso e con il proprio ufficio di cantiere stabilito nel Comune di San Polo d'Enza in Piazza Matteotti n. 6.
I lavori consistono nell'effettuare, lungo allineamenti prestabiliti, per mezzo di perforatrici a ridotto impatto montate su trattori di tipo agricolo, delle perforazioni della profondità massima di metri 30 e nel registrare il campo d'onda derivato dal brillamento di piccole cariche poste al fondo dei suddetti pozzetti.
A rilevazione ultimata, i terreni saranno ripristinati nel loro stato originale dalla società esecutrice, con eventuale liquidazione dei risarcimenti attinenti a danni incidentalmente arrecati ai terreni o alle colture a cura di EDISON SPA."
Segue il calendario di queste attività che vanno dal 27 luglio al 10 agosto.
Che non ci vengano a dire che queste perforazioni con "brillamento di cariche esplosive" non provocano terremoti.
Le Terre di Canossa hanno patrimoni artistici e culturali di alto livello, ci sono castelli medievali, borghi antichi ed il Ministro dei Beni Culturali nonché quello dell'Ambiente rilasciano, anzi, sottoscrivono, l'autorizzazione per queste attività!!!
Siamo in mano ad un governo di tecnici che di tecnica non sanno nulla, non hanno le competenze necessarie per tutelare il patrimonio ambientale e culturale così come non hanno tutelato  i diritti della popolazione.
Quando sarà che ci sveglieremo e ci faremo sentire come si deve?
Occhi aperti e vigili, amici, occhi aperti e vigili ...

Friday, July 27, 2012

STAGNAZIONE DI UN PAESE PALUDOSO

Leggo articoli molto interessanti che mi mostrano come in altri paesi europei ci sia veramente la volontà di cambiare direzione proponendosi nuovi obbiettivi; ad esempio su "Io donna" di questa settimana si parla di un distretto di Stoccolma, Hammarbysjostad, che "ha un metabolismo circolare, come una foresta". Nelle abitazione c'è una sorta di posta pneumatica che fa arrivare là dove deve andare ogni tipo di rifiuto e tutto ciò che viene prodotto, persino il calore umano, viene utilizzato per creare energia. Leggete l'articolo, molto interessante.
Esempi di come le persone possano cambiare lo stile di vita del proprio paese ci sono anche qui in Italia, come leggo per esempio su "Sette" del Corriere della Sera del 22 giugno di quest'anno, dove leggo di un gruppo di mamme che hanno dato vita ad una associazione, "Eccemamma", che dialoga direttamente con l'amministrazione del comune di Cernusco sul Naviglio per quanto riguarda l'arredo dei parchi ed anche sulle varie situazioni che le famiglie incontrano, tanto da farne diventare quasi una lobby. L'esempio lo hanno preso da altri paesi come in America, dove il sito Momocrats dialoga direttamente con la first lady o il movimento Cofemom.com o delle Soccer moms.
Poi mi guardo attorno nel piccolo paese di Praticello di Gattatico e mi rendo conto di quanto sia paludoso.
L'associazione che cura i gatti delle colonie non riesce a farsi ascoltare nonostante ci siano leggi Italiane, Europee e Regionali che obbligherebbero il comune di farsi carico degli animali del territorio; era nato un piccolo gruppo di volontari che l'anno passato ha pulito i parchi del paese (che per essere piccolo ne ha tanti, ben 7) e che è finito nel nulla nonostante avessi sollecitato più volte un intervento dell'assessore all'ambiente per parlare della situazione del verde in una serata aperta alla cittadinanza; avevo proposto al Sindaco di indire una specie di gara fra gli abitanti circostanti i vari parchi per definire il parco meglio curato e a cui far dono di un arredo, di una panchina, di un albero in più. L'area per lo sgambamento dei cani è lasciata alla "cura" volontaria delle associazioni sportive che curano i campi da calcio e che si rimpallano le responsabilità e lasciano che l'erba cresca perché non vogliono rischiare di calpestare qualche cacca lasciata da qualche proprietario pure lui irresponsabile.
Le recinzioni di legno costosissime che circondano un parco attraversato da un canale vengono lasciate a loro stesse, senza alcun controllo così da permettere ai soliti vandali di farne scempio: pali pesantissimi vengono sradicati, spezzati, lasciati all'incuria più totale. Senza parlare delle panchine a cui vengono strappate, non si sa con quali mezzi viste le grosse viti con cui sono fissate, le assi di legno dello schienale e della seduta.
I cassonetti vengono scaravoltati dai soliti ignoti e spesso ai loro piedi ci sono rifiuti di ogni sorta, rifiuti che andrebbero nell'isola ecologia e che l'ENIA verrebbe a raccogliere se solo fosse richiesto per via telefonica.
La qualità della vita, pare che questa amministrazione se ne voglia dimenticare, è fatta di tante piccole e grandi cose: le grandi cose sarebbero di responsabilità del governo e cioè il benessere delle persone che dovrebbe passare da uno stipendio sicuro per tutti, la sanità per tutti, i trasporti per tutti, l'istruzione e la cultura per tutti, mentre assistiamo ogni giorno alla distruzione dei posti letto, dei mezzi di trasporto che uniscono paesi con le città, scuole e asili che vengono accorpati o concellati. Ma le piccole cose sono di responsabilità dei comuni: la pulizia delle strade e dei parchi, l'educazione civica che dovrebbe partire da chi ha posti di "potere" e che dovrebbe assicurarsi che il bene pubblico venga difeso e mantenuto salubre; l'educazione alla cultura facendo eventi culturali che non siano sempre e solo di gnocco fritto  e birra; apertura alle idee altrui sia che vengano da un concittadino che si conosce da una vita o da un "immigrato" che viene da fuori.
Le nuove idee dovrebbero portare aria nuova, aria pulita.
Se le situazioni non cambiano nei piccoli paesi, figuriamoci se riusciamo a farle cambiare in questo nostro stivale vecchio ed abbacchiato.
Non ci dobbiamo poi stupire se il "fracking" passa sotto silenzio.
Non sapete cos'è il "fracking"?  Cerco di spiegarlo in poche sintetiche parole.
E' ciò che è stato fatto in Emilia nei giorni precedenti i terremoti.
Il 17 febbraio 2012 i Ministri dell'Ambiente Corrado Clini e dei Beni Culturali  Lorenzo Ornaghi (proprio quelli che dovrebbero tutelare i nostri beni pubblici e l'ambiente!) hanno decretato la compatibilità ambientale e la conseguente autorizzazione di opere di indagine geologica (trivellazioni con uso di cariche esplosive e pompaggio di acqua ad alta pressione) per verificare la possibilità di realizzare un gigantesco deposito di gas metano nel sottosuolo dei comuni di San Felice sul Panaro, Finale Emilia, Camposanto, Medolla, Mirandola e Crevalcore, nonostante il parere contrario della Regione per ragioni di sicurezza da rischio sismico. Questa tecnica di indagine si chiama "fracking" e consiste appunto nell'iniettare acqua ad altissima pressione per frantumare la roccia, allargare la frattura e penetrare in profondità. Negli USA lo stato dell'Ohio ha regolamentato questa pratica che avrebbe causato in zona una dozzina di terremoti.
In televisione sono passati continuamente messaggi per dire che non è vero che ci sono state trivellazioni, ma ho conosciuto personalmente, mentre ero in ospedale, un vigile del fuoco che lavora tutt'ora nelle zone terremotate: la notte tra il 19 ed il 20 maggio si è udita un'esplosione, poi c'è stato un incendio e poi il terremoto. Nella zona (non ricordo se Finale Emilia o Crevalcore) fino alla notte c'erano uomini e mezzi per la trivellazione; dopo la scossa delle 4 sono spariti tutti, mezzi e uomini, lasciando un paese devastato.
Guarda caso, il 17 maggio Monti aveva fatto passare una legge che non prevede rimborsi per terremoti inferiori al 7° grado e quindi i terremoti sono stati definiti, nonostante i sismografi europei registrassero tale grado, di 5,9°.
Ecco, questa è la stagnazione di un paese paludoso: dalle  amministrazioni dei piccoli centri fino all'amministrazione statale abbiamo persone che non sono in grado di "vedere" le vere necessità, non sono in grado o non vogliono farlo di programmare a lunga scadenza una migliore gestione della vita degli individui. Ci sono giochi di potere, ci sono poteri, ci sono uomini che non guardano alla vera opportunità di poter migliorare la vita di tutti.
Uomini come Passera che prima hanno scorporato le Poste Italiane per farle diventare una spa che si occupa di tutto, assicurazioni, sportelli bancari senza curarsi delle grandi file per poter spedire una lettera; che hanno scorporato e distrutto una grande banca come la Banca Commerciale per farla diventare una sorta di cambio e scambio con piccole banche che sarebbero andate in fallimento e che ora si diverte a scorporare e distruggere ciò che in 150 anni si era costruito faticosamente; uomini come Monti che rischiamo di vedere (poiché è senatore) come candidato alla Presidenza della Repubblica che di tecnico non ha nulla ma è asservito alle grandi lobby; donne come Fornero che piangono lacrime di coccodrillo mentre sua figlia sta ben salda in un posto trovato da mammà mentre gli altri figli di altre mamme devono "accontentarsi" del lavoro, se lo trovano, qualunque lavoro sia; Fornero che fa finta di non conoscere i numeri degli esodati sebbene sia stata proprio lei a fare, per prima,  i contratti per gli esodati di Banca Intesa.
Ora nella revisione di spesa dello stato hanno pure aumentato le tasse per gli studenti fuori corso, quelli che evidentemente sono, molto spesso, studenti lavoratori, studenti che durante l'università si mantengono facendo lavoretti di qua e di là e non riuscendo, così, a laurearsi in tre anni. 
Ecco, questo è quello che chiamo stagnazione di un paese paludoso, un paese incapace di guardare negli occhi i propri cittadini e di leggerne le difficoltà. 
Saremo capaci di uscire dalla palude della tristezza della nostra "Storia Infinita"?
Siamo una Repubblica che solamente da 150 anni ha cercato di essere unita; altri paesi, come gli Stati Uniti, la Francia, l'Inghilterra, hanno avuto rivoluzioni in cui i popoli hanno partecipato attivamente al ripristino di una qualche misura di democrazia. La Germania, abbacchiata da due guerre da cui è uscita sempre perdente, uscita da una riunificazione difficile per cui ha avuto bisogno del sostegno dell'Europa, ora fa la voce pesante e dura dimenticando ciò che l'Europa ha fatto per lei e non cede di un passo in difesa dei propri cittadini.
L'Italia non ha mai avuto una rivoluzione popolare: quando Garibaldi, 150 anni fa, ha lottato per l'Italia unita, i siciliani hanno ammazzato i garibaldini che erano sbarcati, perché non era la loro rivoluzione; il 25 aprile 1945 tutti hanno festeggiato la ritrovata libertà ma la maggioranza degli italiani si è limitata a rivoltare la giacchetta.
I nostri politici non sono passati attraverso certe prove di fuoco, il Terrore francese, la rivoluzione inglese, la divisione e la distruzione tedesca, la rivoluzione russa; non sanno quanto il popolo potrebbe fare perché gli Italiani, in fondo, guardano solo il proprio orticello. Se quello è verde, poco importa se poco lontano ci sono gli scarti di amianto.

Tiriamo su la testa e cominciamo a denunciare i comportamenti paludosi: solo così possiamo sperare di cambiare e di bonificare una volta per tutte la palude.

Monday, July 09, 2012

DIRITTO ALLA SANITA' PUBBLICA

Il governo Monti vuole cancellare ciò che con fatica ed in tanti anni è stato costruito nelle nostre regioni per quanto riguarda la sanità. Non voler cogliere ciò che è differenza, ciò che è eccellenza rispetto a ciò che è costo ed eccesso, significa non voler fare le cose per bene ma solamente dare dei tagli ai diritti dei cittadini senza riparare ciò che deve essere riparato.
Voglio parlare di quella sanità che è fatta di eccellenza, di uomini e donne che lavorano con coscienza, senza dare l'impressione di fare grandi cose ma che fanno del loro lavoro una grande risorsa per chi deve sottoporsi al loro intervento.
Voglio parlare di un "piccolo" ospedale che si trova in Emilia Romagna, esattamente a Montecchio in provincia di Reggio Emilia che potrebbe correre il rischio di essere cancellato a causa di calcoli di un governo che, come purtroppo abbiamo avuto modo di constatare,  i calcoli non li sa fare molto bene.
E' un "piccolo" ospedale, se vogliamo catalogarlo così: non ha le dimensioni dell'Ospedale Maggiore di Parma (che ha chiuso già alcuni reparti, mi dicono), nè di quello di Reggio Emilia, ma serve tutto il comprensorio del territorio della Val d'Enza e molto di più, dal momento che vengono a farsi operare qui persone che arrivano dopo aver fatto 9.000 km. in cerca di una soluzione per la loro salute, persone che arrivano dal nostro Meridione e dalle altre province emiliane, come Modena, ad esempio. L'ospedale Franchini ha una lunga tradizione di accoglienza ed intervento, da qualche anno la sua parte vecchia è stata ristrutturata mentre la parte nuova accoglie anche le strutture del CUP e del SAUB. Tutto il pianterreno ha questi uffici aperti al pubblico e gli ambulatori per i prelievi.
Il personale degli uffici è gentile e ben disposto verso il pubblico.
Ma l'eccellenza è proprio nel comparto medico, in quegli infermieri ed in quei dottori che effettuano i prelievi, le cure, gli interventi.
Ho avuto modo di constatare le capacità di chirurgia già l'anno passato, quando mia madre ha avuto bisogno di un intervento delicato ed essendo sotto il mio medico curante ho scelto di farla operare a Montecchio.
Cinque, sei anni fa anche mia figlia ha avuto bisogno di un piccolo intervento in laparoscopia ed avevamo avuto modo di constatare la gentilezza del personale e dei medici.
La settimana scorsa, il 3, dopo un mese di attesa (essendo il mio un intervento programmato ma non urgente), in laparoscopia ho subito l'intervento per la colicistectomia, un intervento delicato che mi dava alcune preoccupazioni; il mio fisico ancora per fortuna non era in urgenza, ma l'intervento mi ricordava quello subito da uno dei miei cognati, 35 anni fa, a Parma ...
Dopo aver effettuato tutte le analisi e le visite dal chirurgo e dall'anestesista, sono entrata in ospedale il giorno stesso dell'intervento. Appena arrivata, quindi, sono stata messa in camera in attesa; camere luminose, belle, a tre letti al massimo, con annesso il bagno.
A piedi, a braccetto di un'infermiera, mi sono avviata nel comparto operatorio: il personale della sala operatoria è sereno, dà una tranquillità che permette di avvicendarsi nel disbrigo delle varie fasi con leggerezza. Appena ricevuta la pre-anestesia, sono stata portata in sala operatoria che non ricordo né fredda, né in confusione; ricordo che le due persone che mi erano accanto parlavano di alcune considerazioni scritte sulla mia cartella e ricordo solo di aver pensato che la bella lampada, con tante lampadine colorate che mi sovrastava l'avrei messa volentieri a casa ...
Mi hanno chiamato più volte per svegliarmi perché io, come nelle altre due operazioni della mia vita, ho sentito tantissimo l'anestesia. Non ricordo altro dolore, nonostante i quattro buchi nella pancia, se non quello del mal di schiena, tremendo.
Rientrata in camera, ho ricevuto tutte le cure, cambio di flebo, di antidolorifici, punture, da un personale gentile, veloce, sereno, sorridente e ... capace.
Quando non ritengono opportuno, non lasciano nessuno per la notte, che per me è sempre il momento peggiore perché sapevo che non avrei dormito. Così è stato, ma l'infermiera di notte è stata presente sin dalla prima mia chiamata alle 1 e 30: ogni ora l'ho chiamata fino alle cinque per bisogni effettivi poiché avevo un telecomando che, per cambiare posizione al letto, potevo comandare da sola.
Al mattino, come desideravo, sono stata aiutata ad alzarmi, mi sono potuta recare con i miei piedi  a lavarmi un po' in bagno; poi sono arrivati i dottori che con pazienza mi hanno spiegato l'intervento, dicendo che se le analisi fossero andate bene mi avrebbero tolto il drenaggio e dimesso.
Le analisi, dal prelievo fattomi, hanno dato esito positivo e quindi sono passati a togliermi il drenaggio ed è stato preparato il foglio per le dimissioni. Mi è stato consegnato un foglio con descritto l'intervento, un altro con il primo piano terapeutico ed un altro ancora con la dieta da seguire per una vita quasi normale anche senza la cistifellea. Mi sono stupita nel constatare  che avrei potuto mangiare cose che ormai da più di un anno non mangiavo più!!
Il 4, quindi, sono stata dimessa con già la prenotazione per il controllo che doveva aver luogo oggi.
Ho iniziato subito le terapie, dopo aver fatto vedere l'intervento al mio medico curante che ha potuto constatare che il drenaggio e le ferite andavano bene.
Alle 12 di oggi mi sono presentata al controllo: mi sono state cambiate le medicazioni, mi è stato dato un foglio con le terapie per togliere i disturbi che per due mesi ancora sentirò; il dottore, lo stesso che ha effettuato l'intervento, gentilmente ha controllato a computer la cartella per dare tutte le risposte alle domande che gli ho posto. Pacatamente, senza fretta nonostante la lunga fila di pazienti dopo di me in attesa,  ha spiegato il perché dei miei dolori e mi ha detto di prendere gli antidolorifici se necessari per poter dormire; con serenità, senza atteggiamenti da superman, trattando le persone da pari a pari, continuando a spiegare il motivo dei dolori e gli effetti delle cure che mi stava prescrivendo, ha digitato sul computer tutto il resoconto della visita, ha predisposto la prossima visita di controllo, ha compilato la richiesta per un medicinale mutuabile, ha scritto gli altri medicinali (non mutuabili) e con un bellissimo sorriso, dopo aver sentito tutte le mie paturnie con un altrettanto bel sorriso, ci siamo salutati e dati l'arrivederci alla prossima ...
Ecco, quando si conoscono persone così, che hanno la capacità operativa con la capacità di comprendere le paturnie e gli stress dei pazienti, la gentilezza della risposta, la serenità e la cordialità, è bello poter dire loro: grazie!
E così, alla fine di questa mia cronaca di un nuovo inizio di vita senza un pezzettino di me (la cistifellea), ringrazio il Dottor Orazio Delmonte, il chirurgo che mi ha fatto la visita pre-operatoria e, soprattutto,  il Dottor GIUSEPPE IMONDI che mi ha operata; ringrazio tutto il personale della Chirurgia dell'Ospedale Franchini di Montecchio ed auguro a loro un buon lavoro.
Cancellare queste eccellenze sarebbe un vero disastro per il nostro paese che di eccellenze ha troppo bisogno.

Saturday, April 21, 2012

Dell'arroganza e della maleducazione

Io non so se ho scritto in fronte: questa persona si può (o deve) maltrattare.
Episodio n. 1: ordino on-line prodotti per i miei pelosi, gatti e cani. Il prodotto che ordino maggiormente è una sabbia ecologica, in confezioni da 40 kg. Poiché la consiglio ad amiche che hanno più di un gatto, a volte, come l'altro giorno, mi capita di avere più di un collo da portare o in casa o in garage. L'autista del corriere Bartolini che era addetto alla mia spedizione, in mezzo alla strada ha iniziato a dire che avrei dovuto avere un aiuto da qualcun altro o di chiamare un vicino perché lui aveva disposizione di "consegnare in mano" e non al piano. Punto primo: se dovessi farmi portare al piano, pagando quasi 3 euro in più,  voglio vedere se me la porterebbero, dal momento che non ho ascensore. Per questo motivo, me la faccio consegnare solo, ovviamente, dentro al portone. Tra l'altro, l'altro giorno pioveva pure, non potevo tenere tre cartoni all'acqua. Questo ha continuato a brontolare, dicendo che non aveva disposizioni di portarlo al piano; ed io a ripetere che non era al piano, ma al piano terra, dentro al portone. Ho telefonato al corriere e devo riconoscere che hanno raccolto le mie lamentele con educazione dicendo che l'autista aveva torto ed avrebbero preso provvedimenti.
Episodio n. 2: oggi si presenta un incaricato di IREN per la lettura del gas. Ho i miei due cagnolini che abbaiano appena sentono suonare il campanello e quando si apre la porta, ma non fanno assolutamente nulla. Sappiamo che più sono piccoli, i cani, e più abbaiano. E, comunque, è il loro mestiere difendere la casa. Questo, con cipiglio arrogante mi fa: "Eh no, tienili lontani, mandali via!". Dunque, prima di tutto non sono tua sorella, non sono mai venuta a casa tua a mangiare quindi, perché mi dai del tu? Io sono sempre troppo educata ed ho risposto semplicemente: "Loro sono a casa loro, se LEI deve entrare, entri!". "A no, allora prendi tu i numeri!". Mi sono scocciata e quindi anche io con un tono meno gentile ho chiesto: "Quali numeri LE devo dare?". Così ho preso i numeri del contatore ed ho chiuso la porta. Ho telefonato al servizio clienti di IREN e la donna che mi ha risposto, alle mie lamentele ha risposto che "il nostro incaricato è venuto solo a prendere i numeri del contatore per il suo gestore". "Cosa c'entra il gestore se il personale è IREN?" E questa a insistere dicendo, praticamente, che fanno anche un favore a prendere i numeri del contatore. Ma, ho ripetuto, "il personale che mandate nelle case è il vostro, con cartellino IREN e questo era arrogante e maleducato. Se vi interessa saperlo, bene, altrimenti sono fatti vostri e non stupitevi se la gente cambia fornitore!" ed ho messo giù il telefono.
Sono veramente stanca dell'arroganza, della maleducazione che da venti anni a questa parte imperversa nel paese. Non desidero certo, in questi momenti di  crisi lavorativa, che persone vengano licenziate. Ma ho lavorato con il pubblico per anni, come commessa di un negozio, come impiegata di servizi, come agente di commercio per la mia agenzia di rappresentanza e per me il cliente è sempre stato oro, da trattare con educazione, se non con riverenza. La servitù e la schiavitù sono state cancellate da almeno cento cinquanta anni anche in Italia; ma da qui a trattare le persone con arroganza e maleducazione ce ne passa.
 

Saturday, April 14, 2012

SOLITUDINE

Una bellissima canzone di Battiato dice: "... non possono le nuvole annientare il sole ..."
Oggi mi sento non solo abbattuta. Sono tante le cose che vorrei dire, o scrivere; tante le cose che non vanno come dovrebbero; tante le persone assenti a cui, comunque, non chiederei nulla perché (questo è un mio limite) non ho mai chiesto nulla a nessuno.
Ho sempre cercato di dare, nel possibile: non dico solo materialmente, ma anche come vicinanza, come abbraccio, come empatia. Forse chi mi conosce ha sempre pensato che potessi fare a meno di ricevere altrettanto; forse chi mi conosce meno (come i miei fratelli) pensa che sia autosufficiente a me stessa. Fin da quando ero ragazzina, mi sono sempre posta di fare il possibile per tutti; in coppia, mio marito mi ha seguito in questo modo di vivere e, a costo di spolparci (economicamente ed emotivamente) siamo sempre stati disponibili. Con il risultato di ritrovarci soli, al bisogno.
Comportandosi con troppa generosità (ripeto, non solo materialmente) si subiscono due atteggiamenti: il primo è quello che gli altri pensino che tu non hai bisogno del loro sostegno; il secondo è quello della sindrome del beneficiato che si accanisce contro la mano di chi ha dato.
Non abbiamo mai ricevuto sostegno da parte di nessuno, nè moralmente nè economicamente; non abbiamo mai il piacere di sentirci chiedere: tu, come stai? Forse per paura di sentirsi rispondere: sto male. Le lacrime altrui non sono mai piacevoli, soprattutto per chi non sa come raccoglierle. Porgere la spalla e lasciare che l'altro, anche senza parlare, pianga, sarebbe già un passo gradito.
Mia figlia, probabilmente, sente il peso di tutto questo poiché ha sempre compreso (perché glie l'ho ripetuto spesso) di essere parte solo di un trio, non di una famiglia allargata, nonostante 12 zii e 10 cugini. Si è sempre sentita ripetere di essere la cocca dell'unica nonna che lei aveva, ma a riprova del fatto che non era così sono le ultime vicende famigliari.
Cose non dette per anni, mi stanno affaticando la vita; incomprensioni degli ultimi tempi mi hanno avvelenato abbastanza, tanto da risentirne nel fisico.
Se prima ci sentivamo estranei nei pranzi di famiglia, ora non so se ci sentiamo meno o di più.
E' vero che nessuno è profeta in patria, ma sapendo che scrivo nessuno mi ha chiesto, nell'ultima occasione vissuta insieme, se ho scritto altro, se sto scrivendo, se ho pubblicato. I primi libri li regalavo in famiglia, ora non più perché capisco che non vengono nemmeno sfogliati.
Anche di mia figlia hanno chiesto poco: alla mia risposta che era venuta ultimamente per presentare un suo libro, non mi hanno nemmeno chiesto di che genere è, cosa scrive, cosa fa.
Non credo che questo atteggiamento sia dovuto a come sono andate le cose per mia madre: certe domande non me le ponevano nemmeno prima.
Si ripete quello che ho vissuto per tutta la mia vita: io so, più o meno, tutto dei miei fratelli, delle mie sorelle, dei miei nipoti. La mia famiglia non sa nulla né di me né di noi.
Una lezione da imparare?
Forse.
Certamente non lasciarsi abbattere dalle nuvole, ma ancor di più essere muniti di un grande ombrello.


Saturday, March 10, 2012

11 MARZO 2011 / 11 MARZO 2012

Un anno fa accadeva il terribile terremoto in Giappone, con tsunami ed incidente nucleare.
Oggi, ad un anno di distanza, le immagini mostrano i danni fisici riparati, ma le radiazioni ammorbano l'aria ed il territorio. A sessanta chilometri di distanza dalla centrale nucleare, l'aria, le case, il territorio hanno livelli così alti di radiazioni da non poter portare i bambini a giocare all'aperto e porta l'esigenza di evacuazione della popolazione.
Ed ancora qualcuno osa parlare di energia nucleare come alternativa.
Abbiamo il Sole, abbiamo il vento, abbiamo l'acqua: le fonti rinnovabili (l'acqua è a rischio di estinzione come il Koala, ma comunque c'è) sono le vere "alternative".
Mulini a vento (pale eoliche), mulini ad acqua, pannelli solari: queste dovrebbero essere le nuove frontiere, le nuove ricerche  che darebbero lavoro, investimenti e sicurezza a questa nostra Terra che, tossendo, ci mostra la sua sofferenza.
Oggi sia una giornata di raccoglimento per le vittime Giapponesi e per nostra Madre Terra.

Thursday, February 23, 2012

PENSIERI - di Erminia Brianti

Il passato si può raccontare e rivivere, dell'avvenire
non puoi prevedere niente se non "sentire" in base
a come hai vissuto la tua fanciullezza.
Possono essere motivi di nostalgia, di rifiuto,
d'amore o rancore se il tuo cuore non è
riuscito a scordare i torti subiti o sentiti tali.
Così è la vita, tutta la vita e quando è trascorsa
ti viene da chiederti: E' questo vivere, è per questa
vita che ho lottato? ne valeva la pena?
Non sapevo anche prima che sarebbe finita così
e che poteva essere anche peggio?
Sì, sono stata molto fortunata, tutto sommato
il buon Dio mi ha voluto bene dandomi tutto quello
che mi ha dato.
Senza ottimismo non si vive a lungo così come
senza fede.
L'amore per i miei figli ha riempito la mia vita,
la fede mi renderà grata la morte.

VISIONE - di Erminia Brianti

Rimpiccioliti dagli anni, gli occhi miei, spaziano ancora,
al ricordo di vecchie visioni, su ampi prati verdi e larghe
distese di bionde spighe dove vermigli papaveri fanno
allegra cornice.
Il sole cocente di giugno, illumina tutto ed intorno è vita.
Sul buffo spaventapasseri si posano passeri e storni,
tortorelle e neri corvi che si contendono un posto
sullo stinto cappello dalle falde sdrucite e logore,
mentre tutto intorno le farfalle, come tanti fiori,
svolazzano or qua or là disegnando arabescati voli.
Due alti pioppi s'innalzano alti nel cielo per indicare
la meta ed invitano a godere la sana frescura dei loro
ombrosi rami.
Nei fossi, il gracidare delle rane e nei prati il cinguettio
degli uccelli e il sommesso canto dei grilli, fanno coro
alle sonore grida di bimbe felici e speranzose del loro
avvenire che non potrà essere che rosa come i loro
pensieri.
Questa è la costante visione che mi seguirà fino
alla fine della mia già lunga esistenza.

Saturday, February 18, 2012

Morte o nuova nascita?

E' da maggio che non riesco a scrivere racconti.
Dopo aver finito il quarto volume de "L'Archiatra", in poco tempo ho scritto "La Legge di Maat",  "La Porta del Sole", "Io sono la Tigre" ed ho iniziato "La Piramide d'Oro". Il quarto volume è stato stampato ed è in vendita on-line su Photocity.it, mentre due sono in attesa di stampa con lo stesso editore on-line. Devo avere la disponibilità di Sarah per dare alla stampa anche "Io sono la Tigre", di cui, per altro, Sarah ha già elaborato la copertina.
Ma non riesco a procedere con "La Piramide d'Oro". Tratterà di una ennesima vita di Costanza, questa volta nel mondo degli Aztechi; ma non ho la serenità per proseguire. Mi siedo davanti al mio pc, leggo le pagine scritte e non riesco a "vedere" altro. Ho sempre raccontato di come nascono i miei racconti e di come è nata la tetralogia de "L'Archiatra": vedo immagini, situazioni e personaggi e li descrivo. Non ho difficoltà a scrivere mentre penso poiché le mie dita allenate corrono veloci sulla tastiera (scrivo, ovviamente, con tutte e dieci le dita, da professionista della tastiera quale sono). Ebbene, per questo racconto non riesco a vedere le immagini. Mi era successo così prima di finire il terzo volume de "L'Archiatra"; ma allora, era perché erano subentrate le immagini de "Il Canto del Bisonte Bianco" che era stato interrotto quando ho scritto il primo volume.
Ho vissuto già, quindi, dei blocchi causati non alla mancanza di energia o di ispirazione; al contrario, perché l'ispirazione era su più fronti.
Ora, sono alcuni mesi che ho proprio una carenza di energia.
Non l'energia per quanto riguarda i lavori manuali o il lavoro da baby-sitter: al contrario, la mia attività da baby-sitter è quella che mi tiene in forza.
No, sto parlando proprio di una carenza di forza energetica, di "illuminazione", di "ispirazione".
Da quando è nato il "problema" di mia madre, da quando ho dovuto assisterla per un anno senza potermi dedicare ad altro, con conseguenza per la mia vita economica ma anche per la mia vita famigliare, causando discussioni con i miei fratelli a me sempre stati molto cari, ebbene, da quando è nata questa situazione è come se mi fossero stati messi dei veli spessi sopra alla testa, veli così pesanti da non lasciare libere le mie ali, i miei pensieri. Non riesco a meditare e questo crea altra incapacità di "vedere" oltre le difficoltà materiali; non riesco a mettere insieme due pagine di racconto; non riesco nemmeno più a sognare o, comunque, i sogni non li ricordo. Chiudo gli occhi ed appena lascio la mente libera le lacrime sgorgano dagli occhi senza che io pensi a qualcosa di specifico.
La sofferenza è tale, ormai, da nascondermi ogni riflesso di luce. Mi dico che devo rialzarmi, devo uscire dall'acquitrino della palude della sofferenza, ma qualcosa mi tira giù.
Ho cercato di meditare, ma non vedo nemmeno più gli occhi che fino a qualche tempo fa mi sorridevano e proteggevano. Ogni morte è sofferenza, ma non c'è morte peggiore di quella dell'anima.

Saturday, February 11, 2012

Il cerchio infinito.

Ho già raccontato come mi sia accaduto di avere un arresto cardiaco quando ho avuto mia figlia.
Dopo aver rivissuto la mia vita in un vortice sempre più veloce, dopo aver rivisto e rivissuto la stessa vita per almeno dieci volte, ogni volta in modo sempre più veloce e quindi breve, sono finalmente arrivata in un posto bellissimo. Non ho attraversato nessun tunnel, nessuna porta, sono semplicemente arrivata.
Vi era una luce intensissima, bianchissima ma calda; c'era una miriade di persone, che poiché avevano alle loro spalle la luce intensa non erano distinguibili. Ne vedevo solo le silhouette che si confondevano poiché vestivano di bianco. Erano disposti a corona ed erano veramente tanti.
Quando sono arrivata, il mio pensiero è stato: Finalmente! Ho respirato a fondo, un respiro che sentivo tutto attorno.
Davanti a me, in attesa del mio arrivo, c'era mia suocera che aveva a fianco sua madre ed il marito.
Mia suocera era morta tre anni prima, il 17 maggio 1978; il marito era morto il 3 gennaio 1979 e la madre a novembre del 1980, pochi giorni prima che io sapessi di essere incinta.
Sognavo mia suocera già da tre anni ed ora li ritrovavo tutti e tre.
Mia suocera mi sorrideva e mi disse: "Non avere paura, non devi avere paura, perché nulla finisce e tutto ricomincia."
Il mio desiderio era di rimanere lì, ma nel mio rivivere avevo visto di avere avuto una figlia. Dovevo vivere.
E mi sono risvegliata.
In tutti questi anni (ne sono passati ormai trenta da quel giorno) ho vissuto con quella frase come guida.
Non ho compreso tutto subito; quell'esperienza mi ha dato il "la" ed ho iniziato con piccoli passi, inizialmente.
Ho cercato di guardare ancora di più negli occhi delle persone; ho cercato di ascoltare non accontentandomi di sentire; successivamente ho cercato di "sentire" andando oltre l'ascolto; ho cercato di "vedere", oltre a guardare.
Ed è perciò che ripeto a voi ed a me stessa: non dobbiamo avere paura, nulla finisce, ma tutto ricomincia.
In un cerchio infinito ...

Saturday, February 04, 2012

MIA MADRE

Mia madre è nata il 16 dicembre 1923; cresciuta, quindi, sotto la dittatura fascista, ma figlia di un socialista. Mio nonno, Quinto Brianti, aveva una trattoria a Fontanellato e faceva anche l'oste; un paio di volte la trattoria gli è stata messa sottosopra dagli "amici" di quello che vestiva sempre di nero. Un aneddoto che mia madre raccontava spesso e volentieri era di quando i contadini portavano l'uva da pigiare. La prima cassa di uva che mio nonno pesava e pagava era tenuta lontana dalle altre casse, un po' nascosta, per permettere ai bambini del paese di rubare i grossi grappoli. C'era misera e fame e mio nonno ne era consapevole; mia madre, la più piccola della famiglia, forse non era altrettanto consapevole di essere fortunata ad avere cibo ed abiti. La sua vita è sempre stata dignitosa ed anche quando, giovanissima, si è sposata con  mio padre ed ha cambiato città per seguire il marito carabiniere, sapeva di poter tornare a casa dai genitori in caso di bisogno. E di bisogno ne ha avuto, durante la guerra.
Per tutti questi motivi, mia madre ha raccontato sempre di quel suo tragitto nella vita che la vedeva a Fontanellato, con i genitori, le sorelle ed i fratelli, le amiche; per questi motivi, i suoi racconti sono scritti come se fossero il diario di una bambina e di una adolescente. Racconti che, come vi ho già raccontato, sono archiviati nella Rocca di Fontanellato. Mi ha sempre raccontato la sua amicizia con Anna Maria Gandini, una delle figlie del signore ricco del paese; dama che ho avuto il piacere di conoscere poiché quando mi sono sposata ed ho avuto la prima macchina portavo spesso mia madre a Noceto, dove viveva una sorella con la madre di mia madre, o a Fontanellato, ad incontrare le vecchie amiche.
Per tutti i motivi su elencati, mia madre anche oggi, nei suoi momenti di veglia, parla della sua vita a Fontanellato o cita persone o fatti della sua infanzia. Tutti i suoi pensieri sono rivolti là; come forse alcuni di voi sanno, quando si è sulla soglia si rivede tutta la propria vita, poiché prima di staccarsi da questa dobbiamo comprendere se abbiamo imparato la lezione che dovevamo apprendere.
Ebbene, ho passato parecchie ore in ospedale, negli ultimi fine settimana, con mia madre ed ho preso nota delle cose che diceva, a me o a qualcuno che lei vedeva.
La prima frase che mi ha detto, per esempio, lo scorso sabato è stata la conferma di ciò che vi ho scritto: infatti ha detto: "Non voglio dormire per non sognare quello che ho passato. E' pesante ..."
Il suo animo infantile, amante dell'infanzia, l'ha spinta a dire: "Voglio solo i bambini".
La memoria legata alla sua infanzia, in cui le sorelle spesso le dicevano che speravano di sposarsi presto per avere una "casa privata", stanche di servire ai tavoli e di avere le stanze occupate da estranei, le ha fatto dire: "Voglio fare solo l'oste, non la trattoria".
In alcuni momenti nonostante non ci veda mi ha guardato. Non so se mi ha riconosciuto, già in casa di riposo non mi riconosceva. Ma mentre le massaggiavo la spalla dolorante, mi ha detto: "Grazie".
Per vedere se era lucida, le ho chiesto:"Di cosa, mamma?" e lei mi ha risposto: "Per il massaggio".
Poi ha ripreso a viaggiare nel suo tempo. Mia madre cantava, partecipava agli spettacoli che si svolgevano nel teatro di Fontanellato; noi tutti cantiamo, è il nostro modo di stare insieme. E quindi, mia madre ha detto: "'Sta sera voglio solo musica, musica e canzoni". Le ho chiesto se ricordava una canzone e mi ha intonato: "Mamma" ed io gliel'ho cantata tutta (Mamma, solo per te la mia canzone vola, mamma .... non sarai più sola ...) e lei si è assopita.
Poi ancora nel suo mondo ha chiesto: "Quando viene la mamma?"
Evidentemente, la mamma è arrivata perché quasi subito ha detto: "Sei bella, molto bella mamma!"
Domenica scorsa, chiedeva spesso l'acqua, ma "l'acqua di Fontanellato".
E poi ancora mi diceva: "Chiama il papà" ma non so se il suo od il mio che in questi ultimi 28 anni, da quando è morto per infarto, le ha tenuto la mano tutte le notti e le è apparso nei sogni dandole le notizie su noi figli. Quando ebbi un bruttissimo incidente, nell'84, fu lui, infatti, ad avvisarla.
Mi chiedeva: "Come siamo arrivati a questo punto? La colpa è di un fratello; la colpa è dello spagnolo che era invidioso". Dello spagnolo non so nulla, ma credo che per il resto si riferisse alla vendita dell'osteria, voluta dai suoi fratelli, che costrinse mia nonna ad andare a vivere con una figlia.
"Dì al papà di prendere l'acqua con la pompa" e poi guardandomi (ma vedeva me?) mi ha detto: "Ti voglio bene" e "Non stancarti, non voglio che ti stanchi".
Ieri pomeriggio mia madre è stata trasferita in un'altra casa di riposo, dopo la dimissione dall'ospedale. Mi chiedo come si faccia a far viaggiare una donna in certe condizioni, ma gli ospedali non tengono in carico per troppo tempo le persone, nemmeno quelle bisognose di cure. D'altra parte, in ospedale abbiamo fatto turni e questo è stancante: per noi che lavoriamo è difficoltoso organizzarsi (io se non lavoro non guadagno, non ho diritti a permessi come baby-sitter. Anzi, sono io che ho più lavoro in situazioni estreme come è successo per il terremoto ed ora per la neve.) e per i fratelli più vecchi è faticoso. In una struttura si suppone che mia madre abbia più cure. Speriamo.
Mamma, a te mando un pensiero dolce e che dolce ti sia il passaggio.

Friday, January 27, 2012

PER MIA MADRE

Mia madre è in ospedale da due settimane, trasportata d'urgenza dopo quasi tre mesi di permanenza in una "casa di riposo". Mi ritrovo ancora una volta a pensare che la nostra non è una società di sostegno all'infanzia e alla vecchiaia, non è di sostegno alle famiglie con i ritmi frenetici che la vita ci obbliga a sostenere e con le case non adatte. Ho sempre detto a mia madre che sarebbe venuta a casa mia nel momento in cui avesse pensato di averne bisogno    ma lei, specialmente questi ultimi due anni, si è intestardita che  la mia casa non era adatta a lei ed in tutti i modi preferiva andare da un maschio che non da me o un'altra delle femmine. Mia madre è fatta così: ha le sue preferenze anche quando la vita non le permetterebbe di scegliere. Ora, in ospedale, ha momenti di lucidità in cui chiede se ci sono i mandarini e le mele, dice che in forno c'è il pollo con le patate, chiede di essere portata a casa perché fra poco è Natale e deve preparare. E' legata, nella sua demenza senile che galoppa, alla stagione in corso. Continua i suoi discorsi di "case non adatte", "se spostate le poltrone, una di qua e una di là vedrete come sarete più comodi ..."; poi, mercoledì, spalancando gli occhi, fissando il soffitto e seguendo il percorso di qualcosa, o qualcuno, mi dice che c'è "acqua: è acqua benedetta .." e ".. sciogli il drago ...".
Mia madre è una settima figlia ed io sono la Sua settima figlia: chi sa, comprenderà.
Mia madre è anche  una persona miracolata dalla Madonna di Fontanellato, grazie all'intercessione di una delle sue sorelle, MARIA, morta all'età di ventitré anni.
Mia madre scriveva, per questo quando ha iniziato a diventare cieca non ha accettato questo suo stato. Comunque, la raccolta delle sue poesie si trova nell'archivio della Rocca di Fontanellato; ha scritto anche una raccolta di racconti sul suo paese natale. E' sempre stata una affabulatrice, le è sempre piaciuto raccontare aneddoti e storie della sua vita e negli anni si è sempre più avvicinata alla memoria della sua infanzia, come se non ci fossero stati gli anni successivi del matrimonio. Della vita dei figli, ha sempre solo raccontato episodi dei primi tre, compreso il bimbo che morì appena nato. La nascita, l'infanzia e l'adolescenza degli altri figli non erano sufficientemente importanti e non ricordava l'ora di nascita.
Per questo motivo, forse, mia madre ha presente, ancora oggi, solo momenti di accudimento, comunque importante, che passava attraverso il cucinare.
Ora, è diventata un passerotto, non mangia da almeno due mesi ed è diventata incombente  la decisione di provvedere al sostentamento. Le aspettative di vita sono, ovviamente, legate non tanto alla demenza ma al suo stato fisico devastato; avrei voluto che potesse tornare a casa, almeno a casa sua, per poter finire i suoi giorni avendo la mano tenuta da uno di noi. Avrei voluto una fine dignitosa, circondata dalle sue fotografie, dai suoi oggetti, dalla luce delle sue finestre, con voci amiche accanto.
Non sarà così e questo mi rattrista molto e mi fa pensare a come vorrei che avvenisse la mia fine e a come vorrei, quindi, la sua.
So che mia madre è già oltre; ha avuto sempre un contatto con le persone defunte della famiglia, ha sempre continuato a sognare mio padre, il passaggio per lei non sarà, psichicamente, doloroso. Ma avrei desiderato che fisicamente non provasse dolore.
La medicina moderna vanta conoscenze scientifiche poco consolatorie, a mio parere, ma dobbiamo inchinarci al volere delle strutture. Dobbiamo inchinarci all'etica professionale che, in questo caso, dovrebbe lasciare il posto al volere degli individui e dei loro parenti.
Mi auguro solo, Mamma, che tu non comprenda ciò che subisci. Continua a sognare di un mondo fantastico, dove le tartarughe fanno uova d'oro; continua a vedere il papà che ti stringe la mano e continua a dialogare con tua sorella. Sorridi, anche se ormai fai fatica a fare anche questo, sorridi e la nuova vita a cui stai andando incontro ti sorriderà.

Thursday, November 24, 2011

LE MORTI NON CI COGLIERANNO

Purtroppo non ho molto tempo per scrivere, né il mio blog né tanto meno racconti nuovi, ma mi sono ritrovata a pensare, mentre mettevo a posto la cucina, come nella vita ci siano molte morti e molte rinascite. Ogni fase della nostra vita, in realtà, ha in sé morte e rinascita: quando si è piccoli e si entra nell'adolescenza senza saperlo, inconsapevolmente, si lascia una vita, una strada, un percorso, per intraprenderne una nuova. Quando si finisce il percorso scolastico, si aprono nuove prospettive di vita e di incontri e scontri. Quando ci si unisce ad un'altra persona, si lascia il cammino solitario per iniziare un nuovo cammino in cui "io" viene sostituito da "noi" con tutte le conseguenze che ne derivano di necessarie migliorie del proprio essere; tutto quello che è il nostro vissuto precedente serve per osservare il vissuto altrui, fare confronti e buoni propositi di miglioramento del proprio punto di vista.
Da parte mia, in questo momento sto vivendo una fase di morte come figlia, a causa del fatto che mia madre sta decidendo di lasciare noi e la propria vita fisica; ma sto anche affrontando una morte come mamma poiché mia figlia, ormai da alcuni mesi, sta giustamente iniziando una sua nuova vita con un compagno. Come figlia non vedo rinascite poiché figlia si è solo una volta nella vita, ma nel secondo mio ruolo lasciando quello di "mamma" mi auguro di riuscire ad essere una buona "Madre" e so che questo nuovo mio compito sarà ancora più arduo.
Avevo sognato la mia morte nel momento in cui mia figlia si sarebbe "sposata": indubbiamente c'è una morte, ma allora non sapevo che poteva esserci anche una rinascita.
I percorsi che mi hanno portato fino a qui mi hanno resa più consapevole  della mia e della altrui vita e mi facilitano i momenti difficili; nella mia vita ho incontrato tante difficoltà, una diversa dall'altra, come tutti noi. La mia vita, infatti, non ha nulla di diverso dalla vita di tutti noi. Ho incontrato tante persone, tante "foglie" che hanno fatto parte del mio albero sempre più vigoroso. Alcune di loro hanno lasciato questo mondo fisico e ciò nonostante a volte, ancora, mi ritrovo a pensare: "Ora la chiamo". Tutte le mie foglie cadute hanno lasciato un segno del loro passaggio, favorendo lo sviluppo del mio albero.
Quando cadrà anche l'ultima ed il mio albero sarà ormai spoglio, mi auguro che le mie radici siano così potenti da poter assicurare la vita ad altri alberi giovani che possano, così, prendere la linfa per iniziare il loro percorso. Intanto, il primo arbusto sta già iniziando una sua vita indipendente.
Dico a me stessa ed a voi che, forse, leggete qualche volta il mio blog: non dobbiamo avere paura dei cambiamenti in noi ed intorno a noi. Ogni strada che finisce incontra una nuova strada; un racconto finito apre lo spirito ad un nuovo racconto; ogni cambiamento è una nuova opportunità.
Se il nostro spirito rimarrà vivo, le morti non ci toccheranno.

Tuesday, November 01, 2011

IN RICORDO DI GIOVANNI

Il paese dove abito è caratterizzato da qualche elemento ormai storico: la chiesa, il tabaccaio, due supermercati, il comune, la sala polivalente. La gente di Praticello si conosce tutta da una vita; io, che risiedo qui da soli diciassette anni, non conosco tutti ma qualcuno ho iniziato a conoscerlo meglio grazie all'attività di volontariato, nata solo due anni fa, che si prefigge di seguire le colonie feline del comprensorio.
C'era una persona che da anni seguiva la colonia dietro a casa mia: Giovanni.
Era una persona conosciuta da tutti, titolare di uno dei supermercati.
Da anni, in solitaria, si occupava dei gatti che si rifugiavano da lui; dava loro da mangiare ed assicurava loro un riparo nel retro del suo magazzino. Da due anni, da quando l'associazione è nata, abbiamo iniziato ad occuparci in due di quei gatti, confrontandoci sul da farsi, collaborando per l'alimentazione e per la cattura delle femmine da far  sterilizzare. Si divertiva a sentirmi raccontare come stessero crescendo i tre fratellini da me tenuti della cucciolata dell'anno scorso e i racconti sugli ultimi due gattini raccolti in primavera e rimasti, pure loro, a far crescere la comunità di casa mia. Quando il gruppo dei suoi gatti è stato censito e battezzato "colonia n. 5"  gli ho portato il foglio stampato con l'elenco dei gatti censiti e Giovanni ha attaccato l'elenco all'interno del suo supermercato felice di veder riconosciuti i suoi sforzi e di trovarsi in sintonia con l'associazione.
Continuava a fare questo suo volontariato nonostante la salute lo stesse abbandonando.
Avevamo fatto ormai l'abitudine a vederlo girare sulla sua carrozzina motorizzata con al guinzaglio i suoi cani. Poi uno dei suoi levrieri afgani presi dal canile, il maschio cieco, è morto e Giovanni ha continuato a fare le sue passeggiate serali con solo la femmina. Poi anche attaccare il guinzaglio alla motoretta era diventato uno sforzo troppo grande. Continuava a lavorare, ma negli ultimi mesi avevamo iniziato a vederlo in orari più brevi e Giovanni iniziava a lamentare la carenza delle  potenzialità fisiche anche degli arti superiori ed anche dare da mangiare ai suoi gatti era diventato uno sforzo sovrumano; il suo spirito iniziava a spegnersi.
La settimana scorsa, lunedì pomeriggio, il suo morale lo ha abbandonato completamente poiché non poteva accettare di dipendere in tutto e per tutto dagli altri, nonostante fosse circondato da persone che lo amavano molto.
Tutte le sere, quando vado a fare la passeggiata con i miei cani, mi aspetto di vedere all'angolo della strada la sua motoretta e sento la sua voce, con quella cadenza caratteristica.
Il suo sorriso, i suoi modi cordiali, non saranno dimenticati.




Poiché, per fortuna, ho ripreso a lavorare, mi rimane veramente poco tempo per aggiornare il mio blog. Quando apro il computer, perdo tantissimo tempo a ripulire le e-mail ed entrando in facebook ne perdo almeno altrettanto a condividere appelli animalisti, oltre che qualche post politico.
Le situazioni si accavallano, quelle personali con quelle ambientaliste e politiche attuali ed il tempo è veramente poco; le cose da dire sarebbero troppe ed a volte preferisco chiudere il pc rimandando ad un tempo libero che non arriva mai. Faccio anche volontariato in due gruppi, qui in paese ed anche questo contribuisce a togliermi un poco di spazio per me.
Ora, guardando le modifiche del blog, ho trovato dei commenti ormai vecchi che non avevo mai letto e sono rimasta piacevolmente sorpresa nello scoprire che c'è chi sta leggendo tutto il mio blog. Immagino che sia una persona con santa pazienza, davvero!!
Le notizie per quanto riguarda la mia attività dello scrivere sono belle: avere Sarah a casa ha significato, da parte sua, un po' di suo tempo sacrificato per elaborare graficamente tutto ciò che era rimasto incompleto. Ha inserito foto, impaginato, fatto copertine e retro e spedito tutto il materiale a Boopen, ora Photocity. Arrivate le bozze, ha dato il via alla pubblicazione di due libri e bloccato un terzo per migliorare le immagini (fotografie scattate da lei) dell'interno.
Quindi stiamo aspettando la pubblicazione de "L'Archiatra - volume quarto" e  "La Porta del Sole"; deve modificare "La Legge di Maat". Inoltre vediamo se prima che riparta riusciamo a preparare "Io sono la tigre".
Con "La Piramide del Sole" mi sono fermata.
Un po' le situazioni personali mi distraggono e quindi non riesco a scrivere in situazione di stress; inoltre, parlando  dei Maya devo approfondire qualche lettura, prima di rimettermi a scrivere.
Per quanto riguarda il lavoro di Progetto Koala, per fortuna sto seguendo tre famiglie con in tutto 6 bambini: questo è veramente il lavoro che mi ispira di più. Mi rende veramente felice stare con i bambini ed ogni tanto mi ritrovo a pensare che l'unico errore che rimprovero a mio padre nei miei riguardi è proprio quello di non avermi lasciato fare le magistrali: troppi maestri, in famiglia, mi aveva risposto, cerca di fare un'altra scuola. La scuola commerciale che ho frequentato mi ha permesso, dopo il diploma, di trovare lavoro senza concorsi, ma il mio vero istinto era quello di passare del tempo con i bambini.
Comunque aver fatto volontariato mi ha aiutato a non smettere di sentirmi pari a loro ed ora, a 56 anni, mi ritrovo a pensare, alla sera, quello che potrei inventarmi per divertirli. Avere in casa tutto l'occorrente per poter fare laboratori creativi, mi aiuta in questo.
Per la festa di Halloween abbiamo preparato borsine decorate per la raccolta dei dolcetti ed è stato un trionfo, ieri sera. Avevo preparato anche sacchetti con dolcetti da distribuire e li ho visti divertiti vedendo gli addobbi di casa. Ora sto già pensando al Natale e mi diverto già a pensare a cosa può stupirli.
Altre situazioni incombono sul quotidiano ma queste ognuno di noi le deve affrontare nel buio, o nella luce,  della propria coscienza.
Per il momento gli aggiornamenti sono tutti qui; quando i libri saranno pronti almeno on-line ve lo farò sapere.
Vi saluto con il noto monito: leggete, leggete, leggete. Qualunque cosa, i fumetti, i quotidiani, le notizie on-line; non permettete a nessuno di addormentare la vostra mente; rinunciate alla televisione e leggete. Siate indignati, siate vivi e le morti non vi toccheranno.



Saturday, October 01, 2011

Con il rientro di Sarah, anche se non so esattamente per quanto tempo resterà a casa, mi auguro di poter stampare uno dei nuovi racconti.
Pronti ci sono, infatti, ormai troppi lavori tenuti in sospeso non per colpa nostra.
Avevamo, infatti, preso contatti con una giovane editrice che avrebbe dovuto elaborare graficamente il testo de "La Legge di Maat" e de "La Porta del Sole", terminati già da alcuni mesi. Inspiegabilmente, a settembre ancora non era pronto nulla e così è saltata la possibilità di fare le presentazioni in occasione delle B-Days, le giornate delle biblioteche organizzate dalla provincia di Reggio Emilia. Pazienza.
Ora, pronti, ci sono: il quarto volume de "L'Archiatra", che porta a compimento tutto il viaggio iniziatico iniziato (scusate il gioco di parole) ben cinque anni fa; "La Legge di Maat", "La Porta del Sole" e, ultimo lavoro, "Io sono la tigre" che fanno parte del ciclo di Costanza, la protagonista de "Il Canto del Bisonte Bianco" e che con il cross-over è presente nel quarto volume de "L'Archiatra". Il percorso di Costanza non è ancora finito, poichè ho iniziato a scrivere "La Piramide d'Oro", lasciato in sospeso per dare spazio a "Io sono la tigre". Percorso di sogni premonitori e di morti e rinascite che attraversano vari secoli che hanno visto calcare il suolo terrestre popoli come gli Egizi, i Celti, i Tibetani ed gli Aztechi.
Mi auguro di avere al più presto nuove notizie da postare.
Nel frattempo vi lascio con l'ormai noto motto: leggete, leggete e leggete. Non permettete ad alcun arconte di addormentare la vostra mente. Ribellatevi alle falsità, ribellatevi alle ingiustizie, ribellatevi alla anestesia imperante. E non permettete ad alcuno di cucirvi la bocca e tapparvi le orecchie. Siate sempre vigili poiché solo se avrete la mente sveglia le morti non vi toccheranno ...

Friday, August 26, 2011

IN RICORDO DI FRANCESCO GENNARI

All'Istituto Toschi di Parma si aggirava, qualche anno fa (diciamo fino a 11 anni fa) un ragazzino con i capelli lunghi ed un profilo inconfondibile. Aveva l'aria del glorioso eroe che ogni ragazzo ed ogni ragazza avrebbe voluto avere come amico. Faceva parte di un gruppetto di giovani artisti che tutto l'istituto conosceva e riconosceva da lontano. Artista di fumetti, all'università di Bologna, dalle ultime notizie in mio possesso, aveva conseguito la laurea in lingue orientali. Vengo a sapere che aveva aperto un negozio di abbigliamento in pieno centro a Parma. Frequentava ancora il gruppo di amici artisti ed aveva un folto gruppo di amici. Ma negli ultimi anni ha dovuto affrontare dolori che nessuno dovrebbe affrontare in età giovane ... perduti i genitori, chissà, forse ha sentito che tutti gli sforzi per raggiungere le mete che aveva raggiunto non avevano salvaguardato l'incolumità dei suoi affetti più cari. Perduta la visione della vita, si è perduto lasciando due fratelli sprofondati ancor di più nella disperazione.
Genna (così ti chiamavano Sarah ed i vostri amici), mi spiace che tu non abbia avuto la dolcezza di qualcuno, al tuo fianco, che ti parlasse e riuscisse a farti vedere quanto sia bella la vita e quanto valore abbia; mi spiace che tu non abbia ascoltato parole di conforto e di forza; mi spiace che tu non abbia ascoltato, nel tuo cuore, quello che ti avrebbero detto i tuoi genitori. Da genitore avrei potuto dirti che non ha importanza se la mamma o il papà non ti sono vicini materialmente; il loro amore non ti aveva abbandonato e non ti avrebbe abbandonato mai. La vita è talmente bella, è un dono che ti avevano fatto e tu avevi fatto loro il dono di nascere. Ora sei con loro e forse il dolore che provavi si è affievolito; dal posto dove ti trovi, manda una carezza ai tuoi fratelli e sussurra loro parole di conforto e di forza. Oggi ci sarà il tuo ultimo viaggio in questo mondo materiale. Vola in alto e sorridi, lasciando una carezza leggera a tutti quelli che ti hanno conosciuto.

Friday, May 06, 2011

La nostra Costituzione - continua

Prosegue il nostro viaggio nella nostra Costituzione, a memoria di ciò che stiamo rischiando di perdere ...

Art. 57
Il Senato della Repubblica è eletto a base regionale, salvi i seggi assegnati alla circoscrizione estero.
Il numero dei senatori elettivi è di trecentoquindici, sei dei quali eletti nella circoscrizione estero.
Nessuna regione può avere un numero di senatori inferiore a sette; il Molise ne ja due, la valle d'Aosta uno. La ripartizione dei seggi tra le Regioni, fatto salvo il numero dei seggi assegnati alla circoscrizione estero, previa applicazione delle disposizione del precedente comma, si effettua in proporzione alla popolazione delle Regioni, quale risulta dall'ultimo censimento generale, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti.

Art. 58
I SENATORI SONO ELETTI A SUFFRAGIO UNIVERSALE E DIRETTO DAGLI ELETTORI che hanno superato il venticinquesimo anno di età.
Sono eleggibili a senatori gli elettori che hanno compiuto il quarantesimo anno.

Art. 59
E' senatore di diritto a vita, salvo rinunzia, chi è stato Presidente della Repubblica.
Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario.

Art. 60
La Camera dei deputati e il Senato della Repubblica sono eletti per cinque anni.
La durata di ciascuna Camera non può essere prorogata se non per legge e soltanto in caso di guerra.

Art. 61
Le elezioni delle nuove Camere hanno luogo entro settanta giorni dalla fine delle precedenti. La prima riunione ha luogo non oltre il ventesimo giorno dalle elezioni.
Finché non siano riunite le nuove Camere sono prorogati i poteri delle precedenti.

Art. 62
Le Camere si riuniscono di diritto il primo giorno non festivo di febbraio e di ottobre.
Ciascuna Camera può essere convocata in via straordinaria per iniziativa del suo Presidente o del Presidente della Repubblica o di un terzo dei suoi componenti.
Quando si riunisce in via straordinaria una Camera, è convocata di diritto anche l'altra.

Intanto meditiamo su questi articoli e sui precedenti.

Ricordiamoci sempre che nelle Camere dovrebbero sedere persone elette direttamente dai cittadini e non come sta avvenendo ora, con la legge elettorale chiamata "Porcellum".
Nessuno ha il diritto di mettere a sedere nelle Camere, per decidere le sorti del Paese, gli amici suoi, gli avvocati suoi, i dentisti suoi .........